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3. CASO PRATICO: LA TEMPESTA DISCHI

3.1. CENNI STORICI

3.1.3. La consacrazione del marchio

Nel frattempo quindi, cresce l'attenzione per la musica indipendente e in parallelo cresce La Tempesta. Nel 2009 il collettivo decide di realizzare un festival al Circolo Magnolia di Milano a cui parteciparono tutti gli artisti presenti in catalogo. È un importante evento promozionale sia per i singoli gruppi, in quanto permette loro di suonare di fronte ad un pubblico più vasto di quello a cui normalmente sono abituati, sia, di riflesso, per l'intera etichetta; un po' perché questo fa sì che venga consolidata la sua posizione nel mercato indipendente italiano e la visione d'insieme che il pubblico ha della casa discografica come grande famiglia di artisti, e un po' perché ciò che beneficia i singoli gruppi, necessariamente va a vantaggio anche dell'intera società.

appuntamento fisso. Il secondo, stavolta, viene realizzato a Ferrara nel 2010 e coincide con il decennale dell'etichetta. La piazza del Castello Estense si riempe di cinquemila persone e l'evento è sold out. Visto l'incredibile riscontro, i festival de La Tempesta diventano due ogni anno: uno in inverno che ha come location fissa il Rivolta di Marghera, e uno in estate sempre in località diverse. Questo fino al 2014, quando si decide poi di renderlo solo annuale e solo al Rivolta poiché la società si rende conto che l'evento è, sì diventato un appuntamento fondamentale nel panorama della musica italiana, ma anche un dispendio di forze, di tempo e di spese che l'etichetta fatica a sopportare. L'idea, in futuro, sarà probabilmente quella di riproporlo a distanza di qualche anno l'uno dall'altro, di modo da mantenere sempre un certo

hype tra il pubblico e di proporre progetti e dischi sempre nuovi.

Col tempo il marchio Tempesta continua a crescere sia a livello di importanza nel mercato discografico italiano perché nel 2010 viene insignita del premio miglior etichetta al MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, sia come gruppo perché, sempre nel 2010, viene fondata La Tempesta International. Fino a quel momento il core business della società è produrre dischi cantati in italiano per affermarsi e radicarsi quanto più possibile in quel mercato. Questo, quindi, rende il target della società piuttosto limitato perché non le consente di raggiungere un pubblico più vasto, cioè, potenzialmente, quello internazionale. L'etichetta, quindi, decide di allargare il proprio bacino di clienti e creare La Tempesta International. L'operazione è diretta da Enrico Molteni e da Giulio Favero, chitarrista e produttore de Il Teatro degli Orrori, e dei One Dimensional Man. Proprio quest'ultimo è il primo gruppo che fa uscire il disco per La Tempesta International. Si tratta, sostanzialmente, di una divisione interna che si differenzia dall'attività principale della società solo da un punto di vista linguistico. L'idea è quella di “far conoscere la nuova musica italiana all'estero, o la nuova musica straniera in Italia, senza limiti di lingua e di genere”107. A fare la fortuna di questa operazione è stato l'avvento del digitale perché questo ha permesso all'etichetta di distribuire con facilità i nuovi lavori internazionali all'estero e quindi a raggiungere quel pubblico che in dieci anni di attività non era stato possibile raggiungere. A distanza di sette anni dalla nascita sono numerosi i progetti che hanno ricevuto un discreto seguito non solo in Italia ma anche all'estero, come, ad esempio, Aucan, Mellow Mood, Iori's Eyes, Godblesscomputers ecc..

Nel corso degli anni La Tempesta ha acquisito sempre più notorietà e importanza nel

panorama musicale italiano e il fatto di essere un'etichetta molto più longeva rispetto alle concorrenti, gli ha permesso di mantenere immutata nel tempo la sua immagine tanto che adesso se si parla di case discografiche indipendenti italiane, La Tempesta deve, per forza di cose, essere citata tra i primi nomi. È cambiata la visione che il pubblico e gli addetti ai lavori hanno della società. Sono cambiati i rapporti che l'etichetta ha con le band che fanno parte del

roster ma anche con le società a cui La Tempesta si appoggia. Le stesse major hanno

cominciato a prendere accordi con l'etichetta, ed infatti diversi dischi dei gruppi più influenti del collettivo vengono distribuiti da grandi colossi come Sony e Universal. Nonostante questo corteggiamento, comunque, la società ha sempre voluto restare indipendente perché è un elemento imprescindibile della propria vision ed è ciò che l'ha resa quello che è. Ci sono stati, infatti, casi in cui una major era interessata a stipulare un contratto di esclusività per la distribuzione dei prodotti della società, ma alla fine si è preferito continuare con le proprie forze, quelle stesse forze che hanno portato il marchio all'apice del mercato indipendente italiano.

Nel contesto odierno la situazione è notevolmente cambiata rispetto ai primi anni Duemila, quando la società nasceva. C'è molta più attenzione alla musica indipendente e questo ha permesso alle etichette italiane di crescere e di radicarsi nel territorio. I media tradizionali, quali radio e TV, specialmente i network più importanti, hanno quasi sempre snobbato questo tipo di musica, fornendo spazio solo agli artisti delle major. Oggi, invece, non è più così. Con le nuove piattaforme di download e di streaming musicale le giovani band indipendenti sono riuscite a raggiungere un bacino di utenza molto più vasto rispetto a qualche anno fa e, quindi, ad arrivare all'attenzione dei media più noti. Network come Radio Deejay hanno cominciato sempre di più a mandare in rotazione questo tipo di brani. Gli stessi Tarm, dopo più di vent'anni di attività, sono entrati in programmazione su diverse radio nazionali con i lavori più recenti. Ed anche se la concorrenza de La Tempesta è diventata molto più accesa rispetto ai primi anni, questo non necessariamente è un male. Più il pubblico acquista questo tipo di prodotti, più l'attenzione nei loro confronti aumenta e a beneficiarne è l'intero panorama indipendente italiano. Anche i rapporti con i big della musica sono notevolmente cambiati: ne è un esempio Jovanotti che in due diversi tour ha fatto aprire i propri concerti a due punte di diamante del roster Tempesta: Le Luci della Centrale Elettrica e gli stessi Tre Allegri Ragazzi Morti.

Per il futuro, la società ha in cantiere la creazione di un progetto denominato La Tempesta Di Carta. L'idea è quella di realizzare la traduzione dei libri di biografie di alcuni artisti stranieri. Verranno prodotti quattro titoli all'anno, ciascuno con una veste grafica comune e con una prefazione scritta ogni volta da artisti italiani differenti. In questa maniera si abbinerebbe al “concetto” Tempesta una serie di storie “rock'n'roll” di artisti che hanno fatto la storia della musica. I lavori saranno poi proposti e venduti ad un'importante società editrice italiana.