6.Genova: la città “svelata”
6.3 Il contesto socio-economico
Genova sospesa tra l’azzurro del mare ed il verde delle colline, vive da sempre una profonda dicotomia tra l’amore per la sua terra ed il desiderio di scoprire nuove mete, tra tradizione ed innovazione. Genova è una città multietnica, nuova meta culturale, base logistica sia per i traffici marittimi che per quelli terrestri e opportunità di investimento per gli imprenditori. Uno stretto rapporto lega Genova al suo mare. Chi osserva la città dall’alto ha l’immediata percezione dell’abbraccio con il quale il centro abitato avvolge il porto storico. Ed è qui infatti che la città si è formata nei secoli. Il porto antico, già sopravanzato dallo sviluppo verso ponente di moderni scali, ritorna oggi ad essere uno dei poli più importanti della città.
Con la ristrutturazione di Renzo Piano, la città ha finalmente trovato il suo mare: gli edifici e gli spazi, così recuperati sono oggi proposti come sede per le nuove attività legate alla scienza, alla ricerca, alla cultura, allo spettacolo, alla tecnologia, alla musica, allo sport e alla comunicazione.
Il porto si trova lungo una direttrice di traffico di grande sviluppo, e aspira al ruolo di cerniera fra Europa, Africa ed Asia Minore. Le previsioni macroeconomiche attribuiscono al movimento portuale un elevato potenziale di crescita sia nei container, sia nei settori specializzati del traffico convenzionale. Inoltre Genova rappresenta il punto di accesso specializzato per l’Europa al mercato crocieristico del Mediterraneo, area di massimo sviluppo potenziale a livello mondiale.
La città ha un sistema complesso di infrastrutture autostradali e ferroviarie, che tuttavia non sono sufficienti a smaltire il traffico di un porto oggi assai dinamico.
Gabrielli115 sintetizza così le caratteristiche della città ligure:
-E’ stretta fra il mare e la montagna: la mancanza di spazio è perciò una condizione con la quale ha sempre dovuto fare i conti;
-E’ una città “policentrica”, costituita da ben diciannove centri , infatti non ha subito l’effetto “periferia” della maggior parte delle città Metropolitane.
-E’ una città storica, con un porto storico: una città medioevale, con un tessuto urbano di matrice araba e a stretto contatto con il porto;
-È una città “densa” - soprattutto – con un centro storico assai denso (dal punto di vista del volume edificato);
-È – infine – una città artificiale: le sue più importanti infrastrutture sono ricavate dal mare (banchine portuali, porto di Voltri, Aeroporto, Fiera del Mare) e così pure le infrastrutture viarie; l’ottocentesca circonvallazione a Monte, cosi come la Strada Sopraelevata lungo l’arco portuale.
La città rappresenta nel panorama delle trasformazioni urbane un caso significativo ma anomalo (Gazzola, 2003)116. Il territorio è fortemente urbanizzato e di conseguenza presenta una carenza strutturale di suoli che determina la riorganizzazione della città per sostituzione, senza alcun margine di ampliamento. Si tratta di un insediamento complesso nato per successive aggregazioni alla città storica di centri dotati di una individualità ben definita.
Una “città di città” cioè una città policentrica così come viene interpretata oggi: tanti “mondi a parte” (Seassaro 2004)117; sulle pendici collinari, tante periferie dequalificate e sconnesse al restante tessuto urbano. Dunque un’area metropolitana anomala, fortemente polarizzata, (infatti il capoluogo assorbe circa l’85% degli abitanti ed il 90% dei posti di lavoro) con una presenza molto debole di processi di redistribuzione demografica e di decentramento produttivo interno all’area. L’economia genovese storicamente caratterizzata da attività marittime e commerciali, è stata strutturata su variabili esterne alla regione come i rapporti di forza tra diversi stati europei o il mutamento d’importanza delle rotte marittime.(Pichierri)118 .
115
Gabrielli B.,“Lo sviluppo fisico di Genova in rapporto alle trasformazioni economiche”, in Aa.Vv, Genova verso il ’92, Edito dal Comune di Genova, Genova, 1991, pagg. 63-74
116
Gazzola A.(2003)” Trasformazioni Urbane”, in Società e spazi di Genova, Liguori, Napoli. 117 Seassaro L, Urbanistica a Genova, INU, Anno IV n.28, gen-febr. 2000
118
I settori portanti dello sviluppo genovese sono stati la siderurgia e le costruzioni navali, fortemente promossi e protetti dallo stato. Nel dopoguerra con il crollo dell’Ansaldo entra in crisi questo sistema e alla grande imprenditorialità genovese subentrano le imprese a partecipazione statale.
Dagli anni 70 la parabola del sistema sociale ed economico genovese coincide con quella delle imprese a partecipazione statale.
Gli anni ottanta rappresentano per Genova un periodo di grande trasformazione dell’apparato produttivo e della struttura urbana. La crisi del settore portuale, il processo di deindustrializzazione, dovuto al crollo dell’industria pesante, la scarsa competitività delle industrie locali nel settore manifatturiero e terziario sono sintomi evidenti di una situazione di degrado diffusa. Dal 92’ con le manifestazioni colombiane inizia il recupero a funzioni urbane del Porto Antico.
Un insieme di proposte elaborate hanno trovato concreta attuazione solo negli ultimi tempi con i programmi complessi di riqualificazione urbana.
Oggi al cauto ottimismo degli operatori economici si è aggiunto di recente la determinazione da parte dell’amministrazione di guardare al futuro con una visione progettuale ed elaborare accanto a piani da attuare burocraticamente anche strategie atte a coordinare le azioni in corso e di catalizzarne altre tramite l’elaborazione di una visione d’insieme. L’obiettivo è riutilizzare le vaste aree industriali e di rilanciare l’economia cittadina.
Genova, come altre aree europee di antica industrializzazione, ha visto, nell'arco degli ultimi dieci quindici anni, cambiare radicalmente il tessuto produttivo della città, e in generale del territorio, quindi anche il tipo di professionalità dei lavoratori; il cambiamento è visibile anche dal punto di vista del rapporto tra donne e uomini occupati.
Genova presenta una nuova immagine, quella di una città polimorfa sempre basata sulle tradizionali attività portuali, industriali, commerciali, ma con un interesse crescente verso l’alta tecnologia e le attività legate al turismo come ulteriori possibilità di sviluppo economico.