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1. EVOLUZIONE DEL MERCATO DISCOGRAFICO

2.3. IL DIRITTO D'AUTORE IN ITALIA

2.3.4. Critiche e nuova gestione SIAE

La SIAE è da sempre oggetto di aspre critiche in primo luogo legate alla sua inefficienza che si ripercuote sui risultati di gestione. La società, infatti, è generalmente considerata in profondo dissesto soprattutto a causa dell'elevato costo del personale e delle

sue pesanti immobilizzazioni che gravano ogni anno sul bilancio finale. Questo determina ogni anno un margine operativo lordo in costante perdita: deficit di 27 milioni nel 2013, 26 nel 2014 e 20 nel 201592. Il bilancio chiuso al 31 Dicembre 2015, infatti, nonostante il cambio al vertice della presidenza SIAE, ha registrato un valore della produzione pari a 165 milioni a dispetto invece del totale dei costi della produzione che si assestano intorno ai 184,5 milioni di euro. Il motivo è sempre quello che caratterizza i bilanci SIAE da molto tempo a questa parte: una spesa per il costo del personale ancora troppo alta che incide pesantemente sul risultato di gestione evidenziando le notevoli difficoltà che la società incontra in termini di efficienza. Con un costo del personale totale di 85 milioni ripartito tra i 1265 dipendenti, questo determina un costo medio annuo per dipendente di 67 mila euro, una cifra ancora troppo alta.

Il problema del personale, come detto, è sempre stato un punto debole della società. A non aiutare questo fatto, c'è stato anche il problema del nepotismo tra i dipendenti.

Secondo un'inchiesta effettuata dal Corriere della Sera nel 201293, degli allora 1257 assunti a tempo indeterminato, il 42% erano legati da rapporti di famiglia o di conoscenza, inoltre: “dei 559 entrati alla SIAE durante gli anni per chiamata diretta, ben 268 sono parenti. Idem 57 dei 128 reclutati tramite il collocamento obbligatorio. E 55 dei 154 che hanno superato le selezioni speciali. Ma perfino 147 dei 416 assunti per concorso hanno rapporti di parentela”.

Ma non solo. Secondo il Corriere della Sera anche i benefit ai dipendenti sarebbero decisamente esagerati. Indennità per il bucato, indennità di penna, premio operosità, gratifica per l'Epifania. Tutta questo, ovviamente, non fa altro che ripercuotersi sul bilancio di gestione. Il 2015, alla fine, segna un risultato positivo di 315mila euro (l'anno precedente era più di 3 milioni) ma questo è dovuto anche a tutta una serie di servizi che hanno poco a che vedere con il core business dell'azienda e cioè con i proventi derivanti dal diritto d'autore. Come si può vedere dal bilancio 2015 si registrano 28 milioni di compensi per servizi derivanti dall'Agenzia delle Entrate unitamente a più di 5 milioni per compensi e aggi per servizi da parte di determinati enti, tra i quali, l'Agenzia dei monopoli di stato, la FIGC, l'AGCOM. Senza tutte queste serie di entrate che esulano dall'attività principale della società,

92 Bilanci SIAE

93 http://www.corriere.it/cronache/12_giugno_26/grande-famiglia-dipendenti-siae-quattro-su-dieci-legati-da- parentela-sergio-rizzo_37f7a81e-bf53-11e1-8089-c2ba404235e2.shtml

il bilancio probabilmente sarebbe stato in deficit.

A salvare, per di più, il risultato finale di bilancio in questi anni sono i proventi finanziari, cioè le rendite del capitale investito in banche, fondi, obbligazioni e titoli. Capitale investito che, necessariamente, deriva (almeno in parte) da debiti verso i titolari dei diritti cioè gli associati e mandanti, che dallo Stato Patrimoniale del 2015 risultano essere quasi 820 milioni di euro, in aumento rispetto agli anni precedenti (753 milioni nel 2013 e 765 nel 2014).

Dalla Relazione di trasparenza del 2015, inoltre, si evidenzia un fatturato di 782 milioni di euro che però sono comprensivi di quasi 130 milioni derivanti dai compensi della cosiddetta copia privata. La copia privata è il diritto che un soggetto ha di copiare un contenuto legittimamente acquistato su altri dispositivi di sua proprietà per farne un uso privato. Per poter esercitare questo diritto il consumatore è tenuto a pagare una somma che grava sul costo dei supporti in grado di contenere la copia dell'originale (CD, DVD, pendrive,

hard disk, smartphone ecc.). La somma varia in base al tipo di apparecchio che viene venduto.

Questo compenso viene versato alla SIAE dalle società produttrici dei dispositivi che però fanno pesare questo onere sul consumatore finale, aumentando il prezzo del prodotto. Sarà poi compito della SIAE ripartire questi compensi tra i titolari dei diritti d'autore.

Questo contributo è espressamente previsto dalla legge 633/41 ma è stato ampiamente rivisitato e appesantito prima dal Decreto Ministeriale del 2009 e poi dal Decreto Ministeriale del 2014 denominato “Decreto Franceschini”, in nome del Ministro dei Beni Culturali che l'ha promosso.

Ma le critiche non riguardano solo l'aspetto contabile dell'azienda, anche perché si potrebbe obbiettare che la società è senza scopo di lucro, quindi produrre utili non dovrebbe essere l'obiettivo principale della gestione. Gli aspetti negativi, però, riguardano anche le quote di iscrizione, tra le più alte in Europa. Un autore che intende associarsi dovrà versare una quota di iscrizione pari a 282 euro per il primo anno e un contributo annuo di 150 euro94. Unica nota positiva è che adesso gli under 30 possono associarsi in forma totalmente gratuita.

Le polemiche riguardano anche l'eccessivo sbilanciamento dei proventi dei diritti tra i grandi nomi dell'industria discografica e i piccoli soggetti. La maggior parte degli iscritti non riceve alcunché dalla redistribuzione dei diritti, e una percentuale ancora più alta non riesce a

compensare la quota di iscrizione. I criteri per la redistribuzione di quanto derivante dai diritti non è analitica ma statistica. In questa maniera si premia principalmente i big della musica, lasciando fuori gli artisti minori. A questo però non corrisponde un differente contributo annuo perché, in questo caso, sia il grande autore, sia il piccolo interprete che ha registrato un solo disco devono entrambi pagare la quota dei 150 euro annui. Qualcuno ritiene che sarebbe più equo pagare la quota in proporzione al repertorio tutelato.

Ad aumentare lo squilibrio tra le due macrocategorie di associati c'è anche la questione della votazione in assemblea: ovvero in SIAE vale il voto per censo, cioè ciascun associato ha a disposizione un voto, più un voto per ogni euro incassato dai proventi dei diritti d'autore con la conseguenza che gli esponenti più importanti sono anche quelli che decidono le sorti della società a danno, invece, delle piccole realtà.

Le cose in casa SIAE però sembrano destinate a cambiare a detta del nuovo Presidente del Consiglio di Gestione della società, Filippo Sugar (già presidente della casa discografica Sugar Music Spa), che si è insediato nel Marzo 2015. In una prima dichiarazione, Sugar (che risulta essere il più giovane presidente nella storia della società degli autori) definisce già quali sono le sue intenzioni, cioè quelle di “cercare di fare un salto di qualità nel rapporto tra SIAE e i suoi associati e tra SIAE e tutti coloro che ne utilizzano il repertorio, puntando sulla qualità del servizio e sulla digitalizzazione dei dati”95.

Nel 2010, in un'intervista a Repubblica96, era lo stesso Sugar che denunciava gravi problemi di inefficienze della società. Il presidente della casa discografica italiana affermava che la SIAE era un'azienda eccessivamente burocratizzata e lontana dal seguire e sfruttare la rivoluzione digitale che si stava attuando in quel periodo: “C'è una situazione di stallo sugli incassi correnti della musica che languono anche perché la Società non si confronta con il mercato, non svolge adeguati controlli sulle entrate che percepisce dall'estero, è in ritardo nel negoziare con i nuovi utilizzatori: è stata l'ultima a trovare un accordo con iTunes per la vendita dei video musicali, è sistematicamente in ritardo negli accordi con soggetti come YouTube”.

Da questi presupposti quindi si apre la nuova gestione SIAE, e qualche risultato si comincia già a vedere. Prima di tutto vi è stata una sensibile riduzione nella percentuale media

95 http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/03/19/news/siae-109955275/

96 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/02/08/la-battaglia-di-sugar-in-nome- della.html

di trattenuta degli incassi sui diritti da parte della società (dai 15,6% del 2014 ai 15,3% del 2015; nel 2011, per esempio era del 17,7%), ma anche la già citata gratuità d'iscrizione per gli under 30 è frutto della gestione Sugar.

Si sta cominciando, inoltre, ad attuare quel processo di adeguamento alla nuova era digitale che auspicava il presidente della casa discografica italiana già nel 2010: è stato, innanzitutto, introdotto il borderò digitale che prevede una ripartizione analitica degli incassi dei diritti; in questa maniera chiunque può caricare sul sito il repertorio che ha usato in modo che il server della SIAE abbia immediatamente conoscenza di quali brani sono stati riprodotti e può, così, velocizzare tutto il processo e rendere più precisa la raccolta. La società si sta modernizzando anche in tema di controlli avendo stipulato un accordo con una società spagnola che fa analisi delle tracce audio mandate in onda da radio e televisioni.

La SIAE ha di recente preso accordi anche con la Sacem, la società di collecting francese analoga, realizzando una partnership per il lancio di un nuovo servizio, denominato Sharon, che consentirà agli aventi diritto di avere sempre un controllo sull'utilizzo online delle proprie opere. Il sistema è operativo dal 2017 e servirà per colmare il, già citato, Value Gap causato da piattaforme user generated content come YouTube. A detta dei CEO di SIAE e Sacem, Sharon permetterà di identificare e misurare l'utilizzo online delle opere per raccogliere al meglio i dati per la ripartizione dei diritti d'autore da tutti i fornitori di servizi digitali.

Gli elementi positivi si vedono anche nella Relazione sulla trasparenza 2015 che registra una spesa di 1 milione di euro in contributi solidaristici e 1.5, invece, in attività culturali e sociali. 4 milioni di euro sono stati anche stanziati nel fondo di riorganizzazione per l'attuazione del Piano Strategico, e 12,7 milioni sono stati investiti sull'Agenda Digitale, obiettivo primario della nuova gestione.