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Selvicoltura e gallo cedrone (Tetrao urogallus): le scelte gestionali del Parco Naturale Adamello Brenta

Plenary Session

Session 2 Silviculture, biodiversity and wildlife

S. 2.01 Selvicoltura e gallo cedrone (Tetrao urogallus): le scelte gestionali del Parco Naturale Adamello Brenta

Marco Armanini, Roberta Chirichella, Andrea Mustoni

Parole chiave: gallo cedrone; limitazioni selvicolturali; habitat.

In Trentino la superfice forestale copre 390.463 ettari, corrispondenti al 63% del territorio provinciale. Le tipologie più rappresentate sono quelle che si caratterizzano per una prevalenza di abete rosso (32%), faggio (14%), larice (13 %) ed abete bianco (11%). Secondo l'Inventario Forestale Nazionale la massa legnosa immagazzinata nei boschi trentini è pari a circa 106 milioni di metri cubi.

Il 73% delle foreste è rappresentato da proprietà pubbliche, mentre il 24% appartiene a privati. Le prime, così come le proprietà private di maggiore consistenza, sono tutte soggette a regolare pianificazione forestale. È chiaro quindi come tutte le attività selvicolturali connesse all’uso sostenibile della risorsa legno, rappresentino una voce importante nel bilancio economico di molte amministrazioni comunali trentine. In tale contesto è doveroso tuttavia considerare anche l’esigenza conservazionistica di alcune specie faunistiche legate agli ambienti forestali come il gallo cedrone. La specie è di indiscusso interesse naturalistico, conservazionistico e sociale non solo a livello italiano (L.N. 157/92 e succ. mod.), tanto da essere citata nell’allegato III della “Convenzione di Berna” (1979), nell’allegato II della “Convenzione di Bonn” (1979) e nell’Allegato I (e II.2) della “Direttiva Uccelli” (79/409/CEE).

Dal punto di vista distributivo, ad oggi il gallo cedrone è confinato ai settori centro-orientali della catena alpina dove ha assunto una distribuzione disomogenea e discontinua, nella quale i nuclei di popolazione ai margini dell’areale stanno andando incontro ad una progressiva erosione degli effettivi. Pertanto appare sempre più evidente come il Trentino e più nello specifico il Parco Naturale Adamello Brenta, a ridosso del limite sud-occidentale dell’areale della specie, siano da considerarsi di vitale importanza per la conservazione delle popolazioni alpine di cedrone.

Sulle Alpi la specie frequenta ambienti del tutto analoghi a quelli originari tipici delle regioni nordico-boreali, che si concretizzano in formazioni boschive a prevalenza di conifere, caratterizzate dalla presenza di grossi individui maturi e stramaturi più o meno isolati ma comunque inseriti all’interno di una struttura arborea dalla copertura rada ricca di sottobosco che si alterna a stadi più giovanili e fitti. Il gallo cedrone, ricercando caratteristiche ambientali precise e definite, è una specie molto esigente dal punto di vista ecologico, che risulta estremamente sensibile alle alterazioni e frammentazioni del proprio habitat. Pertanto la conservazione di questa specie non può prescindere da quella del suo habitat ed in modo particolare dei suoi siti di riproduzione (arene di canto) che rappresentano, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, delle aree molto delicate e allo stesso tempo particolarmente importanti per la sopravvivenza delle popolazioni. Tutto ciò premesso e contestualmente all’approvazione degli strumenti gestionali e pianificatori del Parco, all’interno dei siti Natura 2000 ricompresi nell’area protetta, sono entrate in vigore le misure di conservazione individuate per le specie di interesse comunitario presenti. In particolare, per il gallo cedrone (Tetrao urogallus), il gallo forcello (Tetrao tetrix) ed il francolino di monte (Bonasa bonasia) alcune indicazioni prevedono una limitazione spazio/temporale alle attività selvicolturali realizzate all’interno dell’area protetta, nei periodi connessi alle fasi riproduttive delle specie in questione.

Nel caso specifico del gallo cedrone, oltre alla distribuzione delle arene di canto attive, nell’individuazione delle aree da sottoporre a limitazione, si tiene conto dell’utilizzo del suolo, della tipologia del soprassuolo, dell’orografia e dell’idoneità ambientale dell’area per la specie. In questo senso vengono quindi escluse dalle

IV Congresso Nazionale di Selvicoltura - Torino, 5-9 Novembre 2018

Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 41 limitazioni selvicolturali aree ritenute non idonee secondo i Modelli di Valutazione Ambientale (MVA) a disposizione e quelle sufficientemente discoste dai siti di riproduzione.

Tale protocollo espone tuttavia il fianco ad alcune criticità legate principalmente all’eterogeneità spaziale dei dati di origine, evidenziando che, per un’efficace ed efficiente applicazione delle limitazioni selvicolturali, i dati riproduttivi (arene di canto e indici riproduttivi) dovrebbero essere aggiornati e verificati quasi annualmente: un’utopia, soprattutto considerando il quadro economico attuale.

Pur confermando l'importanza e la validità dei dati riproduttivi, porre rimedio a tali criticità significa individuare una nuova fonte informativa, uniforme e disponibile per tutto il territorio del Parco su cui basare nuove strategie di conservazione della specie e del suo habitat.

Forestry and capercaillie (Tetrao urogallus): the management choices of Adamello Brenta Nature Park Keywords: capercaille; forestry limitations; habitat.

Trentino forests cover an area of 390,463 hectares, corresponding to 63% of the whole provincial territory. The most represented typologies are characterized by a prevalence of spruce (Picea abies; 32%), beech (Fagus sylvatica; 14%), larch (Larix decidua; 13%) and silver fir (Abies alba; 11%). According to the National Forest Inventory, the wood mass stored in the Trentino is about 106 million m3.

73% of forests are public property, while 24% belongs to private owners. As well as the largest private ones, public properties are subjected to regular forestry management plan. Therefore it’s clear that all the silvicultural activities linked to the sustainable use of the wood resource represent an important item in the municipalities’ economic balance. In this context, it’s also necessary to consider the conservation needs for some fauna species close related to forest environments such as the capercaillie. The species has an undisputed naturalistic, conservationistic and social interest, even not only in Italy (LN 157/92 and subsequent mod.). It’s mentioned in Annex III of the "Berne Convention" (1979), in Annex II of the "Bonn Convention" (1979) and in Annex I (and II.2) of the "Birds Directive" (79/409 / EEC).

Today the alpine capercaillie populations are confined to the central-eastern Alps where this species has assumed a spotted and discontinuous distribution, decreasing at the western boundaries. Therefore it seems evident how the Trentino and more specifically Adamello Brenta Nature Park, close to the south-western limit of the species' range, should be considered an important area for the conservation of the alpine capercaillie populations. On the Alps the species selects environmental areas similar to the original ones typical of the northern-boreal regions: coniferous forests, characterized by the presence of large, mature and more or less isolated trees. An arboreal structure with sparse cover rich in undergrowth which alternates with more youthful and dense stadiums. Capercaillie, looking for precise and defined environmental characteristics, is a very demanding species from an ecological point of view, extremely sensitive to the alterations and fragmentation of its habitat. Therefore, the conservation of this species is closely linked to the conservation of its habitat and in particular of its reproduction sites (leks), key-areas for this goal.

Given that the protected area is part of Natura 2000 network, conservation measures were identified for the species of Community interest. For capercaillie, black grouse (Tetrao tetrix) and hazel grouse (Bonasa bonasia) space and time limitations to forestry activities are applied.

In case of capercaillie, limitations are reported to the active leks and also to other areas according to land use, forest type, orography and the feasibility model for the species. Thus, areas considered unsuitable according to the feasibility model and/or those sufficiently far from the reproduction sites are therefore excluded by limitations.

This protocol, however, has some critical issues mainly related to the spatial heterogeneity of the available data, and shows that for an effective and efficient application of such kind of limitations, reproductive data (leks and reproductive areas) should be updated and verified almost annually: an utopia, especially considering the current economic situation.

IV Congresso Nazionale di Selvicoltura - Torino, 5-9 Novembre 2018

Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile 42 While confirming the importance and validity of reproductive data, remedying these critical issues means identifying a new information source, uniform and available for the entire territory of the Park on which to base new strategies for the conservation of the species and its habitat.

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S. 2.02 Conservazione della biodiversità e gestione forestale: indagini sulla congruenza tra taxa delle

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