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1. EVOLUZIONE DEL MERCATO DISCOGRAFICO

1.5. I NUOVI PROTAGONISTI

1.5.1. La rivoluzione Apple

Il modo di ascoltare musica è variato spesso nel tempo: dai cilindri ai 78 giri, per passare ai 33 e 45, alla cassetta, al cd e infine all'mp3. Anche i software utilizzati per l'ascolto hanno subito un profondo mutamento in parallelo al tipo di formato di tendenza. Anche con l'avvento dell'mp3 e soprattutto con questo continuo bombardamento di singoli, lo strumento utilizzato per riprodurre i brani non può più essere il semplice lettore CD. Ed inoltre, ascoltare musica non è più un momento della giornata da dedicarci, ma un compagno quotidiano di moltissimi utenti. Prima con il walkman e poi con il lettore CD portatile, la musica può essere ascoltata ovunque ed in qualsiasi momento. Un ulteriore rivoluzione nel mercato discografico si ha nel 1998, quando viene presentato al CeBit di Hannover il primo lettore mp3: l'MPMan F10 della Saehan Information Systems subito seguito da un modello rivale, il Rio PMP300 della Diamond Multimedia. Questo nuovo strumento si sposa perfettamente con la pratica illegale del file sharing: gli utenti che scaricano i brani su Internet sono adesso in grado di portarli in giro con sé, con un ulteriore danno alle aziende discografiche.

Per una questione di tempistiche nell'arrivo sugli scaffali, il secondo arrivato è quello che riscuote più successo ma anche quello che viene preso di mira dalla RIAA: anche in questo caso, le major discografiche hanno preferito combattere il nemico per vie legali piuttosto che rispondergli sul mercato. L'associazione accusa la Diamond Multimedia di infrangere le leggi sul diritto d'autore perché rea di aver creato uno strumento illegale atto solo a far prolificare la pirateria musicale.

Questi nuovi modelli hanno una memoria flash da 32 mb, misurano circa 16 cm, si collegano al computer mediante una porta parallela e hanno un piccolo monitor LCD in cui vengono visualizzate le informazioni minime relative al brano che si sta ascoltando. Il costo si aggira attorno ai 200/250 dollari49. Da questo momento l'mp3 prenderà sempre più piede a danno delle vendite del cd.

Ma la vera rivoluzione si ha il 23 Ottobre 2001, quando Steve Jobs, CEO della Apple Inc., presenta al mondo il primo iPod segnando l'entrata ufficiale dell'azienda nel mercato della musica digitale.

Fino a quel momento la Apple era un gruppo in difficoltà. Steve Jobs era appena stato richiamato dall'azienda e nominato CEO ad interim ma la società aveva notevoli problemi economici e i margini di manovra sembravano del tutto limitati. Nessuno, forse nemmeno Jobs, si poteva aspettare una reazione del genere da parte del pubblico nei confronti di questo prodotto.

Ma quali sono gli elementi che decretano il successo dell'iPod? Prima di tutto, con i suoi 5 GB di memoria e con le sue contenute dimensioni, permette di portare un'intera libreria musicale sempre con sé: la Apple ha avuto il pregio di assecondare il nuovo modo di usufruire della musica e di cavalcare l'onda. Come già detto, dai primi anni 2000, l'oggetto al centro del mercato discografico non sarà più l'album ma il singolo, e l'utente medio ha necessità di possedere quanti più brani possibile e, perché no, ascoltarli in qualunque momento. Con il nuovo prodotto della Apple, questo diventa possibile.

Come recita lo slogan diventato poi un must: “iPod. 1000 songs in your pocket”. Quello che permette una capacità così vasta in dimensioni così contenute, è un hard disk ultra sottile prodotto dalla Toshiba. Inoltre l'iPod batte la concorrenza anche sulla velocità di trasferire brani dal computer al dispositivo: questo grazie alla connessione FireWire, trenta volte più veloce della USB 1.150. Per finire, l'iPod ha una durata della batteria pari a dieci ore.

Il successo del prodotto è immediato: in pochi anni diventerà il primo vero grande

player musicale. A quel punto, tanti concorrenti proveranno a scalzare l'iPod dalla cima delle

vendite dei lettori mp3, ma nessuno si avvicinerà mai al suo successo: quel che era tecnologia si è fatta moda ed a quel punto la cavalcata non avrà più ostacoli sul proprio percorso.

Inizialmente l'industria discografica risponde con grandissima diffidenza nei confronti di questo nuovo dispositivo, consentendo la trasformazione in file soltanto di alcuni dischi degli artisti più importanti e imponendo, sulle nuove uscite, una copy protection che non permette la possibilità di scaricare i brani sull'iPod, nonostante questo non rappresenti un reato. Quello che l'azienda di Cupertino capisce prima delle case discografiche è che lo scopo dell'utente degli anni Duemila è creare in tempi brevi, senza fatica e senza competenze particolari, una compilation personalizzata da ascoltare su un dispositivo portatile.

Questo atteggiamento si protrarrà per ancora un paio di anni quando le Big Five prenderanno accordi con la Apple per dare vita al catalogo di iTunes Music Store.

In realtà, iTunes viene rilasciato per la prima volta prima del lancio di iPod, precisamente nel Gennaio del 2001. Jobs, nel corso della presentazione, pubblicizza questo

software come il più incredibile jukebox che il mondo abbia visto: questo, infatti, consente di

organizzare la propria musica tramite un'interfaccia semplice ed intuitiva, di conservare i file mp3 ricavati dai CD (ma ovviamente anche quelli scaricati illegalmente) e fare l'operazione inversa, cioè di masterizzare un CD audio partendo dagli mp3 salvati in iTunes. In questa maniera iTunes si presenta come il software ideale dell'iPod.

La vera rivoluzione, che cambierà totalmente le sorti del mercato discografico, si ha però nel 2003 quando appunto Steve Jobs presenta l'iTunes Music Store. Per la prima volta, un'azienda è riuscita a convincere tutte le Big Five del potenziale della musica digitale, la loro unica ancora di salvezza. Il biennio 2001-2003 aveva visto una pesante riduzione delle vendite con un calo del 15% del fatturato globale. La pirateria stava mettendo in ginocchio le grandi major. Ecco, che quindi, l'unica soluzione poteva essere il download legale dei brani.

Il merito degli accordi presi tra le Big Five e la Apple va attribuito ad Eddy Cue, l'attuale vice presidente per internet software and services di Apple. Negli anni antecedenti il lancio della piattaforma, Cue si era impegnato in lunghe ed estenuanti trattative con le major quando queste vedevano ancora Internet come una minaccia piuttosto che come un'opportunità. Il risultato di questi accordi viene presentato il 28 Aprile 2003 da Steve Jobs.

L'iTunes Music Store è un negozio online di musica digitale. Al momento del lancio, la piattaforma vanta un catalogo di 200 mila brani, tutte provenienti dalle cinque major del mercato discografico: BMG, Sony, EMI, Universal e Warner. La prima rivoluzione però sta nel prezzo: il valore di ogni singola transazione è di 0,99 $ per ogni traccia venduta: il 25% viene trattenuto dalla Apple mentre la casa discografica titolare della licenza sul brano incassa il restante 75%51.

Questa drastica riduzione dei costi di vendita porta ad un boom negli acquisti della musica digitale, rubando, sì, grandi porzioni degli utenti del mercato tradizionale, ma anche sopratutto milioni di utenti che prima scaricavano illegalmente la musica. Nella primo mese di vita, la piattaforma registra già la vendita di un milione di canzoni.

Inizialmente, però, il Music Store è un prodotto d'élite, destinato solo a coloro che possiedono un computer Apple e solo negli Stati Uniti, ma nei due anni successivi il software

approda anche su Windows e in Europa. In questa maniera il successo diventa globale e così ampio da sbaragliare tutti i concorrenti: già nel 2004 il Music Store rappresenta il 70% del mercato digitale della musica52.

I fattori del successo sono sotto gli occhi di tutti: immediatezza nell'acquistare la musica, anteprime gratuite di trenta secondi, e la possibilità di trasferire tutte le canzoni in qualsiasi iPod e CD.

Il segreto di Apple consiste nell'aver capito le necessità del cliente di questi tempi: il pubblico è interessato ad acquistare legalmente singoli brani e non invece a stipulare abbonamenti (concezione che si invertirà completamente da lì a qualche anno), cosa che invece propongono tutti i diretti concorrenti come il nuovo Napster del 2005 o Rhapsody. In pochi anni Apple riuscirà a cambiare profondamente il mercato musicale e raggiungerà una posizione dominante che dopo più un decennio ancora nessuno riesce ad insidiare.

Dopo un anno, iTunes tocca il traguardo dei 70 milioni di download e il catalogo dei brani è già il doppio dell'anno precedente53. Da lì in poi, le tappe vengono bruciate in fretta. Dopo la conquista del mercato europeo, nel 2005 il software sbarca in Giappone e nel giro di qualche anno si arricchisce non solo di musica ma vengono aggiunti anche giochi per iPod,

podcast, film e audiolibri: dal 2006, quindi, il nome della piattaforma sarà solo iTunes Store.

Nel 2013 la piattaforma registra il risultato di 25 miliardi di canzoni totali acquistate dalla nascita dello Store54.