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Le principali proposte di riforma recenti rimaste senza esito

Le riforme più recenti (approvate e non) negli Usa

1. Le principali proposte di riforma recenti rimaste senza esito

Vista l’attualità del tema, negli ultimi anni sono stati molti i progetti di legge che hanno tentato di riformare la disciplina vigente. Oltre allo HLOGA del 2007 (su cui v. ampiamente al Capitolo precedente), e alle regole introdotte dall’Amministrazio- ne Obama (di cui si dirà nel prossimo paragrafo), vi sono state anche alcune signi- ficative proposte poi non approvate e quindi mai divenute legge: incominciamo da queste, analizzando per sommi capi le principali.

Un primo progetto rilevante era l’H.R. 984 del 110° Congresso, c.d. Executive

Branch Reform Act of 2007, primo firmatario il democratico Henry Waxman1.

Le sue proposte principali erano modificare l’Ethics in Government Act of 19782

introducendo l’obbligo per tutti i funzionari governativi di trasmettere all’Office of

Government Ethics un resoconto di qualunque «significant contact»3 avvenuto tra

loro e qualunque «private party»4.

Questo disegno di legge, però, sollevò diverse critiche, da parte di associazioni comuni ma anche del Dipartimento di Giustizia. In particolare, qui viene in rilievo l’osservazione che, applicandosi ai contatti con qualunque individuo, quindi non solo lobbisti ma anche privati cittadini, e definendo i significant contacts in modo molto ampio, avrebbe probabilmente finito col dissuadere molte persone dal rivol- gersi ai pubblici funzionari per inoltrare loro le proprie osservazioni, così come i pubblici funzionari stessi dal volerle ascoltare. Avendo questa probabile conse- guenza, esso avrebbe limitato in modo inaccettabile il diritto di rivolgere petizioni al governo, e dunque secondo il Dipartimento di Giustizia sarebbe stato costituzio- nalmente illegittimo. In effetti, il progetto non divenne mai legge.

Tra le molte proposte di legge in materia, comunque, le più importanti da ricor- 1 http://thomas.loc.gov/cgi-bin/bdquery/z?d110:H.R.984:; questo progetto ne riprende- va in realtà uno molto simile introdotto alla Camera nella legislatura precedente (il 109° Congresso) dal repubblicano Thomas Davis: H.R. 5112, c.d. Executive Branch Reform Act

of 2006, http://thomas.loc.gov/cgi-bin/bdquery/z?d109:h5112:.

2 Questa legge, oltre a contenere una delle varie riformulazioni della Section 18 USC 207 (su cui v. § 2.1.1.3.3.) e ad istituire l’Office of Government Ethics, introdusse in carico ai funzionari di vertice di tutti e tre i poteri specifici obblighi di disclosure relativi alle fonti di reddito e ad eventuali incarichi, anche a titolo gratuito, da essi ricoperti per società, sinda- cati o enti senza scopo di lucro.

3 Definito dalla Section 2 come «comunicazione scritta od orale […] che è fatta da una parte privata ad un funzionario del ramo esecutivo coperto dalla disciplina, in cui tale parte privata cerca di influenzare azioni ufficiali da parte di qualsiasi funzionario o impiegato del ramo esecutivo degli Stati Uniti».

4 Definita dalla Section 2 come «qualsiasi persona o entità», con esclusione però di «un funzionario federale, statale, o di un governo locale o di una persona che rappresenti tale funzionario».

dare sono i progetti del 109° Congresso H.R. 4975, c.d. Lobbying Transparency

and Accountability Act of 20065, primo firmatario il repubblicano David Dreier, e S.

2349, c.d. Legislative Transparency and Accountability Act of 20066, presentato dal

Senatore repubblicano Trent Lott, che costituivano un primo tentativo di reazione allo scandalo Abramoff (su cui v. al prossimo paragrafo).

A seguito di alcuni emendamenti nel passaggio alla Camera, essi prevedevano come misure più importanti7: un rafforzamento degli obblighi di disclosure per i lob-

bisti, in particolare in materia di finanziamento elettorale; alcune misure per frenare il fenomeno della revolving door; limiti al pagamento di viaggi (intesi come trasporto, alloggio e pasti) a parlamentari e membri del loro staff da parte di lobbisti (ma la porta restava aperta per i pagamenti direttamente da parte dei soggetti da cui i lobbisti erano assunti); divieto per i lobbisti di viaggiare su uno stesso aereo non di linea su cui viag- giava un parlamentare o un membro del suo staff; parificazione dei biglietti omaggio per manifestazioni e spettacoli a un dono in denaro pari al valore commerciale del biglietto; rafforzamento dei controlli; divieto di stanziare somme per degli earmarks se questi o i parlamentari che li richiedevano non venivano indicati espressamente.

Il progetto S. 2349 non divenne legge8, ma fu ripreso nella legislatura suc-

cessiva (110° Congresso) dal progetto S. 1, c.d. Legislative Transparency and

Accountability Act of 2007 (o LTAA II), primo firmatario il democratico Harry Reid

ma sostenuto anche da diversi senatori repubblicani, una precedente versione di quello che a sua volta sarebbe infine divenuto lo HLOGA.

Peraltro, nel passaggio in Senato, al progetto S. 2349 era stata aggiunta, tra le altre, una disposizione particolarmente meritevole di attenzione, la Section 220, intitolata Disclosure of Paid Efforts to Stimulate Grassroots Lobbying9. In effetti, le

5 http://thomas.loc.gov/cgi-bin/bdquery/z?d109:h4975:.

6 http://thomas.loc.gov/cgi-bin/bdquery/z?d109:s2349:. Per un quadro recente più aggior- nato, v. E.B. Myers, Note Regarding Current Lobby Reform Proposals, A;Note, 3(1) J. of

Legisl. 45 (2015)

7 Alcune di queste erano già contenute nel progetto S. 2128 del medesimo 109° Congresso, c.d. Lobbying Transparency and Accountability Act of 2006, primo firmatario il repubbli- cano McCain, poi riunito ai due progetti ora richiamati nel testo (http://thomas.loc.gov/ cgi-bin/bdquery/z?d109:SN02128:).

8 Esso era stato peraltro criticato in più punti da alcune associazioni molto attive nell’in- vocare nuove regole di contrasto agli eccessi del lobbying. Esse imputavano al progetto di essere sostanzialmente troppo debole: v. il comunicato stampa del 29 marzo 2006 di

Campaign Legal Center, Common Cause, Democracy 21, League of Women Voters, Public Citizen, U.S. PIRG, in occasione di un passaggio al Senato che aveva eliminato alcune delle

previsioni a loro dire essenziali; il comunicato, intitolato Statement of Reform Groups on

Lobbying Legislation Passed by Senate, è disponibile ad es. sul sito www.democracy21.org.

9 Una disposizione analoga era contenuta anche nei progetti, sempre del 109° Congresso, H.R. 4682, e S. 2180 (entrambi intitolati Honest Leadership and Open Government Act of

campagne c.d. di grassroots lobbying possono nascere sì spontaneamente, ma assai più spesso, come ho accennato, esse vengono organizzate e stimolate da qualcuno che ha interesse a farlo. Fra questi, vi sono tipicamente sia lobbisti professionali, che ritengano di ricorrere al grassroots come una delle strategie per raggiungere un dato obiettivo, sia organizzazioni di tendenza, sia gruppi d’interesse e anche imprese più o meno grandi.

In questa versione, esso si risolve talvolta in una campagna orchestrata ad arte da mani sapienti, che fanno apparire il livello di coinvolgimento popolare molto più ampio di quanto esso non sia realmente, e viene definito in tal caso astroturf lob-

bying, dal nome di una marca di erba sintetica, con evidente richiamo alla finzione

di questa pratica rispetto all’autentico grassroots10. Anche questa degenerazione ha

spinto, oltre che ai già trattati rilievi dal lato della giustizia costituzionale, in dire- zione di una possibile maggiore regolamentazione. Ma mentre a livello dei singoli Stati sono state approvate leggi che limitano il grassroots lobbying11, a livello fede-

rale l’LDA non si occupa di questa pratica, e i lavori parlamentari sono inequivoci nell’indurre ad escludere che essa possa essere fatta rientrare in via interpretativa nella definizione di lobbying contact o di lobbying activity.12 Il principale tentativo

di introdurre una regolamentazione è stato quindi fin qui proprio la Section 220 del progetto S. 2349 del 110° Congresso, che si proponeva di introdurre obblighi di trasparenza sulla provenienza dei fondi per campagne di grassroots lobbying. Ma anche tale tentativo andò ben presto in fumo.

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