Plenary Session
Session 2 Silviculture, biodiversity and wildlife
S. 2.08 Selvicoltura e conservazione degli habitat forestali: verso un binomio possibile
Mauro Frattegiani, Daniela Gigante, Paola Mairota, Fabio Maneli, Roberto Venanzoni
Parole chiave: Natura 2000; selvicoltura naturalistica; stato di conservazione; resilienza.
La pubblicazione del Manuale per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia ha stimolato il confronto sulle tematiche legate alla valutazione dello stato di conservazione (SC) degli habitat forestali. In quest'ottica l’Associazione Pro Silva Italia con la “Società Italiana Scienza della Vegetazione” (SISV) e la “Società Italiana Selvicoltura ed Ecologia Forestale” (SISEF) ha promosso e organizzato due primi incontri per avviare un confronto costruttivo tra approcci scientifici e professionali diversi e individuare sinergie e metodologie condivise per la gestione forestale nelle aree della Rete Natura 2000.
Entrambi gli incontri, cui hanno partecipato numerosi ricercatori (botanici, ecologi forestali, naturalisti) e professionisti (selvicoltori), sono stati articolati alternando momenti di riflessione impostata su relazioni illustrative dei diversi punti di vista ed esperienze, sopralluoghi in bosco e una discussione plenaria conclusiva. Il primo incontro si è svolto a Bielmonte (BI) nel 2017 e ha riguardato faggete presenti all’interno del SIC IT1130002 “Val Sessera”, ascritte all’habitat 9110 “Faggeti del Luzulo Fagetum” e sottoposte a diverse
IV Congresso Nazionale di Selvicoltura - Torino, 5-9 Novembre 2018
Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 52 modalità di gestione selvicolturale improntate alla selvicoltura naturalistica e coerenti con gli obiettivi di conservazione specifici per il sito. Il secondo incontro si è svolto a Collestrada (PG) nel 2018 ed ha riguardato boschi a prevalenza di querce delle ZSC IT5210077 "Boschi a farnetto di Collestrada" e IT5210033 "Boschi Sereni - Torricella", ascritti agli habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere” e 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)”, interessati da diverse scelte gestionali: interruzione degli interventi selvicolturali, interventi di avviamento all’alto fusto secondo metodi tradizionali, interventi colturali in fustaie irregolari ispirati alla selvicoltura naturalistica.
I sopralluoghi sono stati finalizzati alla valutazione collegiale dello SC degli habitat forestali alla scala locale (uno dei livelli della valutazione dello SC ai sensi della Direttiva Habitat finalizzata al reporting periodico ex art 17), nonché alla valutazione degli effetti degli interventi selvicolturali su tale SC. In particolare, si è posta attenzione alla struttura spaziale (stratificazione e tessitura) delle fitocenosi oltre che alla loro composizione floristica ed alle loro dinamiche evolutive, facendo quindi riferimento alla definizione completa di SC favorevole contenuta nella Direttiva Habitat (art 1, lettera e-C1). In entrambi i casi gli habitat forestali visitati sono l’esito di secoli di attività antropiche, anche relativamente intense e frequenti, che hanno contribuito a plasmarne sia la struttura sia la composizione floristica e a determinarne il livello di biodiversità raggiunto. Ciò non contraddice le finalità della Direttiva Habitat, che di fatto include nell'All. I, un gran numero di habitat semi-naturali, ovvero di tipi vegetazionali la cui dinamica è inibita entro un particolare stadio successionale. Nei siti osservati si è potuto constatare come né la storia di gestione selvicolturale, né gli interventi recenti abbiano comportato modificazioni sostanziali delle combinazioni fisionomiche e sintassonomiche di riferimento per queste formazioni, considerate termini relativamente maturi delle rispettive serie dinamiche. Inoltre, si è potuto osservare come l’assenza/presenza di alcune specie tipiche o di particolari facies di un habitat, ovvero la vitalità sub-ottimale di alcune specie arboree, in alcune stazioni sia piuttosto da riconnettere a particolari condizioni micro-ambientali e/o alla loro ubicazione rispetto agli areali di distribuzione. Ciò tuttavia non determina necessariamente uno SC non soddisfacente per le specie, né tantomeno per l’intero habitat (a scala regionale). Le discussioni finali hanno evidenziato come, ai fini della valutazione dello SC, particolarmente alla scala locale, sia necessario un approccio transdisciplinare volto ad interpretare tutte le caratteristiche della fitocenosi, con riferimento quindi alla sua storia ed alle condizioni ambientali, anche attraverso il confronto con situazioni ecologicamente affini e/o con rilievi precedenti. Analogo approccio risulta necessario nella scelta degli indicatori da utilizzare per i diversi habitat, in particolare quando piuttosto che differenze compositive si rilevino soprattutto differenze di tipo strutturale tra tratti diversi di uno stesso tipo di habitat. Inoltre, è stato riconosciuto come un certo tipo di selvicoltura possa contribuire a mantenere struttura e composizione floristica rispondenti ad uno SC soddisfacente, ovvero ad aumentare la resilienza della fitocenosi, o ancora a indirizzare questi sistemi verso stadi evolutivi più avanzati (sia pure nel rispetto dei limiti imposti dagli obiettivi di conservazione sito-specifici). Si è anche sottolineato come una certa attenzione dovrebbe essere posta, nell’ambito della pianificazione degli interventi, anche ad habitat non forestali, di origine secondaria, limitrofi o inclusi all’interno delle cenosi forestali, per evitarne la scomparsa causata da dinamiche successionali post-utilizzo. Il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Habitat nella gestione delle aree delle Rete Natura 2000 presuppone un continuo approfondimento delle conoscenze su politiche e aspetti normativi, definizione degli habitat e del loro SC, predisposizione degli studi d’incidenza ambientale e dei piani di gestione e/o delle misure di conservazione, monitoraggio.
Risulta quindi fondamentale la sensibilizzazione/formazione su tali argomenti a vari livelli: enti gestori, professionisti, operatori, residenti.
Silviculture and conservation of forest habitats: towards a possible synergy
Keywords: Natura 2000; close to nature silviculture; conservation status; resilience.
The publication of the Italian handbook for the monitoring of species and habitats of Community interest (Directive 92/43/EEC) has stimulated the debate on the issues related to the assessment of the conservation status (CS) of forest habitats. Therefore, the Pro Silva Italia Association with the "Italian Society of Vegetation
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Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 53 Science" (SISV) and the " Italian Society of Silviculture and Forest Ecology" (SISEF) promoted and organized two first meetings to start building a dialogue between scientific approaches and different professionals and identify synergies and shared methodologies for forest management in the sites of the Natura 2000 network. Both meetings, attended by several researchers (botanists, forest ecologists, naturalists) and professionals (silviculturists), alternated workshops for the illustration of different points of view and experiences, forest surveys and final plenary discussions. The first meeting took place at Bielmonte (BI) in 2017 and with reference to the beechwoods of the SCI IT1130002 "Val Sessera", ascribed to the habitat type 9110 "Luzulo- Fagetum beech forests" which had experienced different methods of silvicultural management based on close to nature forest management principles and consistent with the specific conservation objectives for the site. The second meeting took place at Collestrada (PG) in 2018 with reference to oaks woodlands of the ZSC IT5210077 "Boschi a farnetto di Collestrada" and IT5210033 "Boschi Sereni - Torricella", ascribed to the habitat types 91M0 " Pannonian-Balkanic turkey oak-sessile oak forests" and 91L0" Illyrian oak-hornbeam forests (Erythronio-Carpinion)", which had experienced different management practices: interruption of silvicultural interventions, initiation of conversion to high forest according to traditional methods, silvicultural interventions in irregular forests inspired by close to nature forest management principles.
Forest surveys were aimed at the collective evaluation of the SC of forest habitats at the local scale (one of the levels of CS assessment in accordance with the Habitat Directive for periodic reporting ex art 17), as well as the evaluation of the effects of forest management interventions on this CS. In particular, attention was paid to the spatial structure (stratification and texture) of phytocoenoses as well as their floristic composition and their dynamics, thus referring to the complete definition of favorable CS contained in the Habitats Directive (art 1, letter e-C1). In both cases, the forest habitats visited are the result of centuries of anthropic activities, even relatively intense and frequent, which have shaped both the structure and the floristic composition and determined the level of biodiversity achieved. This does not contradict the aims of the Habitats Directive, which in fact includes in the All. I, a large number of semi-natural habitats, or vegetational types, whose dynamics are inhibited within a particular successional stage. In the observed sites it has been found that neither the history of silvicultural management nor recent interventions have entailed substantial modifications of the physiognomic and syntaxonomic combinations of reference for these formations, considered relatively mature terms of the respective dynamic series. Furthermore, it has been possible to observe how the absence/presence of some typical species or particular facies of a habitat, or the sub- optimal vitality of some tree species, in some stations, is rather to be reconnected to particular micro- environmental conditions and/or at their location with respect to distribution range. However, this does not necessarily determine an unfavourable CS for the species, nor for the whole habitat (on a regional scale). The final plenary discussions highlighted how, for the purposes of the CS assessment, particularly at the local scale, a transdisciplinary approach is necessary to interpret all the characteristics of the phytocoenosis, with reference to its history and environmental conditions, also through comparison with ecologically similar situations and/or with the results of phytosociological relevés. A similar approach is necessary when choosing indicators to be used for the different habitats, in particular when, rather than compositional differences, there are mainly structural differences between different features of the same type of habitat. Furthermore, it has been recognized that a certain type of silviculture can contribute to maintain the spatial structure a s well as the floristic composition that satisfies a favourable CS, that is to increase the resilience of the phytocoenosis, or to direct the system towards more advanced evolutionary stages (though within the limits imposed by site-specific conservation objectives). It has also been emphasized how attention should be paid, when the planning the interventions, also to non-forest habitats, of secondary origin, adjacent or included within the forest coenosis, to avoid their disappearance caused by successional post-use dynamics. The achievement of the objectives of the Habitats Directive in the management of the areas of the Natura 2000 network presupposes a continuous advance of knowledge on policies and regulatory aspects, definition of habitats and their CS, preparation of Appropriate Assessment (AA) studies and management plans and/or conservation measures, monitoring. It is therefore essential to raise awareness/training on these topics at various levels: managing bodies, professionals, operators, residents.
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