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3. CASO PRATICO: LA TEMPESTA DISCHI

3.2. LA TEMPESTA DISCHI S.N.C

3.2.3. La distribuzione del prodotto

Come si è visto nel secondo capitolo, oggi si parla di distribuzione fisica e distribuzione digitale. Nel caso delle grandi etichette, esse hanno un proprio sistema di distribuzione che gli permette di raggiungere la più ampia fetta di pubblico; nel caso invece delle case discografiche più piccole, o si appoggiano direttamente alle major oppure si rivolgono a delle società specializzate in questo settore. Per quanto riguarda La Tempesta, anche in questo caso, questa utilizza più vie: di default collaborano con uno o due distributori, ma spesso vengono anche distribuiti da altre società o dalle major stesse.

Per quanto riguarda la distribuzione fisica, di norma la maggior parte dei gruppi esce con la Master Music. Questo era un grossista attivo da una trentina d'anni a Piacenza che nel 2013 accolse nel suo organico Eugenio Cervi121, colonna portante della Venus che, qualche

mese più tardi venne dichiarata in fallimento. Cervi vantava un'esperienza ventennale nell'ambito della distribuzione come label manager e direttore vendite nella Venus e, con il suo approdo alla Master Music, ebbe il compito di trasformare la società emiliana in un polo distributivo di etichette discografiche. Infatti La Tempesta, che aveva trovato in Cervi un punto di riferimento, lo seguì e adesso è uno dei principali distributori dell'etichetta.

Solitamente però le case discografiche, se non si autodistribuiscono, hanno dei contratti di esclusiva con le major o con le società distributrici, mentre, nel caso de La Tempesta, anche in questo ambito, è lasciata molta libertà ai singoli gruppi. Se infatti qualcuno preferisce essere distribuito con società diverse, sarà compito di Molteni fare in modo che ciò accada e questo determina, quindi, un'impossibilità nello stipulare accordi di esclusività con l'etichetta friulana.

Per l'ultimo lavoro de Il Teatro degli Orrori, per esempio, la società ha preso accordi con Artist First, una delle più importanti aziende distributrici italiane. Amministratore delegato della Artist First è Claudio Ferrante, già ex direttore generale della Carosello Records, che, con un passato nella storica etichetta discografica, ha fondato questa società distributrice con lo scopo di valorizzare al massimo il lavoro degli artisti e, come si evince dal nome, di metterli al primo posto. Grazie agli accordi stipulati con Log Service, importante società di logistica e trasporto dei prodotti, la Artist First raggiunge più di tremila punti vendita122, insidiando così anche la distribuzione delle major. Solitamente la società ha dei contratti di esclusiva con le singole etichette, cosa che ovviamente non accade con La Tempesta.

Come già detto, alcuni lavori de La Tempesta sono stati distribuiti anche dalle major, come gli stessi Teatro degli Orrori o i Tre Allegri Ragazzi Morti, che fecero uscire un disco con la Universal o Le Luci della Centrale Elettrica, i cui album vengono distribuiti dalla Sony. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione digitale, la casa discografica friulana si appoggia principalmente a Believe Digital, società leader nella distribuzione e nei servizi digitali per le etichette indipendenti. Si tratta di una multinazionale, con sede principale in Francia, che opera in tutto il mondo nell'ambito della distribuzione audio e video digitale. Nata nel 2005, quando la rivoluzione digitale era alle porte, ha saputo sfruttare il periodo di grande cambiamento che il mercato discografico stava attraversando e fornire un servizio

laddove nessuno (major in primis) aveva ancora puntato. Oggi vanta più di otto milioni di brani nel suo catalogo, più di 500 dipendenti, 29 uffici in tutto il mondo123, tre solo in Italia, e opera con oltre 350 piattaforme digitali124, comprese, quindi, le più importanti, quali Spotify, Apple Music, YouTube, Deezer, Pandora, Google Play ecc. (le società come Believe, infatti, vengono definiti aggregatori, perché, appunto, comprendono tutte le piattaforme). Il core

business dell'azienda è la distribuzione digitale audio e video, ma si occupa anche di

distribuzione fisica, digital marketing e servizi di promozione più tradizionali, sincronizzazione e gestione dei diritti connessi e anche servizi discografici completi in quanto, al suo interno, ha una etichetta discografica propria, la Believe Recordings.

I risultati positivi aumentano di anno in anno e aumentano anche le risorse umane e tecnologiche della società. Ogni etichetta o artista che pubblica i suoi dischi tramite Believe Digital può accedere a report dettagliati sulle statistiche di ascolto dei brani, sia a livello generale, sia specifico per ogni piattaforma in modo da rimanere sempre aggiornato sui propri risultati e muoversi di conseguenza. Come Artist First, anche Believe Digital ha un potere tale da entrare in competizione con la distribuzione delle major, nonostante abbia dei clienti che, come La Tempesta, sono strettamente indipendenti. La divisione italiana della società è guidata da Luca Stante, che nel 2005 era l'unico collaboratore non francese.

In sostanza, quindi, La Tempesta, come molte altre etichette discografiche indipendenti, pubblica le proprie uscite in digitale tramite Believe Digital. In passato la società francese e quella friulana hanno provato a sancire degli accordi di esclusività, in modo che tutti i lavori digitali Tempesta uscissero con Believe. Alla fine, l'etichetta ha preferito rimanere slegata anche da questo vincolo soprattutto per il fatto che Believe chiedeva che ogni artista si legasse alla casa discografica con dei contratti veri e propri, altrimenti l'accordo di esclusività non avrebbe avuto praticamente senso, perché sì, l'etichetta sarebbe stata vincolata a questo ma non lo sarebbero stati i suoi artisti. Ma la politica societaria de La Tempesta è stata sempre quella di lasciare ai gruppi il massimo della libertà, e quindi gli accordi sono saltati.

L'etichetta, quindi, non opera solo con Believe Digital ma anche con altre importanti società multinazionali concorrenti come, per esempio, The Orchard, azienda attiva dal 1997 e attualmente di proprietà della Sony Music Entertainment, che si occupa anche di distribuzione

123 http://www.allmusicitalia.it/interviste/intervista-luca-stante-believe-digital.html 124 http://www.believemusic.com/solutions-audio-distribution/

video e di film.

La distribuzione digitale è diventata un elemento fondamentale per l'intero mercato discografico, e, quindi, anche per La Tempesta. In passato, l'etichetta, per produrre i propri lavori, si affidava, come già visto, agli anticipi del distributore e a quello che ricavava vendendo i 12/24 della proprietà dei diritti di pubblica esecuzione e di riproduzione fonomeccanica alla società editrice. Oggi, prima di tutto, La Tempesta ha aperto la propria struttura delle edizioni, in questa maniera i diritti d'autore connessi sono al 100% di proprietà della società e quindi le royalties che raccoglie la SIAE per quei lavori pubblicati con le edizioni Tempesta, vanno tutte nelle casse della società, non vi è più una società editrice intermediaria. D'altra parte però non vi sono più i ricavi derivanti dalla vendita anticipata di tali diritti. La produzione dei dischi, infatti, oggi avviene sì, con gli anticipi del distributore fisico come era in passato, ma anche e sopratutto con quelli del distributore digitale, che quindi tratterranno dai ricavi derivanti dalle vendite degli album, oltre alla normale percentuale accordata, anche gli anticipi forniti per finanziare il lavoro.

Questo tipo di finanziamento, però, funziona, il più delle volte, solo con gli artisti che hanno già un seguito. Per i lavori dei nuovi talenti dell'etichetta, invece, è più facile che sia la società stessa a finanziarli.

Rimanendo nell'ambito della distribuzione generale, anche per quanto riguarda La Tempesta, Spotify merita una menzione particolare. Anche per la società discografica friulana, l'avvento di questa piattaforma streaming ha provocato una sorta di seconda giovinezza perché ha permesso ad un'importante fetta di nuovo pubblico di accorgersi e di apprezzare i prodotti de La Tempesta. Spotify ha, infatti, permesso di avvicinare la musica più mainstream e quindi con più seguito, a quella maggiormente di nicchia e indipendente dalle major. E di questo ne ha tratto godimento anche La Tempesta.