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5. INTERVENTI A LIVELLO ITALIANO (Andrea Incarnato)

5.3 Le risposte attese dal comparto del turismo del turismo

Gli effetti del coronavirus sul turismo risultano come detto gravi, ma ancora piuttosto complessi da misurare, sia perché le imprese devono ancora riprendere la propria attività puramente turistica, non sapendo bene come i consumatori risponderanno alla paura del contagio, sia perché molto dipenderà dalle misure previste dal legislatore. La legislazione, infatti, può incidere sia in merito all’effettiva possibilità e capacità di erogare il servizio, tramite misure di restrizione e normative più o meno stringenti da un lato della legislazione regionale, competente in materia di turismo (art. 117 Cost.) e dall’altro dalla legislazione nazionale in materia di salute (art. 32 Cost.); sia in merito alla libertà di spostamento dei turisti in entrata e in uscita che, come abbiamo visto, è stata nulla per quasi 3 mesi. La libertà è una conditio sine qua non per permettere al viaggiatore di usufruire appieno dell’offerta turistica.

Considerando le restrizioni previste fino almeno all’inizio di giugno 2020, la ‘Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa’ ha stimato, relativamente al primo semestre 2020, danni al settore del turismo per 40 miliardi rispetto allo stesso semestre dello scorso anno, una contrazione dei ricavi del 73%: dai 57 miliardi dell’anno scorso ai 16 miliardi stimati del 2020, prevedendo inoltre che nel secondo semestre mancheranno all’appello 25 milioni di turisti181. Numeri da prendere con le pinze,

soprattutto relativamente al secondo semestre, perché molto dipenderà dallo sviluppo del

177 “Codice del Turismo – Titolo VI: Contratti - Articolo 41: Diritto di recesso prima dell’inizio del

pacchetto”.

178 “Covid19 – Le misure di sostegno alle imprese turistiche”. In rete: www.teamsystem.com. 179 Dati Eurocontrol.

180 “Ferrovie, l’emergenza Covid taglia il 98% dei treni veloci - Il Sole 24 ore 24 marzo 2020”. 181 “Coronavirus: il lock-down costa al turismo 40 miliardi” Startup Italia il 4 aprile 2020.

contagio e dalla conseguente legislazione adottata da Stato e Regioni. Lo Stato, dal suo canto, ha provato a sostenere le imprese turistiche attraverso la legislazione. A seguito del decreto-legge 2 marzo n.9 all’art.8 comma 1, le imprese turistico-ricettive, le agenzie di viaggio e turismo e i tour operator rientrano tra le imprese esenti dal pagamento di imposte e contributi, data la drastica riduzione delle entrate182. Ulteriore sostegno al turismo è stato

garantito dal decreto “Cura Italia”183, che fornisce credito alle imprese del territorio italiano,

tra le quali rientrano le imprese turistiche184. È stato confermato inoltre l’arrivo di un bonus

vacanze a sostegno delle famiglie al di sotto di un certo reddito, da spendere nelle strutture ricettive del Paese185. Nonostante gli interventi del legislatore, sicuramente maggiormente

colpite dalla crisi sono le imprese turistiche che basavano il proprio profitto sul turismo di massa, cioè le imprese che per mantenere i propri profitti, su un margine relativamente basso, puntavano ad avere costantemente occupate le proprie strutture e attività per sostenerne i costi. In queste località è da sempre il volume più che la qualità dei turisti il dato che garantisce il successo delle mete e delle relative attività turistiche. Su tutte, le città d’arte, caratterizzate da un grande afflusso di turisti da tutto il mondo, sono oggi spaventosamente vuote; nel 2018 hanno contato 113,4 milioni di presenze e il 26,3% delle presenze complessive in Italia186. Queste avranno difficoltà anche alla riapertura, in quanto

l’affollamento che le caratterizza non risponde ai bisogni di distanziamento sociale richiesti dalla legge ed ai bisogni di sicurezza dei viaggiatori. Le grandi città e a cascata il gran numero di strutture ricettive e attività che le caratterizzano vedranno inevitabilmente calare drasticamente la domanda.

Nel 2018 secondo i dati ISTAT – Istituto Nazionale di Statistica – in Italia le strutture alberghiere ed extralberghiere hanno registrato 429 milioni di presenze (notti), seguendo un trend in costante crescita dal 2010 ad oggi187. A loro la sfida di garantire norme igienico

sanitarie e distanze di sicurezza che permettano ai clienti di usufruire delle strutture in serenità. È da considerare l’idea che, per soddisfare i propri bisogni di sicurezza, i clienti siano disposti a pagare un prezzo maggiorato per alcuni tipi di servizi che consentano maggiore protezione personale. Allo stesso modo le difficoltà del settore del trasporto continueranno anche dopo la fine del lockdown. A loro l’arduo compito di far rispettare il distanziamento sociale e garantire sicurezza all’interno dei mezzi di trasporto pubblici. L’incertezza relativa ai trasporti aerei e la loro caratteristica di trasporto pubblico porteranno alla preferenza di un turismo locale piuttosto che a lunga distanza, anche tenuto conto della situazione di incertezza relativa alle mete di destinazione e relative legislazioni. Secondo una ricerca effettuata della IATA – International Air Transport Association – il 30% dei viaggiatori aspetterà 6 mesi o più prima di effettuare trasporti aerei, mentre il 10% si aspetta di non viaggiare per un anno o più188. Durante il lockdown tutti gli aeroporti

italiani sono stati chiusi, per cui risulterà quindi impossibile replicare il numero di passeggeri che arrivano in Italia da voli internazionali, i quali al 2018 si sono attestati 60,5

182 “Decreto-legge 2 marzo n.9 all’art.8 comma 1 – Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” 183 “Decreto-legge 8 aprile 2020, art.1 – Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”

184 “Codice del Turismo – Titolo I: Disposizioni generali – Articolo 4: Le imprese turistiche”. 185 Discorso del Presidente del Consiglio al Senato del 30 aprile 2020.

186 “Turismo, continua il boom delle città d'arte: nel 2018 più di 113 milioni di presenze”. La Repubblica

DATA.

187 “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi” Dati Istat al 28/04/2020. 188 “IATA – Air Passenger Market Analysis – March 2020”.

milioni189. Questa situazione di incertezza influisce gravemente sul turismo estero che nel

nostro paese ha portato 42 miliardi di euro nel 2018 crescendo ulteriormente a una stima di 46 miliardi nel 2019190. Allo stesso modo gli spostamenti ferroviari non saranno preferiti

per le difficoltà che il traporto su rotaie riserva per garantire le distanze di sicurezza. Ciò porterà sicuramente a una riduzione dell’utilizzo e della capacità degli stessi, con la conseguenza di una probabile diminuzione degli spostamenti anche all’interno della nazione. Altro segmento importante che risentirà ancora più pesantemente della crisi, data l’elevata concentrazione di persone intrinseca all’esperienza di viaggio, è quella delle crociere e più in generale del trasporto marittimo, anche tenendo conto degli impatti psicologici generati da intere navi da crociera rimaste in quarantena dopo che si sono verificati casi positivi di Covid a bordo. Situazione particolarmente critica considerando che il break-even point nel settore crocieristico viene raggiunto solo raggiungendo percentuali di occupazione pari al 90% per tutto l’anno191. Il settore è particolarmente strategico nel

nostro paese: 8 dei primi 20 porti dell’area mediterranea per passeggeri movimentati sono italiani e Civitavecchia è il secondo porto mediterraneo dopo Barcellona con 2,4 milioni di passeggeri/anno192.

È possibile ipotizzare che le abitudini sviluppate durante il lockdown non saranno abbandonate per un certo periodo di tempo, anche dopo la cessazione degli effetti delle limitazioni alla libertà di movimento. Così come il lockdown ha obbligato a chiudersi nella propria proprietà, allo stesso modo il mezzo di trasporto preferito, finché conviveremo con il pericolo del virus, sarà privato, cioè l’automobile o la moto. Tutti questi fattori relativi alle difficoltà nello spostamento militeranno a favore del turismo prettamente locale, garantendo margini allo sviluppo del turismo domestico, che diviene una possibilità per scoprire i luoghi a noi più vicini che fino ad oggi sono stati poco considerati. Si tratta di un’opportunità per i piccoli centri non caratterizzati da grandi flussi, affinché possano valorizzare le tipicità e le peculiarità dei propri territori, attraendo i cittadini del luogo e coloro che cercano svago lontano dalle mete più ambite. Ipotizzando la riapertura della gran parte delle attività, pur nei limiti del distanziamento sociale, entro fine giugno, gli effetti del Coronavirus saranno sicuramente a sfavore delle località sovraffollate, le cui peculiarità rendono impossibile garantire le distanze di sicurezza.

Considerando l’imminente stagione estiva, periodo in cui è concentrata la gran parte delle presenze in Italia, località come Rimini, Gallipoli, Viareggio e simili saranno sicuramente penalizzate data la probabile impossibilità di aprire le discoteche ed effettuare i rinomati aperitivi, e gli altri aspetti sociali accattivanti e caratterizzanti questo genere di località, sovraffollate nel corso dell’estate, mentre le località d’élite potranno concentrarsi su un miglior servizio a favore dei clienti più profittevoli. L’adattamento delle località turistiche agli effetti del coronavirus dovrà essere da un lato nei confronti della legislazione, che consentirà la ripresa delle attività a determinate condizioni, dall’altro nei confronti dei viaggiatori, che privilegeranno mete ed attività che garantiscono il distanziamento sociale, l’igiene e tutte le misure necessarie ad evitare la diffusione del virus. È stata altresì confermata dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) la presenza dell’RNA del Covid-19 nel particolato atmosferico193 potendo quindi stabilire una correlazione tra

189 “Voli internazionali” Dati Istat.

190 “Turismo, in arrivo dall’estero 46 miliardi”. Il Sole 24 ore. 191 Valore per cui i ricavi riescono a coprire i costi.

192 “Coronavirus: quali conseguenze per il turismo italiano?” Touring club italiano, 6 aprile 2020.

193 “È ufficiale, il coronavirus è trasportato dal particolato atmosferico” da Agi - Agenzia Italia 24 marzo

presenza di pm10 nell’aria e diffusione del coronavirus, confermata da un maggiore contagio nella zona della pianura Padana, dove i limiti consentiti di pm10 nell’aria vengono spesso superati194.

Ancora una volta non rispettare la natura procura danni ingentissimi, difficilmente modificabili nel breve periodo, che comportano un cambiamento nel nostro modo di vivere nell’ambiente che ci circonda. La difficoltà di raggiungere mete turistiche lontane ed extra italiane determinerà a una maggiore valorizzazione di tutto il sistema turistico italiano e dei Circuiti nazionali d’eccellenza195, spostando l’attrattività dalle grandi città ai piccoli

centri, favorendo le aree interne, i piccoli borghi e le località montane caratterizzate da una migliore qualità dell’aria. Il nostro Paese ha una storia millenaria che non si esaurisce sicuramente nel grande patrimonio artistico e culturale dei centri più rinomati, ma è altresì presente in centri ‘minori’; senza dimenticare il patrimonio naturale (l’Italia è la nazione con più siti Unesco al mondo: ben 53) e la biodiversità presenti in Italia. Biodiversità dovuta al confluire dei venti del mare, circondanti la penisola da nord a sud, che incontrano l’aria fredda delle montagne lungo tutto lo stivale. Al di là di tutte le restrizioni dovute all’epidemia, la vastità del nostro patrimonio consente comunque di poter sfruttare altre caratteristiche per rilanciare il turismo, tra cui eccellenza italiana è senza dubbio la gastronomia, con 7 mila specie di vegetali mangiabili, 58 mila specie animali diverse, 1200 vitigni autoctoni, 533 cultivar di olive e 140 cultivar di grano duro. Cambiamento vuol dire anche guardare verso il futuro conservando e cercando di migliorare le cose belle del passato196, sicuri che, nonostante le restrizioni, sia ancora possibile godere delle tante

bellezze presenti nel nostro Paese.

194 “Mal’aria 2019, il rapporto annuale annuale sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane” –

Legambiente 22 gennaio 2019.

195 “Codice del Turismo - Titolo V: tipologie di prodotti turistici e relativi circuiti nazionali di eccellenza –

Articolo 22”