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Il rapporto tra le tecnologie, l’economia e la politica pone riflessioni interessanti. Ragionando nel primo step sul rapporto tra comunicazione e Stato, il fondamento di uno Stato democratico è la comunicazione/informazione. Comunicazione che avviene tra le stesse istituzioni ma anche con le associazioni politiche ed i cittadini. Affinché una democrazia funzioni si rende importante che la sfera delle istituzioni politiche sia percepita dai cittadini non come un corpo separato. I romani definivano lo Stato “res publica” intendendo con ciò la cosa che appartiene al popolo. Lo Stato ed i suoi strumenti comunicativi devono essere efficaci ma anche accessibili a tutti. Una comunicazione trasparente permette infatti la consapevolezza nello scegliere i propri rappresentanti in modo consapevole e informati. Permette in più di controllarne e indirizzare l’attività di Stato ma anche di esercitare liberamente e responsabilmente i propri diritti di partecipazione alla formazione della volontà generale. Importante ai fini di un’efficiente democrazia è lo scambio di informazioni e direttive dei vari corpi e istituti dello Stato. Specialmente nella società complessa come quella contemporanea. A questo si deve aggiungere come a contare, in tale tipo di comunicazione, sono le caratteristiche intrinseche di ogni medium che possono influire sugli stessi meccanismi della vita democratica. Si pensi al riguardo all’acceso dibattito che si è scatenato, tra studiosi e fruitori, nel rapporto tra politica e televisione. Quest’ultima ha assunto un ruolo sempre più di rilievo nella comunicazione politica dalla metà del ventesimo secolo. Oggi di fatto questo medium è il più potente nel settore della politica scavalcando il ruolo della stampa (che dal Settecento aveva rivestito un’importante ruolo nella costituzione dell’opinione pubblica e della formazione di una coscienza politica). I medium in generale hanno poi sostituito la comunicazione interpersonale che avviene nei luoghi intermedi di partecipazione politica (ad esempio le sezioni di partito, i comizi e le assemblee sul lavoro). La televisione si basa su una comunicazione verticista e uniderizionale e i suoi messaggi sono persuasivi, per quanto la disquisizione sui destinatari della comunicazione abbia lasciato l’idea che i fruitori/consumatori di contenuto fossero passivi. Oggi invece si ritiene più che mai che l’audience sia attiva, capace di decodificare il testo contestualizzando nel contesto in base ai propri codici culturali e sociali. Nonostante l’attività nella decodifica del messaggio, la comunicazione politica (e non solo) mediata dalla televisione limita le possibilità di controllare e criticare i messaggi. Non consentendo la partecipazione dei cittadini al discorso politico. Motivo per cui molti criticano la possibile “virtualizzazione televisiva” della comunicazione politica per i suoi possibili effetti antidemocratici. Lo spazio della politica è lo spazio di “inter-esse”

o “dell’essere fra” sottolinea Arendt, il fatto dunque di esistere in uno spazio che è anche costitutivo di rapporti specificamente politici, di rapporti che si fondono tra i diversi attori. Una politica che tende sempre più a personalizzarsi e pubblicizzarsi per divenire pubblica e dunque pubblicabile. Lì dove è ancora la televisione a detenere il primato della comunicazione anche politica, con rischi annessi, Internet potrebbe essere l’alternativa del futuro. La natura interattiva della comunicazione virtuale, potrebbe ricostituire il tessuto costituente della comunicazione dialettica, alla base del funzionamento corretto della politica. Ciò perché la rete può fornire a istituzioni (ma anche associazioni politiche, cooperative centrali e altre forme) un buono strumento per veicolare informazioni verso i cittadini. Di contro, la rete permette anche la partecipazione attiva dei cittadini al dibattito pubblico come alla formazione dei diritti e orientamenti politici nelle istituzioni come nei partiti. Gruppi di discussione e comunità virtuali, nel senso ancora della politica, possono divenire nuovi luoghi di partecipazione, in cui i cittadini possono manifestare le proprie opinioni contribuendo alla formazione della volontà generale. Anche se con dei limiti. Nonostante questi discorsi teorici, l’uso di Internet da parte della politica oggi è poco brillante. Ciò non dal punto quantitativo, poiché superata una prima diffidenza verso Internet, le istituzioni come la politica, soprattutto i politici, hanno percepito le possibilità innovative della rete. Il deficit è dal punto di vista qualitativo. Basti pensare a siti istituzionali in cui sussiste ancora una logica comunicativa verticistica e unidirezionale a causa della limitata potenzialità messa in atto da questi spazi di comunicazione virtuale, utilizzando limitatamente le potenzialità della rete. La comunicazione della politica contemporanea sembra legarsi al sistema politico in sé ed ai suoi attuali protagonisti, scartando le potenzialità dei media con cui la comunicazione viene effettuata. In tal caso si necessita di un cambiamento di cultura politica118.

Le discussioni sulla democrazia virtuale traggono ispirazione dall’opposizione classica tra il modello della democrazia rappresentativa e quello della democrazia diretta, formulata nel Settecento da J. Jacques Rousseau e ritornata nella politica occidentale. Mentre nella democrazia rappresentativa i cittadini eleggono periodicamente dei rappresentanti che esercitano il potere per loro conto attraverso istituzioni quali il Parlamento e governo senza vincoli di mandato. Tranne per il fatto che se i cittadini non sono soddisfatti del loro operato possono non rieleggerli alle elezioni successive. Il luogo della rappresentazione è anche luogo di mediazione politica, grazie ai quali interessi differenti sono inclusi negli interessi generali. Di contro nella democrazia diretta la partecipazione dei cittadini è diretta alle decisioni

118 In Italia i partiti politici hanno siti istituzionali in rete. Dall’autunno del 1996 sia il Senato che la Camera dei Deputati, le due massime rappresentazioni dell’ordinamento italiano, hanno il proprio sito. Entrambi i servizi sono raggiungibili all’indirizzo http://www.parlamento.it e http://www.camera.it e http://www.senato.it. Come partiti e movimenti politici l’elenco è scaricabile dal “Political Corner” sito di Agorà, noto provider italiano all’indirizzo http://www.agora.stm.it/politic/italy1.htm. Anche enti locali e comuni sembrano aver percepito efficacia e principi della comunicazione interattiva. L’uso delle reti civiche è interessante per quanto riguarda l’uso politico delle nuove tecnologie. Inoltre iniziano a comparire sportelli virtuali, mediante i quali è possibile richiedere certificati ed effettuare alcune pratiche da casa (esemplare è il caso di Iperbole, rete civica del comune di Bologna http://www.comune.bologna.it).

collettive. L’assemblea del popolo esercita il potere. In casi eccezionali la democrazia diretta prevede l’elezione di rappresentati che agiscono con vincolo di mandato, revocabili in qualunque momento. Esempio di quest’ultimo tipo di democrazia è dato dall’antica Atene dell’età ellenica dove i cittadini si riunivano in agorà, piazze, dove decidevano le leggi. Una democrazia che oggi vive nei nuovi strumenti di comunicazione.

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