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Le trasformazioni urbane 1 La città come sistema sociale globale

3. Rigenerazione urbana come percorso di trasformazione sociale 1 Rigenerazione urbana : una metafora per la rappresentazione della città

3.2 Esperienze di rigenerazione urbana a confronto

Tracciare un bilancio delle operazioni di rigenerazione urbana realizzate in Europa è un’operazione molto complessa che dipende dal punto di vista dell’osservatore. E’ innegabile che città come Barcellona, Lisbona, ma anche Parigi, Londra, Bilbao, Genova o Madrid costituiscano modelli non solo per l’ambito specifico, ma anche per l’Europa.

Gli scenari urbani in cui si possono osservare processi di rigenerazione urbana sono essenzialmente due: i centri urbani spesso dotati di un pregevole patrimonio storico- artistico da riqualificare e valorizzare come è avvenuto nel caso di Genova, Salerno, Manchster, Porto, o i vuoti urbani, cioè le aree dismesse che propongono nuovi assetti urbani ed integrazione con la città esistente come a Lipsia, Essen e a Nottingham. Molte città europee hanno riqualificato il waterfront utilizzando l’acqua come elemento che identifica i nuovi luoghi adatti ad ospitare spazi pubblici soprattutto dedicati al loisir. E’ l’esperienza che si riscontra a Genova, Stoccolma, Goteborg. Talvolta elemento fondamentale del processo di rigenerazione sono le infrastrutture: la pedonalizzazione di alcune aree determina la riorganizzazione dei trasporti. Questo è avvenuto a Nantes e Atene. Altri luoghi della rigenerazione sono le aree periferiche in cui i processi di degrado fisico sono legati al degrado sociale ed economico. E’ il caso di Berlino, Budapest. Si tratta in quest’utimo caso di esperienze fortemente innovative in cui la dimensione sociale prevale sugli aspetti fisici.

Negli anni recenti Barcellona, Berlino, Bilbao, Lisbona hanno rappresentato casi significativi nell’ambito della rigenerazione urbana. In particolare Barcellona rappresenta un caso di riuscita integrazione tra la pianificazione pubblica e progetti di architetti internazionali. Oggi rappresenta, secondo molti studiosi, un modello discutibile perché

l’operatore pubblico si è sostituito a quello privato con effetti negativi sul territorio, distrutto in alcune sue parti. Un altro esempio di successo è Amburgo in cui è in atto la trasformazione del porto industriale e la sua integrazione all’interno della città, oggi sono in corso esperienze interessanti in città come Nantes, Porto, Bordeaux, Aachen. Anche in Italia città come Genova, Torino, Milano stanno subendo processi di trasformazioni radicali. In particolare Genova è un esempio significativo di addizioni interessanti all’esistente basate spesso sul riconoscimento che la città è un “palinsesto di progetti individuali”. (Boeri, 2004).87

Se i casi europei hanno costituito negli ultimi anni interessanti modelli, quelli italiani presentano caratteristiche diverse. Intanto si registra il ritardo con il quale i processi sono stati avviati e poi l’impossibilità di avviare radicali processi. Molti studiosi del campo rilevano la capacità da parte delle città italiane di riprodursi e riprodurre qualità in forma quasi autonoma. L’esempio è dato da una città come Milano, in cui gli interventi più incisivi riguardanti l’industria hanno prodotto trasformazioni di intere parti della città. Essi non sono originati da progetti specifici ma dalla capacità della città di reinventarsi. Uno dei principi fondamentali che in generale queste esperienze evidenziano è la necessità che il processo di rigenerazione urbana si innesti nella storia della città, in modo che gli interventi non siano solo rivolti ad un rinnovo o ad un ampliamento fisico ma possano riprendere e ricongiungersi con il passato, pur modificandolo.

I casi che confermano questa tesi sono le visibili nei paesi dell’ex-terzo mondo non tanto per la presenza di novità di rilievo, quanto per la orribile ed inadeguata ripetizione di modelli già noti. Nairobi, Shangai, Djakarta si presentano come accumuli di materiali e di forme di seconda mano creati dall’ansia di modernità o da architetti senza scrupolo, da disuguaglianze sociali. L’operazione di rinnovamento di alcuni grandi quartieri periferici realizzato con la demolizione di grandi manufatti industriali come quelli della Pirelli o della Innocenti non ha avuto gli esiti sperati né per gli edifici né per gli spazi urbani. Pur avvalendosi di grandi architetti e di ingenti capitali i nuovi interventi non sono entrati in relazione con la complessità urbana del posto e rimangono avulsi dal territorio circostante. A sostegno della ipotesi secondo cui il successo in tempi brevi di un’operazione di rigenerazione dipende dal suo grado di interrelazione con i processi di evoluzione, con il genius loci, con gli stili di vita della città, troviamo alcuni casi di città italiane. A Salerno per esempio, si è cercato di collocare i singoli interventi in un progetto di trasformazione complessivo volto a superare la staticità dei piani. Sono stati pensati alcuni progetti

architettonici per realizzare modelli che potessero avere funzione di volano per l’intero processo di rigenerazione della città. Nella città campana la riqualificazione del centro storico si inserisce in un processo più vasto di rigenerazione urbana che riguarda l’intero territorio della città, un processo progettato e realizzato negli ultimi dieci anni che ha il suo costante punto di riferimento nell’opera di Oriol Bohigas. Il progettista catalano già nel 1994 esprimeva i suoi dubbi riguardo alle possibilità del piano regolatore di controllare la crescita e la ricostruzione della città. Si dà inizio ad una serie di azioni volte a riqualificare in maniera diffusa la città, a ridare un senso di identità alla collettività recuperandoli negli elementi formali della città, a superare l’antinomia centro-periferia, cercando sempre il consenso dei cittadini. Il risultato è una nuova operosità che contribuisce a ridefinire il senso di una nuova identità civica.

Un'altra esperienza interessante è quella di Torino che utilizza un’occasione eccezionale come quella delle Olimpiadi invernali per riconsiderare l’insieme dei problemi urbani o Genova (oggetto di approfondimento nei capitoli successivi) in cui il recupero dell’area portuale è stata il principale fattore di recupero urbano ed al tempo stesso un evento nuovo capace di rinnovare l’immagine della città. In Italia si registra un notevole ritardo infrastrutturale, ma qualcosa adesso sta finalmente cambiando e lo dimostrano i numerosi cantieri aperti e le azioni previste nel prossimo futuro: grandi interventi legati ad eventi come le prossime Olimpiadi invernali a Torino, o celebrazioni come quelle avvenute a Genova, eletta “città europea della cultura della cultura” nel 2004. Ma anche lavori per migliorare la mobilità urbana, valorizzare il verde cittadino, recuperare le periferie. Alcune città come Catania hanno basato sulla valorizzazione del vasto patrimonio storico-artistico il loro processo di rigenerazione. In molte altre città si osserva il tentativo di rivedere piani regolatori rigidi e inadeguati, attraverso la flessibilità e la semplificazione dei processi. La complessità della gestione dei sistemi urbani e le positive esperienze di trasformazione rappresentano non un semplice restyling di piccole zone, l’obiettivo è la modifica di intere parti di città.

Accanto agli esempi più significativi di trasformazioni ormai concluse come Barcellona, Lisbona, Londra, Parigi, Bilbao ci sono tanti esempi minori che evidenziano luci ed ombre.Una riflessione sulla rigenerazione urbana riferita al contesto europeo rivela come le città siano spesso in grado di mantenere un legame con la propria tradizione culturale, legando tradizione ed innovazione. Con strategie diverse e specifiche manifestano la capacità di rispondere alle esigenze di rigenerazione urbana in modo non omologato

sempre più spesso promuovendo l’innovazione tecnologica che diventa risorsa a lungo termine se coniugata insieme ad altre risorse come cultura, qualità, ambiente e coesione.

I processi di rigenerazione urbana in Europa sono favoriti da alcune peculiarità: 1) un’estrema flessibilità di adattamento delle strategie ad un determinato contesto per definire una propria specificità di approccio al problema; 2) il secondo aspetto connesso alla specificità dello spazio europeo, riguarda il fatto che l’Europa è un continente di città, la forte densità impone alle città di avviare un processo di riqualificazione ambientale. Qualità e responsabilità ambientale, benessere sociale e coesione nella comunità e tra gli attori sociali sono tutti elementi presenti nelle strategie più innovative di rigenerazione urbana.

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