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6.Genova: la città “svelata”

6.2 Verso la riscoperta della città

Ma quella faccia un po’ così, quell’ espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a

Genova; ed ogni volta ci chiediamo se quel posto dove andiamo non ci inghiotta e non torniamo più. Eppure parenti siamo un po’ di quella gente che c’è là, che come noi è forse un po’ selvatica”.

Così scriveva e cantava negli anni ‘80 Paolo Conte nel suo “Genova per noi” esprimendo un senso di disagio, di timore e di lontananza che ispirava la città ligure, una città difficile da comprendere, vicina e lontana al tempo stesso, misteriosa.

Genova segreta, invisibile, contraddittoria. Non è più questa l’immagine che si ha oggi arrivando a Genova, città protagonista a partire dagli anni 90’ di un profondo processo di rinnovamento urbano. Non si tratta solo di cambiamenti fisici, ma anche di cambiamenti culturali, antropologici. La città si aperta al nuovo, ma anche alla gente, ai visitatori, rimettendo in luce le sue straordinarie bellezze. Nota a livello internazionale soprattutto per il suo porto, tra i primi in Europa per i traffici e divenuta, all'inizio del Novecento, importante centro industriale, Genova ha subito in seguito successivamente i contraccolpi della crisi della grande industria di stato e oggi, mentre conferma la sua propensione all'industria, al commercio e alle attività portuali, scopre una vocazione all'arte, al turismo, alla cultura. (Pericu 2004)113

Genova possiede infatti un enorme patrimonio architettonico, storico ed artistico, poco conosciuto e degno di grande attenzione. Il centro storico è tra i più estesi e suggestivi d'Europa e presenta preziose testimonianze di storia e di cultura.

La rigenerazione a Genova ha assunto connotati complessi, volti soprattutto dalla ricostruzione dei valori della città che si sono degradati nel tempo, da quelli del passato fino al “restauro del moderno”.114 Ma il vero risultato raggiunto da Genova è il fatto che i processi di rigenerazione si sono innestati consapevolmente nella storia e nella tradizione della città. Il processo di rigenerazione urbana a Genova si realizza nella particolare sinergia tra tradizione ed innovazione. Oggi il capoluogo ligure si offre all’attenzione di quanti sono interessati alle trasformazioni sociali ed urbane.

Oltre alle notevoli opere di sistemazione urbana, Genova si pone l’obiettivo di diventare un importante nodo culturale, marittimo ed ambientale, un centro scientifico internazionale.La città misteriosa e riservata scopre le sue bellezze nei seicenteschi palazzi patrizi, nelle chiese che racchiudono tesori artistici, nelle antiche vie cittadine, nel centro storico con l’intreccio di carruggi e vecchie creuze.

113 Pericu G,,in Mad’e, Dossier Genova, n.2, 2004.

114 Gabrielli,B. (2004), Dal rinnovamento alla rigenerazione urbana, in +Città, Alinea Editrice, Genova.

Gabrielli scrive: Scrive “Rigenerare se stessa, per una città non significa semplicemente ampliarsi o rinnovarsi, bensì ricongiungersi, anche solo parzialmente con il proprio destino, che pur traendo origine in gran parte dal passato è pur sempre modificabile dalle condizioni che nel presente si determinano”

L’utilizzazione in tempi rapidi, e grazie a progetti in gran parte previsti da una programmazione che si è dimostrata lungimirante, dei finanziamenti, ha in effetti permesso di “abbellire” notevolmente il volto della città, e non solo nel “centro storico” tra piazza De Ferrari e il Porto antico, ma in altri snodi strategici del territorio cittadino a Ponente e a Levante. Due le direttrici fondamentali di una lunga serie di interventi di ristrutturazione e di arredo urbano in grande misura compiuti. Da un lato il recupero di un rapporto migliore della città lineare con il mare. E ciò vale non solo per il centro storico, ma per il patrimonio culturale e ambientale del Levante e di Nervi, così come per le aree del Ponente.

La seconda direttrice, che è un insieme complesso di azioni di recupero e risanamento urbano in grande misura connesso al riuso di spazi industriali, persegue la sempre migliore integrazione degli assi urbani lungo le vallate del Polcevera e del Bisagno, che si innestano nella costa disegnando quel grande p greco rovesciato che sintetizza la struttura della città.

Grande successo ha riscosso un’efficace campagna di comunicazione caratterizzata dallo slogan di Genova che “si fa più bella”. Ma la “città che si fa più bella” è anche la città in cui i servizi ai cittadini, la vivibilità nei quartieri e nelle abitazioni, la mobilità e il traffico, rendono più alti gli standard di una generale qualità della vita che diventa anch’essa – oltre che un vantaggio per i residenti – un fattore di attrazione e di sviluppo.

Tra le città italiane, Genova è quella che più di ogni altra ha mutato il suo aspetto e rinnovato la sua identità, subendo una metamorfosi capace di far dimenticare l’immobilismo di oltre mezzo secolo. L’idea che i contesti urbani siano destinati al declino, sembra ormai essere superata ed il caso di Genova propone una riflessione sulla capacità strategica di una città di promuoversi ed invertire le tendenze negative attraverso il ricorso a politiche adeguate, tramite il coinvolgimento di molteplici risorse e mezzi. La trasformazione attraversa le aree del Porto Antico, del centro storico, dei musei ed investe tutta la sfera culturale: mostre, spettacoli, convegni, progetti scientifici testimoniano un nuovo dinamismo.

Solo poco tempo fa Genova era “un’idea come un’altra”, secondo l’espressione di Paolo Conte, città “invisibile” nel senso calviniano del termine, per la difficoltà ad essere individuata se non come ex -città industriale e portuale. Una città di difficile lettura per la sua conformazione geografica che permette una completa percezione solo dal mare o dall’alto, una città “densa” per lo sviluppo urbanistico e “verticale” per le realizzazioni architettoniche, con una spiccata tendenza all’introversione da parte dei suoi abitanti.

Una città sperimentale secondo la definizione di Celant, aperta ad una dimensione internazionale, vicina ai giochi di potere e nello stesso tempo chiusa in se stessa. La città è sempre stata caratterizzata da due anime in costante frizione: una quella portuale, legata al partito comunista, che ha costituito in passato un tessuto molto solidale, e l’altra quella dell’aristocrazia, dell’imprenditoria molto conservatrice. Oggi la città sembra aver smussato i contrasti. Genova è l’immagine di una città con una profonda memoria storica, al tempo stesso capace di essere innovativa.

Il capoluogo ligure si presenta oggi come una città che deve essere ancora scoperta. La sua struttura a labirinto è in sintonia con la cultura di oggi, il labirinto è sorpresa, avventura e questo è l’aspetto più innovativo di una città antica, con la sua casbah magica. Oggi la Genova scontrosa, schiva, celebrata da poeti e cantautori diventa una città capace di meravigliare.

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