• Non ci sono risultati.

II: Etica delle capacità in Amartya Sen.

II. 7 Un’occasione per discutere di sviluppo umano.

Nella proposta filosofica di Sen è presente il tentativo di pensare individuo e società in un’ottica antropologica socio-relazionale, in cui lo sviluppo umano sia inteso come realizzazione che investe allo stesso tempo individuo e società e si traduca nella consapevolezza dell’imprescindibile connessione tra lo sviluppo del singolo e lo sviluppo della società intesa come luogo dell’espressione positiva della libertà.

Si tratta dunque di partire dalla dimensione dei diritti umani come espressioni di libertà incorporate all’interno e rilevanti in una dimensione relazionale. La nozione di human right risponde insieme alla nozione di libertà nella sua duplice accezione: come substantive opportunities e come freedom of processes. Sul piano delle opportunità il CA contribuisce in modo significativo a chiarire come la prospettiva delle capacità possa illuminare la discussione, essendo le capacità una forma di libertà che si riferisce all’estensione per ogni persona dello spazio di determinazione della scelta.217 È rispetto alla capacità di scelta che si pongono non poche obiezioni in seno alla possibilità ad esempio per una donna adulta di scegliere di sottoporsi ad una pratica incapacitante come la mutilazione genitale, in quanto si tratterebbe di una scelta individuale, sebbene fortemente indirizzata dalla comunità. Ancora dal punto di vista della legittimità di una libertà di esercitare su se stessi una pratica notoriamente lesiva come la mgf, si pongono interrogativi giuridici che riconoscono

216Cfr. J. Donnelly, Universal human rights in theory and practice, in H. J. Steiner-P. Alston,

International Human Rights in context. Law politics morals, Oxford, Clarendon Press, 1996, pp. 240- 241.

217Cfr. A. Sen, Elements of a Theory of Human Rights, cit., p. 334. Si veda anche A. Sen, Human

Rights and Capabilities, cit., p. 155. “The term freedom, in the form of capability, is used here to refer to the extent to which the person is free to choose particular levels of functionings”.

90

la pratica priva di validità, in quanto si tratterebbe di un atto che offenderebbe la donna nella dignità di persona.218

Sen non intende abbracciare una particolare concezione della vita buona, ma intende tuttavia operare alcune scelte di merito che caratterizzano la sua concezione etica delle capacità. E’ evidente che favorire la capacità di essere e di fare delle donne, permetterebbe anche di accrescere la libertà di cui esse possono godere. Accrescere la condizione di agency nelle donne garantisce non solo una significativa crescita della qualità della vita nei soggetti coinvolti, ma promette notevoli vantaggi per l’intera società civile. Se è empiricamente dimostrato che il benessere delle donne dipende fortemente dai fattori che ne accrescono l’indipendenza, come le opportunità di ottenere un reddito, di svolgere un lavoro extradomestico, di godere di diritti di proprietà, di ricevere un’istruzione adeguata, e di partecipare alle decisioni familiari e pubbliche, la crescita delle libertà di agency esprime istanze che favoriscono anche l’ambiente familiare e sociale, generando processi virtuosi che costituiscono non solo un vantaggio individuale ma favoriscono conseguimenti rilevanti per la comunità. La limitazione dell’agency delle donne ha ripercussioni negative sulla vita di tutti, uomini e donne, bambini e adulti. Tale condotta assunta come ingiusta non si riflette negativamente soltanto sulle donne, risultando sfavorevole per l’intera comunità in cui si realizza.

Per un soggetto particolarmente vulnerabile, a cui è negato un certo livello di autonomia e indipendenza, è difficile stabilire oggettivamente il grado della propria deprivazione, e del contributo effettivamente dato al benessere della famiglia. Tale percezione, dei contributi, dei ruoli e dei diritti di uomini e donne all’interno della famiglia, gioca un ruolo fondamentale nella distribuzione dei benefici, determinata sostanzialmente dai fattori che influenzano il livello di autonomia e indipendenza delle donne. Il riconoscimento del ruolo delle donne come agenti liberi e responsabili è quindi fondamentale nel processo di sviluppo come libertà. È stato più volte discusso in merito alla pratica tradizionale delle mutilazioni genitali femminili, di cui si discuterà più dettagliatamente, che anche le condizioni di vita dei bambini migliorino all’aumentare della libertà d’azione delle donne: vi è una relazione positiva tra il rafforzamento del ruolo della donna all’interno della famiglia, e dunque del potere di influenzare le decisioni famigliari, e la riduzione della mortalità

218Cfr. G. Cassano-F. Patruno, Mutilazioni genitali femminili, in “Famiglia e diritto”, 2, 2007, p 186-

188. Gli autori richiamano il contenuto dell’art. 5 del vigente c.c. circa gli atti di disposizione del proprio corpo ed ai suoi limiti di carattere speciale (diminuzione permanete dell’integrità fisica) e di carattere generale (condotta contraria al costume o alla legge).

91

infantile, soprattutto grazie al fatto che le madri tendano ad attribuire maggiore rilevanza alla qualità della vita dei figli ed a conferire, di conseguenza, maggiori risorse al benessere dei figli.

Sebbene la capacità sia sinonimo della libertà sostanziale di ciascun individuo, lungi però dall’essere declinata in senso individualistico, essa è espressione di un

impegno sociale che trova spazio nel dibattito pubblico, poiché la sua concreta

realizzazione non può prescindere dal contesto sociale a cui si riferisce. Questa considerazione della libertà ci consente di guadagnare un’ulteriore riflessione sul ruolo della comunità di appartenenza nella formazione delle preferenze adattive, distorsione rintracciabile in larga misura nell’ignoranza, nella consuetudine, ma anche nell’intimidazione e nel sentimento di ingiustizia. Esistono consuetudini ingiuste e profondamente radicate nel tessuto culturale che sono urgenti ed allo stesso tempo difficili da debellare.

Alla pratica delle mutilazioni genitali si riconducono altre condotte sociali tradizionali come quella nota come bride prise, presente in alcuni paesi dell’Africa e dell’India, dove si è intervenuto giuridicamente rendendo illegale la pratica, attraverso precisi provvedimenti che sono stati attenti a condannare contestualmente anche la correlata prassi dei matrimoni precoci. La consuetudine del bride prise, su cui si ritornerà nel capitolo dedicato alle mutilazioni genitali femminili, è un caso emblematico di condotta culturale tradizionale difficile da modificare perché consolidato tratto educativo che i genitori impartiscono come buona pratica ai figli.219

Secondo la posizione di alcuni critici dell’approccio delle capacità, tale paradigma presenta un’ampiezza nello spazio di valutazione della qualità della vita tale da rendere generica la teoria stessa ed indebolirne la capacità di porsi alla base di una critica alle politiche pubbliche. L’etica delle capacità di Sen ammetterebbe la presenza o addirittura la convivenza tra teorie etiche contrapposte, che tuttavia non avrebbero difficoltà a condividere le capacità come spazio di valutazione, dando poi a queste una differente connotazione o ammettendo condotte del tutto immorali. Tale apertura pluralista comporterebbe tuttavia il rischio di non essere adeguata come guida per un’etica pubblica.220 Secondo Filippo Magni, la teoria di Sen appare assiologicamente neutrale e ciò costituirebbe un rischio per una teoria etica della

219Cfr. M. C. Nussbaum, Un invito a non semplificare, in S. M. Okin (a cura di), Diritti delle donne e

multiculturalismo, Milano, Raffaello Cortina, 2007, p. 123-126.

92

valutazione, sensibile alle questioni pubbliche. Anche l’idea di libertà appare per Sen buona in sé, se affiancata da una base informativa ampia, ma ciò potrebbe suscitare non pochi problemi come quelli derivabili da una certa deriva intellettualista in ambito etico.221

L’idea di libertà che emerge dall’approccio delle capacità elaborato da Sen, presenta un importante carattere multidimensionale che disegna la molteplicità di stati di essere che un attore può raggiungere per realizzare una vita fiorente. Esiste dunque una precisa intenzione che la teoria venga operazionalizzata, secondo il rapporto che si realizza tra capacità e funzionamenti. La nozione di sviluppo umano, già definita nel corso della trattazione, costituisce un processo di espansione delle reali libertà di un individuo e dunque il fine proprio di un’esistenza fiorente. Essa è pertanto configurata nelle libertà personali, sociali, politiche, economiche, stravolgendo anche la concezione di povertà adesso intesa come povertà umana, ovvero come scarsità dei processi di realizzazione della libertà umana, e dunque

deprivation of capabilities.

221Le istanze dell’intellettualismo etico che vede Sen a suo modo interprete di una riflessione in cui

tendono a convergere etica della giustizia globale e ragioni cognitive in ambito etico, ha attirato la critica di studiosi nazionali e internazionali, Franca D’Agostino ad Hilary Putnam, che ricadono oggi sulla possibilità di promuovere una democrazia deliberativa che si realizzi come impegno cognitivo e faccia leva su uno spazio di informazione e di decisione a cui l’individuo dovrebbe essere in grado di accedere.

93

Outline

Documenti correlati