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Per una nuova considerazione del valore economico dei popolamenti forestal

Mario Broll

Session 7 For new considerations in the economic valuation of forests

S. 7.01 Per una nuova considerazione del valore economico dei popolamenti forestal

Gianpiero Andreatta

Parole chiave: foreste; servizi ambientali; riconoscimento economico.

Il “valore economico” dei popolamenti forestali è divenuto di primaria importanza da quando l’uomo ha incominciato ad applicare la selvicoltura e in tale ambito fin dall’inizio ci si è basati essenzialmente sulla produzione di materiale legnoso per determinarne l’entità. La funzione produttiva ha mantenuto da sempre una fondamentale centralità tra quelle attribuite alle formazioni boscate anche se nel corso degli ultimi decenni si è andato affermando il concetto della “multifunzionalità” degli ecosistemi forestali che oggi è largamente diffuso e ampiamente condiviso nella società del mondo occidentale.

Nonostante studi e proposte presentate per riuscire a quantificare il valore economico espresso dalle molteplici funzioni esercitate dai boschi, nella quasi totalità dei casi è ancora il prezzo di macchiatico del materiale legnoso ricavabile dalle utilizzazioni forestali l’unico parametro di riferimento che lo determina.

Il riconoscimento del valore economico attribuito alle formazioni boscate collegato alla sola produzione di materiale legnoso è ben connotato anche dai provvedimenti normativi che nel corso del tempo sono andati a disciplinare l’esecuzione degli interventi selvicolturali. Non si trovano in tale contesto norme di valenza statale che presentino un riconoscimento economico in favore dei proprietari che non sia legato al solo aspetto produttivo. A conferma di questa considerazione si possono citare le due leggi statali che prevedono “indennizzi” per i proprietari di popolamenti forestali: le stesse fanno esplicito riferimento solamente alla mancata e/o diminuita produzione di materiale legnoso derivante dalle limitazioni imposte ope legis alle utilizzazioni forestali. I precetti cui si fa riferimento sono l’articolo 17 del R.D.L. 3267/1923 (boschi di protezione e boschi soggetti a “vincolo militare”) e l’articolo 15 della legge 394/1991 (boschi all’interno dei Parchi Nazionali).

Un sostanziale contributo dal punto di vista giuridico-normativo al superamento della esclusiva concezione “produttiva” si è avuto da circa un decennio con la completa legittimazione della pluralità di funzioni esercitate dagli ecosistemi forestali in favore della collettività. La sentenza della Corte costituzionale n. 105/2008 sancisce in maniera molto chiara tale principio, stabilendo che sui popolamenti forestali insiste sia il “bene giuridico patrimoniale” (che riconosce gli aspetti economico-produttivi del bene godibili dalla proprietà) sia il “bene giuridico ambientale” (che fa riferimento alle molteplici funzioni ambientali esercitate a vantaggio dell’intera società).

Appare oggi anacronistico riconoscere ai proprietari dei popolamenti forestali solamente il valore della funzione produttiva: ogni bosco (a prescindere da collocazione territoriale, estensione, composizione specifica, grado di sviluppo, forma di governo) va considerato infatti come sistema biologico complesso, con una (eventuale) produzione di beni godibili dal proprietario, ma che nel contempo offre costantemente una serie di servizi di cui usufruisce la collettività, senza però che per i medesimi venga riconosciuto alcun beneficio alla proprietà.

Premesso ciò, si ritiene quanto mai opportuno proporre una nuova considerazione del valore economico dei popolamenti forestali, basata essenzialmente sul riconoscimento ai proprietari degli stessi di un beneficio economico da parte della società. Questo aspetto potrebbe essere ottenuto riconoscendo ai proprietari un “credito di imposta” nei confronti dello Stato, organo di massima rappresentatività della collettività, che usufruisce dei servizi. Nello specifico si potrebbero proporre due importi/ettaro riferiti rispettivamente a popolamenti forestali soggetti o meno a piani di gestione (considerando pertanto non la gestione attiva, bensì il solo inserimento in una pianificazione gestionale). Non appare semplice determinare una somma di detassazione, ma – quale esercizio contabile iniziale – ipotizzando una quota di 100 e 50 euro a ettaro (si propongono queste cifre in attesa di una possibile più dettagliata quantificazione) rispettivamente per i soprassuoli assoggettati o meno a piani di gestione, si potrebbe fornire ai proprietari un primo segnale concreto per il riconoscimento dei servizi ambientali forniti dai “loro” ecosistemi forestali a beneficio della collettività. In considerazione della superficie forestale nazionale (quantificata in circa 11 milioni di ettari),

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della tipologia di proprietà dei popolamenti forestali (che per oltre il 63,5% sono di proprietà privata), nonché della percentuale dei soprassuoli assoggettati a pianificazione forestale di dettaglio (all’incirca il 15,7%) – dati INFC 2005 – verrebbe erogato un credito di imposta a favore dei proprietari di popolamenti forestali soggetti a pianificazione stimato in circa 110.000.000 di euro e in circa 295.000.000 di euro per quelli non soggetti, per un totale di circa 405.000.000 di euro. La cifra, in valore assoluto, può apparire di primo acchito elevata, ma tale valutazione può essere rimodulata se la somma viene considerata all’interno del Bilancio dello Stato e contestualizzata nell’ottica dei benefici ambientali e dei servizi forniti dagli ecosistemi forestali in favore della collettività.

Indubbiamente l’applicazione di quanto proposto comporterebbe una sorta di “rivoluzione” rispetto al passato. Nonostante si sia ancora lontani dal riconoscimento di benefici economici ai proprietari di boschi, si ritiene al riguardo che la sfida culturale sia quella di non vedere all’orizzonte solo “utopia”, bensì quella di credere in una nuova prospettiva e in un differente approccio del rapporto uomo-bosco (e in particolare tra società ed ecosistemi forestali) proiettato nel terzo millennio con visioni e considerazioni innovative.

For new considerations in the economic valuation of forests Keywords: forests; environmental services; finacial aid.

The "economic value" of forest stands has become of paramount importance since man began practising silviculture, and such value has been traditionally determined by the amount of timber produced. Wood production has always been considered the most important function attributed to woodlands; however, in the last decades the concept of "multifunctionality" of forest ecosystems has become more widely spread, especially in the West.

Despite studies and proposals meant to quantify the economic value of forests, the only parameter that determines it is still the timber stumpage price obtained from the use of forests, in most cases.

The idea that the economic value of forests is only linked to timber production is also reflected in the regulatory measures that, over time, have been taken to manage silvicultural operations. In fact, there are no government regulations to grant landowners financial aid that is not linked solely to timber production. To confirm this consideration, we can mention the two state laws that provide "compensation" to woodland owners: they refer exclusively to the lack of and / or decrease in timber production resulting from forest use restrictions imposed by legislation (see Article 17 of the Royal Decree-Law 3267/1923 on Protection forests and forests subject to military use and Article 15 of Law 394/1991 on Woods within National Parks).

In the past ten years, however, there has been substantial legal and regulatory reforms to overcome the above mentioned exclusive "productive" notion of forests, legitimating the multifunctionality of forest ecosystems for the community. The Constitutional Court Judgment 105/2008 clearly states this principle, establishing that forest stands are both a "patrimonial asset" (thus recognizing the asset’s economic- productive aspects its owner can benefit from) and an "environmental asset" (referring to multiple environmental functions exercised for the benefit of society as a whole).

Nowadays, it sounds outmoded to value land only by timber production: each forest (regardless of its geographical location, size, specific composition, degree of development or government) should be considered as a complex biological system, one that produces profitable goods and which, at the same time, offers a series of services the community benefits from – although for such services, no remuneration is given to its owner.

In light of the above, it seems rather appropriate to reconsider the economic value of forest stands, acknowledging them by providing their owners financial compensation. This could be obtained by granting owners a "tax credit" by the State, which represents the community benefitting from the forests. Specifically, two amounts per hectare could be proposed regarding forest stands whether they are subject to management plans or not (considering only the inclusion in a management plan, not the active management). A specific quote for tax deduction is not easy to determine, but - as an initial accounting exercise - assuming a quota of 100 and 50 euros per hectare (these figures may vary depending on a future, more detailed quantification) respectively for the forest stands subject to management plans or otherwise, we could provide the owners with a first concrete recognition for the environmental services provided by "their" forest ecosystems which benefit the community. Considering the national forest land area – quantified in about 11 million hectares, the forest property types – which for over 63.5% are privately owned, as well as the percentage of the stands subject to detailed forest planning – approximately 15.7% (2005 INFC

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data, National Inventory of Forests and forest Carbon pools), a tax credit would be granted to landowners estimated at about € 110 million for woods subject to planning and about € 295 million for those not subject to, for a total of about € 405 million. At first glance, the absolute value may appear high, but this evaluation is subject to change considering the sum is within state budget, not to mention the environmental benefits and services provided by forest ecosystems in the community.

Undoubtedly, such reform would be "revolutionary”. Although we are still far from granting financial aid to woodland owners, our cultural challenge is to believe in a new perspective and a different approach in human-forest relationship – particularly between society and forest ecosystems – rather than a “utopia”, projecting for future innovation and vision.

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