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Capability, freedom and liberty nella concezione di persona come punto di origine dei fini.

II: Etica delle capacità in Amartya Sen.

II. 5 Capability, freedom and liberty nella concezione di persona come punto di origine dei fini.

Nel tratteggiare l’idea di persona sulla base delle categorie distintive dell’approccio proposto da Sen, emerge come “riguardo al benessere la persona deve essere vista in qualità di beneficiario di un certo tipo di trattamento, i cui interessi e vantaggi debbono essere presi in considerazione; riguardo all’agire, la persona è vista come agente e giudice, autodeterminantesi e responsabile dei propri fini e delle proprie azioni. Il benessere ha dunque un carattere particolare e un fine specifico, il vantaggio individuale; l’agire ha un carattere più ampio, aperto, privo di scopi specifici, volto alla realizzazione di obiettivi, progetti, fini indipendenti, se non addirittura contrastanti, il vantaggio individuale”.186 È possibile affermare dunque che tra benessere e azione esista una distinzione di tipo qualitativo che indirizzi la discussione verso quella concezione di libertà che in Sen assume la forma della capacità per ogni individuo di vivere con dignità entro la comunità in cui sceglie di vivere, definendo in effetti uno spazio ampio di realizzazione. In un dato contesto

184Ivi, pp. 312-313. 185Ivi, p. 323.

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sociale, la realizzazione personale può essere espressa secondo due diverse prospettive: le effettive acquisizioni (functionings) e la libertà di acquisire (capabilities). Le acquisizioni che una persona può raggiungere sono indicati da Sen come vettori dei funzionamenti. Sen continua affermando che “la tesi di fondo è che i funzionamenti siano costitutivi dell’essere di una persona, e che una valutazione dello star bene debba prendere la forma di un giudizio su tali elementi costitutivi”.187 Le capacità rilevanti sono quelle significative per la vita di un individuo e tuttavia, nella pluralità di espressioni possibili, tale approccio presenta non poche difficoltà rispetto ai confronti interpersonali, poiché appare ostico stabilire un ordine di priorità tra capacità rilevanti. Nel suo The Idea of Justice, Sen conferma una concezione già espressa nel volume collettaneo curato con Martha Nussbaum, The Quality of life, dove riconosce il carattere d’incommensurabilità delle capacità per la loro complessa eterogeneità.188 L’idea di qualità della vita risponde dunque al soddisfacimento di funzionamenti di base e di capacità corrispondenti.189 Bisogna poi distinguere tra le capacità di agire e quelle di conseguire, dal momento che sovente esiste un gap nella determinazione dell’una rispetto all’altra. Tale concezione, certamente ricca di suggestioni, non esclude tuttavia alcuni elementi di criticità al momento che si ponga attenzione alle comunità in cui sono sostenute e condivise concezioni di appartenenza identitaria riconducibili ad esempio a pratiche violente e lesive dell’integrità psico-fisica della persona. Il concetto di libertà assimilato a capability è in effetti complesso poiché genera non poche difficoltà laddove si vogliano definire le condizioni per cui un individuo sia libero ma in effetti non eserciti una certa libertà, ovvero non realizzi una certa capacità per svariati motivi: pigrizia, codardia, o altro. In questo caso non esisterebbe un’effettiva corrispondenza tra la libertà di vivere in un certo modo e la sua corrispondente capacità.190 La difficoltà di fondo che investe l’ambiguità di concetti chiave come quello di freedom, si riflette nella presente trattazione anche nella relazione tra capability e freedom, indicando nel soggetto la capacità di autodeterminazione. Sen ribadisce inoltre la distinzione tra due livelli di libertà: uno coinvolge la persona come agency, l’altro riduce la libertà a mero benessere, al soddisfacimento di un interesse che ha valenza personale e

187A. Sen, La diseguaglianza. Un riesame critico, cit. p. 64. Sen richiama esplicitamente a fondamento

del suo approccio delle capacità la filosofia aristotelica che interviene sulla vita come attività e analizza le condizioni di una vita fiorente secondo la dimensione umana. Si veda di Aristotele sia l’Etica Nicomachea sia la Politica.

188 Cfr A. Sen, Capability and Well-Being, cit., p. 34. 189A. Sen, La diseguaglianza. Un riesame critico, cit. p. 154. 190A. Sen, Capability and Well-Being, cit. p. 33.

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rilevanza contestuale. L’autore intuisce come nella filosofia pratica di Rawls si prediliga il termine liberty, sebbene non venga trascurata la riflessione sulla libertà intesa in senso individuale come condizione di autonomia. La libertà intesa come liberazione dall’interferenza altrui incontra invece la posizione di Philip Pettit, che sostiene l’idea che valutare la libertà di una persona come condizione di autonomia dall’ingerenza esterna accrediti una forma di libertà solida e concreta su cui il CA potrebbe trovare validi appigli.191 Emergono così due diverse linee espressive dell’idea di libertà: una positiva ed una negativa. Sen ribadisce che porre l’accento sulle interferenze altrui come metro di valutazione della libertà e dunque della qualità della vita di un individuo, non risulti alla fine convincente, né riesca a superare le critiche provenienti dalle capabilities, poiché ripone la possibilità di godere della libertà sulla mancanza di interferenze esterne, senza verificare che il soggetto in questione sia nella effettiva condizione di essere e fare ciò che egli meglio crede. Libertà e capacità sono concetti fortemente correlati essendo la libertà espressione della effettiva realizzazione delle capacità. Avere capacità indica innanzitutto il possesso di libertà ovvero la disponibilità che il soggetto ha di operare una scelta o di affrancarsi dall’ingerenza di altri soggetti.

Il concetto di libertà, assume due diversi significati: positivo e negativo, distinzione che riflette, nella teoria delle capabilities, un’accezione larga ed un’accezione stretta di libertà, considerato che esse sono tra loro interrelate e che sovente l’una non è data senza la presenza dell’altra, come tiene a precisare Sen, riconducendo la sua analisi al contenuto dei saggi sulla libertà di Isahia Berlin. Per Berlin “gli uomini sono largamente interdipendenti e l’attività di nessuno è così completamente privata da non ostacolare in qualche modo la vita altrui”.192 L’autore suscita la riflessione critica di Sen relativamente al valore della libertà nel suo uso pratico, come capacità del soggetto di auto-programmare e gestire la propria vita. Allora ci si chiede cosa significhi libertà per coloro che non possono farne uso? Sebbene appaia chiaro che non possiamo rimanere assolutamente liberi e che la vita ci induca sovente a rinunciare ad una parte della nostra libertà per conservare il resto, tuttavia -afferma Berlin- una resa completa sarebbe autodistruttiva.193

In una concezione larga di libertà che Sen accoglie nella sua riflessione, il suo carattere sostanziale e positivo è legato alla realizzazione della persona. La libertà

191Emblematici gli esempi proposti da P. Pettit nel suo articolo Symposium on Amartya Sen’s

philosophy; 1 capability and freedom: a defence of Sen, cit., p. 6.

192 I. Berlin, Due concetti di libertà, Milano, Feltrinelli, 2000, p. 15. 193Ivi, p. 18.

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positiva su cui prevalentemente si concentra il CA, investe sia l’eliminazione di impedimento esterni sia la possibilità di fare ed essere secondo i desideri di valore della persona. “A functioning is an achievement, whereas a capability is the ability to achieve. Functionings are, in a sense, more directly related to living conditions, since they are different aspects of living conditions. Capabilities, in contrast, are notions of freedom, in the positive sense: what real opportunities you have regarding the life you may lead”.194 La libertà positiva rappresenta per Sen un importante funzionamento ma è anche una capacità che consente ad ogni individuo di far valere un insieme n di funzionamenti che ritiene di valore. Si riconosce altresì una dimensione processuale della libertà d’azione, che investe l’autonomia decisionale e con essa la capacità di difendere le proprie decisioni da ingerenze altrui. Il CA segue dunque il linguaggio della libertà, assimilando in molte circostanze i due concetti: Sen, fa notare Sabine Alkire, utilizza nei suoi scritti opportunity freedom per riferirsi ad un concetto simile alla formulazione di ciò che l’autore intende per set di capacità. Ancora similmente, l’autore utilizza il termine process freedom per indicare il concetto di agency nella sua espressione individuale e collettiva. Se si assumono insieme il concetto di agency e quello di capability si indica l’espressione concreta della libertà che si compie come sviluppo o come espansione di capacità sociali.195

Capacità ricondotta alla nozione di dynamis, indica un potere interno all’individuo, una potenzialità che può essere espressa trattandosi di una nozione strettamente connessa a quella di freedom: “the freedom to lead different types of life is reflected in the person’s personal characteristics and social arrangements. A full accounting of individual freedom must, of course, go beyond the capabilities of personal living and pay attention to the person’s other objectives, but human capabilities constitute an important part of individual freedom”.196 Se la libertà individuale di condurre un certo tipo di vita delinea lo spazio delle capacità, perché la libertà si realizzi come capacità, bisogna tenere conto degli obiettivi personali, di quelli socialmente realizzabili e di come l’ambiente possa ostacolare o agevolare la libertà personale. Anche Stefano Zamagni interviene sulla concezione di libertà che

194 A. Sen, The standard of Living: Lecture II, Lives and Capabilities, in G. Hawthorn (a cura di), The

standard of Living, cit., p.36.

195D. Crocker, Functioning and Capability: The Foundations of Sen’s and Nussbaum Development

Ethic, cit., p. 585.

196A. Sen, Capability and Well-Being, cit., pp. 33-35. Per una valutazione critica delle diverse

espressioni del concetto di libertà, se deve essere valutata indipendentemente dai valori e dalle preferenze di una persona, se dipende dall’ampiezza di scelte che una persona ha a disposizione o ancora se dipende dalla natura delle alternative disponibili per la scelta o se si riferisce a ciò che è concretamente realizzato dal soggetto.

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emerge dall’approccio delle capacità nell’elaborazione proposta da Sen, presentando tre possibili modalità interpretative: come autonomia, come immunità e come capacitazione. L’autonomia concerne la libertà di scelta, in quanto la libertà viene intesa come effettiva condizione di compiere una scelta. L’immunità viene intesa come assenza di ingerenza coercitiva da parte di un agente esterno e rappresenta in effetti una dimensione negativa di libertà, su cui lo stesso Berlin aveva discusso ampiamente. La capacitazione o capacità di azione, come tende a precisare Zamagni nella sua interpretazione dell’approccio, è ciò che con Amartya Sen, si intende per capacità di scelta o di conseguimento di obiettivi raggiungibili per il soggetto pienamente o parzialmente.

Il concetto di libertà sotteso alla teoria delle capabilities rimanda anche alla formula dell’impossibilità del liberale paretiano secondo cui “la capacità di fare in modo che un certo risultato risponda alla direzione desiderata, si può considerare […] un fattore importante di libertà”.197 L’impossibilità è legata alla condizione di soddisfacimento di due principi tra loro in conflitto, entrambi espressione della capacità di una persona di agire liberamente, perché l’idea di soddisfare tutti i desideri di un soggetto, raggiungendo così una condizione ottimale, entra in conflitto con la possibilità che un livello minimo di libertà personale possa venire soddisfatto. Nell’articolo Rationality and Social Choice, Sen afferma che, sebbene sia stata molto ampia la tradizione culturale che ha individuato nella razionalità la base su cui elaborare una dimensione di scelta che promuova il meglio, eliminando disparità e iniquità, (attenzione confermata nella più recente letteratura sulla scelta sociale e la teoria della scelta pubblica), bisogna tuttavia partire dall’assunto che persone diverse, che dipendono dalla natura dei problemi e dalle motivazioni individuali, avanzino preferenze diverse e tendano a sostenere differenti obiettivi. Sen ammette tuttavia che una delle questioni etiche più complesse a cui l’approccio delle capacità ha avanzato tentativi di risposta, riguarda il problema di considerare la molteplicità delle preferenze individuali manifestate dalle persone e la difficoltà di indicare dei punti forti di condivisione e di conciliazione tra le diverse opzioni, dal momento che, afferma Sen: “the plausibility of different profiles of individual preferences depends on the nature of the problem and on the characteristics of individual motivations”.198 Magni ribadisce il carattere propriamente sociale dell’etica di Sen che affronta questioni che possono indirizzare scelte utili e ragionevoli sul piano delle relazioni

197A. Sen, L’idea di giustizia, cit., p. 317.

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sociali o delle attività pubbliche, così da formulare giudizi sugli assetti sociali sostenibili.199 È in questa prospettiva che appare pregnante la critica che Sen muove alla teoria delle risorse. Riconoscendo la centralità dei fini rispetto ai mezzi di cui un soggetto dispone, si giustifica la volontà di porre al centro della teoria delle capacità i funzionamenti più che le risorse, argomento noto alla letteratura critica seniana come

antifeticista. Tale critica permette all’approccio delle capacità di assumere una veste

liberale perché si concentra sulle opportunità del soggetto maggiormente che sui risultati che egli effettivamente riesca ad ottenere.200

Ponendo l’accento sulle effettive opportunità del soggetto, sulle libertà sostanziali di cui dispone, la pretesa liberale che l’approccio delle capacità intende interpretare, dovrebbe considerare una nozione di capacità che abbia incluso nel suo dominio anche ciò che genera funzionamenti negativi, come la libertà di funzionare male. Si pone dunque la questione se la libertà di cui la nozione di capacità è interprete, sia da riferirsi solo al campo delle possibilità e non degli effettivi funzionamenti. Se si includesse il campo dei funzionamenti, si rischierebbe di assumere una posizione paternalistica e strumentale che interviene nella proibizione di scelte che allontanano l’individuo da ciò che egli stesso ha stabilito come fine; considerando l’individuo solo uno strumento per alcuni fini particolari, e non, secondo l’espressione adottata da Taylor, come punto di origine dei fini o agente che ha un fine non estrinseco a se stesso.

La riflessione sembra procedere verso un’ulteriore definizione del rapporto esistente tra capacità e funzionamento, che sono viste come condizioni

congiuntamente necessarie, sebbene differenti, della pluralità degli individui per cui i

singoli soggetti possono desiderare fini differenti e considerare la variabile inter-

individuale nella considerazione delle risorse intese anche come beni primari

rilevanti per conseguire determinati fini. Pertanto il benessere dell’individuo dipende dalla possibilità di funzionare bene e dalla libertà di funzionare di cui egli dispone. Sen chiarisce poi che molti funzionamenti sarebbero effettivamente impossibili senza una libertà che li muova verso una realizzazione autonoma. Il funzionare bene è dunque concepibile come scelta che l’individuo libero compie autonomamente. Tale interpretazione della relazione tra capacità e funzionamento, osserva Carter, è più

199Cfr. A. Sen, La diseguaglianza. Un riesame critico, cit., p.94. si veda anche S.F.Magni, Utilità e

capacità. Un esame dell'etica sociale di Amartya Sen, cit., p. 81.

200Si veda in merito la distinzione proposta da Carter tra teorie antifeticiste, welfariste e liberali. La

svolta pienamente liberale che l’approccio delle capacità intende sostenere richiede un interesse precipuo per le capacità più che per i funzionamenti. Cfr. I. Carter, Funzionamenti e capacità: una critica liberale alle teorie di Sen e Nussbaum, cit., pp. 57 e ss.

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facilmente attribuibile a Nussbaum che a Sen. Infatti Nussbaum ritiene di poter sostenere nella sua teoria una concezione di benessere legata a funzionamenti che si presentano insieme come espressione di libera scelta e di valore. A ciò si aggiunge una base informativa ampia su cui si definiscono i funzionamenti rilevanti che contribuiscono a dare un fondo di autorevolezza in modo che una vita caratterizzata da agency possa considerarsi come punto di origine dei fini.

Il CA, attraverso le categorie su cui si sviluppa come filosofia normativa, traccia una nuova narrativa della qualità della vita umana, partendo da uno stravolgimento del rapporto mezzi-fini, che indica nei beni e nelle risorse degli strumenti di raggiungimento di una vita di qualità. Le capacità realizzabili sono invece quei fini rilevanti per l’individuo, confermando così un’impostazione che Robeyns considera eticamente individualista perché mantiene il focus sull’individuo, sebbene non assuma un carattere individualista sul piano ontologico, in quanto considera che la capacità di scelta e la capacità di conseguire non siano meramente autoreferenziali ma dipendano o siano influenzati da fattori esterni all’individuo come l’ambiente, le relazioni sociali, le convinzioni culturali, aspetti che suscitano l’attenzione del pensiero seniano. Tale impostazione determina una serie di effetti normativi sulla valutazione dello stato di chi non può godere nei propri processi di scelta di tale libertà e sul ruolo che agenti esterni come lo Stato sono chiamati a svolgere, per rendere in qualche modo più eque le condizioni di scelta tra tutti gli individui.

“L’approccio delle capacità è fondamentalmente attento all’identificazione degli oggetti di valore e concepisce lo spazio valutativo in termini di funzionamenti e di capacità di funzionare”.201 A ciò si lega una concezione di sviluppo che riguarda la libertà di scelta e di realizzazione di ciò che è rilevante per un individuo. Permane tuttavia l’indecisione di Sen circa il significato politico da attribuire a capacità e funzionamenti ognuno dei quali assume un particolare valore.202 L’autore ribadisce il carattere pluralista della sua teoria, essendo funzionamenti e capacità di varia natura e di varia rilevanza e riconoscendo il carattere di incommensurabilità tra concezioni differenti di benessere che gli individui possono sostenere in vari momenti della loro esistenza.

201A. Sen, La diseguaglianza. Un riesame critico, cit. p. 68.

202I. Carter, Funzionamenti e capacità: una critica liberale alle teorie di Sen e Nussbaum, cit., p. 63.

L’approccio delle capacità come base per una riflessione critica secondo una prospettiva costituzionale costruisce la specificità dell’indirizzo assunto dall’elaborazione della Nussbaum.

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La possibilità di funzionare male potrebbe essere intesa come una possibile varietà di funzionamento o esclusa da una certa strategia di agency?203 Indirizzare le politiche pubbliche solo verso la capacità di funzionare, lasciando libertà di accesso alle scelte su come funzionare, significa mantenere un livello di libertà in cui l’individuo sia inteso come agency e abbia uno spazio di deliberazione che contempli anche il funzionare male. In questo modo sarebbe plausibile considerare la capacità di funzionare come dotata di valore in sé in quanto espressione di libertà,204 prescindendo dalle scelte operate o dai funzionamenti effettivamente realizzati. Ian Carter chiarisce che nella teoria di Sen, per quanto capacità e libertà siano concetti strettamente correlati, bisogna tuttavia precisare che sebbene la libertà possa essere considerata come dotata di valore intrinseco, la capacità non è intesa come valore intrinseco e non-specifico. La libertà si rivela in molti esempi proposti dall’autore come espressione specifica di un particolare atto quale ad esempio quello di digiunare, a cui l’autore fa più volte riferimento. La libertà assume adesso un valore specifico e costitutivo in base a ciò che si considera rilevante per la propria vita e tuttavia ciò non esclude la possibilità di considerare la libertà anche come valore intrinseco. Il valore non specifico della libertà rappresenta lo spazio all’interno del quale considerare gli individui come origine dei fini.205

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