Le trasformazioni urbane 1 La città come sistema sociale globale
4. Le politiche comunitarie e la città 1 Le linee operative di politica territoriale
4.4 Gli esiti del programma di iniziativa comunitaria Urban
Con l’Iniziativa Comunitaria URBAN, si è attuato, per la prima volta su scala comunitaria, un modello di programmazione dal basso secondo l’approccio integrato per affrontare problemi di ordine sociale, ambientale ed economico negli agglomerati urbani. La programmazione 94/99 ha avuto come obiettivo la soluzione dei problemi di marginalità sociale e degrado nei quartieri periferici e/o da riqualificare attraverso interventi di miglioramento fisico e sociale al fine di reintegrare le zone interessate nel tessuto e nella vità cittadina. Il 90% circa dei Programmi co-finanziati è localizzato in città con più di 100.000 abitanti, e ciascun Programma ha coinvolto mediamente 27.000 abitanti.
L’analisi territoriale dei Programmi a livello comunitario ha evidenziato come la maggior parte (43%) dei programmi riguardi le aree urbane intermedie, quelle aree cioè ubicate all’interno degli agglomerati ma esclusi dai flussi principali; il 20% circa riguardi i centri storici e poco più del 30% ha interessato le aree marginali e periferiche degli agglomerati urbani. Comunque, tutti i Programmi cofinanziati hanno dimostrato di fondarsi su strategie di sviluppo di lungo termine finalizzate allo sviluppo sostenibile e un uso efficiente delle risorse. Per il periodo 2000-2006, i nuovi Regolamenti dei Fondi strutturali hanno previsto tra le iniziative comunitarie, l’Urban II “per la rivitalizzazione economica e sociale delle città e sobborghi in crisi e per la promozione di uno spazio urbano duraturo”.
Gli obiettivi dell’’iniziativa Urban sono orientati a :
-promuovere l'elaborazione e l'attuazione di strategie innovative ai fini della rivitalizzazione;
-favorire lo sviluppo e lo scambio di conoscenze ed esperienze sulla rivitalizzazione e lo sviluppo urbano sostenibile nelle aree interessate. Una breve analisi dell’attuazione dell’iniziativa Urban I nel periodo 1994-1999 permette di osservare che uno dei principali effetti conseguiti riguarda la filosofia di intervento nel campo della rigenerazione urbana: l’iniziativa ha tentato di superare l’approccio settoriale delle politiche pubbliche per favorire l’integrazione di vari attori e ripartizioni amministrative includendo la comunità locale come risorsa principale.
La caratteristica fondamentale è la gestione diretta tra municipalità e Commissione europea, senza mediazione delle autorità regionale e con un ruolo solo formale del governo nazionale. Questo ha rafforzato la capacità dei comuni di elaborare i programmi e di implementarli. Il giudizio espresso su Urban I è in genere positivo. In seguito con la creazione di strutture associative capaci di rappresentare i loro interessi, come Eurocities: le politiche urbane sono state dalla Commissione nel cuore dell’agenda europea.
La seconda programmazione Urban II per il 2000-2006 ha previsto due obiettivi prioritari: il primo è quello di promuovere la rivitalizzazione socio-economica dei centri medio piccoli o dei quartieri degradati di grandi città; il secondo, favorire lo scambio di esperienze e di buone pratiche per incoraggiare uno sviluppo urbano sostenibile. Urban II ha un valore aggiunto specifico rispetto all’insieme degli interventi programmati con i Fondi Strutturali, in quanto sostiene la formulazione e l’attuazione di strategie particolarmente innovative di rigenerazione urbana. In sintesi, è possibile evidenziare alcune caratteristiche innovative del programma:
-è riferito ad aree di intervento di estensione limitata, in controtendenza rispetto al tradizionale approccio della pianificazione urbanistica, che estende il campo d’azione ai confini amministrativi;
-è caratterizzato da un approccio integrato, finalizzato a far convergere risorse, competenze, politiche settoriali e una pluralità di attori istituzionali, politici e sociali, verso precisi obiettivi;
-promuove la cooperazione tra i diversi attori, secondo un orientamento bottom-up, con l’obiettivo di raggiungere un effettivo coinvolgimento degli attori locali per fornire efficacia e radicamento alle azioni;
-favorisce la crescita dei sistemi politico-decisionali locali, attraverso l’apprendimento delle forme di governance e stimola un processo di crescita endogeno.
La dotazione finanziaria è stata questa volta minore ed il programma è stato esteso anche a città piccole ( con più di 10 mila abitanti). Dal punto di vista dei contenuti Urban II
non differisce molto dai programmi della prima edizione essendo rimasti inalterati gli obiettivi (sviluppo economico, formazione ed inclusione sociale,ambiente e governance), già presenti in Urban I. La differenza sostanziale e nei fatti pericolosa è invece data dal fatto che l’inclusione delle politiche urbane nel mainstream è demandato alle autorità regionali. L’osservazione di alcuni casi mostra che laddove sono maggiori i poteri delle Regioni, minore è stato il coinvolgimento elle città capoluogo.( Da Molo, 2004)96
Le città che hanno beneficiato delle opportunità dell’Unione Europea, hanno saputo realizzare inversioni delle tendenze al declino e sperimentare forme più innovative di politiche di rigenerazione urbana (promuovendo la formazione di partnership locali, più efficienti procedure di impiego di fondi pubblici e azioni di sviluppo integrato che utilizzano contemporaneamente risorse private e risorse provenienti dai fondi europei) di cui oggi si possono già valutare gli esiti che si sono rivelati positivi soprattutto in termini di apprendimento istituzionale, miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente urbano.
Le azioni attivate dal programma Urban hanno giocato un ruolo importante nell’attivazione di politiche di riqualificazione territoriale attente alla qualità urbana, di tutela del tessuto urbano e di restauro del patrimonio architettonico e di sviluppo ambientale sostenibile. In particolare un elemento di rilievo sembra essere stata la capacità delle politiche e dei progetti urbani di interpretare e di valorizzare come fattori di sviluppo le specificità in termini di stratificazione storica, di tradizione ed “eredità” architettoniche, paesaggistiche e ambientali di questi contesti urbani. La novità di Urban riguarda il fatto che le problematiche urbane vengono affrontate con un approccio integrato per la realizzazione di interventi tali da attivare sia la promozione dello sviluppo economico ed occupazionale sia l’integrazione sociale delle fasce più deboli ed emarginate della popolazione residente nell’area di intervento.
Il valore aggiunto di Urban si può riscontrare sia nel mix di interventi e nella loro integrazione sia nella ricerca di un efficace coinvolgimento della popolazione e dei diversi attori socio-economici a livello locale.
Nel febbraio 2004 la Commissione ha pubblicato la “Terza relazione sulla coesione economica e sociale”, dove si esprime un giudizio ampiamente positivo sull’iniziativa Urban e se ne prospetta un’evoluzione ( Urban+), questa evoluzione consisterebbe nell’aumentare notevolmente il numero delle città interessate e nel forte coinvolgimento delle autorità municipali nell’ideazione e nella gestione dei programmi. Nonostante queste
indicazioni oggi alle Regioni è affidato il compito di organizzare le azioni urbane e demandare le responsabilità alle autorità municipali.
Circa il futuro delle politiche urbane si possono tentare ad oggi solo previsioni, ma quel che è certo è che in uno scenario profondamente cambiato dall’adesione di nuovi Stati membri, la possibilità di spazi nuovi e maggiori per le città non dovrebbero mancare, se le città mantengono un atteggiamento fermo e propositivo.