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II: Etica delle capacità in Amartya Sen.

II.2 Capabilities and functionings Concezione larga e concezione stretta.

Funzionamenti e capacità sono elementi, tra loro strettamente connessi, che indicano uno stato potenziale attuabile. Nella definizione di funzionamento tanto la teoria di Sen quanto la teoria di Nussbaum, sembrano assumere una visione che accoglie l’accezione stretta e larga, includendovi ciò che un individuo effettivamente fa e ciò che un individuo acquisisce pur non avendo intenzionalmente partecipato all’ottenimento di un certo stato.159Sen inserisce nella sua elaborazione del concetto di funzionamento anche stati di cose ottenuti in modo per così dire eteronomo.

Come emerge dal vaglio della bibliografia critica sull’argomento, nella versione seniana dell’approccio delle capacità, il concetto di funzionamento presenta una doppia valenza. Esso segue una concezione che può assumere due differenti accezioni: larga e stretta. Nel primo caso functioning significa per l’individuo intervenire intenzionalmente su qualcosa; nel secondo caso un individuo può raggiungere un certo scopo senza aver contribuito personalmente e volutamente. Anche nella critica condotta da Cohen non viene trascurata la duplice valenza della nozione di funzionamento: una indica l’azione compiuta intenzionalmente da un soggetto, l’altra indica ciò che esso acquisisce senza intenzionalità. Bernard Williams azzarda poi una proporzione: “la capacità sta al funzionamento come il possibile sta all’attuale”.160

La funzione differisce dalla capacità come differiscono tra loro il raggiungimento di un obiettivo e la libertà di poter raggiungere quell’obiettivo; si tratterebbe pertanto di ragionare su un’opportunità e non necessariamente su un risultato. Il funzionamento inteso come possibilità di compiere un’azione, può reggersi prettamente sull’iniziativa del soggetto agente o può dipendere dal contesto in cui il

159Si veda in merito G. Cohen, Equality of What? On Welfare, Goods and Capabilities, in M.

Nussbaum-A. Sen, The Quality of life, cit., p. 24-28. Sulla prospettiva del midfare di Cohen si veda anche P. Pettit, Symposium on Amartya Sen’s philosophy: 1 capability and freedom: a defence of Sen in “Economics and Philosophy”, 17, 2001, pp. 13-16.

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soggetto colloca la sua scelta. La capacità è dunque una questione di possibilità che deve poter essere messa in atto.161 È sull’idea seniana di capacità intesa come possibilità realisticamente attuabile sulla base della libera iniziativa, che insiste anche l’analisi di David Crocker, incentrata sull’effettiva opportunità che il soggetto sia in grado di realizzare a livello fisico e mentale.

Nell’etica pubblica di Sen, si pone attenzione ai contenuti informativi degli assunti che possono presentare alcune questioni rilevanti per il soggetto ed altre marginalmente rilevanti per la rappresentazione complessiva del discorso etico, tanto che se alcune informazioni dovrebbero assumere un ruolo di primo piano nell’influenzare la riflessione, altre invece potrebbero essere trascurate perché considerate del tutto irrilevanti.162 Non sarebbe possibile per Sen operare dei rilevanti distinguo rispetto alla consistenza di situazioni concrete che se ci si concentrasse soltanto sulla dimensione informativa espressa dall’utilitarismo rispetto al quale situazioni differenti potrebbero apparire erroneamente simili.163 Nella sua formulazione dell’impossibilità del liberale paretiano, Sen chiarisce l’incompatibilità tra il sostenere il principio di Pareto ed insieme attribuire valore a istanze che esulano dalla mera dimensione dell’utilità come i valori o i diritti.164 In alternativa all’egoismo utilitarista, Sen obietta che “una persona può assegnare valore alla rimozione di certe cause e al verificarsi di certe cose, anche se l’importanza riconosciuta ai successi in queste materie non si riflette nell’avanzamento del proprio benessere personale”.165 Emerge con ciò la concezione della persona come agency capace di dare valore ad un agire che è consapevolezza della pluralità e della complessità umana ed insieme riconoscimento che il benessere, secondo tale riflessione, sia realizzazione di valori e non soltanto di utilità.

L'approccio delle capacità prospettato dall’economista indiano, presenta dunque, in una riflessione etica pluralista, alcuni vantaggi significativi: esso ha una portata informativa teorica ed esplicativa maggiore dei discorsi fondati su approcci differenti, favorisce una posizione dinamica trasversale alle appartenenze identitarie, presenta una certa sensibilità ai mutamenti sociali tanto da invocare vaghezza e indeterminatezza nel definire quali istanze rendano di volta in volta possibile una vita

161Cfr. D. Hume, Trattato sulla natura umana, in Opere filosofiche, Roma-Bari, Laterza, V. I, 1993, p.

327.

162 A. Sen, Capability and Well-Being, cit., p. 34.

163A. Sen, Utilitarismo e welfarismo, in S. Zamagni (a cura di ), Saggi di filosofia della scienza

economica, Firenze, Nuova Italia Scientifica, 1982, p. 190-194.

164 Cfr. Ivi, p. 196. Anche A. Sen, Lo sviluppo è libertà, cit., p. 67. 165 A. Sen, Etica ed economia, cit., p. 54.

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di qualità. Sebbene l’istanza pluralista mostri pienamente il suo fascino, emergono alcune perplessità sulla scelta di quali capacità sostenere per promuovere funzionamenti rilevanti – fa giustamente notare Magni – esiste una vaghezza di valutazione che risente dell'incommensurabilità dei valori e della varietà irriducibile delle identità umane. “La specificazione di quali oggetti sono di valore è poi indipendente dalla questione di quale sia il valore attribuibile ai rispettivi oggetti; solo attraverso una procedura di graduale accordo si può arrivare a questa specificazione e successivamente a quella dei diversi pesi da attribuire alle capacità ed ai funzionamenti selezionati come rilevanti, e quindi a stabilire fra di essi un ordinamento di valore. Un ordinamento che, sebbene non possa essere completo, può almeno essere parziale, «ordinamento parziale di dominanza»”.166 Questo ordinamento implica un certo accordo parziale tra istanze differenti in una prospettiva pluralistica per cui in una valutazione complessiva uno stato x, genericamente definito, appare preferibile rispetto alla sua alternativa y. L’apertura pluralistica, la vaghezza e l’indeterminatezza della proposta di Sen sugli oggetti di valore che sono rilevanti per l’individuo, ammette un’ampia varietà di risposte coincidendo di fatto con la capacità dell’individuo di fare e di essere e postulando la possibilità di accordi solamente parziali, accettabili soltanto nella misura in cui ricadono sulle capacità ma non sui funzionamenti. Nella concezione pluralista assunta da Sen bisogna tuttavia rilevare che la somiglianza parziale tra le posizioni di soggetti differenti si può verificare quando alla base della valutazione si pongono fattori costitutivi della natura umana come well-being e

agency che rispondono anche al concetto di persona morale.167

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