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3. INTERVENTI A LIVELLO INTERNAZIONALE (Giorgia Dalle Palle)

3.2 Interventi per contrastare il Covid-19 a livello internazionale

Il 30 gennaio 2020, il direttore generale dell'OMS ha dichiarato lo scoppio della malattia del coronavirus, un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale e il 4 febbraio 2020, il medesimo direttore generale ha informato il segretario generale delle Nazioni Unite e ha chiesto l'attivazione della politica per la gestione delle crisi al fine di istituire un gruppo di supporto per fornire a livello internazionale un sistema di coordinamento per aiutare i paesi a prepararsi e rispondere a Covid-19122. Proprio in questo contesto d’azione l’OMS il

12 febbraio 2020 ha deciso di pubblicare un piano d’azione a supporto delle nazioni. All’interno di questo piano d’azione in primo luogo l’organizzazione sottolinea l’importanza che tutte le nazioni oltre a seguire e instaurare un piano per la tutela della salute dei cittadini e il contenimento della pandemia, debbano creare in parallelo un altro piano che assicuri la fornitura dei servizi essenziali e che mitighi il più possibile gli effetti sociali ed economici. Il piano inoltre ha una durata di tre mesi a partire dal 12 febbraio 2020 e successivamente sono state stilate altre linee guida dall’OMS in base all’evolversi della situazione. L’OMS all’interno di questo primo piano d’azione individua poi otto pilastri fondamentali che tutti i paesi devono implementare prima di procedere a stilare un piano più dettagliato e che prenda in considerazione le particolarità di ogni nazione quindi tenendo conto ovviamente del livello di contagi, della disponibilità di strutture sanitarie adeguate e della quantità di interazioni tra i cittadini.

Il primo pilastro fondamentale è il coordinamento, la pianificazione e il monitoraggio a livello nazionale ovvero i meccanismi nazionali di gestione delle emergenze in materia di sanità pubblica dovrebbero essere attivati con impegno di ministeri competenti come sanità, istruzione, viaggi e turismo, lavori pubblici, ambiente, protezione sociale e agricoltura, per fornire una gestione coordinata in preparazione e in risposta a Covid-19. Il secondo pilastro prende invece in considerazione la comunicazione del rischio e l’impegno della comunità, infatti è fondamentale comunicare al pubblico ciò che è noto al momento sul Coronavirus e vanno comunicate tutte le azioni da intraprendere quotidianamente da parte dei cittadini. Le attività di preparazione e di risposta al virus dovrebbero essere condotte in modo partecipativo, informato e in continuo contatto con la comunità per rilevare e rispondere a dubbi, voci e disinformazione. I cambiamenti negli interventi di

121 ANSA, Trump taglia i fondi all’OMS. Il mondo contro il tycoon,

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/04/15/coronavirus-trump-sospende-i-finanziamenti- alloms_ce957fb4-6564-425f-9575-7010d876fa36.html.

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preparazione e risposta dovrebbero essere annunciati e spiegati in anticipo e sviluppati sulla base delle prospettive della comunità.

La terza indicazione fornita dall’OMS è quella di creare sorveglianza, istituire delle squadre di risposta rapida al virus e investigare sui casi di contagio, nei paesi ad alto rischio di trasmissione. Gli obiettivi di sorveglianza si concentreranno sul rilevamento rapido dei casi e sulla tracciabilità completa dei contatti che il contagiato potrebbe aver avuto. In uno scenario in cui è stata rilevata una trasmissione comunitaria sostenuta, gli obiettivi si espanderanno fino a includere il monitoraggio della diffusione geografica del virus, l'intensità di trasmissione, le tendenze della malattia, la caratterizzazione delle peculiarità virologiche e la valutazione degli impatti sui servizi sanitari. Il quarto pilastro si concentra sui punti così detti d’entrata oppure di accesso alle strutture ospedaliere, in particolare gli sforzi e le risorse messi a disposizione su questi punti d’entrata dovrebbero concentrarsi sul sostegno alle attività di sorveglianza e alla comunicazione immediata dei rischi.

Il quinto punto riguarda invece i laboratori nazionali sottolineando come i paesi dovrebbero essere in grado di preparare ed adeguare le capacità di laboratorio per gestire la necessità di eseguire test su larga scala per il virus, sia a livello nazionale, sia attraverso accordi con laboratori di riferimento internazionali. Se la capacità di test non esiste a livello nazionale, i campioni devono essere inviati a un laboratorio di riferimento regionale o internazionale con capacità adeguata. In caso di trasmissione diffusa all’interno della comunità, i piani di sovratensione dovrebbero essere attivati per gestire l'aumento del volume di campioni provenienti da casi sospetti. L'OMS si impegna anche a fornire supporto per accedere a laboratori di riferimento, protocolli, reagenti e materiali di consumo pertinenti. Il pilastro sei riguarda la prevenzione e il controllo delle infezioni ovvero queste pratiche all’interno delle comunità e nelle strutture sanitarie dovrebbero essere riviste e migliorate per preparare il trattamento dei pazienti con Covid-19 e impedire la trasmissione al personale, a tutti i pazienti o ai visitatori e nella popolazione intera. Il settimo pilastro riguarda invece la gestione dei casi ovvero le strutture sanitarie dovrebbero prepararsi ai grandi aumenti del numero di casi sospetti di Covid-19 e il personale dovrebbe essere in grado di fornire il percorso assistenziale adeguato. In particolar modo ai pazienti con o a rischio di malattie gravi dovrebbe essere data priorità rispetto ai casi lievi. Un elevato volume di casi metterà sotto pressione naturalmente il personale, le strutture e le forniture per questo motivo tutti i servizi non necessari messi a disposizione per gli utenti dalle strutture sanitarie dovrebbero essere rivisti dando particolare precedenza solamente agli anziani, donne incinte, persone con gravi malattie patologiche e bambini. L’ottavo e ultimo pilastro riguarda invece il supporto operativo e la logistica, in questo caso è necessario rivedere le disposizioni logistiche a supporto della gestione e delle operazioni derivanti dall’emergenza. L’OMS inoltre decide anche di stilare una serie di indicatori che serviranno ai Paesi per comprendere la gravità del virus all’interno della nazione, se la risposta globale sta funzionando in base a tutti i parametri visti precedentemente, la diffusione a livello globale, i nuovi paesi a rischio contagio e così via.

Tutti gli indicatori sono riassunti nelle tabelle 3 e 4 in basso, che possono essere molto utili per ogni stato per tenere sotto controllo l’efficienza e l’efficacia delle misure da esso messe in atto e lo stato di avanzamento del virus. L’OMS prevede anche le spese che ciascun paese dovrà affrontare in ogni fase di messa in atto del piano di contenimento del Covid- 19, in primo luogo prevede una spesa totale pari a 60 mila dollari per creare un sistema di comunicazione e coordinamento. In secondo luogo, prevede una spesa mensile pari a 265970 dollari per la formazione del personale medico, l’implementazione delle strutture mediche e di contatto. Prevede poi un costo mensile pari a 235500 dollari per la

comunicazione sui rischi ed il coinvolgimento della cittadinanza, a cui si aggiungeranno 340 mila dollari sempre mensili per la sorveglianza dei casi, 600250 dollari per trovare i casi positivi e per permettere una rapida risposta.123

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preparedness and response, 12 Febbraio 2020.

Tabella 3: Indici redatti dall’OMS per calcolare l’espansione della pandemia e l’efficacia delle misure di contenimento

(Fonte: OMS, COVID-19 Strategic Preparedness and Response Plan. Operational planning guidelines to support country preparedness and response, 12 Febbraio 2020)

Inoltre, vengono previsti altri 126 mila dollari per mettere in piedi i cosiddetti punti di accesso o di entrata e altri 93 mila dollari mensili per gestire questi punti, allo stesso modo accadrà per costruire nuovi laboratori che prevedono un investimento di circa 218 mila dollari iniziali e una spesa mensile di 99 mila dollari circa. Per la gestione dei casi infine ci sarà un investimento iniziale previsto pari a 1043 mila dollari e successivamente delle spese mensili che saranno pari a 528 mila euro. Le spese per la prevenzione e il controllo dei casi saranno pari a 443 mila euro mentre in ultimo la logistica di supporto richiederà una spesa iniziale corrispondente a 20 mila dollari e un costo mensile che ammonterà a 225 mila dollari. Il piano d’azione messo in campo dall’OMS richiede quindi degli investimenti molto ingenti che molto probabilmente non tutti gli Stati facenti parte dell’organizzazione saranno in grado di onorare e rispettare, in particolar modo i paesi in via di sviluppo. L’OMS ha pubblicato delle nuove linee guida il 14 aprile 2020 in previsione di una futura riapertura dei Paesi e gli obiettivi strategici stilati per la seconda fase riguardano in primo luogo la mobilitazione di tutti i settori e le comunità per far si che partecipino a contrastare il virus in maniera attiva; in secondo luogo il controllo dei casi sporadici e l’isolamento di tutti i nuovi infettati; un terzo obiettivo riguarda invece l’evitare il contagio attraverso l’utilizzo adeguato delle mascherine e dei guanti, l’OMS raccomanda anche alle nazioni di stabilire delle restrizioni appropriate per gli spostamenti nazionali e internazionali; il quarto obiettivo riguarda invece la riduzione della mortalità e in particolar modo riuscire a fornire a tutti i contagiati un’assistenza medica adeguata; infine il quinto ed ultimo obiettivo di

Tabella 4: Indici redatti dall’OMS per calcolare l’espansione della pandemia e l’efficacia delle misure di contenimento. – 2

(Fonte: OMS, COVID-19 Strategic Preparedness and Response Plan. Operational planning guidelines to support country preparedness and response, 12 Febbraio 2020)

queste nuove linee guida riguarda lo sviluppo di nuovi vaccini e terapie erogabili su larga scala124.

Secondo un articolo del Financial Times, pubblicato il 20 marzo 2020125, è sempre più

necessario un coordinamento a livello internazionale sia per riuscire a fronteggiare la crisi sanitaria che quella economica conseguente che ovviamente non riguarda uno stato isolato ma tutto il mondo. È necessario quindi oltre al piano di coordinamento dell’OMS, che sicuramente è un grande passo avanti ma non è assolutamente sufficiente, condividere le informazioni ed è fondamentale anche che le scoperte, le nuove tecniche e le misure messe in campo da ciascun paese vengano diffuse ma perché questo accada serve necessariamente uno spirito di collaborazione e fiducia a livello globale. Un paese ricco con pochi casi di contagio dovrebbe riconvertire la sua produzione per dare supporto al paese in difficoltà, cercando di fornire loro materiale prezioso come mascherine, camici e respiratori. C’è bisogno di un piano d’azione globale non solo a livello sanitario ma soprattutto a livello economico perché un nazionalismo non riuscirà a tirarci fuori dalla crisi economica imminente, dunque cooperazione è la parola fondamentale.