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Commento del regista, trailer e “movie geek” (Tryon)

L’esperienza spettatoriale postcinematografica Teorie e pratiche

4.2 Seconda sezione Pratiche della spettatorialità postcinematografica

4.2.2 Le forme del consumo postcinematografico

4.2.2.4 L’esperienza evenemenziale del moviegoing Il caso “Secret Cinema”

4.2.2.5.4 Commento del regista, trailer e “movie geek” (Tryon)

Il DVD, nella duplice dimensione di oggetto culturale e bene commerciale, partecipa alla costruzione di una nuova tipologia di spettatore postcinematografico, definito come “movie geek”, termine coniato dal critico cinematografico Elvis Mitchell (2003) e ripreso più recentemente da Chuck Tryon (2009).

Le culture geek hanno una grande rilevanza nella spettatorialità cinematografica e postcinematografica. Pertanto occorre risalire brevemente alla loro genesi (Tocci 2009, Auerbach 2014). Secondo il dizionario Merrian-Webster52, al nome si possono associare

quattro definizioni:

1. a digital-technology expert or enthusiast (a term of pride as self-reference, but often used disparagingly by others).

2. a person who has excessive enthusiasm for and some expertise about a specialized subject or activity:a foreign-film geek.

3. a peculiar person, especially one who is perceived to be overly intellectual, unfashionable, or socially awkward.

4. a carnival performer who performs sensationally morbid or disgusting acts, as biting off the head of a live chicken.

Dopo essere apparso nell’uso colloquiale in Gran Bretagna già a partire dalla fine dell’Ottocento come sinonimo di “a fool; a person uncultivated; a dupe” (Tocci 2009: 17), agli inizi del Novecento il termine è riferito ai performer circensi. È solo a partire dagli anni Settanta che il termine geek diventa sinonimo di “nerd”, categoria di individui socialmente impacciati e concentrati sullo studio, e viene associato al culto della tecnologia e dei sistemi di comunicazione uomo-macchina. Negli anni Ottanta e Novanta telefilm e lungometraggi ospitano diverse rappresentazioni, in maggior parte caricaturali, di geek e nerd53. Per David Auerbach (2014), sebbene non vi sia un accordo condiviso su

cosa siano le geek cultures, si possono sintetizzare tre caratteristiche dei geek: l’inettitudine sociale, il perseguimento ossessivo di un obiettivo e la mancanza di interesse per il resto della società. Lo scrittore evidenzia come, quando i geek sono diventati soggetti sociali riconoscibili e in qualche modo “alla moda”, l’etichetta è diventata sempre più opaca, essendo utilizzata per classificare una serie di personaggi, oggetti e tendenze che con i geek hanno poco o nulla a che fare. Auerbach conclude affermando che la cultura geek è antinomica rispetto a tutto ciò che può essere associato al “trendy” e allo “chic”. In quali termini, allora, Mitchell (2003) e Tryon (2009) usano questo termine? Il “movie geek” nell’era del DVD è quel tipo di spettatore che sviluppa un’esperienza filmico-cinematica con grande coinvolgimento emozionale ed affettivo e un interesse sviluppato, non solo e non tanto per la storia del cinema, dei film o degli autori (ciò lo distingue dal cinefilo: cfr. cap. 5), quanto per i beni che può offrire la particolare dimensione esperienziale assicurata dal DVD: nuove modalità di relazione con il film attraverso la riproduzione casuale e la navigazione alternativa tra scene e capitoli, mania collezionistica, espansione delle conoscenze grazie all’accesso a materiali paratestuali. Proprio le particolari caratteristiche di due tipologie di extra – il commento del regista e il trailer – possono meglio chiarire la natura spettatoriale del movie geek. Il concetto di

movie geek è infatti centrale per la comprensione di questi materiali supplementari inclusi

nel DVD. Il commento del regista, che può manifestari in vari modi (educazione alle tecniche espressive del cinema, gossip, auto-promozione), è forse il più importante fra questi oggetti mediali. Da un lato, questi materiali sonori possono rafforzare un’immagine romantica della produzione cinematografica presso un vasto pubblico, radicando l’idea che

53 Auerbach cita Midnight Madness (Follia di mezzanotte, 1980), Revenge of the Nerds (La rivincita dei

nerds, 1984), i film interpretati da Eddie Deezen, Sixteen Candles (Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, 1984), il personaggio di Steve nella serie tv Family Matters (Otto sotto un tetto, 1989 - 1998), il personaggio del Dottor Frink nella serie The Simpsons (I Simpson, 1989 – in corso), Welcome to the

dietro la realizzazione di un film vi sia un numero relativamente ristretto di persone sotto il controllo del regista-autore. Il tema dell’autorialità del progetto filmico è, appunto, centrale nella relazione tra commento del regista e spettatore. I registi più scafati e consapevoli del proprio status possono costuire abilmente il registro retorico del commento al DVD per rafforzare il proprio statuto autoriale: è il caso, secondo Orgeron (2007), di Wes Anderson.

Un’altra tipologia di extra appare molto interessante per la comprensione della categoria spettatoriale di movie geek: i trailer. L’inclusione di uno o più trailer come extra all’interno di un DVD istituisce la possibilità che questi paratesti siano esperiti in maniera opposta a quella ordinaria. Normalmente, infatti, un trailer è visto dagli spettatori cinematografici prima di recarsi in sala e ha la precisa funzione di evidenziare i tratti del film che la produzione ritiene potenzialmente più attraenti per le audience. Quando questi paratesti sono estratti dal flusso dei circuiti (tv, sala, web) dove sono normalmente inseriti e vengono introdotti, come apparati autonomi, all’interno di un DVD, essi possono essere esperiti in maniera molto libera, attivando ulteriori pratiche interpretative. Infatti, guardare i trailer dopo la visione del film, permette l’attivazione della dimensione critica dello spettatore, che può, dunque, chiedersi quali politiche culturali e di engagement abbiano seguito i produttori nel privilegiare, nel trailer, determinati aspetti del film che ha visto, a scapito di altri, traendone le relative conseguenze. Sebbene i trailer rimangano uno strumento promozionale prezioso e influenzino il modo in cui lo spettatore si costruisce un’immagine mentale della pellicola, prima di visionarla, i DVD possono essere legittimamente utilizzati per interpretare le politiche di costruzione dell’advertising.

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