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Tra le interpretazioni che meglio rispondono al principio etico di qualità della vita, l’approccio delle capacità segue l’idea secondo cui “la qualità della vita vada misurata in rapporto ad alcune capacità funzionali essenziali per lo sviluppo della persona umana nel senso che la loro presenza o meno tende a coincidere con la presenza o meno di una vita propriamente umana. Le capacità, secondo la lista «metaculturale» fornitaci da Martha Nussbaum, risiedono ad esempio in prerogative quali: il non morire prematuramente, la buona salute, […] la possibilità di godere del piacere sessuale, l’immaginare”.69 Tale modello indicato nella letteratura specialistica come perfezionista,70 non mostra il senso della preferenza ma ciò che un individuo sia effettivamente in grado di essere o di fare.

“Nell’ambito della cultura contemporanea l’idea di qualità della vita, concepita come una componente imprescindibile dell’etica teorica e come una nozione centrale (o «strategica») dell’etica applicata, nonché degli Human Development Report71,

68A. Besussi, La libertà di andarsene. Autonomia delle donne e patriarcato, in “Ragion Pratica”, 23,

2004, p. 439.

69G. Fornero, Bioetica cattolica e bioetica laica, Milano, Mondadori, 2005, p. 75.

70John Rawls aveva trattato il perfezionismo come uno degli standard più rilevanti di una teoria

intuizionista che nel suo delinearsi in senso teleologico altererebbe, afferma Rawls, l’interpretazione della posizione originaria su cui si fonda la teoria della giustizia. Cfr. J. Rawls, Una teoria della giustizia, cit., pp. 272-278.

71 “It is important to distinguish the general idea of a pluralist conception from the more specific

proposals on which human development accounting has tended to rely, involving the integration of particular criteria such as life expectancy, literacy and indicators of economic affluence”. A. Sen, A

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redatti dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) è stata l’oggetto di svariate interpretazioni”.72 La qualità della vita è un principio rilevante del CA che ne delinea una dimensione critica globale, secondo la pretesa di evitare parzialità e pregiudizi che ricadano sulla percezione che l’individuo ha della propria condizione di vita, dando poi adito ad errate valutazioni come quella che si generano dalle

preferenze adattive. Il principio di qualità della vita sostenuto dal CA muove dunque

verso la configurazione di un’idea di vita buona che non sia soggetta a parzialità e pregiudizi di sorta e che non mostri il fianco a critiche occidentaliste.73

Il principio di qualità della vita riconosce la pluralità delle espressioni in cui essa si realizza e le differenze individuali che determinano per ogni individuo diverse gradazioni di qualità di vita che è possibile condurre. “Se ci si limita a ribadire che tutte le vite hanno lo stesso valore intrinseco, indipendentemente dalla loro qualità, una distribuzione varrà l’altra e mancheremo di qualsiasi criterio per distinguere tra opzioni più o meno giuste”.74 Il discorso sulla qualità della vita, richiede dunque la conoscenza e l’analisi di molti fattori trascurati in passato e che adesso, in una società complessa come quella attuale, appaiono indicatori fondamentali per comprendere se una vita possa dirsi fiorente e quale tipo di libertà possa essere realmente esercitata da un individuo. La complessità a cui il CA riconosce rilevanza per la definizione della nuova prospettiva di indagine, accresce la credibilità del paradigma agli occhi di una riflessione teorica sulla qualità della vita che non può non riconoscere la pluralità delle concezioni umane. L’idea di qualità della vita sostenuta nell’etica delle capacità, riprende una tesi fondamentale della tradizione

Decade of Human Development, in “ Journal of Human Development”, 1, 1, 2000, p. 18. “«Human Development Index» was based on a very minimal listing of capabilities, with a particular focus on getting at a minimally basic quality of life, calculable from available statistics, in a way that the Gross National Product or Gross Domestic Product failed to capture (United Nations Development Programme, 1990). Lists of capabilities have to be used for various purposes, and so long as we understand what we are doing (and, in particular, that we are getting a list for a particular reason, related to assessment, evaluation, or critique), we do not put ourselves against other lists that may be relevant or useful for other purposes” A. Sen, Human Rights and Capabilities , in “Journal of Human Development”, 6, 2, 2005, p. 159.

72 G. Fornero, Bioetica cattolica e bioetica laica, cit., p. 74.

73Il riconoscimento che la pluralità delle espressioni di vita e la ricchezza del confronto tra concezioni

differenti, ideale espresso nella tradizione araba con tale forza da essere affermato nello Arab Human Development Report del 2002 delle Nazioni Unite. UNDP, Arab Human Development Report, New York, United Nations, 2002, p. 82. Il documento individua un deficit di libertà nella regione araba rispetto alle altre regioni del mondo. La ragione di questo deficit non sembra legata agli abitanti degli stati arabi o a una cultura antidemocratica: alcuni studi hanno dimostrato che nei paesi arabi vi sono altrettante persone, se non di più, convinte che la democrazia sia la miglior forma di governo che in qualsiasi altra parte del mondo, Stati Uniti ed Europa compresi.

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aristotelica, poi assunta anche nello stoicismo di Seneca, per configurarsi nella definizione di vita come buona vita, come vita di qualità.75

La capacità delinea in senso positivo l’essere nella condizione di libertà, nella possibilità di vantare una certa capacità di fare, agire, sentirsi, vivere con dignità. È una categoria dell’agire riferibile a qualunque destinatario; essa è una prerogativa della condizione umana che è presente in ogni soggetto e può assumere forme e livelli differenti a seconda della vita che ognuno sia in grado di condurre. Si mostra pertanto come una prospettiva etica applicabile ai problemi reali dell’esistenza umana che ha una validità ed una credibilità tali da rispondere alle esigenze attuali ed alle libere scelte condotte dagli individui nella società della tecnologia.

Come si è già accennato, alla base dell’approccio delle capacità si sviluppano alcuni concetti chiave: capability, functioning e agency.76La capacità esprime ciò che le persone sono legittimate a fare, attività o stati di essere che possono effettivamente realizzare. Riflettere sulle capacità significa in effetti individuare le libertà effettive delle persone, gli spazi di libertà conquistati attraverso una buona base informativa di cui si possa fruire. Se poi una libertà non viene accompagnata dagli strumenti che la realizzano, non trova adeguato sostegno e viene ridotta a mero principio astratto delle libertà fondamentali. La categoria della capacità è per Sen una valida chiave di accesso alla libertà di fare dell’individuo, associando tale nozione all’idea marxiana di una persona fulfilling his potential through activity, con cui si conferma la concezione positiva di libertà come capacità di scegliere tra differenti modi di vita possibili.77 L’idea di fioritura umana sottopone a riflessione critica la possibilità o l’abilità di scelta che possano riguardare una vita in condizioni ottimali o la deprivazione di questa che genera nell’individuo condizioni tragiche.78 Si tratta di una concezione che per Lecaldano sarebbe in grado di operare una sintesi tra i tratti salienti della concezione preferenziale dell’etica e quelli della concezione perfezionista. Tale prospettiva appare coerente con la concezione di qualità della vita che viene tratteggiata nel CA secondo cui una vita di qualità sia in effetti una vita in

75 Sull’etica della qualità so veda U. Scarpelli, Bioetica laica, Milano, Baldini Castoldi, 1998, p. 91;

anche G. Fornero, Bioetica cattolica e bioetica laica, cit., p. 74. anche E. Lecaldano, L’etica teorica e la qualità della vita, cit., pp. 7-29.

76Concetti cardine della teoria su cui si tornerà più volte anche in relazione alla diversa accezione che

questi assumono nella proposta di Sen e nella elaborazione di Nussbaum.

77Cfr. A. Sen, Capability and Well-being, in M. Nussbaum-A. Sen, The quality of life, Oxford,

Clarendon Press, 1996, p. 30. K. Marx afferma: “il rapporto dell’uomo con la natura è immediatamente il rapporto dell’uomo con l’uomo, allo stesso modo che il rapporto con l’uomo è immediatamente il rapporto dell’uomo con la natura, cioè la sua propria determinazione naturale”. K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Torino, Einaudi, 1975, p. 110.

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cui l’individuo possa esercitare la libertà di scegliere autonomamente la propria qualità di vita,79 poiché “una teoria convincente della qualità della vita […] dovrebbe essere in grado di combinare elementi della teoria delle preferenze e di quella perfezionista, salvaguardando l’idea che è la pluralità degli stili di vita e delle scelte autonome a determinare la lista delle capacità umane da promuovere”.80

Ingrid Robeyns ha rilevato nel CA81 il merito di aver posto l’accento sul carattere procedurale della filosofia pratica, in modo da indicare situazioni rilevanti per ogni problematica. Tra gli obiettivi di questa prospettiva etica l’autrice indica: in primo luogo la possibilità di superare la dimensione ideale e condurre una lista di capacità secondo ciò che è rilevante e realizzabile per la vita; riferire la lista al dibattito culturale in cui essa è inserita e specificare quali elementi risultano rappresentativi, integrare la lista con tutte quelle capacità che sono rilevanti per la vita nella sua forma pratica; ed ancora promuovere l’espansione delle capacità selezionate, specificando come la lista sia stata generata e attraverso quale metodologia. Alla base di un’idea di vita che sia pienamente dispiegata che l’approccio intende esprimere, si riconosce poi la possibilità per le persone di condurre una vita lunga, dignitosa, in salute e che sia espressione della creatività, prerogative spesso trascurate a vantaggio di altri valori come il benessere economico.82

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