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I kurgan delle steppe del Caucaso e delle coste settentrionali del Mar Nero suscitarono le attenzioni degli studiosi solo più tardi rispetto ai kurgan siberiani (Piotrovsky 1973). Nel 1763 un primo kurgan fu scavato nei pressi di Elizavetgrad (attuale Kirovograd) sotto la supervisione del Generale A.P. Melgunov. Già a partire dalla fine del XVIII sec. numerosi viaggiatori, soprattutto europei, riportavano tuttavia notizie sui numerosi grandi kurgan che incontravano durante i loro viaggi e spedizioni di ricerca in questi territori, per esempio i kurgan di Chertomlyk furono menzionati già nel 1781 da parte dell'accademico V.F. Zuev26, ma fino alla metà del XIX secolo gli scavi ebbero un carattere del tutto sporadico. I primi veri scavi che inaugurarono le ricerche archeologiche in questa regione furono condotti non da uno studioso, archeologo od erudito, bensì da un dilettante, Paul Dubrux, responsabile della dogana di Kerch, il

26 «Puteshestvennyye zapiski ot Sankt-Peterburga do Khersona v 1781—1782 godakh» (Note di viaggio

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quale compì le prime ricerche archeologiche proprio nell'area di Kerch (Popescu 2000, 128).

Dopo anni avari di soddisfazioni, grazie anche all'aiuto del governatore Ivan Stempovski, si riuscì a recuperare un ricchissimo corredo proveniente dall'imponente tumulo di Kul Oba (1830) nella città di Kerch. Questo ritrovamento suscitò un grande interesse negli ambienti culturali dell'epoca, e cominciò a dare un volto ai lontani personaggi di un passato storico non chiaramente identificato, ma che, all'interno del mondo culturale russo, iniziarono ad assumere anche un ruolo unificante e simbolico di carattere nazionale, come elemento pan-russo. Fu allora inaugurata una sala nel locale museo di Kerch, contenente le antichità provenienti dal Mar Nero e nel 1854 il curatore del museo dell'Ermitage, L.E. Stephani redasse il catalogo delle "Antichità del Bosforo cimmeriano" (Stephani 1854), un'opera che segnò l'inizio dello studio delle antichità della regione.

Grazie all'istituzione di una Commissione archeologica imperiale, l'archeologia diventava dunque un affare a stretto controllo statale, e cominciarono ad essere organizzati numerosi importanti scavi (Popescu 2000, 129-130) come ad Alexandropol (1853-1856), Chertomlyk (I.E. Zabelin) (1862), Bolshaya Bliznica (1864-1868) e a Olbia (1870-1880), oltre che nella necropoli dei "Sette Fratelli" da parte di Tiesenhausen (1875). A seguito dei numerosi e ricchissimi ritrovamenti soprattutto da parte di N.I. Veselovskij, l'attenzione dei ricercatori e archeologi russi sembrò concentrarsi, per alcuni decenni, verso gli Sciti del Ponto, e si rivolse soprattutto all'annosa questione del loro complicato rapporto con il limitrofo mondo ellenico (Melyukova 1995, 30). Questa discussione, ancora oggi in pieno svolgimento, ha catalizzato per interi decenni gli sforzi di numerosi studiosi. Le scoperte delle ricerche pre-rivoluzionarie furono racchiuse nel lavoro di M.I. Rostovtsev "Skifia i Bospor" (1925), che dopo il catalogo di Stephani costituisce un altro pilastro per lo studio dei ritrovamenti della regione. La fine del XIX e poi gli inizi del XX secolo si caratterizzano per una rinnovata e continua ricerca ed indagine delle testimonianze scite in particolare nell'area della Crimea, soprattutto a partire dal 1945 con la spedizione Tauro-Scita condotta da P. Schultz (Olkhovsky 1995, 63). Schultz era un tecnico minerario che già nel 1903 aveva scavato 4 kurgan nel villaggio di Kelermes (nell'area del Kuban) i quali avevano restituito corredi veramente molto ricchi, tanto che nel 1904 proprio il famoso archeologo N.I. Veselovsky fu mandato a Kelermes ad indagare ulteriori tumuli. Altri scavi furono condotti nel 1898 e fra il 1908 e 1909 a Ulski-Aul, non lontano da Kelermes e Kostromkaya, e nonostante i kurgan fossero stati anticamente depredati, furono raccolti numerosi esempi di arte scita di alto livello (Piotrovsky 1975, 26-29).

Fra il 1905 e il 1907 iniziò l'archeologia che potremmo definire "sarmata"27, con l'individuazione e lo scavo dei primi kurgan da parte di V.A. Gorodtsov (Moshkova

27I Sauromati e Sarmati sono gruppi affini agli Sciti stanziati nella zona del Volga, degli Urali meridionali

e del Kazakhstan occidentale. La discussione riguardante questi gruppi si incentra sul tentativo di identificazione con i popoli citati dagli autori classici. Trattandosi di gruppi iranici e culturalmente affini

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1995, 91), nell'area degli Urali meridionali, lungo e fra i corsi dei fiumi Don, Volga e Ural. Per tutto il corso del '900 sono continuate con grande intensità sia le ricerche archeologiche con carattere sistematico, che le discussioni riguardanti soprattutto la cronologia, l'identificazione di Sauromati e Sarmati, la loro provenienza e i rapporti con i gruppi sciti (Grakov 1947; Smirnov 1964; Skripkin 1984; Ochir-Goryayeva 1988)(Moshkova 1995, 91-95).

Gli scavi e le ricerche nella Scizia propria continuarono con grande fervore e nel 1912 N.I. Veselovsky scavò il kurgan di Solokha, all'interno del quale fu rinvenuta una camera laterale non individuata dai saccheggiatori, che rivelò una ricchissima sepoltura, che conteneva tra l'altro il celeberrimo pettine con scena di combattimento fra due cavalieri e un soldato (Schiltz 1994, 135). Un altro ritrovamento eccezionale avvenne solo nel 1954, quando A.I. Terenozhkin indagò un kurgan nei pressi della città di Melitopol, che restituì un ricco e vario corredo d'oro (Terenozhkin, Mozolevsky 1988). Nel biennio 1960-61 circa 300 kurgan furono scavati dall'Accademia delle Scienze ucraina, a causa di grandi lavori per la realizzazione di un sistema di irrigazione nelle steppe intorno al Mar Nero (Piotrovskiy 1975, 30). Ulteriori importanti ritrovamenti furono effettuati a partire dal 1971 nel kurgan di Tolstaya Mogila scavato da B.N. Mozolevskiy (1979), e a Gaimanova Mogila (Bidzilya 1971) e Babina Mogila (Mozolevskiy, Polin 1987) (Piotrovsky 1975, 31).

Una grande concentrazione di necropoli risalenti all'epoca scita (già dall'VIII sec. a.C.) si ha lungo le pendici settentrionali del Caucaso. Nell'area e nel bacino del fiume Kuban furono scavati alcuni fra i più ricchi kurgan sciti mai trovati, come i già citati kurgan di Kelermes, Komstromskaia e Ulski scavati da N.I. Veselovsky agli inizi del '900 e nuovamente a partire dagli anni '90 da parte di L. Galanina e A. Yu. Alekseyev (Galanina 1983; Galanina, Alekseyev 1990) nella necropoli di Kelermes; da parte di A.M. Leskov nella necropoli di Ulyanskii e di ulteriori limitrofe necropoli; e da parte di archeologi del museo di Krasnodar nell'area del Kuban (Nekhayev 1985) (Petrenko 1995, 7). Negli anni '80 e '90 del 900 scavi furono condotti soprattutto nelle regioni centrali e orientali del Caucaso settentrionale, indagando importanti necropoli nei pressi dei villaggi di Krasnoye Znamya, Novozadennoye e Nartan (Petrenko 1983; 1989), ma anche nei pressi della città di Stavropol (Okhon'ko 1988).

Gli studiosi sovietici continuarono a sviluppare le idee dei loro predecessori, tentando di approntare nuove metodologie per studiare i principali temi sciti. La Scitologia, grazie al contributo di eminenti studiosi come M.I. Artomonov, B.N. Grakov e A.I. Terenozhkin, divenne un argomento di ricerca indipendente, al centro dell'attenzione degli studiosi grazie soprattutto ai numerosissimi scavi del periodo sovietico, particolarmente dopo la seconda guerra mondiale. In questa fase fu inoltre completato lo studio di kurgan aristocratici scavati già nel periodo pre-rivoluzionario (Shilov 1961; Leskov 1974; Boltrik 1981). Numerose ricerche nell'area delle foreste- steppe dell'Ucraina e il ritrovamento di insediamenti di varie dimensioni, talvolta

agli Sciti uno degli aspetti più studiati è proprio il rapporto fra essi e i popoli Sciti (Moshkova 1995; 1995a; Bonora 2005)

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fortificati, soprattutto lungo il medio corso del fiume Dneper (Grakov 1954) e del fiume Don (Melyukova 1989), hanno permesso di indagare i rapporti fra i gruppi nomadi sciti delle steppe meridionali e le comunità agricole stanziali delle foreste-steppe settentrionali (Melyukova 1995, 30-31).

Negli anni 2000 un progetto internazionale (AUSKP-American-Ukrainian

Scythian kurgan project) fra Istituto di Archeologia dell'Accademia delle Scienze

dell'Ucraina e Florida State University ha condotto alcune ricerche su kurgan Sciti, già indagati in passato, delle necropoli di Alexandropol e Krasnokutsk (De Grummond et

al. 2011).

Ricerche molto recenti sono state condotte nella necropoli di Filippovka, nella regione meridionale del fiume Ural circa 100 km a ovest della città di Orenburg, dove gli scavi sono ripresi dopo oltre 20 anni e hanno portato alla scoperta di una sepoltura molto ricca (Yablonsky 2010; 2015; Rukavishnikova, Yablonskiy 2014).