Il sistema-mondo su cui si è ragionato sino ad ora offre una lettura “orizzontale” nel ragionare tra un centro espressione di un modello di sviluppo dominante verso la periferia, mentre il sistema capitalista è in continua espansione e integra progressivamente al suo interno nuovi territori. Lo Stato come organizzazione politico-militare è funzionale all’espansione del sistema economico capitalista. La differenziazione non è funzionale ma si manifesta nella divisione mondiale del lavoro e nello scambio ineguale che garantisce la supremazia del centro verso la periferia.
La lettura di Saskia Sassen (2008) propone un modello di differenziazione non solo “orizzontale”, distribuita geograficamente in modo globale, ma anche “verticale”, distribuita in modo funzionale attraverso vari livelli: locale, nazionale, globale. Lo sviluppo delle tecnologie, attorno alle quali si organizzano i nuovi processi e le nuove formazioni globali, hanno destabilizzato le vecchie gerarchie di scala che vedevano il procedere lineare da una dimensione all’altra, dal locale al nazionale, dal nazionale al sovrannazionale. La conseguenza è un intreccio tra i vari piani di “scalarità” per cui un soggetto, un’impresa, un’organizzazione, può essere presente a più livelli di scala, “il fatto che il processo o l’entità sia localizzata nel territorio di uno Stato sovrano non significa necessariamente che sia nazionale o del tipo autorizzato dallo Stato; potrebbe infatti essere una localizzazione del globale” (Sassen, 2008). Piccole realtà locali possono comunicare con altre realtà locali in zone distanti del pianeta ed essere inserite in una rete globale; allo stesso tempo abbiamo localizzazioni di istituzioni ed organizzazioni economiche globali all’interno dei confini nazionali. La conseguenza di questa multiscalarità è la perdita di centralità della scala nazionale, nella quale trovavano mediazione ed applicazione le pratiche e gli aggiustamenti istituzionali fondamentali, e con essa il ruolo dello Stato. Lo Stato-nazione è attraversato dai processi di globalizzazione che, da una parte concorrono ad una sua integrazione all’interno dei processi globali ma, dall’altra, ne modificano le funzioni e l’importanza. Esso è stato fino ad oggi il soggetto principale attorno al quale si sono costruiti i processi di globalizzazione di tipo politico, economico e sociale; in esso hanno trovato mediazione i vari interessi in gioco nella società. Lo Stato-nazione è stato il mezzo attraverso il quale si sono potute realizzare le
56 Mark Poster distingue tra una “prima età dei media”, quella della radio, della televisione e del telefono, e “seconda età dei media” quella della comunicazione mediata dal computer (CMC), decentrata e interattiva: Internet, le autostrade dell’informazione, la sfera del “cyberspazio”. Analisi collegata alla distinzione dei diversi generi di ricezione culturale di questo tipo di media e delle diverse posizioni soggettive che ne derivano.
aspettative dei vari soggetti nel loro ruolo di imprese economiche, associazioni politiche, semplici cittadini titolari di diritti.
La dinamica locale-globale si presenta in modo nuovo. Da una parte abbiamo delle dimensioni globalizzate ma localizzate nel territorio nazionale o sub-nazionale; può essere il caso di grandi industrie multinazionali che però hanno i propri stabilimenti situati in luoghi ben precisi; lo stesso mercato globale della finanza fa riferimento a centri finanziari, luoghi fisici ben precisi. D’altra parte abbiamo delle dimensioni locali collocate nel territorio nazionale o sub- nazionale che però sono in grado di interagire ad una dimensione globale; può essere il caso di una piccola impresa, di un’associazione oppure anche di singoli soggetti. Le nuove tecnologie consentono a costoro di comunicare nell’arena globale. Questa nuova realtà impone il superamento del dualismo locale-globale, e l’utilizzo di nuovi concetti che facilitino la comprensione della nuova realtà sociale. Sono esempio di questi nuovi concetti le comunità trans- nazionali, le città globali, le catene delle merci, la compressione spazio tempo. Lo studio di questi fenomeni richiede l’elaborazione di nuove categorie concettuali che siano in grado di analizzali e decodificarne il significato. Sassen (2008) pone l’attenzione ad una serie di dinamiche che sono globalizzanti e denazionalizzanti ma che continuano ad essere considerate come nazionali e locali ed espone tre esempi. Il primo esempio riguarda i luoghi ed il ruolo che essi esercitano all’interno dei numerosi circuiti che costituiscono la globalizzazione economica e politica. L’attenzione sui luoghi permette di osservare la globalizzazione attraverso i vari circuiti transfrontalieri che operano nella politica e nell’economia. Nell’ambito della politica esistono numerose forme associative spesso organizzate su obiettivi specifici ed operanti a livello locale ma inserite in circuiti globalizzati. In ambito economico è interessante osservare all’interno delle catene delle merci come un circuito integrato globalmente, su varie località nell’ambito della produzione, dia luogo ad un prodotto finito. Si pensi ad esempio al prodotto i-phone le cui componenti sono prodotte in diversi luoghi, la tecnologia è tedesca, il design è disegnato in Usa e manufatto in Cina, l’assemblamento avviene ancora in altro luogo. Ma è soprattutto nelle città globali che il luogo assume il suo più ampio significato all’interno del sistema globale. Le città globali sono collegate tra loro in una molteplicità di reti transfrontaliere con differenti funzioni e specializzazioni. Il secondo esempio, parzialmente collegato al primo, riguarda il ruolo delle nuove tecnologie interattive in riferimento al riposizionamento del locale. Con le nuove tecnologie una piccola impresa, una piccola organizzazione e anche singoli soggetti che possiamo definire come microambienti, possono entrare in comunicazione con altri micro ambienti distanti da loro. Piccole entità dimensionate localmente possono interagire nel circuito globale. Un terzo caso riguarda un insieme specifico d’interazioni tra dinamiche globali e componenti particolari degli Stati nazionali. Ci si riferisce a strutturazioni del globale, quali per esempio le città globali, che articolandosi all’interno del territorio nazionale contribuiscono ad una de-nazionalizzazione di componenti specifiche degli Stati nazionali.
Le conseguenze sono di due tipi. Innanzitutto lo Stato-nazione non è più il principale contenitore dei processi sociali. Inoltre si assiste ad una de- nazionalizzazione di alcune funzioni che non sono più riconducibili allo Stato pur essendo classificate come tali. Lo Stato è quindi oggetto di forti tensioni derivanti dai processi di globalizzazione. Ne consegue una sorta di negoziazione tra lo Stato, nella sua veste di istituzione politica, e le forze globali che agiscono in ambito prevalentemente economico. Lo Stato aderisce al progetto globale della riduzione del proprio ruolo in materia di regolazione delle transazioni economiche e delega parte delle proprie funzioni ad istituzioni sovrannazionali che acquisiscono un ruolo di regolazione nell’ambito delle dinamiche del mercato e condizionano le politiche economiche degli Stati. La principale conseguenza di questa scelta è la creazione di un ordinamento istituzionale di tipo privato, nel senso che trattasi di organismi ed istituzioni che non devono rendere conto ai sistemi democratici formali. Accompagnata alla privatizzazione di alcune funzioni dello Stato è l’autonomia decisionale di cui godono queste istituzioni nel loro operare in ambito nazionale e sovrannazionale. Inoltre bisogna ricordare che queste istituzioni nascono dalla necessità di gestire i processi di globalizzazione in atto e tendono ad assecondare le dinamiche economiche del capitale globale che rappresenta, allo stato attuale, il principale attore in ordine a questi processi. In questo modo lo Stato, che rimane comunque il principale garante dei diritti anche di quelli del capitale globale, si pone come creatore di nuove legalità.
Non tutti gli Stati concorrono nello stesso modo nella creazione di nuove legalità. La motivazione sta nel complesso intreccio che si determina fra transazioni economico-finanziarie, ruolo delle imprese multinazionali e delle nazioni più potenti dal punto di vista economico, politico e militare. L’area più interessata da questo punto di vista è quella Nord-Atlantica e nello specifico gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono gli Stati che fino ad ora sono riusciti più di altri ad imporre i loro standard nelle normative che regolano le transazioni economiche tra gli Stati. Tra Londra e New York che transitano i maggiori flussi informativi e finanziari nel mondo. L’attuale ridefinizione geografica della globalizzazione che si struttura nelle “città globali” gioca un ruolo fondamentale. Lo sviluppo delle tecnologie, che sono alla base dell’accelerazione negli ultimi anni dei processi di globalizzazione, hanno contribuito ad una contrazione del tempo e dello spazio, per cui oggi è molto più facile e veloce mettere in comunicazione due località tra loro distanti. A questa contrazione però corrisponde una dispersione sul piano geografico. Una grande impresa multinazionale può attualmente articolare la propria produzione e più in generale la propria organizzazione in più Paesi ma in questo modo aumenta la propria dispersione sul territorio. Più aumenta la dispersione e più si manifesta l’esigenza di centralizzare le principali funzioni, direttive e di controllo, in riferimento ai vari ambiti in cui è articolata l’impresa: finanziario, contabile, legale, di produzione, del marketing, della ricerca e dello sviluppo. L’evoluzione della complessità in questi settori impone alle imprese di affidarsi ad agenzie esterne specializzate nella gestione di questi specifici ambiti. Questo tipo di organizzazione richiede servizi, know-how e personale specializzato, tutte caratteristiche che noi troviamo concentrate nelle città. In esse si svolgono delle
funzioni fondamentali: sono le sedi privilegiate delle società finanziarie e del terziario avanzato che hanno sottratto all’industria il ruolo di punta nell’economia; sono luoghi di produzione ed innovazione per queste società e nello stesso tempo rappresentano un mercato per questi stessi prodotti ed innovazioni; sono la “stanza dei bottoni” dell’economia mondiale. Nelle città vengono processate la maggior parte d’informazioni, transitano la maggior parte dei flussi finanziari. Nelle città hanno sede le principali istituzioni politiche, economiche, scientifiche ed i principali network.
L’aspetto più interessante delle città globali è che in esse si concretizza quella dimensione globale che spesso rimane come di immateriale consistenza. Le città rappresentano localizzazioni del globale. Come in passato, ancora oggi le città costituiscono il legame tra il locale ed il globale. Le città sono le sedi dei motori di ricerca e delle banche dati che gestiscono la realtà virtuale della rete; nelle città hanno sede le borse ed i centri finanziari fatti di computer e lavoratori che gestiscono i flussi finanziari mondiali; e questo vale per tutti i settori che noi possiamo prendere in considerazione. Se è nella meta-rete globale che transitano, si creano e si rigenerano i flussi informativi e i modelli culturali, nelle città globali che troviamo le basi solide, concrete di questi fenomeni. In esse si svolge “il lavoro concreto che consiste nel produrre e riprodurre l’organizzazione e la gestione di un sistema di produzione globale e di un mercato finanziario globale”. Se si considera che tra qualche anno la maggior parte della popolazione vivrà concentrata in grandi agglomerati urbani, le città globali rappresentano un angolo d’osservazione privilegiato dal punto di vista sociologico dal momento che esse sono, e lo saranno sempre di più, un terreno di confronto e di scontro tra le nuove classi sociali emergenti. Inoltre, per le caratteristiche sopra descritte, le città si possono materializzare come punto d’incontro tra l’individuo nella sua concretezza del vivere quotidiano e il sistema globale nella sua inafferrabilità. Le “città globali” rappresentano la base materiale locale su cui si struttura il sistema globale.
3.5 Il ruolo delle tecnologie comunicative nel processo di