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3. INTERVENTI A LIVELLO INTERNAZIONALE (Giorgia Dalle Palle)

3.3 Gli effetti del Covid-19 sull’economia globale

Gli effetti del Covid-19 sull’economia globale sono molto difficili da prevedere126, infatti

possiamo orientarci tenendo conto di altre situazioni avvenute in passato come ad esempio la SARS nel 2003 oppure l’influenza asiatica nel 1957-1958 ma risulta comunque complicato in quanto il Coronavirus sembra diffondersi in maniera completamente diversa e molto più sostenuta rispetto alle epidemie precedenti. Un dato molto preoccupante a livello mondiale per l’economia è rappresentato dal fatto che i paesi attualmente più colpiti sono USA, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia e Italia che complessivamente rappresentano da sole il 60% del PIL globale, il 65% della produzione manifatturiera e il 41% delle esportazioni manifatturiere globali, come vediamo nella tabella 5 in basso127 .

Il problema però non riguarda solamente la grandezza dei paesi colpiti ma anche la forte interconnessione che c’è tra di essi. Infatti sono strettamente legati per fattori ad esempio politici, istituzionali e tecnologici in quanto molto spesso questi paesi hanno incoraggiato le imprese a delocalizzare frammentando la catena produttiva a livello internazionale, molto spesso in paesi come la Cina che svolge al momento un ruolo di enorme rilevanza a livello globale128.

124 OMS, COVID-19 Strategy Update, 14 aprile 2020.

125 Financial Times, Yuval Noah Harari: the world after coronavirus, 20 marzo 2020,

https://www.ft.com/content/19d90308-6858-11ea-a3c9-1fe6fedcca75.

126 Baldwin R., Di Mauro B. W., Economics in the time of COVID-19, CEPR Press, 6 marzo 2020. 127 World Bank, World Databank, Large economies, aggiornato al 29 febbraio 2020.

128 Palley T. I., Three Globalizazions, not two: rethinking the history and economics of trade and globalizazion, FMM

Tabella 5: Le più importanti economie e il Covid-19 (aggiornato al 29 febbraio 2020)

(Fonte: World Bank World Databank, FT COVID dashboard, https://www.ft.com/content/a26fbf7e-48f8-11ea-aeb3-955839e06441)

Le stime riguardanti la recessione dell’economia oscillano tra il -1% e il -5% ovviamente legate alla durata del lockdown nei vari paesi e secondo un gruppo di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche e di Ancora si prevede invece un peggioramento ben superiore al 10% per quanto riguarda l’indice del BES129. Ovviamente la crisi oltre ad essere economica

diventerà ben presto anche una crisi finanziaria ripetendo così ciò che è avvenuto nel 2008, infatti le liquidità che stanno immettendo già da ora gli stati all’interno delle loro economie per cercare di sostenerle sembrano essere ovviamente insufficienti e quindi anche in questo caso è sempre più auspicabile un coordinamento a livello globale per cercare di contenere il più possibile gli effetti del Covid-19 e un ripetersi ben peggiore della crisi del 2008. A livello macroeconomico ci sarà sicuramente uno shock dal lato dell’offerta dovuto al blocco della maggior parte delle produzioni del mondo in seguito alla condizione di lockdown imposta dagli Stati maggiormente colpiti, basti pensare che solamente tra gennaio e febbraio 2020 la produzione in Cina è diminuita del 13,5% su base annua130, ma oltre a ciò sicuramente

ritroveremo uno shock anche dal lato della domanda131.

I principali fattori che provocheranno un crollo dal lato dell’offerta sono sicuramente la drastica riduzione della mobilità delle persone e la chiusura delle attività dovute anche in questo caso al lockdown imposto, che inevitabilmente provocano una diminuzione immediata dei consumi da parte delle famiglie. È probabile che una parte di questi consumi verranno posticipati nel momento della riapertura ma dipende dalla tipologia, infatti risulta molto difficile pensare che le famiglie che non usufruiscono ora di un viaggio oppure di una cena al ristorante la posticipino nel futuro132. Sicuramente un secondo fattore che

influenzerà l’economia mondiale sarà poi l’ondata di disoccupazione dovuta alla chiusura delle attività produttive e commerciali che inevitabilmente si tradurrà in una diminuzione del reddito disponibile delle famiglie e quindi in una diminuzione quasi certa dei consumi. Inoltre se questa diminuzione dei redditi dovesse interessare le fasce meno abbienti della popolazione ovvero coloro che hanno una maggiore propensione marginale al consumo le

129 Gallegati, L’economia dopo il Covid-19, pubblicato in “L’economia che ferma il mondo”, aprile 2020.

130 Cirillo V., Coveri A., La globalizzazione ai tempi del Covid-19, pubblicato in “L’economia che ferma il

mondo”, aprile 2020.

131 Cirillo V., Coveri A., La globalizzazione ai tempi del Covid-19, pubblicato in “L’economia che ferma il

mondo”, aprile 2020.

132 La Stampa, Coronavirus, per il turismo perdite stimate di 7,4 miliardi,

https://www.lastampa.it/economia/2020/03/04/news/coronavirus-per-il-turismo-perdite-stimate-di-7-4- miliardi-1.38549010.

conseguenze sull’economia saranno maggiormente rilevanti. Inoltre un ultimo punto su cui si è d’accordo è il fatto che un minor utilizzo della capacità produttiva da parte delle imprese porterà ad una difficoltà maggiore di ammortizzare i costi fissi, aumentando il costo per unità di prodotto e una riduzione del saggio di profitto e quindi della spesa per investimenti da parte delle imprese133.

Infine ragionando in termini di un mondo oramai interconnesso e globalizzato è possibile pensare che ci sarà una riduzione sincronizzata della domanda e dell’offerta in tutti i paesi del mondo e conseguentemente ci sarà una contrazione del valore aggiunto che restringerà i mercati di sbocco all’estero e quindi ridurrà l’impatto delle esportazioni estere.

I paesi maggiormente colpiti secondo KPMG saranno quelli con un alto tasso di indebitamento privato e con un maggiore invecchiamento della popolazione, se è vero che questi fattori implicano una riduzione dei consumi da parte della popolazione, una flessione dei prezzi e delle aspettative negative che si creano sul mercato e conseguentemente nelle scelte degli investitori che conducono quindi ad uno stallo degli investimenti. I paesi maggiormente colpiti in questa prospettiva risultano essere il Canada con un indebitamento pari il 217% e Francia con il 216%134.

Secondo Baldwin e di Mauro è necessario quindi un intervento da parte di tutti i governi in particolar modo attivando la politica monetaria e fiscale per coordinare dei piani d’azione a livello internazionale135. Proprio in questa prospettiva si inserisce anche l’analisi fatta da

KPMG che mostra la forte correlazione esistente tra l’andamento dei mercati finanziari e la ripresa economica. Si è stimato infatti che ci potrebbero essere due scenari di rimbalzo, il primo ad “U” e il secondo ad “L” e che essi dipendono soprattutto dalle politiche del governo che metteranno in campo per fronteggiare la crisi136.

Un intervento molto più incisivo da parte dello Stato è richiesto soprattutto nei paesi con maggiore indebitamento privato per evitare delle recessioni economiche più accentuate137.

Inoltre, poiché la crisi in questo caso ha colpito le fasce più deboli, bisognerebbe pensare a rivedere i modelli dell’economia classica, cercando di mettere al primo posto le persone e universalmente attivare delle politiche di welfare che includano tutti, affinché, come dice Gallegati, nasca un nuovo diritto, ovvero il diritto dell’inclusività138.

In un’altra ricerca fatta dall’Università Nazionale dell’Australia sono stati indagati i possibili effetti del Covid-19 utilizzando il modello DSGE ovvero il modello di equilibrio generale, inserendo al suo interno sette diversi scenari di evoluzione del virus, nel loro rapporto sottolineano quanto sia quasi impossibile conoscere quale scenario avverrà realmente. L’Università Nazionale dell’Australia dà alcuni suggerimenti e in particolare sottolinea come a breve termine, le banche centrali e i titoli del Tesoro devono assicurarsi che tutte le attività che sono state interrotte e le economie continuino a funzionare in parallelo con la continua espansione del virus. È possibile inoltre ridurre i tassi di interesse come risposta per le banche centrali, ma lo shock non è solo un problema di gestione della domanda, ma

133 Cirillo V., Coveri A., La globalizzazione ai tempi del Covid-19, in “L’economia che ferma il mondo”, aprile

2020.

134 KPMG, Crisi COVID-19 e gli impatti sull’economia globale, https://home.kpmg/it/it/home/media/press-

releases/2020/03/crisi-covid-19-e-impatti-su-economia-globale.html.

135 Baldwin R., Di Mauro B. W., Economics in the time of COVID-19, CEPR Press, 6 marzo 2020.

136 KPMG, Crisi COVID-19 e gli impatti sull’economia globale, https://home.kpmg/it/it/home/media/press-

releases/2020/03/crisi-covid-19-e-impatti-su-economia-globale.html.

137 KPMG, Crisi COVID-19 e gli impatti sull’economia globale, https://home.kpmg/it/it/home/media/press-

releases/2020/03/crisi-covid-19-e-impatti-su-economia-globale.html.

una crisi multipla che richiederà risposte in termini di politica monetaria, fiscale e sanitaria. Dunque, nell’immediato la misura più semplice ed efficace da applicare è quella della diffusione di buone pratiche d’igiene che sono a basso costo e danno una risposta altamente efficace nel contenimento dei contagi e quindi conseguentemente alla riduzione dei costi sociali ed economici. Le risposte a lungo termine sono ancora più importanti di quelle a breve termine ed è quindi molto importante oltre che per la salute pubblica di tutti gli stati ma anche per l’economia globale far si che i vari stati del mondo investano in maniera sempre più forte nei loro sistemi sanitari pubblici e privati, in quanto se così non fosse le epidemie continueranno a rappresentare una minaccia per un’economia mondiale così ampiamente integrata che non si può permettere sicuramente altre interruzioni una volta superata la crisi del Covid-19139.