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La mappatura dei casi di rigenerazione urbana in Italia e in Scozia

Nel corso della nostra indagine ci siamo interrogati sulla tipologia di pratiche che insistono sul territorio del Sud Italia e sulla Scozia riconducibili all’ambito dell’innovazione sociale. Constatando la scarsità di fonti istituzionali sia in Italia che in Scozia ci siamo rivolti ad uno dei mezzi tipici della retorica dell’innovazione sociale: le call for ideas. Si tratta di uno strumento competitivo/collaborativo che presenta le caratteristiche tipiche del concorso solo che oltre ad essere volto alla premiazione di idee, progetti e prodotti è volto anche a fare il punto sugli attori presenti in un determinato

Crescita con Disuguaglianza

130 settore o area territoriale. Richiama lo strumento di crowdsourcing28delle open call che rappresentano il modo per le imprese di conoscere le idee dei propri clienti.

La fonte principale utilizzata per la ricognizione delle esperienze del Sud Italia è appunto un concorso di idee denominato “Culturability” e lo stesso si è fatto per la Scozia, servendoci della competizione che annualmente SURF (Scottish Urban Regeneration Forum) indice per premiare le migliori pratiche di rigenerazione urbana con impatti socialmente innovativi (SURF AWARD).

Inoltre, abbiamo ampliato il panorama delle esperienze mappate attraverso lo svolgimento di una rassegna di pratiche inserendo anche: quelle incluse in progetti di ricerca e relativi report svolti a livello europeo (ad esempio Fab-Move Social Enterprises on the Move); quelle individuate mediante l’approfondimento di riviste che si occupano di Terzo settore, innovazione sociale e sostenibilità economica e ambientale: “Rivista Impresa Sociale”, “Che-Fare”, “Vita”; quelle incontrate nel corso di convegni (ad esempio EMES Conference); infine, quelle pratiche, che ci sono sembrate interessanti dal punto di vista della nostra ricerca, che hanno partecipato ad Avvisi Pubblici (Avviso Pubblico Miur – Smart Cities and Community and Social Innovation del 2012). In Italia non vi è una realtà come SURF, tuttavia, “Culturability”29 ci si avvicina in termini di contenuti.

Abbiamo raccolto in una lista, che riportiamo in appendice alla presente tesi, 50 casi di progetti di rigenerazione urbana realizzati da attori pubblici, privati e del privato sociale. La strategia adottata risponde alla necessità di comprendere innanzitutto se esiste un ecosistema di pratiche socialmente innovative in cui è coinvolta l’impresa sociale e poi a individuare quelle pratiche che si sviluppano anche in dimensioni di informalità, molto frequenti in questo ambito.

28 “Termine coniato da Jeff Howe unendo le parole “crowd” folla e «outsourcing» ossia

esternalizzazione, per indicare l'utilizzo della connettività web e di internet per risolvere problemi e produrre soluzioni utilizzando la massa, ovvero l'intelligenza collettiva. Questo metodo di problem solving «collaborativo» viene spesso utilizzato dalle imprese grazie a delle «open call» per conoscere su larga scala le idee dei propri clienti e realizzare di fatto una co- progettazione a bassissimo costo. Il crowdfunding è considerata una tipologia particolare di crowdsourcing” (SI il vocabolario dela Social Innovation, Collana Imprese responsabili, CSR Piemonte .

29 La gran parte delle pratiche individuate nel Sud Italia sono state identificate all’interno dei concorrenti alla fase finale del contest dedicato alle iniziative di rigenerazione urbana denominato “Culturability” che ogni anno viene bandito e supportato grazie ai fondi della Fondazione Unipolis. Le pratiche censite riguardano i finalisti dal 2015 al 2018.

131 Abbiamo sudiviso la mappatura in due sezioni: una riguardante il sud Italia, a sua volta suddiviso nelle cinque Regioni di cui si compone (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia); un’altra relativa alla Scozia considerata nella sua interezza. La ricognizione dei diversi casi studio della mappatura si è dimostrata opera di non facile definizione per almeno due ordini di motivi: da un lato, sul piano contenutisti vcco poiché si è cercato di inglobare tutte quelle esperienze che avessero a che fare con l’ambiente fisico costruito (pubblico o privato) e allo stesso tempo che in qualche modo andassero a toccare problemi di rilevanza collettiva o che proponessero soluzioni innovative a problemi urbani di lunga durata.

Quindi sono state incluse pratiche di riflessione sugli spazi, ma anche pratiche di trasformazione vera e propria degli spazi stessi, portando a sacrificare tutte le esperienze al di fuori di questi limiti; dall’altro, invece sul piano della tipologia organizzativa, abbiamo deciso di mantenere un approccio blando della ricognizione delle forme giuridiche poiché riteniamo, come la gran parte degli studi sull’imprenditoria sociale, che non sia lo status giuridico il discrimine tra i diversi tipi di approccio di risoluzione di problemi collettivi.

A tal proposito è bene specificare che è uno dei nostri intenti è anche quello di esplorare la zona grigia di pratiche e forme organizzative che pongono l’impresa sociale come uno degli interlocutori delle Istituzioni, le quali usufruiscono della messa a disposizione degli immobili o degli spazi pubblici, senza però vedersi riconosciuta la proprietà o quanto meno senza legittimarne l’esistenza.

Le informazioni utilizzate per descrivere le pratiche sono state rilevate dalle sezioni dedicate ai partecipanti dei siti web delle call alle quali queste pratiche hanno partecipato, (come Culturability e SURF Award), ma anche dai canali web delle pratiche censite. L’interesse principale è per l’emersione di un settore che si sta espandendo in maniera significativa e che costituisce un campo sempre più frequente di sperimentazione di innovazioni anche dal punto di vista politico-amministrativo.

Dal punto di vista contenutistico i progetti che ricorrono in maniera più frequente con quasi 1/3 delle esperienze di quelle mappate riguardano la rigenerazione urbana che possiamo definire legata all’arte e alla creatività. Tale esito può riguardare sia il bisogno collettivo di ridurre il degrado di alcune aree urbane mediante l’espressione artistica, sia, allo stesso tempo di rivitalizzare alcuni spazi, immobili, luoghi aprendoli al pubblico e riempiendoli di contenuti artistici di cui altrimenti non si potrebbe godere.

132 Continuando sul piano contenutistico abbiamo l’insieme di esperienze di mutualità e di erogazione di servizi socio-culturali che in parte potremmo spiegare come un effetto della deprivazione delle aree considerate in tali settori e di una forte spinta solidaristica molto simile a quella tipica delle relazioni di vicinato. Non a caso uno dei refrain più ricorrenti tra le opere scientifiche nell’ambito della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale è “Can Neighbourhoods Save the City?” (Moulaert et al. 2010).

Tabella 2 Confronto Scozia e Mezzogiorno secondo i contenuti delle esperienze di innovazione sociale mappate

Osservando la ricognizione effettuate emerge in maniera ricorrente la presenza all’interno del contesto del Sud Italia di forme giuridiche delle organizzazioni del Terzo Settore coinvolte nei processi di rigenerazione urbana quale quella dell’Associazione. Invece, in Scozia ricorre maggiormente la forma giuridica del Trust Development.

Un dato interessante che emerge dalla mappatura è la presenza di un cospicuo numero di gruppi autonomi/collettivi che mediante pratiche di occupazione di spazi e beni gestiscono intere filiere dei settori sociali o culturali. Si riscontra un’alta concentrazione di tali forme organizzative nella Regione Campania.

A tal proposito sarebbe, invece, interessante indagare sul laissez- faire dell’attore pubblico con la finalità di depotenziare i conflitti e allo stesso tempo farsi supplire in aree in cui non riesce ad intervenire, oppure se l’agire di gruppi informali nelle medesime aree sia un subire da parte dell’attore pubblico di pressioni dal basso ma comunque disattivabili in qualsiasi momento mediante l’impiego di atti unilaterali e coercitivi (si

Scozia Sud Italia

Contenuti

2 7 Valorizzazione Patrimonio storico-artistico per finalità turistiche

2 0 Progetti strategici complessi

4 14 Festival e Street art (cinema, arte, teatro, musica) 0 6 Riuso e sostenibilità ambientale

1 6 Co-living, coworking, incubatore (social Business)

0 1 Integrazione migrant

0 1 Gestione partecipata parchi urbani

1 3 Mutualità ed erogazione di servizi sociali e culturali.

133 tratta soprattutto di sgomberi) in fase soprattutto di valutazione delle politiche, fenomeno questo sempre più ricorrente negli ultimi anni.

Prendiamo ad esempio il caso della città di Napoli che risulta essere l’area urbana più popolata da pratiche di rigenerazione urbana dal basso e da un alto numero di immobili messi a disposizione dei cittadini e delle organizzazioni sociali, oltre che da un’innovazione senza precedenti. Dal 2011 al 2016 l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Luigi De Magistris ha introdotto politiche innovative ispirate ai principi dei beni comuni mettendo a disposizione numerosi immobili pubblici caratterizzati da abbondono e degrado all’interno dei quali realizzare progettualità volte a risolvere bisogni sociali e volte al perseguimento di interessi generali30.

Tuttavia, nonostante regolamenti attuativi e l’approvazione della “Carta dello Spazio Pubblico” non risulta agevole l’iscrizione delle pratiche realizzate all’interno di istituti giuridici definiti, innanzitutto in ordine all’informalità dei gruppi che si occupano della gestione di tali beni e poi perché il relazionamento di questi gruppi con le Istituzioni c’è, ma esiste al di fuori dell’alveo della canonica contrattazione, seppur abbia ad oggetto l’erogazione di servizi di un certo peso.

Un altro dato interessante è il caso della Regione Sicilia popolato da pratiche di rigenerazione urbana promosse dalla call for ideas Boom Polmoni Urbani del Movimento 5 Stelle, il cui fondo è alimentato dai tagli agli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Sicilia. Al momento è l’unico partito sensibile al tema della rigenerazione urbana non smentendo la propria capacità di intercettare bisogni la cui soddisfazione incorre in soluzioni facilmente tangibili e capace di alimentare un’area grigia che l’attore pubblico non vuole o non può chiarire. Inevitabile il richiamo al simbolismo populista fortemente connaturato nel movimento.

La Basilicata invece risulta essere caratterizzata da un insieme di pratiche sorrette da un unico filo conduttore che è Matera Capitale della Cultura 2019, che permette di avere oltre che un disegno omogeneo delle attività da svolgere anche una cabina di regia solida

30 Con Delibera di Giunta n. 740 del 16/06/2011, approvata con delibera di Consiglio Comunale n. 20 del

15/7/11, il Comune di Napoli afferma il principio dell'acqua come un bene comune e come tale di assoluta proprietà pubblica. A seguire: Delibera di Giunta n. 740 del 16/06/2011; Delibera di Giunta n. 17 del 18/01/2013; Delibera di Giunta n. 521 dell'11/07/2013; Delibera di Giunta n. 258 del 24/04/2014; Delibera di Giunta n. 400 del 25/05/2012;Delibera di Giunta n. 893 del 29/12/2015;Delibera di Giunta n. 446 del 01/06/2016.

134 composta da soggetti capaci di erogare risorse economiche importanti poiché sorretti dall’Unione Europea.

Per quanto riguarda la Calabria, risulta più timida l’intraprendenza delle organizzazioni ad aprirsi a modelli imprenditoriali più vicini al mercato facendo emergere una generale tendenza a gestire i beni e gli spazi pubblici mediante forme di associazionismo culturale le cui attività risultano essere di grande pregio e che altrove probabilmente nel più ricco nord genererebbero ricavi più consistenti. L’attore pubblico nel caso Calabrese viene coinvolto nella fase di implementazione delle pratiche mediante patrocini e concessione di spazi pubblici, mentre risulta essere cura delle singole organizzazioni il coinvolgimento di attori istituzionali sovraordinati su singole progettualità mediante la partecipazione a concorsi e competizioni.

La Regione Puglia nell’ultimo decennio grazie ad un’iniziativa politica pubblica ha attivato una serie di interventi nell’ambito dell’innovazione sociale. Si trattò di una delle prime sperimentazioni in Italia di gestione del patrimonio pubblico con metodi partecipativi che negli anni ha portato ad esperienze di policy strutturate e soprattutto sorrette da investimenti cospicui che continuano tutt’ora e che hanno fatto che sì che gli attori privilegiati in questo disegno di pianificazione territoriale fossero i Comuni. Il Programma Regionale per le Politiche Giovanili a cui ci riferiamo è denominato “Bollenti Spiriti”.

L’Abruzzo è caratterizzato da pratiche di valorizzazione e tutela del patrimonio storico e artistico oltre che da esperienze che perseguono il ripristino di aree e luoghi venuti meno con il terremoto del 2009. Non vi è collegamento tra le pratiche mappate tuttavia risulta evidente come attraverso il design, l’arte e la cultura si tenti di porre rimedio al deturpamento del patrimonio costruito oltre che al venir meno di spazi dedicati alla socialità.

Per quanto riguarda la Regione Molise non è stata individuata nessuna pratica all’interno dei canali utilizzati per la ricognizione dei casi che rispondesse ai canoni da noi individuati per la mappatura.

Dalla mappatura dei casi scozzesi, seppur più limitata a livello numerico rispetto a quella del Sud Italia, emerge una prevalenza di casi che risultano essere inseriti in progetti complessi più ampi che riguardano la rigenerazione, urbana, economica, culturale e sociale di interi territori.

135 Lo strumento principale è il partenariato e il contenuto dei progetti prevalente non è identificabile con un unico campo, ma riguarda una molteplicità di settori e ciò è spiegabile con il fatto che trattandosi di progetti integrati che riguardano vari aspetti della vita delle persone richiamano diversi campi di azione.

Come abbiamo detto in precedenza per l’individuazione dei casi scozzesi ci si è riferiti al contest “SURF Awards” che è una competizione che annualmente individua e premia le migliori pratiche scozzesi nel campo della rigenerazione urbana economica e sociale. Sono state tenute in considerazione le pratiche che ci sono sembrate più significative dal punto di vista degli interessi della nostra ricerca. SURF è lo Scottish Urban Regeneration Forum ed un think tank che si occupa di osservare e seguire gli sviluppi dei processi di rigenerazione urbana in Scozia.

Il contest a differenza di Culturability tiene conto di alcune categorie per differenziare tra le diverse pratiche di rigenerazione urbana che tengono conto sia dei contenuti dei progetti, sia degli ambiti in cui vengono prodotti gli impatti e sono i seguenti:

• Creative Regeneration;

• Housing;

• Community Led Regeneration;

• Youth Employability: Overcoming Barriers;

• Scotland’s Most Improved Place.

Ciò sta a indicare che la differenziazione è una necessità legata ad una migliore comprensione dei confini dei campi di intervento della rigenerazione urbana che in questo contesto viene considerata non un monolite, ma un fenomeno che può assumere forme diverse.

Come possiamo notare sono assenti iniziative frutto di pratiche, molto più rare nel caso scozzese, di occupazione di spazi e immobili. Invece sono più ricorrenti progetti sostenuti o attivati da attori pubblici.

Dal punto di vista contenutistico le pratiche scozzesi che abbiamo mappato hanno a che fare con una molteplicità di ambiti anche compresenti nella medesima esperienza. Anche nei progetti di rigenerazione scozzesi l’arte e la cultura rappresentano un volano per l’innesco di opportunità anche in altri settori. Allo stesso modo ricorrono progetti nati per contrastare il declino di alcune aree mediante la creazione diretta di posti di lavoro, ma anche di creazione di luoghi idonei ad ospitare start-up o liberi professionisti.

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