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I movimenti di mobilitazioni: pratiche organizzative e azione

Le relazioni che si instaurano tra oggetti o attori-soggetti devono essere lette anche al progredire della tecnologia che ha acquistato un nuovo peso modificando, nel tempo, il modo di pensare le pratiche organizzative e di comunicazione (sia interne che esterne rivolte ad audience esterne) dei soggetti politici (strutturati, semi-strutturati e non strutturati). La rete virtuale ha assunto un gran peso in tal senso. Nel passaggio da un rete web 1.0 (costituita principalmente attorno a newsletter ed e-mail) al web 2.0, si assiste di fatto alla possibilità non solo di utilizzare nuovi strumenti di narrazione ma anche alla costituzione di ambienti customizzabili in cui sviluppare testi, narrazioni e contenuti su piattaforme differenti (social network, software open source). Strumenti che hanno aumentato la propria rilevanza anche rispetto alla sola ideazione iniziale: come meri strumenti di comunicazione e informazione. Modi di utilizzo della rete che vedono la partecipazione anche dei movimenti sociali e politici secondo tre azioni:

hybrid mobilization movement (movimenti di mobilitazione ibridi) cioè istituzioni partitiche, ma anche movimenti sociali, che usano la rete come una tra le opzioni di comunicazione, così come accadeva per i movimenti sociali nati con le prime applicazioni di rete su larga scala web 1.0 (in quest’ultimo caso costituisce un esempio il Popolo di Seattle)114.

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“Il popolo di Seattle è un movimento no-global o movimento anti-globalizzazione (o anche, per antonomasia, il movimento) sono locuzioni nate nella stampa italiana per indicare un insieme internazionale di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico ed accomunati dalla critica all'attuale sistema economico neoliberista, la cui prima comparsa si ritiene comunemente avvenuta intorno al 1999 in occasione della Conferenza Ministeriale della WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio) a Seattle negli Stati Uniti. Di quello che è stato inizialmente chiamato "popolo di Seattle" non è mai stata data una denominazione unica, data l'enorme varietà e complessità delle organizzazioni che a Seattle si sono incontrate. In altri paesi infatti non

movimenti antagonisti in cui si assiste ad una ri-strutturazione a livello comunicativo di numerose ONG (già a partire dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, sino ai primi anni del Duemila). E’ il caso dunque di soggetti ma anche comunità che nati e sviluppati nel mondo off line, attraverso azioni e mobilitazioni, si ridisegnano nel virtuale attraverso gli strumenti della rete così da comunicare/informare (comunicarsi) tra i membri a costi bassi in modo agevole e veloce. Sviluppando comunicazioni efficaci e a volte ridondanti nel tentativo di sensibilizzare e conquistare l’audience esterna attraverso campagne mirate.

I partiti politici, invece, intendono le forme di comunicazione che la rete offre come secondarie, poco incisive, inaffidabili rispetto ad altre pratiche consolidate e note come la comunicazione privata o faccia a faccia tra gli appartenenti, cooptazioni basate sul censo e/o sullo status socio-economico, uso dei mezzi di comunicazione di massa tradizionali quali stampa, radio e tv;

on line information-based movement (movimenti basati su informazioni on line) che è un modus di agire tipico di alcuni movimenti che si sono sviluppati con l’evoluzione delle applicazioni del web e che usano la rete come mezzo di informazione esclusivo (wiki, blog, social network). E’ il caso di soggetti politici che, pur ancorati alla dimensione off line (con forti legami con il territorio e/o con le comunità locali), ricorrono alla rete per veicolare informazioni e agevolare l’appartenenza/identificazione con specifici gruppi di azione.

Il web diviene dunque non solo uno strumento alternativo rispetto ad altre forme di comunicazione e interazione, ma vero organo di promozione dell’organizzazione e azione (con effetti anche nell’off line)115. Movimenti che spesso sono legati al territorio e che da questo dipendono per la ramificazione, in grado di usare gli strumenti messi a disposizione dalla rete per potenziare comunicazione, rafforzare il gruppo degli aderenti o anche allargarlo, per proporre o discutere novità, realizzando iniziative e dimostrazioni off line a bassi costi.

Nel caso del digital network-centered movement (movimenti nati nei network digitali) si assiste ad un uso della rete come ambiente per l’attivismo politico, in cui prendono forma duali azioni, interne/esterne al movimento, con proprie caratteristiche, usando strumenti e possibilità comunicative attraverso i siti di social network. I processi di costituzione, affiliazione e definizione dell’azione negli spazi (luoghi) messi a disposizione dal web si costituiscono attorno ad azioni mediate da piattaforme di socializzazione quali net stricking, mail bombing e/o organizzazioni “singol-issue” (che si mobilitano, dentro e fuori la rete, per un comune tema/obiettivo/antagonista). Tra i tanti, ne costituisce un

si è data una denominazione unica ad un tale insieme di elementi di natura tanto eterogenea, oppure sono state usate altre espressioni”. Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_no-global.

115 Esempi significativi di organizzazione e azioni di promozioni sono possibili da rilevare nei meet up per la campagna elettorale di Howard Dean avvenuta nel 2004 (Flanagin et al., 2009) e in Italia quella dei “Grillini” e di Beppe Grillo (Di Gennaro e Pepe, 2009). Entrambi questi casi rappresentano l’evoluzione di movimenti legati al territorio (sia per la ricerca del consenso, la scelta dei temi in agenda, definizione di specifici messaggi, realizzazione di azioni specifiche).

esempio il movimento internazionale nato principalmente sul social network Twitter e ideato per promuovere azioni e iniziative (dentro e fuori l’Iran) a sostegno del popolo iraniano insorto contro il regime militare imposto da Ahmadinejad. I social network come le piattaforme di condivisione divengono vitali attraverso applicazioni da non ritenere esclusivamente accessorie e strumentali ma vitali per l’esistenza, la crescita e promozione di azioni, comunicazioni e informazioni. Anche in Italia è da segnalare uno tra i primi movimenti nati quasi spontaneamente in rete, con un suo organigramma interno che promuove attraverso la rete, con una puntuale articolazione di responsabilità, compiti e relative funzioni da svolgere anche con una serie diversificata di azioni on line e off line: il Popolo viola. Un movimento auto- definito attraverso l’adesione al gruppo di rete denominato “gruppo degli organizzatori” formatosi, in prima istanza, sul social network Facebook, e che innescando le potenzialità di networking di questo mezzo, si sono dati una propria e reale strutturazione, realizzando eventi anche di dimensioni considerevoli116. Ciò ci spinge a ragionare, come già nel 1950 aveva fatto Marshall T. H. nel testo “Citizenship and Social Class”117 e ritrovato in Jensen (2010, cit. pp. 15-18), su un nuovo modo di narrarsi come cittadino, richiamando l’idea di come concettualizzazioni di cittadinanza si siano avvicendate nel corso del tempo.

116 Nel dicembre 2009 il Popolo viola ha organizzato a Roma una manifestazione per sollevarsi contro il potere del governo Berlusconi, radunando oltre trecento mila persone abbattendo i costi, i tempi, i limiti dettati dalla distanza fisico e geografica.

117 Marshall T. H., Bottomore T. B., 1992, Citizenship and Social Class, Pluto Press (Indipendent Progressive Pubblishing), London . Traduzione Marshall T., 2002, Cittadinanza e classe sociale, Laterza, Roma-Bari. Per Marshall. sosteneva che divenire eguali significa divenire cittadini. Nel corso della storia il termine cittadinanza ha trovato diversi impieghi: indicatore del modo in cui sono ripartiti i poteri e le risorse nell'ambito di un ordinamento politico-sociale; rapporto tra individuo e ordine politico, inteso come partecipazione attiva del soggetto alla sfera pubblica; intersezione tra individuo e collettività. Nel suo significato attuale, la cittadinanza è il collettore di una molteplicità di diritti e doveri riferibili ad un individuo in quanto parte di un determinato assetto politico.

CAPITOLO QUINTO

STATO, MERCATO, COMUNICAZIONE WEB 2.0: CITTADINANZA E CIVIC ENGAGMENT

«E’ esattamente la distanza crescente tra la fiducia nelle istituzioni politiche e il desiderio di azione politica a costruire la crisi della democrazia. […] La relazione tra fiducia politica e impegno civile mostra di essere diversa nelle democrazie nuove rispetto a quelle consolidate». (Manuel Castells, 2010)

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