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1. EVOLUZIONE DEL MERCATO DISCOGRAFICO

1.4. LA CRISI

1.4.3. Napster e la nascita del file sharing

L'mp3, unitamente all'avvento del World Wide Web che permette la possibilità di connettere utenti situati agli angoli opposti del mondo, cambiano radicalmente il modo di intendere la musica. Aumentano gli intermediari e le possibilità di fruizione. Addirittura gli stessi utenti possono diventare autori intervenendo su un brano già esistente e rielaborandolo completamente. Il contenuto della musica viene scorporato dal suo supporto fisico e trasformato in un flusso di codici che permette la sua trasmissione in qualunque luogo e in qualunque momento.

Questa possibilità di distribuire e scambiare agevolmente contenuti attraverso i nuovi canali digitali però rende possibile anche il fatto che il brano stesso possa essere distribuito senza il consenso ed il controllo dei legittimi titolari. Internet comincia a rappresentare un problema per l'industria che tocca il suo picco massimo di fatturato globale di 28,6 miliardi di dollari38, guarda caso nello stesso anno, il 1999, in cui fa la sua apparizione il primo sistema

peer-to-peer della storia: Napster.

Innanzitutto che cosa si intende per peer-to-peer? Con sistema peer-to-peer si indica un modello di rete informatica in cui i nodi non sono rappresentati sotto forma di client e

server fissi, ma sotto forma di nodi paritari (appunto peer in inglese). Ciò significa che il nodo

può fungere sia da client che da server nei confronti degli altri nodi terminali della rete. In questa maniera ciascun nodo è in grado di realizzare un trasferimento, non a caso l'esempio classico di P2P è il file sharing, la condivisione di file.

Napster nasce da un'idea di Shawn Fanning e Sean Parker, studenti poco più che 19enni, che mettono a punto nel 1999: l'utente nel momento in cui si collega alla rete attiva il software che automaticamente si connette ad un server centrale che unisce tutti gli utenti connessi in una grande rete che è la comunità di Napster. Il software, quindi, prende tutti i brani in formato mp3 che l'hard disk dell'utente possiede e li invia al server centrale. In questa maniera chiunque altro sia collegato può compiere delle ricerche in questo grande archivio, mettere a disposizione i suoi mp3 e scaricare il brano che possiede un altro utente. Questa è

esattamente la logica del peer-to-peer.

Il successo del programma è immediato. Per la prima volta il pubblico può usufruire della musica senza pagare nessun costo. Nel giro di pochi mesi, coloro che utilizzano regolarmente Napster diventano 25 milioni, per arrivare a superare i 70 nel suo momento di maggior picco39. I brani in archivio sono centinaia di migliaia, di ogni genere, qualità e tipo.

Gli appassionati di musica hanno la possibilità di scaricare copie di canzoni fino a quel momento difficili da reperire, come ad esempio vecchi successi fuori stampa, registrazioni non ancora rilasciate o canzoni derivate da bootleg. Alcuni utenti scaricano copie digitali di registrazioni che avevano già comprato in altri formati, ma, in realtà la maggior parte degli utenti semplicemente trova conveniente scambiare e scaricare musica gratuitamente.

Altrettanto immediata è la reazione della RIAA (Recording Industry Association of America). La RIIA è un'associazione che rappresenta l'industria discografica americana. I suoi membri sono costituiti dalle più grandi major discografiche e il suo compito più importante è quello di tutelare il copyright degli artisti che rappresenta. Ed è quello che fa nel Dicembre del 1999 quando cita ufficialmente in giudizio Napster presso la corte di San Francisco denunciandolo di violare apertamente le norme sul diritto d'autore ed incentivando l'illegalità40. Da questo momento si apre una battaglia giudiziaria senza precedenti. Nel frattempo Napster cresce sempre di più: arriva a quaranta dipendenti ma con praticamente nessuna entrata economica, se non per dei forti investimenti borsistici che riguardano il titolo41.

A Luglio del 2000 arriva la sentenza dalla corte di San Francisco che dà ragione alla RIAA e impone a Napster di interrompere qualsiasi circolazione non autorizzata di brani musicali coperti da copyright. Poche ore prima, però, che il responso del giudice diventi effettivo, una corte d'appello emette una sospensione che permette in qualche modo la sopravvivenza temporanea del software.

Ma a questo punto, mentre la popolarità di Napster prosegue inesorabile (anche grazie alle stesse vicende giudiziarie, che non fanno altro che accrescere la sua fama), molti artisti come i Metallica e Dr. Dre si schierano in maniera netta contro Napster, reo di

39 http://org.noemalab.eu/sections/ideas/ideas_articles/pdf/cisterino_napster.pdf 40 Francesco Cisternino, Op.Cit.

condividere illegalmente i propri brani. Ma il pubblico risulta sempre dalla parte della società californiana arrivando a vendere all'usato, per protesta, i dischi degli artisti che non condividono l'idea della libera musica di Napster.

Il clima con le Big Five (le cinque maggiori major di quegli anni) è sempre molto ostile tranne che con la BMG: il 31 Ottobre 2000 il gruppo Bertelsmann, proprietario della BMG, rende ufficiale un accordo secondo il quale la casa discografica versa nelle casse della società 60 milioni di dollari da utilizzare per la realizzazione di efficaci misure antipirateria nel software42.

In questa maniera le altre quattro major cominciano rendersi conto che effettivamente l'unico modo per combattere il fenomeno della pirateria è quello di assecondarlo e cercare di controllarlo in qualche modo. Anche Napster sa che la condanna a chiudere potrebbe arrivare da un momento all'altro e quindi è propensa a cercare il prima possibile un accordo con le grandi società discografiche. La società quindi si dichiara disponibile ad escludere tutti i brani indicati dalle varie label, quando queste ne verificano l'effettiva circolazione illegale. Il giudice accetta la “proposta di pace” di Napster e quindi le

major indicano tutti i titoli da eliminare, gli autori e il nome del file associato con la

violazione dei diritti d'autore compiuta dai fruitori del servizio. Questa soluzione soft sembra soddisfare entrambe le parti: Napster ne approfitta per rinfrancare il nuovo corso dell'azienda e l'impegno per rispettare i patti, mentre la RIAA cerca di arginare quella circolazione illegale dei propri brani che si stava realizzando. Le Big Five pubblicano subito una lista comprendente 135 mila brani che scompaiono dal catalogo di Napster.

Questo ovviamente non fa altro che decretare un calo nelle prestazioni di Napster: il numero medio dei file condivisi per persona scende drasticamente dai 220 di Febbraio ai 21 di Maggio; il numero complessivo dei file musicali in circolazione passa dai quasi tre miliardi a 400 milioni; anche gli utenti diminuiscono da 1 milione 500 mila a circa 800 mila43. A questo si aggiunge la stangata finale: l'11 Luglio 2001 il giudice ordina alla creatura di Fanning e Parker l'interruzione immediata del servizio nonostante l'azienda avesse garantito che con il nuovo sistema utilizzato si potesse garantire un servizio quasi completamente legale: i brani fuori legge sono 174 su 950 mila totali44. Il giudice sostiene che un solo brano illegale è

42 Francesco Cisternino, Op.Cit. 43 Francesco Cisternino, Op.Cit. 44 Francesco Cisternino, Op.Cit.

sufficiente per determinare la chiusura del servizio. L'accordo prevede che Napster paghi a titolo di indennizzo la somma di 26 milioni di dollari per i danni causati dall'utilizzo non autorizzato dei brani musicali e 10 milioni di dollari per royalties future. Il 17 Maggio 2002, la società viene definitivamente acquistata dalla Bertelsmann per 8 milioni di dollari45. Il 3 Giugno dello stesso anno, Napster prova ad appellarsi alla procedura concorsuale del Chapter 11 (simile al nostro concordato preventivo con continuità aziendale previsto dall'art. 186 bis LF): si permette alla società di continuare ad operare per cercare di recuperare il proprio dissesto sotto il controllo però dell'amministrazione giudiziaria; come il concordato preventivo italiano, anche in questo caso l'approvazione della procedura deve riguardare la maggioranza dei creditori e questo ne decreta la sospensione del pagamento dei debiti che dovrà poi essere onorata nel corso del periodo di concordato. Il Chapter 11 è una procedura di riorganizzazione delle proprie attività e non di liquidazione. In questa maniera l'azienda dovrebbe rimettersi in sesto tramite un piano di risanamento da attuarsi entro un determinato termine prestabilito, altrimenti si passa alla procedura di liquidazione fallimentare. Come la procedura italiana, anche il Chapter 11 prevede il pagamento dei debiti seguendo un'ordine di priorità; in questo caso però non si parla di crediti prededucibili, privilegiati e chirografari ma di un diverso ordine gerarchico: prima dovranno essere pagati i secured creditor (i creditori garantiti che devono essere soddisfatti interamente nella misura della garanzia), dipendenti, fornitori e infine tutti gli altri.

In realtà il Chapter 11 non verrà mai attuato: il 2 Settembre 2002 il giudice fallimentare blocca la vendita a Bertelsmann imponendo a Napster di liquidare i propri asset secondo le disposizioni del Chapter 7, che equivalgono in sostanza a quelle riguardanti il nostro fallimento; con il Chapter 7 l'impresa cessa la sua attività e un trustee vende tutti i suoi beni e distribuisce il ricavato ai creditori.

La maggior parte dei dipendenti di Napster viene licenziata e il sito web chiude affiggendo la scritta: “Napster was here”46.

Il fenomeno Napster chiude, quindi, nell'arco di soli tre anni. Ma questo è solo l'inizio. Da questo momento si aprirà una fase di circolazione illegale di file mp3 che si protrarrà fino ai giorni nostri e che metterà letteralmente in ginocchio l'intera industria discografica.

45 http://leganerd.com/2013/07/08/napster/

Il futuro del file sharing non sarà caratterizzato dal P2P alla Napster, cioè quello in cui sono presenti client e server, ma dal P2P per così dire puro in cui la condivisone dei file non passa da nessun server, quindi il software non è in grado di controllare cosa viene trasferito, e in questa maniera non risulta giuridicamente perseguibile. Il primo clone di Napster è Gnutella, sviluppato da NullSoft, che oltre al fatto di essere un P2P puro, permette anche lo scambio di altri tipi di file oltre all'mp3. Il fatto di essere open source lo rende assolutamente incontrollabile tant'è che America On Line, proprietaria di NullSoft e stretta collaboratrice della Warner, si rende conto di possedere un'arma che non fa altro che ritorcesi contro. Il software diventa popolarissimo, fino a diventare il prosecutore naturale di Napster. Ma la storia del file sharing è ancora lontana dai veri fasti che si avranno a partire dal 2002 in poi. A farla da padrone saranno software come Mp3.com, Winmx, Bearshare, Kazaa, Morpheus, LimeWire e ovviamente il programma che più in assoluto sarà utilizzato dagli utenti di tutto il mondo e che avrà il maggior successo: eMule.