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7.Genova e la sua immagine: connotazione storica e connotazione contemporanea

7.4 Genova Capitale Europea della Cultura

Il 2004 è l’anno in cui Genova è stata eletta Capitale Europea della Cultura.

L’essere designata dai governi dell’Unione Europea a questo ruolo, ha costituito per la città un’opportunità straordinaria per riflettere sulla propria cultura, sulla storia passata, sullo sviluppo futuro e per lanciare la sua rinnovata immagine in Italia e nel mondo. Il Comune ha ritenuto fondamentale coinvolgere in questo avvenimento tutti i soggetti istituzionali del territorio genovese. È stato quindi costituito un Comitato che sovrintendesse all’organizzazione di Genova 2004, composto da: Comune, Provincia, Regione, Università degli Studi, Camera di Commercio, Autorità Portuale e rappresentanti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Mentre, per quanto attiene il supporto gestionale e operativo, il Comitato si è avvalso della società Genova 2004 s.r.l. appositamente costituita. Il percorso avviato in questa occasione ha seguito diverse direzioni: innanzitutto la valorizzazione delle ricchezze artistiche e architettoniche e la sistemazione dell’assetto urbano nel suo insieme, per rendere la città più vivibile e accogliente. L’altra, volta alla programmazione degli eventi focalizzati su tre filoni: Genova Città d’Arte; Genova Capitale del Mare; Genova Città Contemporanea. Genova è da sempre aperta al mondo, ai traffici e agli scambi con altri popoli e culture. Attraverso numerosi interventi è stato valorizzato il rilevante patrimonio artistico della città, le azioni hanno interessato anche edifici di pregevole qualità architettonica, tra cui i palazzi detti dei Rolli, e la splendida palazzata del fronte-mare. Gli interventi strutturali previsti per Genova Città Europea della Cultura 2004 hanno previsto il potenziamento dell'offerta culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio architettonico, puntando sull'innalzamento della qualità dell'ambiente urbano mediante l'estensione della fruizione della città in tutte le sue componenti. E’ stato inoltre, potenziato il polo museale antico con la nascita di una strada-museo nella cinquecentesca via Garibaldi grazie all'unione in un unico percorso espositivo dei musei e degli edifici storici. Oltre ai fondi statali gli interventi sono stati finanziati con fondi di altre istituzioni operanti sul territorio genovese (Provincia, Regione, Università, Autorità portuale), attraverso risorse comunitarie (fondi Urban II) e grazie a

contributi messi a disposizione dalle fondazioni bancarie Cassa di risparmio di Genova e Imperia e Compagnia di San Paolo per un totale di circa 200 milioni di Euro. Altre risorse (non solo di tipo economico), si sono attivate grazie ad un largo coinvolgimento di soggetti istituzionali e non istituzionali della città (esponenti del mondo culturale, artistico e associativo).

L'idea di Genova "Città Europea della Cultura" è stata da subito considerata di fondamentale importanza per mettere in atto nuovi processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, per supportare la definizione di una nuova immagine della città e per avviare nuovi flussi turistici; in questo quadro la promozione culturale, diviene parte integrante di una più ampia strategia di rigenerazione urbana e di sviluppo economico. Il fine perseguito non è stato quello di puntare su un unico grande evento effimero in grado di coinvolgere un vasto pubblico in un tempo limitato, ma i cui effetti siano destinati a esaurirsi dopo il termine di 365 giorni. Si è cercato di dare al significato di cultura un’accezione vasta e articolata, che comprendesse anche i temi della solidarietà, della scienza e della ricerca, della tecnologia, della formazione e del lavoro che questa città è in grado di esprimere. L’obiettivo prefissato è stato quello di fare in modo che le manifestazioni, tutte di altissimo livello, organizzate in occasione del 2004 potessero costituire un ottimo pretesto per invitare i visitatori a conoscere più a fondo la città. Una città che si è data una nuova identità, quella di una città aperta all’Europa e al mondo, in cui vivere e investire, in cui possano coesistere armonicamente le attività produttive tradizionali industriali e portuali, il commercio, l’alta tecnologia e le più recenti attività legate al turismo e alla cultura, nella consapevolezza che proprio nell’elaborazione culturale e nella ricerca scientifica si può radicare il progetto di sviluppo della città nel 2004. Il 2004 rappresenta dunque l’ “anno simbolo” di Genova, si tratta del compimento di una strategia perseguita con grande determinazione in questi ultimi anni: riqualificare l’immagine della città attraverso il recupero e l’esaltazione del suo capitale culturale, artistico e conoscitivo.

L’evento è per la città un’occasione importante perché rappresenta il riconoscimento da parte dell’Unione Europea delle potenzialità della città ed un punto di partenza per il suo rilancio in ambito internazionale. Da qui l’impegno a valorizzare il patrimonio di storia, di arte e di cultura a cominciare dalle strutture culturali per eccellenza, i musei e proseguendo con interventi mirati a riqualificare il territorio cittadino nel suo insieme, per far conoscere ed apprezzare le sue qualità urbanistico-architettoniche, per renderla più vivibile per gli abitanti e più attraente per i visitatori. L’esperienza di Genova evidenzia il fatto che le politiche urbane, culturali, il marketing, i Grandi eventi, rappresentano dei percorsi

possibili all’interno della città che cambia sotto la spinta di nuove domande, nuove esigenze. Tuttavia essi sono da considerare come importanti aspetti congiunturali e non strutturali all’interno di un processo di rigenerazione urbana. Indubbiamente svolgono un ruolo vitale, creano consenso, sviluppano relazioni, contatti, muovono capitali e assicurano un’enorme visibilità alla città. Le varie esperienze realizzate in Europa evidenziano la necessità di inserire queste politiche in un disegno più ampio perché l’economia culturale da sola non può produrre effetti duraturi a meno che le politiche culturali non si incrocino, nella realizzazione di una rete strutturale che possa dare origine ad occupazione, riqualificazione e miglioramento della qualità urbana. Alcuni casi di successo come Glasgow e Bilbao, vivono oggi i contraccolpi di un processo che risulta difficile da mantenere nel tempo.

Ma per Genova come per altre città resta l’incognita di cosa succede “dopo” l’evento, di come gestirne e promuoverne l’eredità.

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