• Non ci sono risultati.

Non è possibile farsi un’idea della situazione e dei problemi di un paese visitandone la sola capitale, e in special modo non era possibile in Irlanda, che era gravata da problemi di natura prevalentemente rurale. Fu così che il 24 luglio mons. Persico lasciò per la prima volta Dublino visitando dapprima Lucan40

38

Lettera di Persico a Rampolla, 24 luglio 1887, ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo I, ff. 82r-83v.

, e recandosi poi a visitare la magione di lord Emly presso Limerick (visita breve, ma che dev’essere spiaciuta ai nazionalisti, visto l’orientamento politico dell’anziano aristocratico). Compiuta tale visita egli iniziò a ispezionare una ad una le varie province ecclesiastiche e le relative diocesi.

39

A. Macaulay, The Holy See, British Policy and the Plan of Campaign, cit., p. 102.

40

Si recò innanzitutto presso la sede del primate, ad Armagh, nell’Ulster41. Mons. Persico ebbe un rapido incontro con McGettingam, ma date le precarie condizioni di salute di questi, che era vicino alla morte, la persona cui fece riferimento fu il vescovo coadiutore mons. Logue, che gli fece una buona impressione42. Egli incontrò poi i sacerdoti della diocesi, che erano riuniti per gli esercizi spirituali, e venne data lettura di un indirizzo di benvenuto43

Lasciata Armagh mons. Persico continuò a esaminare la provincia ecclesiastica che ad essa faceva capo, coincidente pressappoco con l’Ulster. Visitate Maughan, Dundalk e Newry si recò a Belfast

(il primo della lunga serie di indirizzi che si susseguirono nelle varie diocesi da lui visitate).

44

“Ci troviamo attualmente nella città di Belfast, che come V. E. ben sa, è il baluardo

dell’Orangismo, e dove sino a pochi mesi fa si sono avute lotte sanguinose fra i protestanti e cattolici. E pure la Dio mercè questa volta tutto è tranquillo, ed il commissario del Papa traversa le popolose strade in mezzo a segni di rispetto e di manifesta deferenza. Che il Signore sia lodato! Tutti attribuiscono un tal fatto alla nostra presenza in Irlanda, voglio dire alla missione pontificia. Iddio faccia che sia così, e che le cose possano volgere al meglio”

da dove, dimostrando un notevole candore, scrisse a Rampolla:

45 Evidentemente, come nota Macaulay

. 46

Partito da Belfast, mons. Persico visitò Londonderry, Sligo e Longford

, il Commissario apostolico non aveva compreso appieno la principale peculiarità di Belfast, ovvero la divisione in quartieri cattolici e protestanti. I suoi ospiti devono avergli fatto prudentemente visitare le zone cattoliche, dove era stato accolto con calore, tenendolo lontano da quelle protestanti. Gli unionisti protestanti probabilmente, consapevoli dello scopo della missione, non vollero ostacolare un’iniziativa che avrebbe potuto creare problemi al movimento nazionalista, e semplicemente si disinteressarono alla visita.

47

41

Fu da qui che scrisse di nuovo a Rampolla, 30 luglio 1887, Ibidem, ff. 85r-86r.

, terminando così di percorrere la provincia ecclesiastica di Armagh. La missione del Commissario apostolico avrebbe dovuto essere discreta, e infatti a Dublino era giunto in maniera piuttosto riservata; ma mano a mano che il suo viaggio in Irlanda procedeva si moltiplicavano le manifestazioni

42

Mons. Logue era coadiutore con diritto di successione; vedremo come, pochi mesi dopo, alla morte di mons. McGettigan divenne lui stesso primate. Per la vita di questo ecclesiastico, vedi John Privilege Michael Logue and

the Catholic Curch in Ireland 1879-1925, Manchester e New York 2009. La buona opinione che fece su Persico

emerge più volte nella corrispondenza che questi ebbe col Segretario di Stato.

43

Freeman’s Journal, 30 luglio 1887.

44

Vedi Freeman’s Journal, 4, 5, 6 e 9 agosto 1887.

45

Lettera di Persico a Rampolla, 8 agosto 1887, ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo I, ff. 88r-89r.

46

A. Macaulay, The Holy See, British Policy and the Plan of Campaign, cit., p. 103.

47

d’accoglienza e gli indirizzi di benvenuto, da parte di autorità civili e religiose, oltre che da numerose associazioni. Da Sligo egli scrisse al cardinale Rampolla48

“Fummo ricevuti alla stazione dal Vescovo col clero e buon numero della popolazione, e durante

la nostra dimora colà fummo fatti segno delle più calde manifestazioni di rispetto con solenni professioni di adesione alla Santa Sede e filiale attaccamento alla venerata persona del Santo Padre”

di aver ricevuto visite persino da alcuni protestanti, mentre il suo soggiorno a Longford, come scrisse al cardinale in un’altra lettera, si svolse in questa maniera:

49

La tradizionale propensione irlandese per l’ospitalità, la deferenza verso quello che era un rappresentante del Papa, unitamente a un certo interesse a blandirlo stavano rendendo il viaggio di mons. Persico attraverso l’Irlanda una sorta di marcia trionfale; ciò non doveva certo aiutare il buon esito della sua missione, che era in fin dei conti investigare il più discretamente e obiettivamente possibile sulla situazione irlandese.

.

Mons. Persico pareva essersi lasciato trascinare dall’entusiasmo, dopo aver scritto al cardinale Rampolla di aver ricevuto a Cavan e nell’arcidiocesi di Tuam50

“Richiamo l’attenzione di V. E. a questi due fatti: il primo nell’entusiasmo delle popolazioni

dovunque andiamo, e secondo l’alto apprezzamento che si manifesta da parte di tutti nella missione pontificia con piena fiducia nell’azione del Santo Padre. Godo altresì dirle che i Vescovi che ho sinora veduti ricevono con deferenza ciò che io loro dico in esecuzione delle Istruzioni ricevute”

(la cui provincia ecclesiastica stava ora visitando) accoglienze simili a quella ricevuta a Longfrod, sosteneva:

51

Nonostante l’entusiasmo per le accoglienze ricevute il Commissario apostolico riusciva comunque a rendersi conto della gravità della situazione irlandese e dei rischi ad essa connessa, infatti dopo aver parlato degli indirizzi di benvenuto scriveva a Rampolla:

.

“La Proclamazione del Governo con la quale si condanna la lega agraria fa temere una

recrudescenza del Fenianismo, ed è perciò che il Clero e sopratutto i Vescovi esercitino la più grande sorveglianza a questo riguardo. Di parte mia non ho mancato di eccitare l’Arcivescovo di Dublino (il più influente) a premunirsi contro un tal pericolo”52

48

Lettera di Persico a Rampolla, 15 agosto 1887, ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo I, ff. 92r-93r.

.

49

Lettera di Persico a Rampolla, 23 agosto 1887, Ibidem, f. 94rv. Fa cenno di detta accoglienza anche il Freeman’s

Journal, 17 agosto 1887.

50

Accoglienza descritta anche dal Freeman’s Journal, 23 agosto 1887.

51

Lettera di Persico a Rampolla, 23 agosto 1887, Ibidem, f. 94rv.

52

Terminata la visita alla provincia ecclesiastica di Tuam dopo essersi recato a Galway, Ballinasloe e Athlos53

Come ho già scritto, saputo della missione, Croke si era lamentato con mons. Walsh, ritenendola una conseguenza delle trame inglesi. Il 21 luglio lo scrittore e poeta inglese Wilfrid Scawen Blunt, visitando l’arcivescovo, lo trovò piuttosto preoccupato della presenza di mons. Persico in Irlanda, oltre che risentito nei confronti del Papa; egli diceva di non aver desiderio d’incontrare mons. Persico, pur sapendo che, se avesse visitato la sua diocesi, avrebbe dovuto adattarsi

, il Commissario apostolico passò nella provincia di Cashel, posta sotto la giurisdizione di mons. Croke. La sera del 30 agosto egli giunse a Thurles, sede dell’arcivescovato, dove le cerimonie che immancabilmente seguivano l’itinerario di mons. Persico raggiunsero i massimi livelli. Viene da pensare che Croke, viste le sue posizioni, avesse ricevuto innumerevoli raccomandazioni affinché accogliesse il Commissario apostolico nel migliore dei modi e così, data la scarsa attitudine per le mezze misure spesso dimostrata dall’arcivescovo, questi finì con l’esagerare.

54 . Inoltre la visita a lord Emly l’aveva contrariato: la sua magione era nella diocesi di Limerick, suffraganea alla propria, e il fatto di soggiornare lì senza averlo prima incontrato gli era parso offensivo. Il 22 agosto, pochi giorni prima dell’arrivo del Commissario apostolico, scrivendo a mons. Walsh55

Eppure mons. Persico, allorché si portò a Cashel, non solo venne trattato con tutti gli onori (cosa del resto naturale), e fatto oggetto di manifestazioni di benvenuto che superavano quelle pur calorose che già aveva ricevuto

aveva esternato il suo profondo disagio mentre lo stava attendendo.

56

“Miei cari fratelli, questo è davvero un grande e felice giorno per Thurles. Pure per me, è un

gran giorno, perché io oggi godo di un privilegio che, nei voli più arditi della mia immaginazione, non avrei mai potuto sognare mi fosse permesso di ottenere. È mio privilegio presentare a voi questa sera un uomo buono e pieno di talenti, Sua Grazia Arcivescovo di Damietta, che il nostro beneamato padre spirituale il Papa ha mandato a noi come inviato, ed in maniera che fosse come un secondo se stesso fra di noi […] Non avrebbe potuto scegliere per tale compito alcun prelato vivente che potesse essere più gradito al popolo irlandese, o uno più promettente per adempiere l’importante compito assegnatoli […] E siccome noi non desideriamo nulla se non la luce, questo esame accurato da parte di Sua Grazia riguardo alla

, ma mons. Croke giunse a presentarlo ai membri della Confraternita della Sacra Famiglia, radunatisi in cattedrale, con queste parole:

53

Vedi Freeman’s Journal, 30 agosto 1887.

54

È lo stesso Wilfrid Scawen Blunt a narrare l’episodio, in Land war in Ireland, being a personal narrative of

events, Londra 1912, pp. 279-281.

55

Lettera di Croke a Walsh, 22 agosto 1887, DDA, Walsh Papers, Ref. N. 402/6 403/1-3.

56

nostra attuale situazione in Irlanda, non può tornare che a nostro credito e per il bene del nostro paese”57

Mons. Persico replicò a tono, dicendo che non trovava le parole per esprimere la grande gioia che provava trovandosi lì, e lodando la manifestazione di fede di cui i presenti gli stavano dando testimonianza

.

58

All’interno dell’arcidiocesi di Cashel vi erano altre due città, Tipperary ed Emly, che il Commissario apostolico visitò, sempre in compagnia dell’arcivescovo. A Tipperary, presentando il Commissario apostolico ai fedeli, e commentandone le manifestazioni di benvenuto, mons. Croke disse all’ospite che l’amore di quella gente per il Papa, così come la loro disponibilità a morire per lui, non avrebbero potuto esser superati in nessun’altra parte d’Irlanda

.

59

“Fratelli, vorrei poter eguagliare il fervore e l’eloquenza di Sua Grazia l’arcivescovo di Cashel.

Il Papa ama l’Irlanda; egli conosce tutte le sofferenze che sta attraversando, e prova la più profonda benevolenza per il suo popolo. Egli mi ha inviato per comunicarvi il suo amore e il suo affetto, e inoltre per dirvi che intende fare qualcosa di grande e realmente buono per l’Irlanda. Ogniqualvolta Sua Santità leva la sua voce, le potenze della terra ascoltano con reverenza dal momento che egli non parla se non per la verità e per la giustizia. Egli farà tutto quel che rientra nel potere e nelle competenze di un Papa per il benessere e per la prosperità dell’Irlanda”

. La risposta di mons. Persico, letta sapendo quanto sarebbe accaduto dopo, è piuttosto divertente:

60

Considerando che il Papa di lì a qualche mese avrebbe approvato un decreto del S. Uffizio che condannava il Boycotting e il Plan of Campaign, dichiarando che gli strumenti di lotta utilizzati

.

57

My dear brethren, this is, indeed, a great and happy day for Thurles […] For me too, it is a great day, for I enjoy a privilege today which, in the wildest flights of my fancy, I could never dream of being permitted to possess. It is my privilege to introduce to you this evening, the gifted and good man, his Grace the Archbishop of Damietta, whom our beloved spiritual father the Pope has sent us as his envoy, and in a manner as his second self amongst us […] could not have selected for the work any living prelate who would be more agreeable to the Irish people, or one more likely to discharge the important duty assigned to him […] as we desire nothing but the light, this scrutiny by his Grace into our position at this moment in Ireland, cannot but redound to our credit and to the good of our country. Ibidem.

58

Ibidem.

59

Freeman’s Journal, 2 settembre 1887.

60

Brethren, I wish I could equal the fervour and eloquence of his Grace of Cashel. The Pope loves Ireland; he knows all the sufferings she has gone through, and feels the deepest sympathy for her people. He has sent me to tell you of his love and sympathy, and moreover that he intends to do some great and real good for Ireland. Whenever his Holiness raises his voice, the potentates of the earth listen with reverence for he speaks nothing but in truth and justice. He will do all that lies in the power and province of a Pope for the welfare and prosperity of Ireland. Ibidem.

dagli irlandesi erano immorali, leggendo queste dichiarazioni viene quantomeno da sorridere. Mons. Persico non prevedeva tale sviluppo degli eventi, ma davvero pensava che il Papa avrebbe potuto intervenire in maniera efficiente per risolvere i problemi irlandesi? Personalmente ritengo che il Commissario apostolico si sia lasciato prendere la mano dalla situazione, e non abbia voluto rilasciare dichiarazioni meno grandiose rispetto a quelle del suo ospite.

Non è dato sapere in che misura la maestosa accoglienza tributatagli abbia impressionato il Commissario apostolico, egli scrivendo al cardinale Rampolla si limitò a dire di avere trascorso tre giorni con l’arcivescovo61, evitando di far riferimento all’autentica gara di reciproche cortesie e gentilezze che aveva ingaggiato con questi. Da parte sua Croke, dopo la partenza dell’illustre ospite, scrisse a mons. Walsh62

Mons. Perico stava intanto continuando la sua visita della provincia ecclesiastica di Cashel. La successiva diocesi da lui visitata fu quella di Limerick

dicendo che gli era parsa una brava persona, e di averlo accolto con calore. Evidentemente quindi il Commissario apostolico non gli era in effetti dispiaciuto, ma ciò non toglie che le parole con cui lo presentò alla Confraternita della Sacra Famiglia suonino tutt’altro che sincere.

63

Mentre la sua visita in Irlanda volgeva al termine, mons. Persico dovette però iniziare a rendersi conto che, al di là delle manifestazioni di entusiasmo, vi era anche una certa ostilità nei confronti della sua persona, e che la situazione irlandese era davvero molto seria. Da Cork

, dove era vescovo mons. O’Dwyer, che peraltro aveva già avuto modo d’incontrare dapprima a Dublino e poi nella magione di lord Emly. Verrebbe da pensare che il vescovo, avendo opinioni nettamente diverse rispetto a quelle dei suoi confratelli, non avesse perso l’occasione di rendergli note le proprie posizioni; eppure dalla corrispondenza di Persico con il cardinale Rampolla sembrerebbe che il vescovo avesse assolutamente evitato discorsi di questo tipo.

64

egli scrisse nuovamente al cardinale Rampolla, in forma privata65

61

Lettera di Persico a Rampolla, 6 settembre 1887, ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo I, ff. 97r-98r.

. Dopo aver messo in guardia il cardinale da padre Glynn, che si stava occupando della costruzione della chiesa di S. Patrizio a Roma, che giudicava essere una figura troppo compromessa con il movimento nazionalista, e cui sarebbe stato meglio non prestare ascolto, egli scriveva quanto segue:

62

Lettera di Croke a Walsh, 2 settembre 1887, DDA, Walsh Papers, Ref. N. 402/6 403/1-3.

63

Vedi in proposito Freeman’s Journal, 3, 5 e 7 settembre 1887.

64

La visita a Cork è descritta da Ibidem, 14 e 20 settembre 1887.

65

Lettera di Persico a Rampolla, 12 settembre 1887, ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo II, ff. 11r-12r.

“La condizione di questo paese è tale da ispirare serie apprensioni per il suo avvenire. Temo

assai che il Clero, e soprattutto alcuni Vescovi si facciano delle illusioni riguardo all’influenza ch’essi credono di esercitare sulle populazioni, mentre in gran parte questa influenza si esercita in fatti dai politicanti o meglio dai capi del movimento nazionalista. Debbo pur credere che gli stessi politicanti non sono affatto favorevoli alla missione pontificia, anzi cercano di osteggiarla in varii modi”66

Nella corrispondenza successiva le lettere saranno sempre meno ottimiste, e faranno filtrare un pessimismo e una preoccupazione via via maggiori. Egli faceva riferimento ad alcuni articoli ostili nei confronti della sua missione, e ad un pamphlet che era uscito in proposito, dal titolo

Ireland and the Eglish Catholics. In essi si sosteneva che la sua venuta in Irlanda fosse una

conseguenza della missione di Ruffo Scilla a Londra, e delle pressioni inglesi. Mons. Persico avrebbe poi ricusato tali accuse; il 23 settembre mentre si trovava a Waterford

.

67

, sulla via del ritorno verso Dublino, rispondendo ai consueti indirizzi di benvenuto sostenne di esser stato inviato per verificare la situazione del paese e rendersi conto di cosa sarebbe stato necessario per renderlo felice e pacifico68

Nei pressi di Waterford mons. Persico visitò altre località minori .

69

, transitò molto velocemente a Kilkenny70

Il Commissario apostolico era preoccupato poiché si mormorava fosse intenzione del Lord

Lieutenant invitarlo a soggiornare da lui, o perlomeno a desinare. Persico non avrebbe avuto

difficoltà a declinare un invito a soggiornare, avendo già accettato un’offerta di ospitalità da parte dei Cappuccini di Dublino (ordine dal quale egli stesso proveniva), ma non sapeva come declinare un eventuale invito a desinare, che temeva avrebbe molto offeso i nazionalisti.

, poi passò a Ferns e da lì rientrò a Dublino.

Il cardinale Rampolla, da buon diplomatico, suggerì a Persico71

66

Ibidem.

di prevenire il Lord Lieutenant recandosi a rendergli omaggio prima che fosse lui ad invitarlo; riteneva evidentemente che i nazionalisti avrebbero trovato una semplice visita di cortesia meno significativa di un invito a desinare. Se il Lord Lieutenant avesse insistito, mons. Persico avrebbe potuto inoltre sostenere di non voler dar adito alle illazioni contenute in Ireland and the Eglish Catholics. Nella stessa lettera il Segretario di Stato scriveva poi che il Papa desiderava visionare un sunto dei vari

67

La visita a Waterford è descritta dal Freeman’s Journal, 23 e 24 settembre 1887.

68 Ibidem, 24 settembre 1887. 69 Ibidem, 27 settembre 1887. 70 Ibidem, 28 settembre 1887. 71

Lettera di Rampolla a Persico, 23 settembre 1887, copia della quale è conservata in ASV, Segreteria di Stato, Epoca Moderna, anno 1888, rubrica 278, fascicolo I, f. 102rv.

indirizzi già presentati al Commissario apostolico e che desiderava fosse Enrico Gualdi, suo segretario, a recarli a Roma. Quest’ultima richiesta, all’apparenza ‘innocente’, nasceva da problematiche piuttosto serie. Oltre alla corrispondenza ‘ufficiale’ tra mons. Persico e il Segretario di Stato, vi furono anche lettere confidenziali, dalle quali emerge che mons. Persico fosse assolutamente insoddisfatto del proprio segretario, di cui desiderava ‘liberarsi’.

Outline

Documenti correlati