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Nuovi fruitori metropolitani e nuovi stili di vita.

Le trasformazioni urbane 1 La città come sistema sociale globale

2. Nuove morfologie urbane 1 La ricostruzione sociale dei luogh

2.4 Nuovi fruitori metropolitani e nuovi stili di vita.

Se i dati statistici evidenziano una considerevole perdita di popolazione urbana, allo stesso tempo si assiste all’arrivo di nuove popolazioni di fruitori. Si tratta di individui non residenti che non lavorano in città in modo stabile come i pendolari ma si recano in città per consumare, per usufruire dei suoi servizi, per brevi permanenze. I city users prodotto e principale componente della trasformazione metropolitana rappresentano un elemento che sfugge all’analisi tradizionale. Le città sono sempre meno abitate da una popolazione stabile ed omogenea che vi nasce e muore, sempre più da popolazioni instabili e con radici culturali diverse e lontane; sempre più sono attraversate da popolazioni nomadi, delle quali i turisti, sono solo un esempio; da popolazioni che adattano il luogo di residenza al loro ciclo di vita ed alle sue esigenze. L’insieme di queste dinamiche mostra come stia emergendo una nuova forma di città che Martinotti propone di chiamare “metropoli”70. Nelle metropoli, convivono e competono quattro popolazioni metropolitane definite in base a quattro variabili dicotomiche che si riferiscono a tre comportamenti o attività: abitare, lavorare e consumare. Le categorie utilizzate dalle rilevazioni ufficiali sono: popolazione residente, popolazione presente e popolazione temporaneamente assente. L’interazione di queste quattro popolazioni darà origine, secondo Martinotti, alla metropoli del futuro. Una conseguenza del passaggio da un’economia di produzione ad un’economia di servizi sta nel fatto che mentre le merci ed i capitali possono essere trasferiti senza che gli addetti alle operazioni produttive e finanziarie si spostino fisicamente, la nuova economia dei servizi, richiede il contatto fisico per lo svolgimento di un gran numero di

69 Martinotti G.(2000), .Metropoli, Il Mulino, Saggi ,Bologna 70 Martinotti, op.cit.

funzioni .che possono essere svolte solo se ricevono e trasferiscono un gran numero di persone. Si pensi all’intero settore turistico, fenomeno in progressiva crescita.

Tuttavia le nuove popolazioni metropolitane creano forti pressioni sulla popolazione locale. I quartieri del centro antico, quelli popolari o caratteristici in origine abitati da popolazioni marginali, artigiani, studenti, artisti, studenti o gruppi etnici, sotto la spinta dei consumatori metropolitani tendono a trasformarsi da zone residenziali in aree commerciali. Mentre la città tradizionale era la città del lavoro e della residenza, la metropoli contemporanea è una città della ricreazione e degli scambi. Le esigenze delle nuove popolazioni e la loro stratificazione interna sono molto differenziate e quindi sono diversi anche i fattori che incidono sulla loro qualità di vita. Gli abitanti del centro delle conurbazioni metropolitane sono in misura crescente costituite da persone anziane, mentre la popolazione giovane ed attiva si concentra nelle fasce metropolitane. Nelle città italiane dove negli ultimi anni sono state investite risorse considerevoli per il risanamento abitativo dei nuclei storici, con conseguente gentrification dei centri, la popolazione marginale degli extracomunitari tende ad insediarsi nelle periferie. I casi di studio esaminati successivamente evidenziano queste tendenze in atto.

Una situazione socio-economica in continua evoluzione determina nuovi stili di vita e un uso del tempo coerente con le trasformazioni in corso: la maggiore flessibilità degli orari di lavoro, l’aumento dei redditi e del tempo libero, creano da una parte una tendenza alla mobilità da parte della popolazione residente che si allontana dai luoghi abituali e dall’altra quelle stesse aree attraggono altri tipi di fruitori: i turisti, gli abitanti delle periferie, i compratori dei beni e servizi della città.

Antida Gazzola71 utilizzando il concetto di popolazione inteso come ”aggregato di individui, riconoscibili attraverso comportamenti omogenei”, sottolinea la possibilità di riconoscere diverse modalità di fruizione degli spazi urbanizzati che si configurano come insiemi identificabili relativamente stabili. Tra questi, la sociologa individua alcune categorie, in cui rientrano in vario modo gli utenti e i residenti della città: quella dei gentrifier temporanei, degli shopper, degli studenti, dei turisti, e dei consumatori di eventi. I gentrifier comprendono diversi tipologie di stili di vita e di investimento: dal privato che investe in un centro storico da poco riqualificato con intento speculativo, all’esponente delle classi più elevate spinto da un’esigenza estetica o di centralità. In tutti i casi si verifica un processo di invasione- successione, il cui esito positivo per la popolazione differenziale, dipenderà dal fattore coesione della popolazione esistente.

Gli shopper considerano l’acquisto come un pretesto e non una necessità richiedono che lo shopping visto come attività di svago, si svolga in un ambito piacevole, sicuro, accessibile e ben organizzato. Spesso demonizzati come luoghi di consumo privi di altro valore culturale e sociale o indicati come non-luoghi (Augè, 1993),72 cioè come luoghi non adatti ad una vera socializzazione ma limitati ad una mera compresenza, gli shopping malls sono oggetto di osservazione. Recenti studi hanno messo in evidenza l’importanza di alcuni aspetti interattivi e sociali oltre che economici determinati nei suddetti luoghi dalla presenza di queste categorie di persone. In particolare alcuni microsociologi come Bordreuil73, rilevano l’esistenza sia di rituali dell’acquisto che di rituali di convivenza, consensi nella fruizione degli spazi, norme di comportamento sullo stare in coda o sulla comunicazione con le persone vicine. La compresenza in questi luoghi di commercio, non implica alcun tipo di rapporto, anzi viene espressa da quella che Goffman definisce “disattenzione civile74”, un tipo di comportamento privo di coinvolgimento affettivo o di

interazione. Il centro commerciale rappresenta una funzione dello spazio e tutta una serie di relazioni con lo spazio. Una diversa categoria è costituita dagli studenti che costituiscono spesso una porzione consistente di popolazione non solo in città grandi ma spesso anche in quelle medio-piccole sedi di università. Si tratta di popolazioni pendolari o temporaneamente residenti, in genere dotati di limitate disponibilità, la loro presenza determina un notevole indotto di servizi accessibili, una concentrazione di popolazione e traffico legata alle attività di studio e di lavoro, alcuni problemi di convivenza con gli altri abitanti, ma in genere sono accettati dalla popolazione residente. I turisti selettivi costituiscono poi una particolare categoria, espressione delle nuove tendenze che a partire dal 1990’ emergono in tutta l’Europa: la tendenza alla riaggregazione (la crociera, il viaggio organizzato, il villaggio turistico), la nuova attenzione prestata all’offerta culturale, il nuovo ruolo delle città nell’attrarre i visitatori, i binomio affari-turismo terminato dallo sviluppo del settore terziario nei Paesi più sviluppati, la maggiore flessibilità dell’occupazione e la disponibilità di tempo libero. In questo scenario la rapidità e la diffusione dell’informazione rivestono un ruolo importante nella costruzione dell’immaginario dei turisti che diventano selettivi. All’accresciuta capacità di scelta corrisponde il tentativo di attrarli attraverso processi di spettacolarizzazione (Imbesi,

72 Augè M. op.cit. 72

73 Bordreuil, J.S.(2000) "Micro-sociabilité et mobilités dans la ville." Pp. 109-125 in Les territoires de la mobilités, edited by M. Bonnet and D.Desjeux, Sciences sociales et sociétés. Paris: PUF. (A 531).

74 Goffman E.(1959) The Presentation of Self in Everyday life. New York: Doubleday Company Inc., 1959.

In queste forme di interazione a partire dall’incontro casuale ad interazioni più complesse si manifesta il carattere routinizzato delle vita sociale, essenziale secondo l’interpretazione che Giddens dà di Goffman per quei meccanismi psicologici che garantiscono “sicurezza ontologica”.

2001),75 che da un lato mettono in rilievo le caratteristiche competitive di un luogo e dall’altra innescano meccanismi di innovazione e recupero nelle aree centrali a discapito di zone della città di scarso interesse turistico.

Del resto il turismo ha manifestato già da tempo il suo duplice volto: da una parte i numerosi “giacimenti culturali” così come vengono definite nelle linee dell’Unione europea le ricchezze e le peculiarità presenti in Europa, sono fonte di ricchezze e definiscono l’aura (Benjamin, 1936), che rende il luogo irripetibile, ma accanto ai vantaggi, sono notevoli i costi riferiti all’ambito ambientale, sociale, urbano, agli investimenti concentrati sulla valorizzazione dei beni attrattivi, all’espulsione delle attività non connesse al turismo. Un outcrowding che incide in modo negativo sulle popolazioni autoctone.

L’ultima categoria, secondo lo studio della Gazzola, è costituita dai consumatori di eventi, manifestazioni di qualsiasi natura che caratterizzano la vita sociale urbana. Ciò che questi individui richiedono, in un clima di “rischio prevalente” (Beck, Giddens, 1991), è che l’evento abbia caratteristiche di organizzazione, di controllo, di aggregazione. Le loro esigenze sono indirizzate verso la varietà e la ricchezza degli eventi ma anche verso la sicurezza nella fruizione. La rilevante presenza di consumatori di eventi mostra come sia diventata ormai un’attività impegnativa sia la ricerca di come impiegare il tempo del non lavoro, sia l’organizzazione dell’offerta. Questi argomenti saranno oggetto di trattazione di un capitolo successivo.

Queste diverse popolazioni competono oggi per l’utilizzo dello spazio urbano. Gli abitanti della città devono condividere con nuove popolazioni provenienti da altri paesi, da altre città o da zone limitrofe spazi e luoghi nell’accezione goethiana. La convivenza e la condivisione danno spesso origine a conflitti e a tensioni. Le ragioni che spingono le nuove popolazioni verso i contesti urbani sono diverse: luogo di insediamento stabile, sede di lavoro giornaliero, spazio del loisir e dello shopping, punto di incontro per affari o meta di un nuovo turismo selettivo, la città è espressione di complesse dinamiche, in un ambito di crescente globalizzazione. Le profonde trasformazioni che investono i contesti urbani, i mutamenti nei rapporti che legano popolazione e territorio, rendono necessario ed urgente il ricorso a politiche, strategie e strumenti che possano comprendere ed affrontare il complesso problema della città proprio a partire dalle esigenze dei suoi diversi fruitori.

Imbesi G. (2001), Governare i grandi eventi, Gangemi Editore, Roma.

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