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IV: Un discorso universalistico sensibile alle differenze: il caso delle mutilazioni genitali femminili.

IV.I Sulla corporeità.

IV.2 Digressione metodologica.

In questa fase di studio, si ritiene opportuno l’intervento di un metodo sviluppato all’interno dell’approccio delle capacità che prevede l’apporto informativo e partecipato delle persone interessate e a vario titolo sono coinvolte nella pratica consuetudinaria delle mutilazioni genitali femminili. Il gruppo degli stakeholders coinvolti, provenienti da paesi a tradizione escissoria, hanno testimoniato aspetti della pratica, contribuendo alla definizione dei valori e delle questioni concernenti le istanze etiche riferibili alla lista delle capacità fondamentali (quelle interne come l’integrità fisica e quelle esterne come l’ambiente di vita e le appartenenze identitarie).

L’idea di adottare il punto di vista della persona direttamente coinvolta, attraverso un approccio narrativo che racconti storie emblematiche, prende certamente spunto dall’impostazione adottata da Martha Nussbaum nelle opere dedicate alla condizione

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delle donne, poiché l’espressione narrativa, sostenuta dall’intento di comprendere la storia di vita di un individuo attraverso l’immaginazione, costituisce un approccio valido perché si possa coltivare un’umanità comune che sia espressione di un confronto critico tra istanze differenti.322 Questa impostazione rappresenta inoltre un aspetto particolarmente importante per affrontare dall’interno una pratica controversa come quella delle mgf. Il tentativo di adottare il punto di vista del soggetto direttamente coinvolto, risponde poi all’atteggiamento assunto da molti bioeticisti che avallano approcci liberali a questioni in cui è coinvolta la persona sul piano dell’autonomia, della dignità, della libertà di scelta, dell’informazione e del consenso.

Perché la presente indagine assuma l’espressione di una riflessione liberale, coerente con l’intento manifestato dai maggiori teorici del CA, le questioni controverse che attengono alla ragione pratica nella relazione tra sfera pubblica e vita privata devono, secondo Sen, contemplare alcuni elementi di imparzialità. Tale pretesa era stata in qualche modo risolta da Adam Smith nella Teoria dei sentimenti

morali, attraverso l’uso dello spettatore imparziale. Se l’idea, per quanto possibile,

dello spettatore imparziale permette di mantenere quel carattere di incompletezza e di razionalità che una riflessione su questioni che riguardano l’ingiustizia sociale deve tener conto, bisogna tuttavia riconoscere che, secondo la versione proposta da Martha Nussbaum, l’attenzione alla particolarità della storia personale e al pluralismo delle concezioni di vita, imponga uno sguardo attento al contesto e alle singole narrazioni, esigenza che nell’indagare le mgf, diventa una condizione necessaria. La difficoltà di mettere insieme legittime pretese di indagine, rimanda all’apparente dicotomia tra cura e giustizia, che può trovare, una valida sintesi, tanto più significativa quanto più il discorso si riferisce a questioni di vita e di salute, nel fatto che “una convincente elaborazione teorica della giustizia non possa prescindere da una considerazione attenta e accurata del punto di vista di ciascuno”.323 Bisogna inoltre rilevare che il carattere di apertura ed incompletezza di cui risente la riflessione espressa nella prospettiva delle capabilities, consapevolmente intesa da Sen come un vantaggio per il paradigma stesso, permette di rivedere la teoria alla luce di cambiamenti sociali, istituzionali e culturali che sono costantemente presenti nella vita degli uomini. Pertanto la posizione di Sen in seno alla condizione di razionalità e di imparzialità di una discussione che sia attenta alle singole voci ma che abbia la pretesa di stimolare

322 L. Battaglia, Bioetica senza dogmi, cit., pp. 283-285. 323 Ivi, p. 218.

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la discussione pubblica, si attesta nell’ottica di un’imparzialità aperta, poiché si riferisce a questioni che siano in grado di rappresentare gruppi culturalmente eterogenei. In questa prospettiva, l’idea dello spettatore imparziale viene assunta da Sen come esempio di imparzialità aperta. Veca ne suggerisce poi una posizione più affine a quella dell’osservatore partecipante più che del mero spettatore.

Il principio attraverso cui giudichiamo la nostra condotta, afferma Adam Smith, consiste nell’allontanarci dalla nostra posizione naturale e nell’esaminare le nostre azioni dal punto di vista di ogni equo ed imparziale spettatore. Tale complicato esercizio di immaginazione, ci permette di stabilire se e in quali circostanze la nostra condotta possa incontrare l’approvazione di un osservatore. La possibilità di ottenere l’approvazione legittimerebbe la correttezza dell’agire.324 È la stessa procedura che tendiamo ad applicare nel giudicare la condotta altrui, che richiede da parte nostra l’accoglimento delle sue motivazioni. È su questo fronte che il dialogo interculturale diventa una strada percorribile per favorire una concezione dell’integrazione sociale intesa come mutamento dell’identità in senso positivo, essendo l’identità un processo dinamico che richiede scambio e continue negoziazioni che mettono in discussione il problema di quale espressione sia da privilegiare di volta in volta, a seconda delle circostanze.325

In questo capitolo, dove si affronterà più in dettaglio la pratica tradizionale delle mutilazioni genitali femminili, gli interlocutori sono innanzitutto le donne provenienti dai paesi dove l’incidenza della pratica risulta più significativa e rappresentativa. Alcune di queste donne vivono da anni la realtà italiana, hanno conosciuto per esperienza personale o per esperienza indiretta la pratica delle mgf con la quale ancora ritengono necessario fare i conti, soprattutto per la difficile scelta di far sottoporre figlie e parenti sia in Italia sia nei paesi di provenienza. Le interviste narrative hanno coinvolto un gruppo di migranti che vive la realtà catanese, si è inoltre individuato un target prioritario rappresentato da mediatrici culturali e rappresentanti di associazioni di donne attive sul territorio ed esperte conoscitrici delle comunità di provenienza.326

324 Si veda A. Smith, Teoria dei sentimenti morali, Milano, Rizzoli, 1995, pp . 252-255.

325Cfr. O. Urpis, Le mutilazioni dei genitali e la ridefinizione dell’identità collettiva, in G. Del

Giudice-G.Bambara-C Adimi, I generi della violenza. Tipologia di violenza contro le donne e minori e politiche di contrasto, Milano, Franco Angeli, 2001, pp. 192-194.

326Si fa riferimento in modo particolare al contributo della D.ssa Gou-Wendenda Marie Denise

Zaksongo, Vice Direttore del C.A.R.A. di Mineo (il maggiore centro a livello europeo per richiedenti asilo) e al contributo di mediatrici culturali attive presso L’A.S.I.F.I. (Associazione per lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile immigrata).

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Nella presente riflessione si privilegiano istanze come quella motivazionale, razionale ed emotiva degli individui, ricostituendo un ragionamento etico che si nutre anche di espressioni come la paura, la vergogna, la compassione, che costituiscono in modo rilevante il pensiero morale degli individui. Le emozioni per la Nussbaum compongono il sistema del ragionamento etico e sono rilevanti per la definizione dello spazio di determinazione della nostra vita spirituale e sociale. “La comprensione del rapporto tra le emozioni e le diverse concezioni del bene umano informerà le nostre decisioni quando ci chiederemo come la politica possa favorire il prosperare umano (human flourishing) […] senza lo sviluppo emotivo, una parte della nostra capacità di ragionare come creature politiche risulterà mancante”.327

L’indagine qualitativa che si è tentato di proporre, consente di integrare le indicazioni derivanti dall’analisi dei dati statistici, evidenziando aspetti che non emergerebbero dalla lettura quantitativa del fenomeno, in specie nell’esplorazione di fenomeni complessi, come quelli correlati alle mgf.

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