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I processi di trasformazione urbana : dalla continuità al frammento.

Le trasformazioni urbane 1 La città come sistema sociale globale

1.2 I processi di trasformazione urbana : dalla continuità al frammento.

Nelle parole di Andrè Corboz18 il territorio è un palinsesto: le diverse generazioni vi hanno scritto, corretto, cancellato e aggiunto. In questo immenso deposito di segni consapevolmente lasciati da chi ci ha preceduto, possiamo cogliere un altrettanto vasto insieme di intenzioni, di progetti e concrete azioni di singole persone, di ristretti gruppi o di

intere società. Ciò che sta davanti ai nostri occhi è l’esito dell’accumularsi delle intenzioni e decisioni di un’intera società, assunte sulla base della tradizione o dei singoli o sono l’esito di una successione di altri possibili azioni volte a dare una risposta ad un insieme di esigenze contigenti. Tuttavia anche oggi in una società democratica e secolarizzata è difficile pensare che le trasformazioni del territorio avvengano razionalmente, attraverso l’interazione di una pluralità di soggetti liberi. I diversi soggetti sociali immaginano e costruiscono il proprio futuro non solo come proseguimento del passato, ma anche come confronto tra le condizioni del presente ed i loro desideri .19

Secchi20 rileva come, ad esempio, la figura della continuità abbia orientato la maggior parte degli ambiti disciplinari durante l’epoca moderna, così come quella del frammento orienta oggi il pensiero contemporaneo. Entrambe hanno svolto e svolgono un ruolo cruciale ed insostituibile per ciò che riguarda il modo di osservare, interpretare e costruire la città.

Continuità come rappresentazione dell’idea di libertà nell’ampia possibilità di suddivisione del reale e mobilità di persone, merci nello spazio fisico, economico, sociale. Nel periodo dominato dalla continuità si possono distinguere due fasi: nella prima la continuità è liberazione dai vincoli medievali e conquista di nuove libertà borghesi; la seconda è invece dominata dall’angoscia dalla paura di una società ridotta a massa omogenea.

IL XX secolo è invece caratterizzato dalla figura del frammento, opposto a quello della continuità: mentre la figura della continuità ha determinato un’idea sinottica della città, la figura del frammento ha dato l’idea di una continua modificazione e costruzione della città fatta di interventi frammentari di aggiunte e sottrazioni che possano dare un nuovo senso alla città. Continuità e frammento si sono a lungo inseguiti in tutta la modernità lasciando nella città i propri segni. (Secchi)21.

A noi contemporanei la città appare soprattutto come un deposito di materiali del passato e quindi costituita da frammenti. E il frammento non è più visto come liberazione dall’ordine moderno e borghese, conquista di nuove libertà individuali ma fonte di fenomeni di dispersione e diffusione della fiducia nel nuovo che aveva connotato al modernità diviene ansia, ritmo frenetico, paura di non seguire il ritmo di un mondo privo di orientamenti perché privo di forme. Attraverso le figure della continuità e del frammento è possibile individuare gli elementi di coesione e di differenza che caratterizzano la nuova

19 Bordieu P. (1989) "Social Space and Symbolic Power."in Sociological Theory, 7(Spring): 14-25. 20 Secchi B., ( 2000) Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari.

idea di città, e ad osservare se e come i processi di rigenerazione urbana assumono senso in relazione ai contesti specifici.

L’attuale stato della città contemporanea occidentale può essere compreso individuando tre fasi distinte nella storia della città, fasi che corrispondono ad altrettanti processi di radicale cambiamento.

La prima risale al momento di passaggio del Cinquecento, in cui la città medievale esplode demograficamente: nasce l’Europa ed in generale con il diffondersi delle scoperte della scienza, dei saperi, appare lo Stato Nazione come sovrano assoluto che assume su di sé tutte le funzioni ed potere sul territorio che è la nazione.

La seconda fase si riferisce al periodo della nascita della grande industria dall’800’ a fine secolo. L’industria si stabilisce prima in campagna, poi in città dove trova gli elementi che le sono indispensabili: forza lavoro, trasporti e saperi. Intanto cresce la popolazione, muta il fattore densità ed eterogeneità etno-linguistica.

Infine la città attraversa oggi il terzo importante mutamento: in presenza dei fenomeni di de-industrializzazione e de-urbanizzazione presenta il problema del riuso e della reinvenzione. La città vede diminuire la sua dinamica urbana. Il fattore più significativo è quello inerziale. La città continua a vivere. Oggi la spinta inerziale è sempre forte ma meno significativa perché la città deve reinventarsi come forma architettonica, come economia e come idea di città.

Uno dei temi centrali che la ricerca propone di mettere in evidenza si basa sul fatto che l’esigenza di reinvenzione della città necessita di politiche che riguardano non solo la base produttiva ma anche la forma urbana e soprattutto l’idea che della forma urbana hanno gli abitanti. Mentre la città industriale aggiungeva pezzi nuovi all’esistente, oggi la città cresce modificando l’esistente. E mentre le forme architettoniche ed urbanistiche della nuova città, le economie sono diverse nei vari paesi, la nuova domanda sociale che alla città viene rivolta tende ad omologarsi. Si chiede dappertutto che la città diventi bella, capace di stupire e di divertire, fruibile nella quotidianità. Alla città si chiede di trasformarsi agendo su se stessa, valorizzando le proprie potenzialità estetiche e produttive. Si riscontra una costante attenzione alla qualità estetica della città che, non più “Coketown” diventa “Fantasy City” e successivamente “Creative City”, dal momento che l’obiettivo della città creativa esercita un grande fascino su amministratori e cittadini.(Amendola, 1997)22

Le città diventano competitive per attrarre risorse, abitanti, visitatori, assumono l’aspetto di cantieri permanenti; si impegnano con mezzi e politiche nel tentativo di

rispondere alla domanda dei cittadini e nel contempo cercano di soddisfare le esigenze di rinnovamento.

Le esigenze del “nuovo” convivono ancora nelle forme del vecchio. L’interazione tra passato, presente e futuro è espressa in modo mirabile da una frase di Walter Benjamin23 secondo la quale “l’oggi pensa il futuro con i guanti del passato”. Presente, passato e futuro sono gli elementi costitutivi della città’, tra loro strettamente connessi. Il rapporto storico e contestuale con il passato costruito attraverso l’esperienza urbana è un elemento estremamente importante.

Spesso, tuttavia i rapporti che il nostro tempo stabilisce con il passato sono ambigui e conflittuali: “da un lato si manifesta il desiderio di distruggerlo in nome di un nuovo nel quale la contemporaneità si rappresenti compiutamente e dall’altro con la nostalgia di un passato nel quale solo sembra possibile riconoscere le identità individuali e collettive”. 24

Per quanto riguarda il presente, la città è la nostra quotidianità, altra parola chiave, perché l’esperienza urbana, come afferma de Certeau,25 si svolge nel quotidiano. Oggi più che mai, si manifesta un’attenzione progettuale verso la quotidianità. Infine la città è il futuro. Ognuno di noi proietta la sua vita nel futuro. La città implica un progetto e un progetto è il futuro, è qualcosa che vivrà domani: il progettista crea uno scenario.

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