Plenary Session
Session 2 Silviculture, biodiversity and wildlife
S. 2.09 La micoflora della Foresta di Vallombrosa Mappatura e stato di conservazione
Giovanni Galipó, Massimo Antonini, Daniele Antonini
Parole chiave: macromiceti; mappatura; conservazione habitat; Foresta di Vallombrosa.
Studi micofloristici nella Foresta di Vallombrosa (Firenze, Toscana), sono stati condotti nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’allora Ufficio per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato, oggi Raggruppamento Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri nel biennio 2013-2014. L’attività di ricerca produsse una check-list preliminare di oltre 1000 taxa di macromiceti.
L'importanza dello studio e della conservazione dei macromiceti della Foresta di Vallombrosa (una delle 130 Riserve Naturali dello Stato) si origina dagli aspetti storiografici del territorio in esame che possiedono i caratteri della unicità e rappresenta un elemento imprescindibile per una adeguata pianificazione forestale. Fin dal XVII sec. troviamo testimonianze sull'interesse dei funghi della Foresta, attraverso gli studi condotti da alcuni monaci vallombrosani, successivamente ampliati dallo scienziato e naturalista fiorentino Pier Antonio Micheli nella prima metà del 1700, fino ad arrivare alle indagini dell'abate trentino Giacomo Bresadola intorno al 1900; personaggi che hanno contribuito ad accrescere la notorietà di Vallombrosa tanto da essere considerata da molti micologi come la “culla della moderna micologia”. Hygrophorus marzuolus (Fr.) Bres., una specie localmente conosciuta con il nome dialettale di “dormiente”, fu descritto originariamente proprio da Micheli in queste abetine ed è tuttora presente nella Foresta a distanza di quasi tre secoli dalla sua scoperta.
Dopo quasi un secolo privo di studi sistematici in loco, ulteriori preziose informazioni sulla componente micofloristica sono arrivate da una serie di giornate di studio che si sono susseguite nell'ultimo decennio. Le indagini della fase progettuale hanno invece interessato le tipologie forestali più significative sotto il profilo della naturalità e del valore storico-paesaggistico. Nel corso dei monitoraggi sono stati elaborati i dati ecologici relativi a ciascuna popolazione fungina osservata, documentando i reperti con immagini digitali e prelevando campioni successivamente analizzati in laboratorio e conservati come exsiccata in un apposito erbario micologico. Ogni taxon è stato inoltre sottoposto ad approfonditi studi tassonomici basati su esami macromorfologici, chimici, microscopici e bibliografici, permettendo una adeguata classificazione speciografica e sistematica.
In rapporto all'estensione del territorio, che ricopre una superficie di 1273 ha, e al breve periodo di indagine, il numero dei macrofunghi censito è da considerare ragguardevole, sia per la ricca micodiversità evidenziata, sia per i numerosi taxa rari presenti. Significativo il dato in cui almeno il 30% delle specie censite siano considerate a rischio di conservazione e inserite in varie Red-lists a livello regionale ed europeo e alcune proposte per l'inserimento nella “IUCN Global Fungal Red-list”. L'analisi dei dati sulle popolazioni ha inoltre permesso di evidenziare 14 microaree, estese da 1 a 10 ha, denominate Hot Spots micologici, selezionate in base alla maggiore concentrazione di specie a elevato interesse scientifico e conservazionistico.
Le peculiarità ecologiche consentono ai macrofunghi un ruolo fondamentale negli ecosistemi, essendo bioindicatori per eccellenza. L'equilibrio tra specie micorrizogene e saprobionti può determinare una migliore successione fitodinamica delle associazioni vegetali. In proposito si evidenziano alcune abetine d'impianto ad Abies alba collocate in prossimità delle fonti dei Camerlenghi, di Santa Caterina e a Villa del Lago, oltre alla faggeta presso Croce Vecchia; ambienti dove le specie ectomicorrizogene sono più rappresentate, con numerosi taxa appartenenti ai generi Cortinarius, Amanita, Cantharellus, Boletus s.l., Russula, Lactarius ecc. L'area prativa estesa tra l'Abbazia e la stazione forestale, notoriamente esposta a azioni notevole pressione antropiche antropiche, ha rivelato una inattesa quanto eccezionale ricchezza di saprobionti e di specie caratteristiche delle cosiddette grasslands particolarmente sensibili agli agenti inquinanti, tanto che i micologi inglesi li raggruppano sotto l'acronimo di “CHEGD Fungi”, ovvero rari taxa appartenenti aI generi Dermoloma, Hygrocybe, Cuphophyllus, Camarophyllus e alla famiglia delle Entolomataceae. Inoltre, per effetto della particolare collocazione geografica e grazie alle fasce altitudinali comprese tra i 450 e i 1450 m s.l.m., nella Riserva incontriamo
IV Congresso Nazionale di Selvicoltura - Torino, 5-9 Novembre 2018
Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 55 numerosi microclimi, i quali determinano peculiarità micogeografiche di rilievo, come specie tipiche della fascia altimontana appenninica collocate a breve distanza da altre della fascia submediterranea.
Tra le criticità emerse, risulta particolarmente invasiva la presenza del parassita Heterobasidion abietinum Niemelä & Korhonen, che ha letteralmente colonizzato intere abetine, come ben evidenziato dalle radici esposte e dai numerosi alberi abbattuti a seguito delle tempeste di vento del 2013 e del 2015.
Le indagini preliminari sulla micoflora della Foresta di Vallombrosa hanno dunque evidenziato un patrimonio micologico meritevole di ulteriori approfondimenti con studi specifici sulla sua componente effettiva, sulla tassonomia dei taxa più critici, avvalendosi anche dell'uso delle moderne tecniche molecolari; sulla tutela delle specie e degli habitat più vulnerabili, mediante una accurata geolocalizzazione dei dati sulle popolazioni e con l'istituzione di particelle sperimentali finalizzate alla naturalizzazione degli habitat micologici e alla relativa cenologia. Lo studio conferma che la pianificazione di un sistema biologico dotato di un livello di complessità così elevato non può prendere in considerazione la sola componente arborea, ma deve prendere in considerazione tutti gli elementi che caratterizzano la biodiversità dell’ecosistema.
The mycoflora of Vallombrosa State Nature Reserve: Mapping and Conservation Status Keywords: macromycetes; mapping; habitat conservation; Vallombrosa forest.
Micofloristic studies in the Vallombrosa Forest (Florence, Tuscany), were conducted as part of a research project funded by the then Biodiversity Office of the State Forestry Corps, today Grouping Biodiversity of the Carabinieri Army in the two years period 2013-2014. The research activity produced a preliminary check-list of more than 1000 taxa of macromycetes. The importance of the study and conservation of the macromycetes of the Vallombrosa Forest (one of the 130 Natural Reserves of the State) originates from the historiographical aspects of the territory in question which can be considered an essential element. Since the seventeenth century testimonies on the interest of forest mushrooms, through the studies conducted by some Vallombrosan monks, subsequently expanded by the Florentine scientist and naturalist Pier Antonio Micheli in the first half of the 1700s, until the events of the Trentino abbot Giacomo Bresadola around 1900; characters that have contributed to increase the notoriety of Vallombrosa so much to be considered by many mycologists as the "cradle of modern mycology". Hygrophorus marzuolus (Fr.) Bres., A species locally considered with the dialect name of "sleeper", was originally from Micheli in these words is still present in the Forest at the distance of almost three centuries since its discovery. After almost a century without systematic studies on site, additional valuable information on the micofloristic component came from a series of study days that have followed in the last decade. The researches of the design phase have instead interested the most significant forest types in terms of naturalness and historical-landscape value. During the monitoring, the ecological data relating to each observed fungal population are processed, documenting the findings with digital images and taking samples subsequently analyzed in the laboratory and stored as exsata in a special mycological herbarium. Each taxon has also been subjected to extensive taxonomic studies on a macromorphological, chemical, microscopic and bibliographic basis, allowing a specific and systematic compliance. In relation to the extension of the territory, which covers an area of 1273 ha, and the short period of investigation, the number of registered macropheas is to be considered considerable, both for the wealth and for the exposure. Significant is the data in which at least 30% of the species recorded are considered a risk of conservation and inclusion in various red and global lists of mushrooms "IUCN Global Fungal Red-list". The analysis of the data on the hypotheses allowed to highlight 14 micro-areas, extended from 1 to 10 ha, called Mycological Hot Spots, selected on the basis of greater pollution of species of scientific interest and conservation. Ecological peculiarities are a fundamental role in ecosystems, being bioindicators par excellence. The balance between mycorrhizogenic species and saprobionts can include a better phytodynamic sequence of plant associations. In this regard we highlight some abetine plants at Abies alba located near the sources of the Camerlenghi, Santa Caterina and Villa del Lago, in addition to the beech forest near the Old Cross; environments with the ectomycorrhizogenic species are more represented, with taxa
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Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 56 countries associated with cortinari genera, amanita, cantarellus, boletus s.l., russula, lactarius etc. The grassland is very interesting as regards forests and wild forests grouped under the acronym of "CHEGD Fungi", or rare taxa belonging to a genus Dermoloma, Hygrocybe, Cuphophyllus, Camarophyllus and the family of Entolomataceae. Between 450 and 1450 m above sea level, in the Reserve we encounter numerous microclimates, which determine relevant mycogeographic peculiarities, like species of the Apennine mountain range located a short distance from others of the submediterranean belt. Among the criticalities that have emerged, the presence of the parasite Heterobasidion abietinum Niemelä and Korhonen, which literally has colonized entire firs, is particularly evident from the exposed roots and the numerous trees felled as a result of the windstorms of 2013 and 2015. Preliminary research on the mycoflora of the Forest of Vallombrosa have therefore highlighted a mycological patrimony deserving further study with specific studies on its actual component, on the taxonomy of the most critical taxa, also making use of the use of modern molecular techniques; on the protection of the most vulnerable species and habitats, with a geological precision of the data on the populations and on the set of experimental particles aimed at the naturalization of mycological habitats and relative cenology. The study states that it is not better to consider the biodiversity of the ecosystem.
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S. 2.10 Aree permanenti di ampia superficie per il monitoraggio delle dinamiche nelle foreste vetuste