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I primi resoconti di monumenti e antichità dai territori kazaki cominciano ad apparire durante il XVIII e XIX secolo d.C., soprattutto dopo la graduale annessione del Kazakhstan all'Impero Russo (1820-1850). Numerosi scienziati che visitavano il paese, in qualità di geografi, geologi, naturalisti, topografi ecc., riportarono informazioni su monumenti archeologici di varia tipologia, tra i quali tumuli funerari, resti di insediamenti, città, santuari, petroglifi, stele, miniere ecc. (Ageeva et al. 1960, 9). Tra questi resoconti possiamo per esempio citare "Note sulle antichità della Siberia" di G.F. Spassky (1818) e le opere di numerosi altri studiosi che erano allo stesso tempo anche collezionisti di antichità, i quali però riportano solitamente solo brevi menzioni o indicazioni superficiali dei monumenti incontrati28.

Anche nei territori dell'odierno Kazakhstan, a partire dalla seconda metà del XIX sec. si svolsero le ricerche della Società geografica russa -menzioni di monumenti nella regione del Semirech'e si trovano nell'opera di N.A. Abramov (1858; 1859; 1864; 1867; 1867a; 1877)-, e dal punto di vista archeologico cominciarono le ricerche della Commissione archeologica e di altri istituti scientifici come il Museo Storico e la Società Archeologica di Mosca, anche se inizialmente con un carattere piuttosto sporadico. A partire dal 1862 iniziò un nuovo periodo di studio per le antichità del Kazakhstan grazie alla ricerca di V.V. Radlov, nelle regioni di Semipalatinsk e Karkaralinsk, e nella regione delle città di Almaty, Kapal e Sergiopol (moderna Ayagoz). Tra il 1866 e il 1869 avvenne lo scavo di numerosi tumuli, i cui risultati furono pubblicati nella già citata opera "Antichità della Siberia" di V.V. Radlov (1894). Nel 1867, l'orientalista P. Lerch visitò per conto della Commissione Archeologica le rovine di alcune città medievali, fra cui la città di Otrar, una delle più importanti lungo la Via della Seta (Ageeva et al. 1960, 10). Alcune figure di studiosi, soprattutto geologi, come I. Armstrong nel 1861 e N. Abramov nel 1872, lavorarono in questo periodo nel

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Kazakhstan Centrale e Orientale, segnalando e descrivendo i vari monumenti archeologici incontrati (Bendezu-Sarmiento 2007, 21).

Dalla fine degli anni '90 del '800, a causa del sempre maggiore interesse per lo studio delle antichità, nascono un certo numero di società a carattere locale che si occupano dello studio e catalogazione dei monumenti di regioni ben definite, conducendo attività di vario tipo, quali mappatura, descrizione, riorganizzazione del materiale; studio di necropoli, insediamenti, petroglifi e di varie tipologie di materiale, dagli strumenti litici alle monete, dalle ceramiche alle iscrizioni. Tra queste istituzioni possiamo ricordare per esempio la "Commissione scientifica di archiviazione di Orenburg", il "Dipartimento Nord-Siberiano della Società Geografica Russa" di Orenburg (?) e, dal 1902, il suo dipartimento di Semipalatinsk e, infine il "Circolo di appassionati di archeologia del Turkestan (TKLA) fondato a Takshent29 (Ageeva et al. 1960, 12) .

La presa di coscienza e il progredire degli studi non ebbero un andamento lineare, ma procedettero, come abbiamo appena visto, grazie alle attività di vario genere condotte da figure e istituzioni di varia natura e formazione. Un episodio importante è certamente costituito dal viaggio del famoso orientalista V.V. Bartold (1893-1894) che tentò di compiere una sintesi delle informazioni fino ad allora conosciute sulla regione del Semirech'e e affrontò l'analisi di antichi insediamenti e il problema della loro identificazione con località storiche (Bartol'd 1894; 1897). Un altro studioso, V.V. Stasov, sottolineò come i monumenti del Kazakhstan non fossero meno importanti di quelli classici dell'antica Roma, e di fatto fondamentali per lo studio della storia locale30. Tra i membri di questo circolo, N.I Pantusov si dedicò soprattutto al Semirech'e, pubblicando anche una serie di ordini speciali, bilingui, per la protezione delle antichità della regione, e si dedicò allo studio di petroglifi e alla decifrazione di iscrizioni. Un'altra figura di spicco fu V.A. Kallaur, che lavorò soprattutto all'organizzazione per la protezione dei monumenti (Ageeva et al. 1960, 13).

A partire dagli inizi del '900 anche gli scavi cominciarono ad essere più sistematici in numerosi territori, per esempio nella regione di Semipalatinsk, e anche sul

29 Questa organizzazione pubblica fu fondata nel 1895 a Takshent. Il principale animatore della società fu

Wilhelm Barthold, ed essa racchiudeva figure diverse: appassionati di archeologia, studiosi e rappresentanti della conoscenza locale. Il gruppo si interessava di storia locale e per 20 anni lavorò allo studio della cultura materiale dell'Asia Centrale, eseguendo la mappatura e descrizione dei principali monumenti, ma anche operazioni di conservazione e di scavo (Lykoshin 1905; Sviridov 2012, 114). Una caratteristica di questo circolo fu la pubblicazione di centinaia di articoli, tra cui i verbali delle riunioni e le relazioni dei membri del circolo, che recentemente (2011) sono stati ripubblicati dal centro di ricerca di archeologia dell'università internazionale Kazako-turca Yasawi (??) «Protokoly zasedaniy i soobshcheniy

chlenov Turkestanskogo kruzhka lyubiteley arkheologii. Istoriko-kul'turnyye pamyatniki Kazakhstana».

La sua attività era influenzata da una precisa impostazione ideologica, precisamente la ricerca delle origini della razza ariana, ma non tutto il gruppo ne era influenzato nella stessa misura e, nonostante ciò e il suo carattere "dilettantistico", fu un fenomeno importante, testimone del momento di fermento culturale e delle numerose operazioni di ricerca. Fra i membri più attivi del gruppo si possono ricordare V.A. Kallaur, N.N Pantusov, N.P. Ostroumov, A.A. Divaev, I.V. Anichkov e A.A. Semenov (Ageeva et al. 1960,12).

30 Nella recensione del libro di N. Simakov (L'arte dell'Asia Centrale), Stasov esclamò che "i resti della

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versante kazako dei monti Altai31. Anche la Commissione Archivistica di Orenburg era molto attiva in questo campo, su cui emise addirittura una serie di decreti. Utilizzò inoltre questionari appositamente formulati per la raccolta dei dati, tentando dunque di dare una sistematicità al lavoro di ricerca. Figura di rilievo di questa commissione archivistica fu I.A. Castanet, che pubblicò un lavoro riassuntivo sull'archeologia kazaka: "Antichità delle steppe kirghize e della regione di Orenburg" (Castanet 1910). Gli studiosi e ricercatori locali del periodo pre-rivoluzionario dettero un grande contributo all'archeologia del Kazakhstan. Numerosi monumenti descritti nelle loro opere sono purtroppo andati perduti, per cui tali documenti costituiscono l'unica e preziosa fonte di informazione per diversi di essi. Le operazioni di scavo invece continuavano ancora ad essere un'operazione troppo sporadica (Ageeva et al. 1960, 14-17).

Come abbiamo già visto, con l'archeologia sovietica si aprì un nuovo capitolo di questa disciplina, in cui si iniziò a porre una maggiore attenzione e accuratezza alla ricostruzione storica, tentando di collegare il materiale archeologico all'identificazione di uno sviluppo delle società studiate. Per fare ciò si inaugurarono numerosi e soprattutto sistematici scavi archeologici, che niente avevano del "dilettantismo" della fase precedente, ma che ugualmente niente avevano dei moderni metodi stratigrafici scientifici. L'obiettivo dichiarato era quello di indagare tutta la storia del Kazakhstan dal Paleolitico e Neolitico, fino all'Età del Ferro e al Tardo Medioevo. Con la nascita dell'Accademia Nazionale di Storia della Cultura Materiale (GAIMK) nel 1919, conseguentemente iniziarono anche le spedizioni ufficiali organizzate nelle varie regioni.32 Questo portò al superamento della ricerca del "bell'oggetto", a favore di un criterio di "cultura materiale" per ricostruire una "storia universale" (Bendezu- Sarmiento 2007). Per esempio prese avvio, la missione archeologica in Kazakhstan occidentale dove lavorò anche il famoso archeologo M.P. Gryaznov (1927), il quale scavò anche sui Monti Altai nel Kazakhstan Orientale. In questa fase si inaugurarono, sotto la spinta del GAIMK, gli scavi nel Kazakhstan Centrale dove lavorarono illustri archeologi quali M.P. Gryaznov e M.I. Artamonov, mentre l'Accademia di stato organizzò una spedizione, guidata da B.N. Grakov, negli Urali meridionali. Nelle regioni orientali lavorò anche S.S. Chernikov (1949), fra il 1935 e il 1937, ma la spedizione più importante degli anni '30 riguardò il Semirech'e e il Kazakhstan Meridionale, con la spedizione di A.N. Bernshtam (1941; 1948a; 1948b) (Ageeva et al. 1960, 18-19).

Come si può vedere dal numero di spedizioni che nacquero e continuarono a lavorare per anni, il periodo si caratterizzò dunque, come già detto, per un grande fermento e una intensa attività di ricerca. Successivamente, tra il 1941 e il 1945, le indagini archeologiche furono sospese a causa della II guerra mondiale, per poi riprendere in maniera ancora più estesa alla sua fine, grazie anche all'istituzione, nel

31 A.V. Adrianov (1916) per esempio pubblicò il lavoro svolto fra il 1906 e il 1911 nell'opera

"Sull'archeologia degli Altai occidentali".

32 Visto il numero enorme di spedizioni, che a partire dall'inizio del '900, quasi ogni anno hanno lavorato

nelle varie regioni del Kazakhstan, mi sono qui limitato a riportare solamente alcune delle più significative. Per una quadro maggiormente dettagliato delle spedizioni e della relativa bibliografia consultare Ageeva et al. 1960; Bendezu-Sarmiento 2007; Baypakov 1998.

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1946, di un locale dipartimento di archeologia. Esso era di fatto un ramo indipendente dell'Accademia di Scienze della Repubblica sovietica kazaka. Questo ramo costituiva un dipartimento dell'Istituto di Storia, Archeologia ed Etnografia con il nome di Ch. Valikhanov. Fu fondato da A. Kh. Margulan e diretto dal 1955 al 1989 dall'influente archeologo K.A. Akishev (Baypakov 1998, 3). Tutto il lavoro nel territorio kazako fu da allora coordinato da questo distaccamento, e all'interno dell'Istituto si trovano ancora oggi i report e la documentazione di tutte le spedizioni realizzate in territorio kazako (Ageeva et al. 1960, 20).

Tra le spedizioni più importanti degli anni '40 possiamo ricordare quella di A. Kh. Margulan (1948; 1948a; 1948b; 1949; 1951) nel Kazakhstan Centrale, che indagò numerose necropoli dell'Età del Bronzo e del Ferro. Tra il 1945 e il 1958 si sviluppò anche la lunga spedizione nella regione di Kizyl-Orda guidata da S.P. Tolstov il quale studiò in particolar modo il delta interno del Syrdaya. Tra le numerose ulteriori spedizioni possiamo ricordare: la spedizione in Choresmia (la regione del delta dell'Amudarya [antico Oxus] in Karalakpakstan, oggi in Uzbekistan), anch'essa sotto la guida di S.P. Tolstov; dal 1947 la spedizione in Kazakhstan Orientale sotto la guida di S.S. Chernikov (1949a; 1951; 1960); e dal 1955 la spedizione nella regione di Semipalatinsk (VKAE) (Ageeva et. al 1960, 21). Dal 1954 un'importante indagine archeologica è quella promossa dall'Istituto di Storia, Archeologia ed Etnografia dell'Accademia delle Scienze (KazCCP), ovvero la grande spedizione del fiume Ili, guidata dall'archeologo K.A. Akishev (cfr. infra).

A partire dal 1957 l'archeologia del Kazakhstan intraprese una nuova fase: dalle ricognizioni e mappature si puntò in maniera ancora più consistente verso scavi sistematici e di lunga durata, con l'obiettivo di risolvere alcuni grandi nuclei tematici. Possiamo per esempio ricordare le problematiche dell'antica cultura delle tribù del Kazakhstan Centrale, le questioni relative alla storia antica del Kazakhstan Meridionale, dove si affermano gruppi sedentari e grandi città lungo la "Via della Seta" e quelle relative alle tribù nomadi della valle del fiume Ili (Ageeva et al. 1960, 22-24). Queste ricerche hanno poi di fatto dimostrato come il territorio del Kazakhstan sia contraddistinto da una enorme quantità di testimonianze dei periodi antichi.

Il Kazakhstan Centrale visse un precoce sviluppo nei periodi preistorici e durante l'Età del Bronzo si contraddistinse come area di sviluppo di uno dei gruppi appartenenti all'ampia "cultura di Andronovo", ed ebbe un ruolo di primaria importanza anche nel periodo e nella cultura dei "primi nomadi" dell'Età del Ferro. Questo periodo assume aspetti interessanti soprattutto nel Semirech'e, dove le indagini più recenti hanno mostrato la coesistenza di gruppi seminomadici di allevatori e agricoltori (cfr. infra). Per quanto riguarda il Medioevo, i centri più importanti si trovano invece nel Kazakhstan Meridionale, nelle valli del Syr Darya, Chu, Talas, dove si hanno vere e proprie città e insediamenti agricoli, che si caratterizzano inoltre per una larga diffusione dell'irrigazione anche attraverso la creazione di veri e propri canali (Ageeva

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Le principali spedizioni archeologiche continuarono su tutti i territori kazaki: nelle regioni orientali sotto la guida di S.S. Chernikov (1961, 1962, 1965) nel 1960 e di S.S. Sorokin (1961, 1963, 1964, 1966) tra 1959 e 1962; nelle regioni centrali sotto la guida di M.K. Kadyrbaev (1972, 1972a, 1973, 1974) fino al 1979, successivamente di Zh.K. Kurmankulov (Kadyrbaev, Kurmankhulov, Kulik 1982; Kadyrbaev, Kurmankulov 1992) tra 1982 e 1984, e nel 1990, e di S.M. Akhinzhanov (Akhinzhanov

et al. 1988) tra 1985 e1989, indagando città medievali, necropoli e insediamenti dell'Età

del Bronzo, necropoli dell'Età del Ferro, tra cui i "kurgan con i baffi" tipici principalmente di queste regioni del Kazakhstan centrale; nella regione del Semirech'e sotto la guida del già citato illustre studioso A.N. Bernshtam (1949) tra 1947 e1949, e poi di E.I. Ageeva nel 1956, e di K.A. Akishev (1997) nel 1954, e tra 1957 e 1970, e 1990 e 1997. Quest'ultimi due studiosi, insieme a G.A. Kushaev, A.G. Maksimova e T.N. Senigova, redassero la Carta archeologica del Kazakhstan pubblicata nel 1960, che elenca una enorme quantità di siti individuati sui territori kazaki. Anche nel Kazakhstan Meridionale continuarono le spedizioni, sotto la guida di A.N. Bernshtam (1949), poi di A.I. Ageeva tra 1953 e 1954, e tra 1957 e 1959, e infine di K.A. Akishev tra 1971 e 1989, e K. Baypakov tra 1989 e 1998, con l'obiettivo di indagare insediamenti agricoli, città medievali e necropoli (Bendezu-Sarmiento 2007). Dal 1971 un'importante spedizione archeologica fu avviata nel Kazakhstan Meridionale con lo scopo di indagare alcuni siti medievali come Otrar, Kuyuk-Tobe, Kok-Mardan, che per lunghi anni hanno catalizzato le attenzioni degli studiosi dell'Istituto di Archeologia. Tra il 1970 e i primi anni '90 sono state indagate numerose necropoli Saka, ma anche siti preistorici in Kazakhstan Orientale e nel Semirech'e; monumenti e insediamenti dell'età del Bronzo e del Ferro nel Kazakhstan Centrale e Orientale (Baypakov 1998a).

Fino agli anni '90 dunque l'attività di ricerca era stata molto intensa, con un gran numero di ricerche, missioni, scavi e pubblicazioni. Il ruolo di studiosi provenienti da Mosca e San Pietroburgo (S.P. Tolstov, A.N. Bernshtam, M.P. Griaznov, S.S. Chernikov, S.S. Sorokin ecc), i due centri più importanti a livello culturale dell'area sovietica, fu senza dubbio fondamentale nel percorso di formazione dell'archeologia in Kazakhstan, perché tali studiosi condussero numerosissime campagne in regioni differenti, anche se contemporaneamente, ma in misura nettamente minore, venivano condotti anche studi indipendenti da parte di istituti ed enti locali (Baypakov 1998a, 3). A partire dagli anni '70 il Kazakhstan sperimentò infatti la nascita di nuovi dipartimenti, tra i quali laboratori di tecnologia archeologica, musei di archeologia, dipartimenti degli scavi di emergenza in siti sotto costruzione, il dipartimento "of encyclopedic records of

monuments". Nel 1989 tutte queste istituzioni furono riunite nell'Istituto di Archeologia,

all'interno dell'Istituto di Storia, Archeologia ed Etnografia.

Dal momento dell'indipendenza del paese e della fondazione dell'Istituto di archeologia, oggi intitolato al suo fondatore, l'archeologo A.Kh. Margulan, la priorità della ricerca si è concentrata sullo studio del patrimonio storico-archeologico, tentando di sottolineare l'importanza delle tribù e dei gruppi locali e mettendo in evidenza il contributo da loro apportato allo sviluppo culturale dell'area euroasiatica, dal punto di vista culturale, artistico, spirituale, e alla formazione delle prime entità di tipo statale.

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Queste tematiche di ricerca sono indubbiamente legate allo sviluppo di una coscienza nazionale, all'interno della tendenze nazionalistiche a carattere patriottico sorte in Kazakhstan (così come nelle altre Repubbliche ex-sovietiche), dopo l'indipendenza ottenuta nei confronti dell'URSS. In questo clima socio-politico l'attenzione è ricaduta anche sullo studio di gruppi etnici turchi e kazaki, cercando di tracciarne le origini e la storia fino ai periodi più recenti. Grande importanza negli studi è stata attribuita anche all'urbanizzazione medievale e alle sue dinamiche, oltre al suo rapporto con il mondo nomade (Baypakov 1998a, 12-13).

Parallelamente a quanto successo in Russia e nelle altre ex repubbliche sovietiche, i primi anni dopo l'indipendenza costituirono per il Kazakhstan un periodo di transizione e di forte disordine economico, che si riflettè anche sulla pratica dell'archeologia. Il problema principale fu infatti il reperimento dei fondi, poiché i finanziamenti statali erano minimi. Tuttavia la mancanza di finanziamenti non influì sul processo di consolidamento delle relazioni con paesi stranieri, infatti nuove opportunità e contatti si intensificarono fortemente in questa fase. Anche gli archeologi kazaki hanno iniziato negli ultimi anni, a partecipare a conferenze e progetti internazionali, tra i quali il progetto Unesco "Great Silk Road: roads of dialogue"33. Dopo l'indipendenza nacquero anche numerosi progetti di ricerca e cooperazione internazionali promosse e sostenute da istituzioni straniere, con la partecipazione di archeologi russi, francesi, belgi, americani e di altre nazionalità.

Tra i principali progetti internazionali possiamo citare per esempio la spedizione internazionale kazako-francese, fondata nel 1993 sulla base del programma UNESCO di studio dei monumenti e la preparazione della pubblicazione "Corpus of Petrogliphs of

Central Asia". La spedizione, diretta da Z.S. Shamashev e H.P. Francfort, aveva come

obiettivo lo studio dei petroglifi, tra cui la loro schedatura, le analisi geo-chimiche, e lo sviluppo di tecniche di conservazione (Francfort, Klodzinski, Mascle 1990; Francfort et

al. 1993; Francfort 1993; 1996).

Un'altra spedizione inaugurata nel 1993 è quella kazako-russa guidata da Zh.K. Taimagambetov e A.P. Derevianko, per il programma "Paleoecology of the ancient

person and population of the arid zone of Eurasia" e dal 1998 per il progetto

internazionale "Paleolithic of Central Asia" a cui parteciparono anche l'Università Internazionale kazako-turca e l'Istituto di Archeologia dell'Accademia delle Scienze della repubblica dell'Uzbekistan i cui obiettivi prevedevano l'indagine della paleoecologia dei territori euro-asiatici (nello specifico Kazakhstan, Russia ed Uzbekistan), anche attraverso scavi didattici per gli studenti, e la pubblicazione di materiali inediti (Baypakov 1998a, 19-27; Bonora 2015). Queste missioni portarono all'individuazione di numerosi nuovi insediamenti umani datati al Paleolitico (Derevianko et al. 2003).

Risultati degni di nota furono quelli della spedizione internazionale franco- kazako-italiana organizzata a partire dal 1997, con la partecipazione del Centre

National de la Recherche Scientifique francese, del Centro Studi e Ricerche Ligabue di

33 (http://en.unesco.org/silkroad/).

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Venezia, e dell'Istituto di Archeologia di Almaty, che ha avuto come obiettivo lo scavo di alcuni kurgan nelle necropoli di Berel, sui monti Altai, dove sono stati rinvenuti alcuni tumuli gelati di notevole interesse (Francfort, Ligabue, Samashev. 2000; Samashev et al. 2000; Francfort, Ligabue, Samashev 2006). Il Centro Studi e Ricerche Ligabue continuò le ricerche anche in anni successivi in regioni diverse, ma soprattutto nel Semirech'e (Baypakov 2000), dove le ricerche sono state nuovamente rinnovate a partire dal 2012 con una nuova missione archeologica, in collaborazione con l'Università Ca' Foscari di Venezia e l'Istituto Margulan di Almaty, i cui risultati sono in parte descritti nel presente lavoro.

Un'ulteriore missione internazionale è la Missione Archeologica Italiana in Kazakhstan fondata nel 2007 e diretta da G.L. Bonora, che affiancò la Spedizione archeologica di Shirik Rabat guidata da Zh. Kurmankulov nell'esplorazione e studio del delta interno del Syrdarya che ha portato al rilievo topografico della cittadina di Chirik Rabat, lo scavo di alcuni tumuli e mausolei e la scoperta di numerosi piccoli insediamenti (Bonora 2015; Beardmore, Bonora 2008; Bonora, Kurmankulov 2009).

Tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, oltre all'istituto Margulan di Almaty, sono nati in Kazakhstan numerosi altri istituti di ricerca, fra cui possiamo ricordare il BIAA e il laboratorio geoarcheologico. Il BIAA costituiva una branca dell'istituto di Archeologia, ad Astana, fondato nel maggio del 2010, diretto prima da Z. Samashev, poi da A. Ongar e da D. Baytileu, ma oggi chiuso per mancanza di fondi. Questo centro aveva l'obiettivo dichiarato di dare nuovo impeto allo sviluppo dell'archeologia, attraverso la cooperazione con università ed enti, anche internazionali, specialmente in Russia, Germania e Stati Uniti. Queste collaborazioni hanno dato vita ad alcune mostre internazionali, come la grande mostra tenutasi nel 2012 "Nomads and

their relations in space" in collaborazione con l'Institute for the Study of the Ancient World della New York University e lo Smithsonian Institute. Un altra grande e recente

mostra è stata tenuta nel 2013, a Bochum in Germania, dal titolo "Unknown

Kazakhstan. Archaeology in the heart of Asia". L'istituto è riuscito ad allacciare

collaborazioni con istituti di altri paesi asiatici, come alcune istituzioni koreane: il "National Research Institute of Cultural Heritage", l"Eurasia Digital Heritage

Laboratory", l"Institute for Cultural and Regional Studies dell'Università di Hanyang";

numerose collaborazioni con l'"Institute of Geological Scienzes (Satpayev)" per ricerche palinologiche e paleoclimatiche; e una collaborazione con la Nazarbayev University di Astana per studi a carattere paleogenetico.34

Negli ultimi 20 anni ricerche e spedizioni archeologiche sono state condotte anche dai Musei del Ministero della Cultura kazako, fra cui possiamo ricordare il Museo Centrale di Stato, il Museo del Parco Archeologico statale di Otrar, il Museo regionale del Kazakhstan Meridionale di storia locale, il Museo Azret-Sultan.

Il laboratorio di georcheologia è nato nell'aprile del 2004 all'interno dell'Istituto di Scienze Geologiche del Ministero dell'Educazione e delle Scienze del Kazakhstan, in

34 Le informazioni riguardo all'Istituto BIAA sono state rinvenute sul loro sito internet (http://archeo-

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occasione della celebrazione del 70 anniversario della nascita dello scienziato Alan Georgievich Medoev. Nel 2007 l'Istituto formò un dipartimento dell'Istituto kazako di Ricerca Scientifica sui Problemi del Patrimonio Culturale dei Nomadi, e dal 2013 costituisce un centro di ricerca all'interno della Facoltà di Storia, Archeologia ed