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III. 1Origine di un percorso filosofico.

III. 4 L’idea di eguaglianza e la nozione di persona.

La nozione di uguaglianza, nell’elaborazione filosofica proposta da Nussbaum differisce rispetto a quella proposta da Sen che guarda alla possibilità di stabilire un’eguaglianza di capacità, concentrandosi piuttosto sull’eguaglianza di accesso alla soglia minima di capacità che determina la condizione per poter esprimere la dignità umana di ogni individuo. Tale prospettiva propone di creare la base sociale, culturale e politica perché sia possibile per ogni individuo accedere alla soglia minima. “Sen - afferma Nussbaum- si è concentrato sul ruolo delle capacità nel delimitare lo spazio entro cui si fanno le misurazioni riguardanti la qualità della vita; io uso la stessa idea in un modo più esigente, come base di principi politici fondamentali che dovrebbero sostenere le garanzie costituzionali”.264 Con la versione che l’autrice propone in

Diventare persone, si tenta poi di correggere l’approccio nella sua inclinazione ad

assumere una concezione antiliberale, perfezionista e paternalista nell’affrontare le questioni connesse con la possibilità di riconoscere le capacità fondamentali anche per i soggetti che, per diversità culturali e ambientali, disconoscono quel carattere di universalità proprio della concezione di vita basata sulle capabilities. Per risolvere tale imbarazzo, la Nussbaum sposta l’attenzione alla dimensione politica che il discorso assume, come aveva fatto Rawls invocando il principio dell’overlapping

consensus.

Variabilità ed indeterminatezza costituiscono il carattere dinamico dell’approccio

delle capacità, sono istanze riconducibili alla stessa nozione di persona che riveste una posizione di primo piano nell’elaborazione di Martha Nussbaum e che appare pressoché marginale in Sen. Bisogna infatti precisare che sul significato della nozione di persona, Sen assuma una prospettiva generica che non ne affronta i tratti

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salienti, dal momento che l’approccio si attestava come spazio in cui effettuare confronti interpersonali, sulla base delle capacità dalle quali lo stesso autore trae la sua concezione di eguaglianza.

Il concetto di persona rappresenta adesso il limite globale massimale del discorso

etico, esso stabilisce la condizione di possibilità di una riflessione etica globale.

Come afferma Poli, le capacità sono spazi di libertà e non vincoli; ciò chiarisce la possibilità di adottare una prospettiva pluralista conscia della diversità irriducibile di ogni individuo, in cui la dignità di persona procede a livello costitutivo da un massimo ad un minimo di determinazione. Nella visione delle capabilities espressa dalla Nussbaum, l’idea di persona viene intesa come valore in un’ottica che interpreta la soglia di capacità e può evolvere da una condizione massima di passività ad una condizione massima di attività. La dignità della persona è connessa con l’attività poiché la dignità umana è uguale in tutti coloro che sono in grado di essere agenti. L’agency appartiene al soggetto come individuo sociale che partecipa della vita relazionale in qualità di cittadino.265

L’accezione di persone che trapela nell’analisi di Nussbaum, viene intesa in relazione ad altre accezioni della nozione di persona, sulla base alla diversa concezione di valore che essa assume: la persona in Nussbaum, indicata nella riflessione di Poli come Persona 3, è titolare di un valore corrisponde al

dispiegamento della qualità di una biografia autenticamente umana che si

costituisce nelle capacità che caratterizzano una biografia.266 Nussbaum indica l’opportunità di un approccio che guarda giustamente alla possibilità di realizzare la persona umana come progetto, e non come condizione pienamente acquisita estranea ai mutamenti. Il diventare persona è un processo dinamico, una condizione che anche una volta assunta può essere soggetta a perdita, dato il carattere di

265Cfr. M. C. Nussbaum, Creare capacità, cit., pp. 37-38. Da questa nozione si evince la dimensione

parziale di risposta che il CA è in grado di fornire ad alcune questioni di bioetica concernenti ad esempio il caso di esseri umani in cui non sia riconoscibile alcuna forma di agency come i soggetti anencefali o coloro che versano in stato vegetativo; su questi argomenti che non sono oggetto della presente indagine appare inadeguato.

266Ogni accezione di persona riflette valori differenti e Roberto Poli si riferisce a tre diverse

espressioni della nozione di persona. Persona 1: la concezione di persona che fa capo a Peter Singer (il valore di persona corrisponde alla dignità del vivente; si determina nella scelta tra bene e male e dunque nella formulazione delle virtù); la Persona 2: Hartmann (il valore di persona corrisponde al fatto che la persona è portatore di valore). Appare particolarmente interessante la differenza tra concezione singeriana di persona e quella della Nussbaum nel primo caso persona 1, La persona 3 è strutturalmente condizionata ma a differenza della 1 che sfuma nella sfera biologica, questa sfuma nella sfera sociale. Cfr R. Poli, Fra speranza e responsabilità. Introduzione alle strutture ontologiche dell’etica, cit., pp. 129 e ss.

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vulnerabilità proprio della condizione umana. Pertanto, il CA assume e rappresenta una concezione dell’essere umano che focalizza l’attenzione sulle attività ritenute centrali per la vita e sulla possibilità che siano tutelate nel tempo. Certe pratiche che investono la persona possono entrare prepotentemente nella vita di ognuno come una sorta di baratto tra la tutela di un diritto e la rinuncia sacrificale ad un altro: nella pratica di mgf che promette la rispettabilità della donna e il diritto di essere integrata nella comunità di appartenenza, a fronte della necessità di subire una mutilazione dei genitali che ne sancisca l’appartenenza al gruppo ed una certa inclusione sociale, si avalla un intervento mutilatorio non necessario che vede le donne destinatarie ed artefici di atti criminosi culturalmente avallati da una tradizione ancestrale. Se spostassimo l’attenzione dalle capacità ai diritti, si potrebbe semplicemente affermare con Nussbaum, che ogni diritto fondamentale per la vita trova corrispondenza in un preciso ambito di funzionamento, “e quindi nessun diritto può essere ceduto in cambio di altri, anche se il vantaggio così ottenuto è notevole”.267 Tale approccio pertanto farebbe emergere con chiarezza i casi di criticità etica, in quanto si presenterebbero all’esperienza dell’individuo come uno stridente contrasto tra la percezione di determinate azioni come possibilità umane e il fatto che esse generino ingiustizia e siano espressione di crudeltà, percezione che possiamo intendere anche nel caso di soggetti diversi da noi, in forza del fatto che si sia messo in crisi un comune e condiviso modo di intendere l’essere umano.

Nella concezione di Nussbaum, il valore della persona non è rintracciabile come mera espressione della dignità del vivente, ma richiede il dispiegamento delle qualità di una biografia autenticamente umana. Non si tratta dunque di una dignità formale ma di una condizione sostanziale che il soggetto sia in grado di esprimere nella sua esistenza. Se nell’accezione di Nussbaum, la persona è un processo di acquisizione o di perdita di una condizione che ne sancisce la dignità, bisogna distinguere dunque, tra la dimensione della persona come portatore di valori rispetto alla dimensione della persona come insieme di capacità dispiegabili che costituiscono la sua biografia. I vincoli che la Nussbaum pone alla nozione di persona aprono la discussione etica a notevoli problematiche. La nozione di persona vista come titolare in sé di dignità etica, appare insufficiente e fuorviante nella misura in cui il suo riconoscimento basterebbe ad ammettere la dignità di persona anche verso quei

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soggetti che, a causa del fatto ad esempio di aver subito torture, violenza, stupri, sono stati violati nella dignità.

Nella concezione di persona intesa secondo la filosofia del diventare persone, è possibile accedere a quei valori la cui ragion d’essere è legata alla possibilità di un mondo. L’accezione di persona3 è una possibilità di essere e di fare che può essere incrementata o allontanata dalla sua dimensione valoriale, a cui il soggetto deve partecipare attivamente, senza limitarsi alla mera condivisione. La persona3 sconfina nell’ambito dell’essere sociale e indica una concezione normativa della realtà orientata nel senso del valore.268 Per consolidare il concetto di persona3 è necessario giungere ad essa riconoscendone la tutela tramite cure e azioni facilitanti che accrescano il carattere ontologico della persona. Per questo motivo è possibile allargare il discorso oltre i confini di appartenenza, assumendo come riferimento un discorso più ampio sui valori che investe anche i diritti umani universali.

Una persona è tale nella misura in cui risponda usualmente, in potenza o in atto alle caratteristiche espresse dagli indicatori di umanità che la definiscono tale. Dal momento che non tutti e non sempre i soggetti sono nella condizione di esprimere a pieno la propria dignità di persona, esiste il problema di stabilire se ipotetici indicatori di umanità vadano considerati a livello orientativo ed euristico o se invece siano da realizzare nella concreta esistenza dell’individuo. La persona come insieme di capacità, secondo l’accezione della Nussbaum, implica quei vincoli e quelle prerogative che la filosofa attribuisce allo stesso concetto di capacità: che dovrebbe esserci una soglia minima al di sotto della quale sfumerebbe la stessa possibilità che un individuo possa considerarsi persona, che la persona abbia la possibilità di esperire una serie opportunità secondo la lista indicata.

268 Cfr. R. Poli, Fra speranza e responsabilità. Introduzione alle strutture ontologiche dell’etica, cit.,

p. 131. Nella concezione di Singer in cui si riflette la concezione di persona 1 si introducono anche indicatori di umanità che riguardano la possibilità di riconoscere in un soggetto certe caratteristiche che lo rendono compatibile col concetto di persona. Ad esempio possiamo parlare di autocoscienza, autocontrollo, capacità di porsi in rapporto con gli altri, comunicazione, curiosità da ricondurre all’idea singeriana di persona secondo cui la realtà biologica del vivente rende possibile l’idea di persona.

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III.5 Oltre la formulazione contrattualista. Sull’opportunità di una concezione

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