Mario Broll
Session 6 Silviculture and forest and silvopastoral productions
S. 6.07 Produzioni, sostenibilità economica e ricadute delle attività apistiche in aree interne del Piemonte
Liam Pippinato, Simone Blanc, Angela Mosso, Filippo Brun
Parole chiave: apicoltura; aree interne; valutazioni economiche; valorizzazione; Piemonte.
Le aree interne comprendono territori marginali solitamente distanti dai grandi centri urbani e meno dotati in termini di servizi alle imprese e alle persone, caratterizzati da un calo demografico pluriennale e da fenomeni di de-antropizzazione (Barca, Casavola and Lucatelli 2014). In Piemonte, nello specifico, circa il 46% della superficie può essere classificata come area interna (Bertolini and Pagliacci 2017), con un’economia prevalentemente legata al settore primario (73%) (Barca et al. 2014) e grandi potenziali produttivi grazie all'abbondanza di risorse (legname, acqua, energie rinnovabili, paesaggi, ecc.) che, come è noto, rappresentano uno dei fattori chiave per lo sviluppo e il recupero delle aree marginali (Cesaro and Marongiu 2017). Tra le imprese attive sul territorio piemontese e spesso molto diffuse nelle sue aree interne, figurano quelle apistiche, la cui consistenza, in termini di alveari, ha mostrato un interessante trend di crescita ormai da decenni (EU 2016), con un incremento in particolare del 14% tra il 2014 e il 2017 che ha portato a più di 190 mila unità censite (AAN 2018). Infatti il peso di questo pur piccolo settore produttivo sta assumendo dimensioni economiche interessanti, anche per la sua capacità di integrarsi con le tradizionali pratiche colturali e selvicolturali tipiche di questi territori. La diffusione dell’attività apistica ha inoltre un importante ruolo ecologico e di fornitore di servizi ecosistemici, grazie alla fondamentale azione di impollinazione svolta dalle api domestiche (Apis mellifera L.) (Breeze, Dean and Potts 2017) e rappresenta, nel contempo, anche un indicatore biologico (Giglio et al. 2017) il cui valore economico andrebbe riconsiderato nelle strategie di recupero e sviluppo delle aree interne.
Obiettivo dello studio è:
(i) condurre un’indagine finalizzata alla caratterizzazione del settore produttivo apistico, individuando l’importanza economica che riveste nelle aree interne piemontesi, con particolare riguardo alle province di Cuneo e Torino, coinvolte nel programma di cooperazione allo sviluppo INTERREG-ALCOTRA tra Francia e Italia;
(ii) valutare la sostenibilità economica di un caso di studio reale, localizzato in una valle alpina interna; (iii) attraverso analisi di scenario, valutare le potenzialità di crescita dell’attività imprenditoriale e le
possibilità di integrazione con le tradizionali pratiche agricole e selvicolturali, al fine di promuovere uno sviluppo territoriale integrato e generatore di ricadute positive in termini economici, sociali e ambientali. Per la caratterizzazione del comparto sono stati dapprima impiegati metodi di statistica descrittiva, sulla base dei dati censiti dall’Anagrafe Apistica Nazionale (AAN) aggiornati al 31 dicembre 2017; in una seconda fase, grazie all’incrocio dei dati georeferenziati mediante strumenti GIS, si è analizzata la distribuzione degli apiari attivi sul territorio piemontese e sono state infine stimate le potenzialità produttive sulla base di dati oggettivi, integrandole con quelle selvicolturali e dei prodotti forestali non legnosi. In dettaglio, per lo studio dei casi aziendali ci si è avvalsi dei tradizionali strumenti di valutazione economica quali il bilancio medio e
IV Congresso Nazionale di Selvicoltura - Torino, 5-9 Novembre 2018
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quello preventivo. Tutti gli input, tecnici ed economici, sono stati raccolti nel corso del 2017 e per la creazione degli scenari e la validazione dei risultati ci si è avvalsi della collaborazione di alcuni apicoltori.
Dall’analisi dei dati emerge il primato della regione per la consistenza degli alveari (14% del totale nazionale), con 3.301 attività per autoconsumo e 1.700 di commercializzazione (AAN 2018). Le prime presentano una dimensione media di 10 alveari, le seconde di oltre 100. La forma di conduzione prevalente è quella convenzionale (92%) rispetto alla gestione biologica (8%). Il 59% degli apicoltori è localizzato nel territorio ALCOTRA e rappresenta circa la metà del patrimonio apistico regionale. Dall’incrocio dei dati georeferenziati emerge che nelle province di Torino e Cuneo, circa il 37% degli alveari ricade in aree interne e la maggior parte di questi (80%) utilizza una gestione nomade, con spostamento dell’apiario verso aree collinari e montane, con importanti ricadute ecologiche. Inoltre, le analisi di scenario riflettono le grandi potenzialità di questa attività condotta in aree interne, che può garantire interessanti risultati economici agli apicoltori hobbisti, quale fonte integrativa del reddito, spesso legato all’agricoltura e all’attività di utilizzazione forestale, con ricadute occupazionali e di indotto per queste aree fragili.
Dai risultati emerge inoltre che l’attività apistica è in grado di garantire redditi comparabili con altre attività economiche del settore primario tipiche di queste aree, integrandosi inoltre con esse. La valutazione delle ricadute ambientali dell’apicoltura migliora ulteriormente i risultati, come evidenziato anche da altre ricerche (Pilati and Prestamburgo 2016). Infine emerge una discreta potenzialità di crescita sia per quanto riguarda i numeri delle imprese, sia delle produzioni su scala territoriale sfruttando la stagionalità delle tradizionali attività agricole e selvicolturali e l’integrazione con quelle apistiche.
Va precisato che la metodologia impiegata può essere utilizzata sia in contesti di ricerca per evidenziare le potenzialità dell’apicoltura su scala territoriale, sia a livello aziendale per valutare le performance e le potenzialità della singola impresa.
Productions, economical sustainability and spillovers of apicultural activity on Piedmont’s inner areas Keywords: apiculture; inner areas; economic assessment; development; Piedmont Region.
Inner areas include fringe territories that often are far from large urban centers and less supplied in terms of services, with a long lasting depopulation and de-anthropization consequences (Barca, Casavola and Lucatelli 2014). In Piedmont Region, specifically, about 46% of the territory can be classified as “inner area” (Bertolini and Pagliacci 2017), with an economy mainly based on primary sector (73%) (Barca et al. 2014) and large productive potentials, thanks to the abundance of natural resources (timber, water, renewable energies, landscapes, etc.). This fact, as it is well known, represents one of the key factors for the recovery and the development of marginal areas (Cesaro and Marongiu 2017). Among the economic activities of these areas, there is the apiculture, whose size, in terms of beehives, showed an interesting positive trend (EU 2016), with, in particular, a 14% increase between 2014 and 2017, that led to more than 190,000 beehives at Piedmont regional level (AAN 2018). As a matter of fact, the role of this small productive sector is growing, also thanks to its ability to integrate itself with traditional agricultural and silvicultural activities. Besides, the spread of apiculture has an important ecological role suppling ecosystem services, thanks to the fundamental pollination service carried out by honey bees (Apis mellifera L.) (Breeze, Dean and Potts 2017). Moreover it represents an important environmental bioindicator (Giglio et al. 2017) whose economic value should be reconsidered in recovery and development strategies for the inner areas.
The aims of this study are: i) to conduct a survey for the characterization of the apicultural sector, identifying its economic importance in Piedmont inner areas, with particular regard to the Provinces of Cuneo and Torino, involved in the program of territorial co-operation for development INTERREG-ALCOTRA; ii) to valuate the economic sustainability of a real case study, located in an inner alpine valley and, iii) through scenario analysis, to assess the growth potentials of the entrepreneurial activity and the integration possibilities with the traditional agricultural and silvicultural practices, in order to promote an integrate development and positive spillovers in economic, social and environmental terms.
We used descriptive statistics techniques for the characterization of the sector, based on the data surveyed by the National Apicultural Registry Office (Anagrafe Apistica Nazionale, AAN) updated to 31st December 2017; the next step was the cross-check of the georeferenced data through GIS tools, analyzing the distribution of
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the regional active beehives and, finally, assessing the productive potential on objective data, integrating it with silvicultural and non-woods forest products potentials.
Specifically, for the study of the firms, traditional economic evaluation tools, such as average and preventive budgets were used. All the technical and economic inputs were collected during 2017 and, to create the scenarios and validate the results, several meetings with beekeepers were organized.
Data analysis shows a Piedmont leadership in the sector, with about 14% of Italian beehives, 3,301 firms devoted to self-consumption and 1,700 to honey commercialization (AAN 2018). The average size of the farmers is 10 beehives, while the latter have more than 100 hives each. The main management type is the conventional one (92%), compared to the organic one (8%). The 59% of beekeepers are located in the ALCOTRA territory and represents about a half of the Piedmont ones. From the cross-check of the georeferenced data, we realized that about 37% of the beehives in Cuneo and Torino departments are located in inner areas and most of these (80%) have a migratory management, with transhumance of the apiary to hill and mountain areas, with important ecological spillovers. Moreover, the scenario analysis has shown the apiculture potential in the inner areas: it is, in fact, an activity able to generate profitable results, even to non-professional beekeepers, as a supplementary source of incomes which are often strictly linked to agriculture and forest exploitation activities, with social and economic positive spillovers in these weak areas.
In conclusion, the apiculture in inner areas can provide incomes which are comparable to that of other economic activities, in the frame of the primary sector, and which are easily integrated with them. The assessment of environmental spillover can further improve such positive results, as pointed out by other researchers (Pilati and Prestamburgo 2016). Finally, a moderate development opportunity of firm number and of their productions at a local scale seems realistic, taking advantage from the seasonality of the traditional agricultural and silvicultural activities and from the integration with them.
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S. 6.08 Rinnovazione naturale da seme nei cedui di Castagno: un fattore-chiave nella pianificazione