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Le trasformazioni urbane 1 La città come sistema sociale globale

1.5 Città come sistema locale territoriale

Una posizione centrale nella vicenda di creazione/ricreazione della città contemporanea e dei suoi luoghi è assunta dai processi di formazione di identità. Secondo l’ipotesi della despazializzazione della società contemporanea, globalizzazione e sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione avrebbero dovuto affrancare la società dai vincoli e dagli attriti spaziali. In questa logica la rete, il Web, diventa l’icona di un mondo in cui interazioni ed aggregazioni sarebbero avvenute secondo logiche indifferenti alla distanza e al “dove”. Gruppi, comunità e identità si sarebbero formate secondo principi di affinità aspaziali. I nuovi localismi e il fiorire di identità collegate ai luoghi sono stati in un primo momento considerati contraddittori rispetto alla despazializzazione. La metropoli non è tanto un astratto reticolo di razionalità e rete di flussi quanto insieme dinamico di luoghi ed identità, espressione di azioni collettive e di percorsi individuali. Oggi le trasformazioni in atto propongono un nuovo modo di pensare la coesione e lo sviluppo in relazione alla spazialità dei soggetti e degli oggetti.

Si conferma la rilevanza dello spazio in quanto luogo che fornisce significato alla realtà. Ma la tendenza è quella di utilizzare il termine territorio e non più quello di “spazio”, riferito ad un contesto astratto, adatto a rappresentare i rapporti con i contesti locali che caratterizzavano il periodo fordista. Lo spazio non può più essere visto come “supporto passivo di un agire indifferente alla varietà dei suoi contenuti fisici, culturali e sociali”33. E’ diventato territorio, cioè insieme di luoghi differenziati, caratterizzati da vincoli e da opportunità specifiche, sedi di possibili processi autoorganizzativi, elementi con cui, nella fase post-fordista, l’agire economico e sociale deve fare i conti, in quanto essi vengono riconosciuti “leve” delle politiche di coesione e sviluppo.

Le ragioni per considerare ormai superata una concezione della città come uno spazio fisico e sociale a se stante, possono essere ricondotte a tre ordini di motivi: 1) perché la città si diffonde sempre più a scala regionale ed è sempre più difficile distinguerla dal territorio; 2) perché alla rete delle città spetta la parte più attiva nelle politiche di sviluppo e di coesione, dalla scala regionale a quella europea. 3)Infine perché le attività di comando, servizio, comunicazione e produzione che le caratterizzano sono sostenute da

33 Dematteis G. (2003), Città diffusa, periurbanizzazione e piani strategic, in Bertuglia C. S., Stanghellini A., Staricco L. (a cura di) La

”fixed assets”, risorse immobili incorporate nello spazio fisico della città (Barca, 2000, Amin, 2000).34

Il mancato riconoscimento di questo stretto rapporto tra la componente sociale e la componente materiale dei sistemi urbani, determina spesso due parziali visioni: la città come un insieme di attori senza un rapporto con il territorio o al contrario, come un territorio privo di attori. La tendenza a considerare il fenomeno urbano come qualcosa non legato alla specificità dei luoghi, appare come qualcosa di rischioso, ispiratore di politiche poco realistiche ed inefficaci in relazione alla sostenibilità degli effetti prodotti. A questo proposito occorre evidenziare come la maggior parte degli studiosi della città nella sua duplice dimensione sociale e spaziale, pongano in rilievo questi due aspetti.

Anche Castells (1996)35, teorico dello spazio dei flussi, riconosce che la società e l’economia dei network globali dipende da quei “nodi” stabilmente localizzati che sono appunto i territori urbani; così come le città globali analizzate da Sassen (1997)36, che svolgono funzioni in apparenza deterritorializzate, finiscono per essere necessariamente legate a risorse immobili, specifiche di determinati territori urbani. In piena fase di transizione urbana, caratterizzata dall’eliminazione di barriere nel campo dell’economia, della finanza, della comunicazione, delle relazioni sociali, politiche e culturali, è rilevante il ruolo della territorialità.

La transizione in atto riguarda un processo di deterritorializzazione e riterritorializzazione che modificale divisioni territoriali alle diverse scale modifica le relazioni tra gli attori e quelle degli attori con i territori, indebolendo le capacità di controllo ad alcuni livelli, come ad esempio quello statale, e rafforzando l’autonomia di altri, come quello urbano.

La città come sistema territoriale può essere intesa come 1) attore collettivo (Bagnasco e Le Galés 1997)37; come insieme di interazioni tra i vari soggetti circoscritti in un ambito locale o regionale; 2) la città come milieu territoriale, come insieme di interazioni di questi soggetti con gli elementi materiali ed immateriali di un territorio. La città come attore collettivo è vista come risposta alla globalizzazione ed alla delocalizzazione a scala mondiale di produzioni e servizi, che mette in competizione le città per la sopravvivenza o la loro crescita economica. Questa tendenza costituisce una delle linee presenti nelle politiche comunitarie e statali rivolte ad incoraggiare le comunità locali a realizzare progetti condivisi di sviluppo competitivo. Spesso questo sviluppo viene

34 Amin ( 2000), L’identitò, Bompiani, Roma.

35 Castells M. (1996) Piani, politiche, azioni, Franco Angeli, Milano 36 Sassen, S. (1997) Città globali, Il Mulino, Bologna.

interpretato in termini economici, con una partecipazione egemonica da parte di attori privati che devono essere attratti per rafforzare le capacità di crescita dell’economia e dell’occupazione. Quale alternativa a questi due modelli proposti?

Una possibile soluzione è secondo Dematteis38 la considerazione della città come sistema locale territoriale derivante dall’interazione reciproca tra le relazioni interne e quelle che le legano a contesti più ampi, fino a quello globale. Così la città può diventare attore collettivo che opera come interfaccia tra le risorse e le reti di attori che operano alla diversa scala della gerarchia territoriale svolgendo un ruolo rilevante nei processi di riterritorializzazione. Un ruolo che se opportunamente guidato potrebbe, far sì che il tema della sostenibilità non si riduca ad un discorso retorico limitato solo all’ambiente, ma che comprenda tutte le componenti del sistema urbano in particolare il territorio perché “è sul territorio che si realizza l’integrazione orizzontale delle sue diverse dimensioni: sociali, politiche, economiche, culturali e d ambientali” (Magnaghi 2000)39.

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