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Anche in seguito ai vari arresti operati a causa della legislazione speciale, il 21 febbraio del 1881 venne fondata una nuova associazione, chiamata Ladies’ Land League. Suo scopo principale sarebbe stato l’assistenza a coloro che erano stati arrestati e alle loro famiglie, ma a molti parve un semplice stratagemma per istituire una sezione femminile della Land League. Mons. MacCabe, fortemente convinto del fatto che le donne cattoliche non dovessero immischiarsi con associazioni di questo genere, si dimostrò immediatamente ostile a tale iniziativa.

L’arcivescovo di Dublino però dovette presto constatare che buona parte del clero appoggiava questo nuovo movimento, che riceveva inoltre tutto l’appoggio di mons. Croke. Fu probabilmente questo uno dei principali motivi che lo spinsero ad una presa di posizione netta contro la Ladies’ Land League, attraverso una lettera pastorale del 13 marzo 1881, dove scrisse: “Non è all’invito di carità che le donne d’Irlanda sono chiamate a venir davanti al mondo. Sono

pregate a dimenticare la modestia del lor sesso, e la retta lor dignità donnesca da duci che sembrano di non riguardare affatto le conseguenze […] Rrmi Padri scoraggiate questo attentato a disonorar la donna, e non permettete nelle vostre sodalità la donna che è sì dimentica della modestia che appartiene al suo sesso da mostrarsi così al pubblico in un carattere sì indegno d’una figlia di Maria.”64

63

Riguardo alla vita di questa importante figura vedi Michael MacDonagh, The Life of William O’Brien, The Irish

Nationalist, Londra 1928. O’Brien stesso comunque, essendo stato un giornalista, ha lasciato diversi scritti, e alla

fondazione dell’United Ireland ha dedicato un capitolo del suo libro Recollections, Londra 1905, pp. 291-318. Egli fu autore anche di Evening memories, Dublino 1920.

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64

Not at the call of charity are the women of Ireland united to come before the world. They are asked to forget the modesty of their sex and the high dignity of their womanhood by leaders who seem utterly reckless of consequences. […] Reverend Fathers, set your faces against this dishonouring attempt and do not tolerate in your sodalities the woman who so far disavows her birthright of modesty as to parade herself before the public gaze in a

Tale lettera pastorale suscitò diverse polemiche, e in particolare il Freeman pubblicò una lettera del deputato Sullivan, la cui moglie era una figura preminente nella Ladies’ Land League:

“Non posso non credere, almeno non sperare, che quando riflette pacatamente e sia miglior

[sic] informato, Sua Eccellenza Rma D. MacCabe confesserà francamente e sinceramente si pentirà dell’ingiustizia e del torto crudele che in un momento d’errore ha fatto delle pure e divote donne cattoliche che appartengono alla “Lega Agraria delle Donne”. Hanno esse fratelli, padri mariti e figli che non possono senza dimenticare il loro dovere, permettere tali sue imputazioni a passar in silenzio […] Quanto dunque il Dr MacCabe dichiara, in qualunque senso o in qualunque grado, dei membri di mia famiglia, o per dirla in generale delle mie compaesane che hanno risposto si nobilmente all’invito della Carità Cristiana, e del patriottismo Cristiano, – che sono disonesti e mendaci – cioè che vale lo stesso, che velano le loro azioni con pretesti falsi e miserabili, – domando a lui come materia di coscienza, se è giustificato in insultando [sic] sì pubblicamente e facendo torto ad alcune delle più esemplari e più divote figlie della Chiesa, che sono riconosciute dai loro Pastori come novelle d’ogni virtù che esalta ed onora la donna Cristiana” 65

Pochi giorni dopo mons. Croke, fortemente contrariato dall’atteggiamento dell’arcivescovo di Dublino, scrisse a Sullivan congratulandosi con lui per l’articolo in cui aveva preso posizione contro MacCabe. La lettera diede però origine a un’aspra polemica, dal momento che il deputato la fece pubblicare sul Freeman. Secondo la prassi dell’epoca, qualora una lettera non contenesse

.

character so unworthy a child of Mary. Freeman’s Journal, 12 marzo 1881. Presso l’Archivio Segreto Vaticano è conservata la traduzione in italiano di parte di essa, che è quella sopra riportata. ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1883, rubrica 278, fascicolo 2, ff. 62r-67r.

65

I cannot help thinking, at all events doping, that on calm reflection and on fuller and more accurate information, his Grace the Most Rev.. Dr. M’Cabe will frankly own and sincerely regret the cruel wrong he has, in a moment of error, done pure and devoted Catholic ladies who belong to the “Ladies’ Land League”. They have brothers, fathers, husbands, or children who cannot, without dereliction of duty, allow such imputations as his to pass unnoticed […] When, therefore, Dr M’Cabe declares, in any sense or in any degree, of members of my family – or, for that matter, of my countrywomen in general who have so nobly responded to the call of Christian charity and Christian patriotism – that they are dishonest and untruthful – that is to say, using false or flimsily pretexts as to their motives and actions – I put it to him as a matter of conscience whether he is justified in thus publicly insulting and wronging some of the most exemplary and devoted children of the Church, known to their pastors as models of every virtue that exalts and adorns the Christian woman? Lettera di Sullivan al direttore del Freeman, 14 marzo 1881, pubblicata sul Freeman’s Journal, 15 marzo 1881. Copia di di tale articolo è conservata presso l’Archivio Segreto Vaticano, insieme alla traduzione in italiano che è stata qui utilizzata. ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1893, rubrica 278, fascicolo 2, ff. 56r-61r.

la dicitura private poteva essere divulgata liberamente, e questa lettera non la conteneva. In essa, l’arcivescovo di Cashel scriveva:

“Adotto senza riserva i sentimenti che ivi avete si mirabilmente espresso; e sono compiaciuto di

trovare che qualcuno tra i notabili è alfine venuto fuori dai ranghi del laicato per vendicare il carattere delle buone donne Irlandesi che hanno dato i loro nomi alla Lega Agraria, ed a questionare pubblicamente le ‘mostruose imputazioni’ gettate su di loro dal [sic] Arcivescovo di Dublino. S. Eccel. Non sarà permesso [sic], nel avvenire, come io credo, a spezzar la sua lancia così liberamente come ha fatto finora; o a ventilare, senza questioni le peculiari teorie politiche le quali è ben saputo che tiene in opposizione alle convinzioni accarezzate della gran, e si può dire infatti, soprabbondante maggioranza del clero e del popolo Irlandese”66

Mentre la sezione delle Ladies’ Land League attiva nell’arcidiocesi di Cashel si affrettava ad approvare una risoluzione di ringraziamento

. 67

al proprio arcivescovo e a Sullivan, mons. MacCabe scrisse a Croke68 chiedendogli se la lettera pubblicata fosse stata davvero scritta da lui: in tal caso l’avrebbe inoltrata a Propaganda Fide affinché la Santa Sede potesse esprimere la propria posizione in merito. L’arcivescovo di Cashel, dando prova di una certa sicurezza di sé, ammise d’esser l’autore di tale lettera, e si disse favorevole all’idea che la questione fosse valutata dalla Santa Sede69

Fu così che pochi giorni dopo l’arcivescovo di Dublino scrisse al Prefetto di Propaganda Fide, cardinale Simeoni, per aggiornarlo riguardo alla vertenza. Dopo aver parlato della Ladies’ Land

League e di quelli che in teoria avrebbero dovuto essere i suoi scopi, specificava che:

.

“Presto sono stato convinto che la fondazione di questa associazione fu un mero artifizio per

indurre le donne d’Irlanda a prender parte in una turbolenta agitazione politica, nella quale il rispetto dovuto al loro sesso sarebbe ben presto compromesso. Argomenti che confermarono il

66

I adopt, unreservedly, the sentiments you have so admirably expressed; and am delighted to find that some one of mark has at last stepped forward from the ranks of the laity to vindicate the character of the good Irish ladies who have become Land Leaguers, and to challenge publicly the ‘monstrous imputations’ cast on them by the Archbishop of Dublin. His Grace will not be allowed, in future, I apprehend, to use his lance so freely as he has hitherto done; or to ventilate, unquestioned, the peculiar political theories which he is known to hold in opposition to the cherished convictions of the great, and, indeed, overwhelming majority of the Irish priests and people. Lettera di Croke a

Sullivan, 16 marzo 1881, pubblicata sul Freeman’s Journal, 17 marzo 1881. Copia di tale articolo è conservata

presso l’Archivio Segreto Vaticano, insieme alla traduzione in italiano che è stata qui utilizzata. ASV, Segreteria di

Stato, Epoca Moderna, anno 1893, rubrica 278, fascicolo 2, ff. 54r-55r.

67

Tipperary Free Press, 18 marzo 1881.

68

Lettera di MacCabe a Croke, 19 marzo 1881, CDA, Croke papers.

69

Lettera di Croke a MacCabe, 20 marzo 1881, DDA, MacCabe Papers, Ref. N. 353/3-7. Una copia di essa è presente anche in CDA, Croke papers.

mio parere presto si sono presentati: perché trovai che in molti siti si tennero radunanze [sic] delle nostre donne cattoliche non per far opere di carità, ma per sentire denunciazioni [sic] violente di uomini di stato, per far discorsi per proporre ed accettare risoluzioni poco in armonia colla modestia che deve essere il carattere distintivo delle figlie della Chiesa”70

In questo modo l’arcivescovo spiegava perché aveva ritenuto necessario intervenire con una pastorale, e a quel punto proseguiva scrivendo riguardo all’intervento di Sullivan, per poi passare all’argomento centrale della lettera:

.

“Ma quel che voglio far sapere a Vostra Eminenza è che Monsignor l’Arcivescovo di Cashel in

una lettera scritta in questa città e pubblicata in uno dei principali giornali di Dublino accettò i sentimenti del Signor Sullivan e con parole stimate da molti offensive assai, pubblicamente si associò col signor Sullivan nel condannare l’indirizzo pastorale diretto al suo clero da un prelato connazionale. Questa lettera dell’arcivescovo di Cashel ha dato luogo ad espressioni di fortissima indignazione dal clero e dai Cattolici più stimabili di Dublino. Questi mi facevano vivissime istanze acciocché li permettessi adunarsi in pubblica assemblea affine di respingere gli attacchi fatti contro di me dall’Arcivescovo di Cashel. Con molta difficoltà sono riuscito a convincerli che una dimostrazione pubblica non farebbe altro che accrescere il male e li stornava dalla loro intenzione promettendogli a sottomettere la causa al giudizio della Santa Sede che ora faccio per mezzo di Vostra Eminenza”71

La situazione non dovette apparire semplice a Roma. Stando alla lettera di MacCabe pareva che questi avesse tutte le ragioni; è probabile, per quanto non sia documentato, che Errington abbia giocato tutte le proprie carte per sostenerne le posizioni. D’altro canto presto giunsero a

Propaganda Fide altre versioni dell’accaduto. Mons. Kirby aveva ricevuto diverse lettere di

vescovi e sacerdoti irlandesi che facevano proprie le posizioni dell’arcivescovo di Cashel; inoltrò anche le lettere preventivamente tradotte di altri due vescovi, una

.

72

di mons. John Power vescovo di Waterford, e l’altra73

Essi scrivevano che, come molti altri vescovi irlandesi, avevano approvato la fondazione della

Ladies’ Land League, concedendo al clero delle proprie diocesi di collaborare con essa. Allorché

l’arcivescovo di Dublino aveva preso una posizione tanto dura contro tale associazione, loro stessi, come molti altri vescovi, si erano sentiti offesi da un atteggiamento che pareva

di mons. Geroge Butler vescovo di Limerick, che mettevano in luce un altro aspetto della vicenda.

70

Lettera di MacCabe a Simeoni, 24 marzo 1881, APF, SC Irlanda, vol. 40, ff. 754r-755v.

71

Ibidem.

72

Traduzione della lettera di Power a Kirby, 25 marzo 1881, Ibidem, ff. 752r-753v.

73

condannare anche il loro operato. Per questa ragione, quando il 15 marzo l’episcopato irlandese si era riunito per opporsi all’invio di un Nunzio apostolico a Londra, il vescovo di Limerick aveva sollevato la questione. Aveva proposto di votare una risoluzione che vincolasse ogni vescovo a non prendere una posizione pubblica riguardante tutto il paese, senza che vi fosse un confronto collegiale, in modo da evitare il ripetersi di simili divisioni. Questa proposta aveva suscitato l’interesse di molti, ma non se n’era fatto nulla dal momento che MacCabe aveva dichiarato chiaramente che non si sarebbe mai considerato vincolato da una risoluzione di questo genere. Secondo mons. Butler era stato questo atteggiamento di chiusura a provocare la reazione di Croke:

“Allora fu che mons. Croke dichiarò che egli non soffrirebbe che le sue vedute e gli [sic] suoi

atti venissero biasimati senza una pubblica protesta; ed il giorno seguente scrisse la lettera che Ella avrà letta nei giornali”74

Le autorità di Propaganda Fide dovettero rendersi conto che tutti e due in un certo senso avevano avuto torto. Se l’atteggiamento dell’arcivescovo di Cashel era stato scorretto, anche l’arcivescovo di Dublino aveva le sue colpe; aveva agito in assoluta autonomia rispetto al resto dell’episcopato in una materia che concerneva tutta l’Irlanda, finendo col condannare implicitamente quei vescovi che la pensavano diversamente da lui. Inoltre la situazione irlandese era molto complicata, e un intervento maldestro da parte della Santa Sede avrebbe rischiato di rivelarsi controproducente. Fu quindi deciso di chiedere a mons. Moran, che si trovava ancora a Roma e coltivava buoni rapporti con ambedue gli arcivescovi, di porsi come paciere promuovendo una soluzione amichevole e concordata.

.

Il compito del vescovo di Ossory non fu eccessivamente complicato, dal momento che nel frattempo i due ecclesiastici, smorzatasi la polemica, si stavano rendendo conto della sua inutilità. Già a fine marzo, scrivendo a mons. Kirby75, l’arcivescovo di Cashel gli comunicò che si stava adoperando per riconciliarsi con MacCabe. Fu così che il vescovo di Ossory non ebbe particolari difficoltà quando scrisse a mons. Croke pregandolo di riappacificarsi con MacCabe e di ritrattare quella lettera offensiva. L’arcivescovo di Cashel scrisse così a MacCabe76

“Da una parte Mgr Croke ha scritto all’arcivescovo di Dublino ritrattando nella maniera la più

esplicita la lettera pubblicata nei giornali della quale l’Arcivescovo di Dublino si era

riconoscendo il proprio errore, e il 28 aprile mons. Moran potè comunicare al Prefetto di

Propaganda Fide l’avvenuta riconciliazione tra i due ecclesiastici:

74

Ibidem.

75

Lettera di Croke a Kirby, 28 marzo 1881, AICR, Kirby papers.

76

giustissimamente querelato. Di più, Mgr Croke autorizzava l’Arcivescovo di Dublino di pubblicare questa ritrattazione qual’ora credesse opportuna una tale pubblicazione. Dall’altra parte l’Arcivescovo di Dublino, desiderosissimo che la pace fosse pienamente ristabilita, non solamente ha accolto la lettera di Mgr Croke con grandissimo piacere, ma non ha voluto sentire affatto della pubblicazione di essa, temendo che ne nascesse qualche dispiacere al nostro buon popolo. Non si è tardato di vedere ben presto li più felici frutti di questa riconciliazione […] Io sono persuaso che i due Prelati hanno una vera stima uno per l’altro, e che si sono sinceramente riconciliati, e che ottimi frutti deriveranno da questa riconciliazione”77

Il vescovo di Ossory faceva però riferimento anche a un incidente che aveva avuto luogo. Nonostante il fatto che mons. MacCabe avesse deciso di non rendere pubblica la ritrattazione di Croke, il giornale The Irish Times in qualche modo ne venne a conoscenza e pubblicò un articolo

.

78

Questo articolo, almeno apparentemente, non turbò più di tanto i protagonisti della vicenda. Mons. MacCabe scrisse a Croke

; sosteneva che il vescovo di Ossory avesse recato da Roma un ordine del Papa perché l’arcivescovo di Cashel si scusasse, e che questi avesse semplicemente obbedito a tale ordine.

79

assicurandolo della sua estraneità, e mons. Moran contestò al giornale80

La vertenza poteva insomma dirsi chiusa, anche se la Chiesa in Irlanda era destinata a dover superare molte altre difficoltà.

la ricostruzione che aveva fatto dell’accaduto.

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