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Il giorno 11 maggio, proprio mentre mons. Croke affrontava Leone XIII, il Prefetto e il segretario di Propaganda Fide firmavano una circolare da inviare ai vescovi d’Irlanda. In essa si trova scritto:

“Qualunque possa essere l’opinione che si ha nei confronti del signor Parnell e dei suoi intenti,

tuttavia è comprovato che molti dei suoi seguaci hanno adottato in svariate occasioni una linea di condotta in aperta contraddizione con le direttive emanate dal Sommo Pontefice nella sua lettera al cardinale arcivescovo di Dublino, e contenute nelle istruzioni di questa Sacra Congregazione accettate unanimemente dai vescovi irlandesi al loro recente meeting tenutosi a Dublino […] Certamente non è vietato contribuire economicamente al miglioramento delle condizioni degli irlandesi; ma allo stesso tempo il suddetto ordine apostolico condanna assolutamente quelle sottoscrizioni che siano compiute per infiammare le passioni popolari, e il cui mal uso induca gli uomini a decidere di ribellarsi contro le leggi. Soprattutto tali sottoscrizioni devono essere evitate laddove sia evidente che da esse stiano sorgendo odio e dissenso, che persone distinte siano caricate di insulti, che non siano mai pronunciate condanne contro i crimini e gli omicidi di cui si macchiarono uomini malvagi; e specialmente quando viene asserito che la misura del vero patriottismo sia proporzionato all’ammontare di denaro dato o rifiutato, in modo che il popolo sembri essere condotto sotto la pressione

dell’intimidazione. In queste circostanze dev’essere chiaro a vossignoria che la sottoscrizione denominata “Parnell Testimonial Fund” non può essere approvata da questa Sacra Congregazione; e di conseguenza non può esser tollerato che nessun ecclesiastico, men che meno un vescovo, debba prendere una qualche parte nel raccomandarla o nel promuoverla”74

Quasi sicuramente, come sostiene Mark Tierney

. 75

, Errington contribuì alla stesura di questo documento, del quale invece non risulta che mons. Croke sia stato preventivamente informato. Certo è che proprio il giorno in cui esso fu firmato il parlamentare fu in grado di inviarne una copia76 a Granville; si rammaricava del fatto che, per quanto i riferimenti a mons. Croke fossero numerosi ed evidenti, non fosse stata accettata la sua richiesta di menzionarlo esplicitamente per nome, ipotesi che era stata respinta dal Papa77

Se l’intenzione del cardinale Simeoni e di mons. Jacobini, scrivendo in termini così perentori e netti, era quella di scuotere l’Irlanda, ci riuscirono fin troppo bene; purtroppo per loro e per Errington non certo nella maniera in cui si sarebbero aspettati.

.

Gli irlandesi si dimostrarono estremamente irritati da quella che considerarono un’interferenza inammissibile, frutto delle pressioni del Governo e di Errington sul Vaticano. Mentre mons. Croke, in visita al collegio irlandese di Parigi, dichiarava di esser tornato da Roma esattamente

74

Quidquid sit de persona Parnellii eiusque consiliis, exploratum tamen est plures ex illius asseclis eam agendi rationem in multis casibus adhibuisse quae plane abhorret ab iis quae Summus Pontifex in suis ad Cardinalem Archiepiscopum Dublinensem literis enunciavit, quaeque in instructionibus huius S. Congregationis ab Hiberniae Episcopis in nuperrimo Dublinensi conventu unanimiter receptis continentur […]. Haud certe vetitum est pecunias ad conditionem hibernorum levandam conferre: verumtamen ex praedictis mandatis Apostolicis eae collectae omnino reprobandae sunt quae proclamantur ad cupiditates populi inflammandas, ut iis facile homines abuti queant ad turbulenta consilia contra leges ineunda. Potissimum vero ab illis abstinendum, cum haud obscure patet exinde odia excitari, convicia in viros spectatos congeri, neque crimina ad caedes, quibus flagitiosi homines sese polluerunt ullimode reprobari; maxime ubi asseratur mensuram veri in patriam amoris ex conlata vel denegata pecunia aestimari, quo fit ut quadam veluti vi ac metu adigi ad haec homines videantur. Quibus positis compertum Amplitudini tuae esse debet, eam pecuniae collectam quae Parnell Testimonal fund audit, ab hac sacra Congregatione non posse probari, nec proinde ecclesiasticis viris, maxime vero Episcopis licere eam ullo modo commendare vel promovere. Copia della circolare è conservata in CDA, Croke papers, e in APF, SC Irlanda, vol. 40, f. 642. Una traduzione in inglese può trovarsi sul Times, 15 maggio 1883, o in E. Larkin, The Roman Catholic

Church and the Creation of the Modern Irish State, cit., pp. 185-186.

75

M. Tierney, Croke of Cashel, cit., p. 149-150.

76

Lettera di Errington a Granville, 11 maggio 1883, PRO, FO 800/237, n. 118-119, citata da C. J. Woods, Ireland

and Anglo-papal relations, cit., p. 45.

77

come vi si era recato immutato e immutabile78

Oltretutto alcuni mesi prima erano circolate nuove voci riguardo all’ipotesi di relazioni diplomatiche fra Santa Sede e Regno Unito; ciò avvenne in seguito alla pubblicazione, da parte del giornale Standard

, il numero di sottoscrittori del Parnell Testimonial

Fund iniziò ad aumentare in maniera impressionante.

79

Mons. Croke tornò in Irlanda trionfalmente, mentre Errington il 24 maggio fu oggetto di un’interrogazione parlamentare alla Camera dei Comuni, dove si domandava se Granville si fosse congratulato con Errington per i risultati ottenuti, e se quest’ultimo sarebbe stato remunerato per i suoi servigi. La risposta fu che Errington non era il canale di comunicazione tra il Vaticano e il Foreign Office, e che non avendo ricevuto alcuna nomina non avrebbe nemmeno ricevuto alcuna remunerazione

, di un presunto scambio di corrispondenza tra MacCabe e il cardinale Jacobini riguardante appunto la possibilità d’instaurare relazioni diplomatiche. Questo scambio era avvenuto in seguito a un incontro tra l’arcivescovo e il Lord Lieutenant. Tale pubblicazione, oltre a nuocere ulteriormente alla già bassa popolarità del cardinale, dovette contribuire ad accrescere il sospetto che la circolare fosse frutto degli intrighi inglesi.

80

Kirby ricevette lettere estremamente contrariate da parte di sacerdoti e vescovi irlandesi, tra i quali se ne contavano diversi che non erano per niente schierati dalla parte di Parnell, come il vescovo di Kerry mons. Higgins

. Alcuni giorni dopo Gladstone affrontò personalmente l’argomento di fronte alla Camera dei Comuni, ma dovette render conto della strana posizione semi-ufficiale di Errington, e le sue dichiarazioni non piacquero né in Inghilterra né in Irlanda.

81

e l’arcivescovo di Tuam mons. MacEvilly82. Intanto in Irlanda il giornale The Nation iniziava una campagna stampa in cui denunciava gli intrighi tra il Vaticano e l’Irlanda, e invitava i Cattolici irlandesi ad opporsi a queste manovre, ricordando quanto era accaduto ai tempi di O’Connell, quando il popolo irlandese, guidato dal Liberator, si era opposto con successo all’ipotesi di concedere un veto britannico alla nomina dei vescovi. A metà giugno il cardinale MacCabe, ripresosi dall’attacco cardiaco, scrisse a Kirby non entrando nel merito della circolare, ma lamentandosi della campagna stampa che lo stava molto preoccupando83

78

Unchangeable and unchanged, Freeman’s Journal, 22 maggio 1883.

.

79

Standard, 3 gennaio 1883.

80

M. Tierney, Croke of Cashel, cit., pp. 154-155.

81

Lettera di Kiggins a Kirby, 26 maggio 1883, AICR, Kirby papers.

82

Lettera di MacEvilly a Kirby, 30 maggio 1883, Ibidem.

83

Il cardinale Simeoni si rivolse allora a mons. Moran per avere da lui un’opinione riguardo a quanto stava accadendo. Il vescovo di Ossory rispose84

“Vi è al momento una gravissima agitazione popolare per tutta l’Irlanda in favore di questo

Testimonial Fund, e però moltissime cose severe e dispiacevoli si dicono e si scrivono nei nostri giornali a proposito della lodata Circolare. Fra qualche mese questa irritazione popolare verrà a cessare, e possiamo sperare che la Circolare abbia due ottimi risultati, uno cioè di impedire vieppiù le dissensioni Ecclesiastiche, e l’altro di allontanare un po’ più il nostro Clero dalle cose politiche. Difatti non si può negare che il nostro Clero si applica un po’ troppo allo studio delle cose politiche, e non si dedica quanto si dovrebbe agli studj [sic] sacri”

in termini che non dispiacquero al cardinale. Egli innanzitutto si scusava di non essersi fatto vivo prima, ma aveva sperato che l’episcopato, presa visione della circolare, esprimesse una risposta collettiva, cosa che però non era avvenuta e sembrava non esser destinata ad avvenire nemmeno nei giorni successivi. Il vescovo puntualizzava poi di aver ‘anticipato’ la circolare, avendo rifiutato di invitare i suoi fedeli ad aderire al Parnell Testimonial Fund, cui lui stesso non aveva contribuito. Egli dava poi una lettura piuttosto ottimistica della situazione:

85

Mons. Moran proseguiva sostenendo che, per migliorare il clero, sarebbe stata necessaria una profonda riforma dei seminari irlandesi, primo fra tutti Maynooth; spendeva poi alcune parole in difesa di Parnell, ritenendo una forzatura il paragone tra lui e Garibaldi. Il problema era il malgoverno d’Irlanda, a suo dire causato dalla preminenza protestante a Westminster. Infine, con un certo compiacimento, il vescovo concludeva con un breve resoconto dello stato della propria diocesi, della quale si diceva molto soddisfatto.

.

È però curioso notare che, in una lettera inviata pochi giorni dopo a mons. Kirby, il vescovo di Ossory abbia utilizzato parole leggermente diverse riguardo alla circolare:

“La colletta per Parnell sta avanzando in ogni parte del paese e presto raggiungerà le ventimila

sterline. In realtà la circolare, piuttosto che ostacolare questa colletta, ha dato un nuovo impulso affinché molte persone vi contribuissero. Essendo questa colletta considerata una questione puramente politica, molti sono dell’opinione che Propaganda sia andata al di fuori delle proprie competenze interferendo con essa e che le autorità si siano lasciate condurre fuori strada da consiglieri politicamente interessati”86

84

Lettera di Moran a Simeoni, 10 giugno 1883, APF, SC Irlanda, vol. 40, ff. 207r-208r.

.

85

Ibidem.

86

The Parnell Collection has gone on in every part of the country and will soon be £20,000. In fact, the Circular instead of injuring this Collection, gave a fresh impulse to many persons to contribute to it. This Collection being regarded as purely a political matter many are of opinion that the Propaganda stepped beyond its province by

Evidentemente il vescovo di Ossory non era stato molto franco con il Prefetto di Propaganda

Fide riguardo all’opinione che aveva sulla circolare. Mons. Moran poteva però essere

diplomatico quanto voleva, ma non poteva modificare la natura delle cose: l’enorme incremento di sottoscrizioni parlava da solo. Se a maggio, quando fu emessa la circolare, la sottoscrizione doveva aver raccolto all’incirca ottomila sterline, nel dicembre successivo, quando fu chiusa, era giunta a trentasettemila.

La credibilità di Errington risultò gravemente compromessa da tutto ciò. Il cardinale Simeoni ne aveva seguito i suggerimenti con fiducia, ottenendo non solo un risultato esattamente opposto a quello desiderato, ma compromettendo anche la popolarità e la credibilità della Santa Sede in Irlanda.

Il 5 giugno Leone XIII nominò Thomas Carr vescovo di Galway. Era una decisione che recepiva i suggerimenti inviati già da alcuni mesi dal clero della diocesi e dai vescovi della provincia ecclesiastica, ma che Errington era riuscito a ritardare sostenendo, non senza ragione, che tale nominativo fosse sgradito al Governo. I suggerimenti di Errington avevano condotto a risultati negativi, inoltre vi era probabilmente irritazione per il rifiuto del Governo di riconoscere la missione e di ringraziare la Santa Sede. Il Papa ruppe dunque gli indugi e decise di procedere nel senso desiderato dai Cattolici irlandesi87

Forse quest’esperienza fu uno degli elementi che portarono Leone XIII a non curarsi delle opinioni di Errington allorché, come vedremo fra poco, nel 1885 fu necessario nominare il successore del cardinale MacCabe all’arcidiocesi di Dublino, e che portarono al fallimento delle manovre diplomatiche del deputato irlandese. Negli anni successivi a Roma prevalse un maggior spirito di prudenza relativamente alle questioni irlandesi e, almeno fino al 1887, si cercò di evitare di offendere l’orgoglio nazionale irlandese con interventi paragonabili alla circolare del 1883.

. Errington non poté far altro che abbandonare momentaneamente Roma, sconfitto, anche se non ancora in maniera definitiva.

interfering in it and that the authorities there permitted themselves to be led astray by interested political advisors.

Lettera di Moran a Kirby, 27 giugno 1883, AICR, Kirby papers.

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