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Nell’ottobre del 1881 Parnell, durante un discorso a Leeds, alzò i toni utilizzando anche espressioni molto pesanti nei confronti del Primo Ministro:

“L’irlandese che pensasse di poter ora gettar via le proprie armi così come Grattan sciolse i

volontari nel 1783, quando si ritroverà circondato da dolore e distruzione sarà troppo tardi poiché si sarà messo nelle mani di un nemico inglese crudele e perfido […] È un buon segno che costui, mascherato da cavaliere errante, questo preteso campione dei diritti di ogni altra nazione eccetto che di quella irlandese, oggi sia stato obbligato a gettar via la maschera e si sia palesato come l’uomo che, secondo la sua stessa parola, è pronto a mettere a ferro e a fuoco le vostre fattorie fino a che non vi sarete umiliati davanti a lui e ai landlords della nazione”91

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Influenced by the same deep solicitude for the welfare of their flock, which moved them at their last general meeting in April to solicit the Government to amend the Land Bill which was then before Parliament, the Bishops of Ireland consider it their duty to declare at the present meeting that the new Land Act is a great benefit to the tenant class and a large instalment of justice, for which the gratitude of the country is due to Mr. Gladstone and his Government and to all who helped them to carry this measure through Parliament. Freeman’s Journal, 29 settembre 1881.

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The Irishman who thinks he can now throw away his arms just as Grattan disbanded the volunteers in 1783, will find to his sorrow and destruction then too late that he has placed himself in the power of the cruel and perfidious English enemy […] It is a good sign that this masquerading knight errant, this pretending champion of the rights of

Pare che sia stato questo discorso a convincere Gladstone a rompere gli indugi e a dare disposizioni affinché Parnell fosse arrestato. Il giorno tredici (ironia della sorte, Parnell era molto superstizioso) gli agenti si presentarono al Morrison’s Hotel per prelevarlo. Il ‘Re d’Irlanda senza corona’ si comportò con molta dignità, non provò a scappare, seguì spontaneamente gli agenti. Prima ottenne però di scrivere una lettera che inviò a Katherine, la moglie del deputato O’Shea con la quale da qualche tempo intratteneva una relazione, e che in quel momento era incinta di una figlia sua (anche se finse fosse del marito).

L’arresto aiutò Parnell ad uscire a testa alta dalla difficile situazione in cui si trovava, sottraendolo alle tensioni interne del suo movimento; gli conferì in aggiunta tutta la popolarità che deriva dall’essere ingiustamente condannati. Ma a quanto risulta Parnell, allorché fu arrestato, non si preoccupò più di tanto delle questioni politiche; pare piuttosto che il suo pensiero fosse diretto all’amante incinta, e che in prigione fosse più impegnato a tenere contatti clandestini con lei che con i suoi seguaci92

Anche se la mente di Parnell era rivolta altrove, egli era stato rinchiuso nella prigione di

Kilmainham, dove venivano spesso inviati i detenuti politici, e dove si ritrovò in compagnia di

molti dei suoi ‘luogotenenti’, come Kettle, Brennan, Dillon, O’Brien, Sexton e altri. Non si sa bene come nacque l’idea, ma il 18 ottobre i principali membri della Land League detenuti a

Kilmainham, tra cui Parnell, sottoscrissero un documento noto come No Rent Manifesto. In esso i

prigionieri esortavano gli affittuari a rifiutare il pagamento degli affitti, mettendo così in atto una protesta clamorosa contro le leggi speciali:

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“Compatrioti, l’ora di mettere alla prova i vostri spiriti e di adempiere ai vostri impegni è

scoccata. L’Esecutivo della National Land League, forzato ad abbandonare la politica di resistenza al Land Act, si sente costretto a raccomandare ai contadini affittuari d’Irlanda di non pagare d’ora in avanti per nessun motivo alcun affitto ai propri landlords, fino a che il Governo non abbandoni l’attuale sistema di terrorismo e non ricostituisca i diritti costituzionali del popolo”93

every other nation except those of the Irish nation, should be obliged to throw off the mask today and stand revealed as the man who, by his own utterance, is prepared to carry fire and sword into your homesteads unless you humbly abase yourself before him and the landlords of the nation. The Times, 8 Ottobre 1881.

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92

J. Abels, The Parnell Tragedy, pp. 162-163.

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Fellow Countrymen, the hour to try your souls and redeem your pledges has arrived. The Executive of the National Land League, forced to abandon the policy of resisting the Land Act, feels bound to advise the tenant- farmers of Ireland from this time forth to pay no rents under any circumstances to their landlords, until the government relinquishes the existing system of terrorism and restores the constitutional rights of the people.

Il ruolo che Parnell ebbe nella stesura di questo documento è controverso. Secondo Katherine O’Shea egli sarebbe stato contrario, ma si sarebbe piegato alla volontà della maggioranza dei suoi seguaci; O’Brien, un altro dei firmatari, sostenne invece che Parnell fosse favorevole a tale manovra, in quanto una presa di posizione così radicale gli avrebbe in seguito consentito di prendere delle posizioni più concilianti94

Ovviamente la reazione delle autorità britanniche fu estremamente dura; il 20 ottobre si giunse a proclamare la Land League un’associazione illegale

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“Riguardo alla dottrina del mancato pagamento dell’affitto, anche per un tempo limitato, per

protestare contro l’arresto di uomini di questo paese, anche in circostanze più agitate e critiche che in questo momento, io devo, e qui lo faccio, presentare la mia solenne protesta”

. Anche la Chiesa accolse il manifesto in maniera estremamente negativa, molti ecclesiastici considerati vicini alla Land League, primo fra tutti mons. Croke, ne presero le distanze. Nel momento in cui fu diffuso il No Rent Manifesto l’arcivescovo di Cashel era a letto, bloccato da un attacco di sciatica. Per quanto debilitato seguì la situazione con estrema lucidità. Probabilmente, oltre a essere effettivamente contrario, si rese conto che le tesi del No Rent Manifesto erano indifendibili davanti alle autorità vaticane, e preferì prenderne subito le distanze prima di essere accusato di appoggiarle. Fu così che l’arcivescovo scrisse un suo ‘manifesto’, condannando le tesi del No Rent Manifesto:

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A quanto risulta, l’unico vescovo che dissentì dalla posizione di mons. Croke fu Nulty, che inviò all’arcivescovo di Cashel un telegramma recante la semplice frase Et tu, Brute ?

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Diversi altri vescovi presero pubblicamente posizione contro il No Rent Manifesto, primo fra tutti ovviamente MacCabe, che il 26 ottobre in una lettera pastorale98

Non si sa fino a che punto la presa di posizione della Chiesa influì sulla situazione, ma è certo che il No Rent Manifesto si rivelò un clamoroso insuccesso. Salvo pochissime eccezioni gli si soffermò sull’argomento. In tale lettera il No Rent Manifesto fu descritto come un atto comunista e contrario alle leggi di Dio. Anche in questa occasione l’arcivescovo fu criticato: la pastorale fu letta nelle chiese di Dublino durante le Messe, e vi furono persone che si alzarono in piedi protestando. Inoltre The United Ireland, il settimanale aperto da Parnell, pubblicò diverse lettere di protesta contro la pastorale.

94

K. O’Shea, The Uncrowned King of Ireland, cit., p. 125; William O’Brien, Recollections, Londra 1905.

95

Freeman’s Journal, 21 ottobre 1881.

96

Against the committal of the people of this country, even under still more exciting and critical circumstances than the present, to the doctrine of the non-payment of rent, though but for a certain specified time, I must, and hereby do, enter my solemn protest. Ibidem, 20 ottobre 1881, il manifesto è però datato 19.

97

T. Mark, Croke of Cashel, cit., p. 130.

98

affittuari si rifiutarono di mettere in atto una protesta così estrema, che avrebbe messo seriamente in pericolo la loro posizione economica. Ciò non toglie tuttavia che i soprusi perpetrati dal Governo alimentarono lo sdegno nel paese. Se ben presto fu chiaro che la riforma agraria stava dando buoni risultati, fu altrettanto chiaro che le leggi penali non avevano l’effetto sperato, e che mantenere l’ordine pubblico si stava dimostrando sempre più difficile. Fu così che il Governo iniziò a considerare l’ipotesi di percorrere un’altra strada, ovvero quella di trovare un accordo con Parnell. Intanto non si erano interrotte le pressioni inglesi sul Vaticano e, come vedremo, esse stavano producendo risultati.

Capitolo Terzo: l’alleanza clerico-nazionalista in

Irlanda (1882-1885)

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