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A fine ottobre del 1881 Errington era ritornato a Roma per una nuova missione che sarebbe durata fino a maggio. Granville scrisse in questi termini a Paget:

“L’onorevole Errington si propone di trascorrere l’inverno a Roma e il signor Forster pensa che

potrebbe essere utilizzato per tenere informato il Vaticano del reale stato di cose in Irlanda. Lei vedrà dalla copia acclusa di una lettera che gli ho indirizzato che il signor Errington non ha uno status ufficiale ma penso che troverete in lui uno strumento di comunicazione molto utile con il cardinale Segretario di Stato […] Le sarò grato se garantirà al signor Errington ogni aiuto in suo potere e sarà tanto gentile da consegnare con un messo ogni lettera che egli dovesse desiderare inviare e cifrare ogni messaggio telegrafico che egli dovesse chiederle di trasmettere da parte sua a me o al signor Forster”1

La Santa Sede aveva fatto intendere di aspettarsi che alla missione fosse dato un carattere il più possibile ufficiale, d’altro canto non era questo il desiderio del Governo che, compiendo passi troppo formali, temeva di suscitare l’opposizione del Parlamento.

.

Per queste ragioni Granville optò per una soluzione di compromesso. Scrisse una lettera a Errington, autorizzandolo a mostrarla al Segretario di Stato, nella quale, pur sottolineando il

1

Mr Errington, M.P., proposes to pass the winter at Rome and Mr Forster thinks he may be made useful to keep the Vatican informed of the real state of things in Ireland. You will see by the inclosed copy of a letter which I have addressed to him that Mr Errington has no official status but I think you will find him a very useful means of communication with the cardinal secretary of state. […] I shall be glad if you will give Mr Errington any assistance in your power and you will be good enough to forward by the messenger any letters which he may wish to send and to cypher any telegraphic messages which he may ask you to transmit for him to Mr Forster or to me. Lettera di

Granville a Paget, 21 Ottobre. 1881, PRO, 30/29/208, riportata da C.J. Woods, Ireland and Anglo-papal relations,

carattere personale della sua iniziativa, faceva capire chiaramente che questa godeva del consenso governativo:

“Caro Errington, sono molto lieto di apprendere che intende compiere presto una visita a Roma.

La sua posizione nel suo paese e nella Camera dei Comuni e la fiducia riposta in lei dal signor Forster le forniscono vantaggi eccezionali per render nota a Roma la situazione dell’Irlanda. È questa una questione di grande importanza, che tocca gli interessi sia temporali che religiosi e che deve risvegliare l’attenzione di una persona così distinta e capace come è l’attuale capo della vostra Chiesa. Egli sarà felice che un uomo imparziale e in una posizione indipendente come lei, ma che gode della fiducia del Governo e di chiunque lo conosca, porti all’attenzione del Segretario di Stato fatti su cui si può fare affidamento. Sono sicuro che il signor Forster potrà farle avere qualsiasi informazione che lei potrà domandare in aggiunta a quelle che già possiede al momento”2

Quando Errington si presentò con tale lettera al cardinale Jacobini questi, che peraltro si dimostrò più interessato a discorrere della prospettiva di relazioni diplomatiche piuttosto che della situazione irlandese, si dichiarò soddisfatto dello scritto e chiese di averne una copia da mostrare al Papa. Errington, dubbioso riguardo all’opportunità di ciò, telegrafò a Londra chiedendo istruzioni. Granville in un primo momento rispose di far pure come chiedeva il Segretario di Stato, a patto che la copia della lettera fosse in un secondo tempo restituita

.

3 ; il giorno successivo però cambiò idea e scrisse che, se non aveva già consegnato copia della lettera, sarebbe stato meglio soprassedere4

L’Osservatore Romano, a proposito dell’arrivo di Errington a Roma, riferì che alcuni giornali inglesi avevano ipotizzato, seppur con prudenza, che si fosse recato là in qualità di rappresentante del Governo, e commentò in questo modo la notizia:

.

“Noi desideriamo di astenerci con egual cura tanto dall’attribuire un significato non esatto a

quest’incidente, quanto dall’esagerare la sua reale importanza. Ma se è vero che il sig.

2

Dear Errington, I am very glad to hear that you intend to pay an early visit to Rome. Your position in your own country and in the house of commons and the confidence placed in you by Mr Forster give you exceptional advantages for explaining at Rome the position of affairs in Ireland. It is a subject of great interest affecting both temporal and religious interests which must occupy the attention of so distinguished and able a person as the present head of your church. He will be glad that an impartial and competent man like yourself in an independent position, but trusted as well by the government as by all who know you, should place before the cardinal secretary facts which may be relied on. I have no doubt that Mr Forster will supply you with any information you may require in addition to that which you now possess. Lettera di Granville ad Errington, 3 ottobre 1881, PRO, FO 800/235, n. 4, riportata da C.J. Woods, Ireland and Anglo-papal relations, cit., p. 35.

3

Lettera di Granville a Paget, 2 novembre 1881 Ibidem, n. 10, citata da Ibidem, p. 38.

4

Errington è stato incaricato, come persona di fiducia del Governo, di comunicare le vedute di quest’ultimo sui molteplici argomenti sui quali l’amministrazione dell’impero britannico ed il supremo governo della Chiesa vengono in contatto nelle varie parti del mondo, noi possiamo soltanto dire che ciò sarà cagione della più sincera soddisfazione per tutti i cattolici”5

Il ritorno di Errington a Roma preoccupò l’episcopato irlandese. Non solo si vedeva con timore la possibilità che le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna tornassero all’ordine del giorno, ma si temeva anche che il Governo britannico mirasse a influenzare le scelte della Santa Sede per quanto concerneva le nomine dei vescovi. Per questo motivo mons. Moran ritenne necessario contattare Kirby per ricordargli il proprio punto di vista. In una lettera che gli inviò il 22 novembre fece riferimento all’eco che la missione aveva causato sulla stampa inglese, e ricordò che Gladstone aveva negato che la missione avesse un carattere ufficiale. Continuava dicendo:

.

“Io spero che Propaganda sia molto cauta, dal momento che Errington farà il lavoro sporco e se

ne assumerà la responsabilità. Concedere al Governo una qualsiasi influenza nella nomina dei vescovi irlandesi sarebbe disastroso. Dei buoni vescovi non sono mai stati tanto necessari come adesso”6

Quel che Moran temeva era che Errington fosse coinvolto nel dibattito relativo alla nomina del nuovo vescovo di Kerry. Già da qualche tempo infatti erano in corso contatti tra la Santa Sede e il Governo britannico, che premeva affinché il nuovo vescovo fosse Andrew Higgins, considerato ostile alla Land League

.

7

. Errington in effetti fu coinvolto; il 30 novembre scrisse a Granville8

5

Osservatore Romano, 10 novembre 1881.

che il segretario di Propaganda Fide, mons. Masotti, l’aveva informato del fatto che i cardinali della Congregazione si erano accordati sul nome di Higgins, dal momento che era gradito al Governo. Prima di presentare questo nome al Papa tuttavia desideravano sapere se davvero il Governo condivideva tale scelta. Granville rispose in senso positivo, così la scelta cadde definitivamente su Higgins. Scrivendo a Granville Errington sostenne che, secondo mons. Casotti, l’opinione del Governo era stata molto importante per orientare la scelta. Bisogna però notare che il nome di Higgins, oltre che dal Governo, era sostenuto dal clero della diocesi ed era stato raccomandato dai vescovi della provincia ecclesiastica, chiamati ad esaminare la terna di

6

I hope Propaganda will be very cautious, for Errington will do the dirty work and take the blame for it. To give the government any influence in the appointment of Irish bishops would be disastrous. Good bishops were never more wanted than at present. Lettera di Moran a Kirby, 22 novembre 1881, AICR, Kirby papers.

7

Relativamente ai primi contatti presi sulla questione vedi E. Larkin, The Roman Catholic Church and the Creation

of the Modern Irish State, cit., p. 136.

8

Telegramma di Paget a Granville (messaggio per Errington), 30 novembre 1881 PRO, FO 800/235, n. 22, riportata da C. J. Woods, Ireland and Anglo-papal relations, cit., p. 47.

candidati. È quindi possibile, se non probabile, che mons. Masotti desiderasse compiacere il Governo britannico attribuendo al desiderio di fargli cosa gradita una decisone che sarebbe stata presa comunque.

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