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Cap II: Storia della Titanus

II.8. Dopo la chiusura del ramo produttivo

L’alta esposizione finanziaria nella quale si trova la Titanus nel 1964 costringe Lombardo a un gesto drastico:

Le strutture tanto faticosamente e orgogliosamente sostenute per anni vengono smembrate: i teatri di posa della Farnesina vengono venduti, e dopo qualche anno la stessa sorte subiranno quelli della via Appia e le sale cinematografiche di Napoli; gli impianti per il doppiaggio di via Margutta vengono ceduti a una cooperativa formatasi tra i dipendenti della Titanus trovatisi da un giorno all’altro senza lavoro. (Bernardini – Martinelli [1986] 2004, 217).

Nonostante cessi l’attività produttiva, la Titanus rimane però in piedi sul piano della distribuzione, grazie a un salvataggio operato con i capitali della Edison: il rapporto con la «22 dicembre» di Olmi e Kezich, per quanto non molto proficuo sul piano della resa commerciale dei prodotti, si rivela essere in questo senso fondamentale97, dal momento che sarà la Edison, comproprietaria della piccola società, a impegnarsi nell’acquisto del pacchetto di maggioranza della casa di Lombardo.

Il listino della Titanus, negli anni ’60 e ’70, torna a conformarsi alla politica degli anni immediatamente successivi alla crisi del 1954-1956: si va infatti da prodotti di fascia bassa o medio-bassa – diversi musicarelli, alcuni gialli tra i quali spicca la “trilogia degli animali” realizzata da Dario Argento e prodotta da suo padre Salvatore, alcuni polizieschi – e altri di fascia media, come le commedie all’italiana della Fair Film di Mario Cecchi Gori, mente sporadici accordi con alcune majors hollywoodiane consentono di inserire nel proprio listino anche prodotti americani di buon livello; tuttavia il percorso non è immune da incidenti e alla fine del 1978 un nuovo crack costringe la casa ad alienare i propri magazzini e i diritti di sfruttamento del proprio listino, che vengono acquistati dall’emittente Telemilano di proprietà di Silvio Berlusconi98. Anche in questo caso, la compagnia di Lombardo riesce a risollevarsi: non soltanto continua l’attività di distributrice, ma dopo aver sporadicamente prodotto film di scarso rilievo nel corso degli anni ’70, nel 1986 cerca di tornare alla ribalta con un film impegnativo come Il camorrista (Giuseppe Tornatore), che viene realizzato in coproduzione con Reteitalia (una società controllata dalla Fininvest di Berlusconi) ed è ispirato alla figura del criminale Raffaele Cutolo. Si tratta ancora una volta di un

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Sebbene la «22 dicembre» avesse prevalentemente rapporti con la Galatea (cfr. VENTURINI 2001), l’ultima fase della sua storia è legata indissolubilmente al crack della Titanus. Così KEZICH (1988, 78) ricorda la vicenda: «La vicenda della “22 dicembre” ha ancora in serbo un ultimo colpo di coda. Si comincia a discutere con Goffredo Lombardo la possibilità che la Edison, tra i molti investimenti variamente differenziati possa entrare nella nuova Titanus ormai divenuta una società di distribuzione. I viaggi di Lombardo a Milano diventano frequenti: [il segretario generale della Edison] Janni trova che la proposta può rappresentare un salvataggio di tutta la nostra attività, altrimenti condannata a un bilancio in rosso, e una buona prospettiva per il futuro. Alcuni funzionari inviati a Roma per controllare la situazione della Titanus si stupiscono che nel cinema ci sia una società con una struttura professionale, e i libri contabili a posto. […] Dopo molte trattative, la Titanus acquista la “22 dicembre” azzerando i nostri debiti e anche le nostre quote di soci minoritari, e la Edison acquista la maggioranza del pacchetto Titanus.»

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Così racconta la vicenda FRECCERO (2007, 103-104), che fu uno dei primi programmatori di Telemilano: «Lombardo aveva fatto bancarotta per un flop di Lina Wertmüller con la Loren, Fatto di

sangue fra due uomini per causa di una vedova. Pochissimi mesi dopo un imprenditore edile rampante

del nord Italia si sarebbe comprato tutto il magazzino della ditta. Comprò tutto quello che c’era dentro,

sine die o con un numero di passaggi praticamente illimitato, per la somma forfettaria di un miliardo.

Lombardo jr. si rifiutò di cedere solo il film che vent’anni prima lo aveva mandato a gambe all’aria e che perciò lui amava alla follia, il super gioiello della famiglia Titanus: Il gattopardo. […] Questi trecentocinquantasei film costituirono la prima enorme fortuna di Silvio Berlusconi. Fecero un numero incredibile di passaggi e incassarono ascolti e pubblicità infiniti.

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esperimento sfortunato: il film – che avrebbe dovuto uscire in due versioni, una di 150 minuti da distribuire nelle sale cinematografiche, e una di circa 300 da trasmettere sulle reti Fininvest – viene bloccato per effetto di una querela sporta dall’assessore democristiano Ciro Cirillo, che si riconosce in uno dei personaggi, mentre la versione televisiva non viene mai trasmessa. Tuttavia, si tratta di un’operazione importante perché indicativa della nuova direzione che sta assumendo l’industria cinematografica italiana: mentre le majors hollywoodiane avevano compreso rapidamente la necessità di collaborare con il nuovo concorrente rappresentato dalla televisione, e di conseguenza avevano aperto dei rami improntati alla produzione per il nuovo mezzo, in Italia le case produttrici avevano ignorato il problema almeno fino alla fine degli anni ’70, quando sono state colpite dall’ultima irrisolvibile crisi e, per effetto dell’ingresso sul mercato delle televisioni private, si è verificata un’emorragia di spettatori che non si sarebbe mai più fermata. Negli anni ’80, in uno scenario nel quale gli investimenti nella produzione cinematografica vengono ormai effettuati dalle televisioni – che svolgono quella funzione di committenti fino a pochi anni prima riservata ai distributori – alle case italiane rimaste attive non resta dunque che cercare di realizzare prodotti adatti al mercato televisivo, che diviene il loro principale punto di riferimento. Dagli anni ’90 in poi il ruolo della Titanus diviene perciò quello di realizzare serie tv da trasmettere sui canali della tv statale: un’attività che la casa svolge tuttora con successo, in un contesto in cui – sia in Italia che nel resto d’Europa – il cinema si è in buona parte trasformato in un produttore di contenuti finalizzati alla fruizione televisiva.

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Capitolo III: I modi di produzione della Titanus negli anni