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I grandi eventi e la qualità sociale della città

5 “Cultural led regeneration”: effetti delle politiche culturali sul rinnovo urbano

5.5 I grandi eventi e la qualità sociale della città

I “grandi eventi” sono manifestazioni di vario genere: essi vanno dai mondiali di calcio, alle esposizioni internazionali, alle olimpiadi, alle organizzazioni innovative peri tempo libero. Il comune denominatore tra fenomeni così diversi, secondo Häuβermann e Siebel può essere trovato solo usando alcuni parametri di verifica delle ricorrenze:

1) La prima sta l'esigenza di procedure speciali e accelerate.

2) La seconda caratteristica comune è la sostanziale indifferenza dei progetti: difatti, ciò che è importante non è tanto quali grandi progetti ma "dove" essi hanno luogo; la concorrenza tra città in Europa è così grande che non si può correre il rischio di rinunciare a opere o iniziative che, se attivate altrove, potrebbero far attribuire ad un'altra città quel rango di eccellenza che di per sé innesca ulteriori sviluppi.

Questo spiega il cambiamento delle priorità: una programmazione dei trasporti e dei servizi sociali in favore delle minoranze e dei gruppi sociali più deboli, una efficiente politica dei servizi e delle infrastrutture costa economicamente ma non raggiunge quella visibilità di una grande opera di prestigio. I motivi sono da rintracciarsi nei possibili effetti di ricaduta: la grande opera attiverebbe una serie di iniziative collaterali che permetterebbero, alla fine del processo, di avere tanto l'immagine che l'infrastruttura, tanto il monumento che i servizi. Questa tesi viene però spesso smentita dalla pratica, molte infrastrutture vengono difatti create più per ottenere finanziamenti esterni che in vista della loro reale utilità, i costi di queste manutenzioni si ripercuotono chiaramente anche sul futuro. I costi di gestione delle linee di olimpiadi e così via alla fine risultano superdimensionati e finanziariamente poco gestibili. Anzi, spesso succede che non venga rispettato l'ordine logico delle priorità temporali, ciò significa che prima viene realizzato il grande evento e vengono lasciati ai posteri i necessari collegamenti e i loro costi, immensi

edifici e non la reale ristrutturazione funzionale e produttiva delle città. L'assunzione di modelli "esterni" di successo (Barcellona, Parigi e altri), spesso imitati acriticamente, si risolve in una lista di opere da realizzare per il semplice motivo di "mettersi alla pari", senza che venga effettuato un calcolo delle possibilità reali, dei costi e dei benefici.

I grandi eventi di solito hanno luogo in aree centrali, in città in cui più forte è la crisi della vecchia struttura industriale o commerciale, gli altri in tutte quelle città particolarmente esposte alla competitività a livello mondiale.

I grandi eventi come esposizioni mondiali e olimpiadi sono diventati, soprattutto negli ultimi decenni, strumenti per stimolare la dinamicità dello sviluppo cittadino. Essi richiedono un processo di pianificazione elaborato e a lungo termine; richiedono anche grandi investimenti, ed hanno effetti duraturi sulla struttura socio - territoriale di una città e di una regione.

Per quanto riguarda i loro effetti diretti ed indiretti sullo sviluppo sociale della città, in primo luogo viene posto il problema sugli effetti positivi e negativi sulla "qualità sociale" della città. A livello teorico e pratico si fa avanti sempre più la tesi secondo cui il big event deve e può condurre la città e tutto il territorio regionale sulla via dello sviluppo a breve e a lunga scadenza. Come strutturare i grandi eventi affinché siano strumenti utili per lo sviluppo urbano? Possono essere uno strumento di politica locale o regionale?

Quali saranno le conseguenze? Siebel 105, propone un elenco di sei possibili effetti positivi:

1. Creare consenso: in seguito ad eventi grandiosi e a manifestazioni di prestigio si ha spesso la possibilità di conciliare interessi divergenti superando i consueti conflitti.

2. Concentrare le risorse: le persone, i media, le risorse finanziarie si mobilitano e concentrano i loro sforzi per uno scopo comune.

3. Mobilitare forze: nei grandi progetti oltre a mobilitare le forze disponibili, devono essere mobilitate anche forze nuove, risorse endogene e potenzialità non ancora sfruttate.

4. Vivacizzare strutture e lavori amministrativi: «La Festivalizzazione della politica è una strategia innovativa dell'amministrazione politica rivolta a se stessa.

5. Ottenere notorietà: Siebel assegna ai grandi eventi il compito di

attrarre l'attenzione di potenziali investitori su quelle città che altrimenti non godono di grande richiesta.

6. Ottenere denaro pubblico: una città a cui sia stata assegnata l'organizzazione di una manifestazione internazionale dovrebbe mobilitare più facilmente il denaro per realizzare la

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propria ristrutturazione urbana. Tuttavia non sempre gli venti producono questi esiti, molto spesso dipende tutto da complessi fattori congiunturali e strutturali dell'economia.

L’analisi condotta da Guala (2002) mette in rilievo il fatto che il raccordo tra eventi e rinnovamento urbano assume una particolare configurazione in questi ultimi anni, guardando ai recenti processi di globalizzazione e alla trasformazione economica della città.

I mega eventi costituiscono un fattore di stimolo della trasformazione urbana ed una occasione di riequilibrio territoriale anche se qualche volta gli esiti non sono postivi. Si assiste così ad un duplice processo: da una parte aumenta il numero e la dimensione dei grandi eventi, la cui differenziazione è effetto della terziarizzazione crescente dell’economia, del peso dei media di massa, dell’evolversi dei tradizionali grandi appuntamenti sportivi e culturali; dall’altra parte la trasformazione urbana, connessa al declino delle antiche città manifatturiere e al postfordismo, accelera i propri processi di rinnovamento e tende a migliorare la propria offerta culturale, le infrastrutture, i servizi, la qualità della vita, la ricettività turistica (Hiller, 2000). Dunque i mega eventi influenzano lo sviluppo urbano e le città a loro volta tendono a trasformarsi utilizzando i mega eventi come acceleratore di rinnovamento.

Tuttavia non esiste sempre una relazione tra il rinnovamento della città e i Grandi Eventi: è questo il caso di molte realtà urbane che tentano la carta della diversificazione produttiva, della terziarizzazione, del recupero delle aree di antica industrializzazione, (Pichierri, 1989, Bagnasco, 1986, Mellano, 2000). Quindi la grande trasformazione urbana è in buona parte indipendente rispetto alla competizione per ottenere mega eventi: è vero però che l’evento diventa catalizzatore della trasformazione urbana.

5.6 Considerazioni

Tra le diverse metafore utilizzate per descrivere la dinamica urbana ci sembra che ve ne siano due particolarmente significative e di cui si è tenuto conto nella redazione di questo lavoro: la città come testo, come narrazione di eventi, stratificazioni di memorie ed opere e la città come organismo vivente, soggetta a crisi e a rinascite, ad impulsi continui di trasformazione. Le cause di questi mutamenti sono diverse non riconducibili ad una comprensione unitaria. Inoltre essi hanno un andamento incostante, qualche volta non seguono le nostre percezioni. E’ questo il caso di eventi che modificano le consuete attività, i ritmi, l’immagine e l’identità stessa della città. Gli eventi “espongono la città, la mostrano

per un periodo limitato ad un pubblico molteplice, diverso dai cittadini, dai turisti tradizionali, dagli stessi city users. Alcune parti della città vengono ristrutturate, si adeguano i trasporti, si realizzano edifici pubblici, si ripuliscono quelli esistenti, insomma si costruiscono progetti per abbellire e presentare rinnovata la città.”106

La parola chiave che riassume il senso della trasformazione indotta dall’evento è l’”effetto pulsar”, un concetto che Imbesi riprende dall’ astrofisica per indicare non solo il fenomeno urbano nella sua trasformazione contigente ma anche il senso del rapido cambiamento che ha come conseguenza una radicale trasformazione della realtà esistente. Gli eventi sono caratterizzati da un fattore di incertezza dominante. Mentre la loro realizzazione è circoscritta nello spazio e nel tempo, gli effetti prodotti negativi o positivi che siano, si propagano nel tempo con conseguenze diverse, legate al contesto in cui l’evento si colloca, ai soggetti pubblici e privati che ne hanno consentito la realizzazione, al sistema di relazioni create. Dalla fase di ideazione a quella dello smontaggio e riuso dei materiali, numerosi attori e saperi si confrontano in tempi di solito molto limitati per poter ideare, organizzare e gestire l’evento. Alcune esperienze in atto in Europa mostrano l’importanza del consenso quale strumento per costruire un processo condiviso di sviluppo.

Inoltre l’evento rappresenta un’occasione unica per “canalizzare forti risorse finanziarie, tecniche e progettuali, nel rilancio dell’immagine e della competitività urbana”. I grandi eventi possono accelerare processi di mutamento attivando progettualità, risorse e dibattito sociale e dall’altra evidenziare l’assenza o la debolezza di una politica locale forte in grado di coordinare gli interventi. Sicuramente il grande evento accelera i fenomeni di rinnovamento e di innovazione che può portare ad un salto nella scala della gerarchia urbana o a promuovere attività considerate “deboli”. E’ il caso di Genova, oggetto di approfondimento del capitolo successivo. La capacità di utilizzare gli eventi al fine di innescare potenzialità esistenti e diversificare le funzioni urbane fa di Genova un caso esemplare di città che ha investito negli eventi per contrastare il trend negativo, economico e demografico del declino di attività ed occupazione legato alla grande industria.

Se tuttavia gli eventi generano effetti a lungo termine sulla struttura della città, in particolare modo sulle attrezzature, utili sia per lo sviluppo delle attività turistiche che per il livello di qualità offerto agli abitanti, è importante preordinare scenari possibili per il dopo evento pianificando il riuso delle strutture create e di solito sovradimensionate rispetto alla domanda abituale. Spesso si enfatizzano solo gli aspetti positivi di questi eventi eccezionali, mentre vengono sottovalutati i nodi problematici o addirittura negativi.

Il problema non è quello di sminuire gli effetti che indubbiamente grandi progetti ed eventi producono in termini di immagine rinnovata della città, attrazione di investimenti, finanziamenti, possibilità di ricollocarsi sugli scenari della competizione internazionale. Tuttavia il periodo successivo alla conclusione dell’evento è molto delicato, se non è adeguatamente programmato insieme all’evento, la città vede annullati i benefici creati dall’evento e a conclusione quando la festa finisce, si ritrova con strutture inutilizzate ed investimenti sprecati.

Da qui la necessità di inserire i grandi progetti in un sistema virtuoso che elabori l’idea in forme condivise e che le attui in tempi stabiliti. La programmazione diviene elemento fondamentale, così come l’individuazione degli attori, dei ruoli e l’attribuzione delle responsabilità e la gestione oltre che degli eventi anche degli effetti da essi provocati. L’evento può effettivamente avere un “effetto start” tale da mettere in moto risorse umane, progetti e dibattito sociale e può costituire l’occasione per accelerare i processi di trasformazione che altrimenti avanzerebbero in modo incerto o può rivitalizzare scenari in declino. La sua efficacia è maggiore quanto più è presente una solida cultura di base in termini di consenso, cooperazione tra soggetti, adesione ad uno scenario di sviluppo condiviso. ( Malusardi,1999).107

Le diverse esperienze condotte in Italia ed in Europa evidenziano la presenza di fattori comuni come:

- un’opportuna strategia di marketing finalizzata alla promozione di una nuova immagine urbana;

- la possibilità di inserire in una strategia complessiva le trasformazioni create dall’evento;

- la possibilità di attuare un’azione integrata in cui conciliare interessi pubblici e privati;

- capacità di garantire la coerenza della eventuale trasformazione con le strategie generali, realizzando uno scenario condiviso di sviluppo, in cui elemento importante è il consenso come strumento per costruire un processo condiviso di ristrutturazione del modello urbano e territoriale.(Guala, 2004). 108

Le politiche urbane, culturali, il marketing, i Grandi eventi, rappresentano dei percorsi possibili all’interno della città che cambia sotto la spinta di nuove domande, nuove esigenze. Questo processo di trasformazione rappresenta una sfida per tutti: per le

107 Malusardi, F., Monardo B., Occhipinti G,(1999)” Il ruolo dei “Grandi Eventi “nelle trasformazioni urbane di Roma”, in Governare i

Grandi Eventi, a cura di Imbesi, N., Gangemi Editore,Genova 2004

amministrazioni, per la cultura urbanistica, per i cittadini, saper diventare attori coscienti di questo cambiamento, perché non sia una mutazione che si subisce ma un progetto che si realizza”.109(Corsico,1994).

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