IL PROCESSO PRODUTTIVO STORICO
4.2. L'agricoltura in epoca coloniale
4.2.8. Consolidamento della hacienda
La grande hacienda fu un'istituzione complessa dalle molteplici sfaccettature. La grande hacienda era retta da un amministratore cui seguiva una gerarchia di maggiordomi diversificati in base alle esigenze di produzione. Nelle haciendas coltivate a canna da zucchero vi era il maggiordomo dei campi, quello delle pailas (“tegami”), quelli delle pampas; e con l'impiego di numerosi schiavi era importante avere un medico o un chirurgo, responsabili della loro salute in caso di incidente, malattia, maternità o disturbi comportamentali. In base al numero di residenti, era previsto un cappellano dedito ai servizi e conforti religiosi, poi un falegname, un fabbro, un dispensiere, un panettiere. In posizione intermedia stavano i caporales o capataces (“capireparto”) responsabili della vigilanza e dell'andamento in tutte le aree di produzione.
Alcuni regimi di lavoro, di cui sopra, condizionavano la popolazione indigena: agli hacendados premeva soprattutto utilizzare mitayos in luogo degli operai poco disponibili, per accudire il bestiame e, in alcuni casi, anche nell'estrazione della coca (Macera, 1977; Chocano 2010), sebbene arbitrariamente. Nelle haciendas della sierra, una parte dei lavoratori erano ospiti residenti che si stabilirono nelle haciendas in accordo con il proprietario: essi compensavano la pigione col lavoro e in natura, poi vi erano gli yanaconas che percepivano un “salario” composto di vestiti, di denaro e di alimenti (patate, legumi, grani, sale). Tali lavoratori potevano anche ricevere lotti di terreno ad integrazione di queste entrate, pertanto il salario rurale, anche se conteggiato in valuta, era convertito fondamentalmente in generi di natura. Per tutte le altre necessità gli indios contraevano debiti contabilizzati tramite trattenute salariali78.
Nella storia agraria peruviana del XVIII secolo, il calo della produzione del grano nelle valli circostanti a Lima ebbe significative ripercussioni. Un terribile terremoto nel 1687
78 Vi sono alcuni casi di haciendas studiate con abbondanza di documenti conservati, soprattutto quelle dei gesuiti. Per maggiore approfondimenti di casi specifici si veda il caso della hacienda betlemita nella Valle di Ollantaytambo a Cusco di Glave e Remy (1983); oppure il caso della Valle di Jequetepeque di Burga (1976).
distrusse Lima e provocò 1300 vittime nella capitale e nel porto del Callao; gli effetti ad ampio raggio provocarono la sterilità dei campi a frumento motivo per cui si passò alla coltivazione intensiva della canna da zucchero e dell'erba medica. Non esiste altra spiegazione plausibile dal punto di vista agricolo e ambientale su tale trasformazione, piuttosto dal punto di vista politico-economico la canna da zucchero trovava sbocchi più remunerativi soprattutto per i mercanti marittimi che navigavano sulla rotta tra Callao e Valparaiso, i quali convinsero i produttori a scambiare il frumento cileno qualitativamente migliore del criollo peruviano con lo zucchero di recente innovazione nel distretto di Lima.
Il termine hacienda, subì un'evoluzione semantica a cavallo del XVII secolo, che assunse il significato di proprietà/capitale immobiliare e ciò che vi grava, riflesso delle trasformazioni agrarie strutturali nel Perù del XVI secolo.
Dalla proprietà rurale con indirizzo zootecnico e orticolo chiamata estancia, si svilupparono velocemente le caratteristiche dell'hacienda. Chevalier (1952, in Burga, 1976) la definisce così: la parola hacienda, contrariamente a estancia, evoca il capitale incorporato alla terra, ciò che gli “uomini ricchi” avevano impiegato per cancellare i corsi d’acqua, nel costruire installazioni fisse, nell'acquistare schiavi e tutta una serie di attrezzi, carretti e animali.
Questo capitale incorporato alla terra non è altro che il capitale accumulato dalla forza lavoro nella proprietà rurale, non necessariamente salariata, in regime di servitù (mitayo) o di schiavitù. Burga (1976) afferma che è possibile ritenere che lo sviluppo del capitale costante, ovvero, delle forze produttive è ciò che permise la transizione della estancia verso la hacienda (capitalista), vale a dire che la terra acquista valore per la presenza di costruzioni, canali d’irrigazione, manodopera stabile, attrezzi da lavoro per l'agricoltura79.
Quando venne ottenuta l'indipendenza, ciò non significò la scomparsa della stratificazione sociale coloniale: si operò un cambio d'élite nella proprietà terriera: dalle tenute degli agostiniani, per esempio, si passò ai nuovi hacendados creoli. La stratificazione sociale, basata apparentemente sul fattore razziale, nascose un elemento di differenziazione: la proprietà della terra. A questa stratificazione, la congiuntura agraria dell'ultimo quarto del XIX secolo, apportò cambiamenti importanti: l'allargamento basale della piramide sociale con l'arrivo di immigrati coolies80 asiatici,
di indigeni enganchados81 provenienti dalle vicine aree della sierra e, infine, la
disgregazione della figura contadina locale, erosa dalle modifiche della struttura agraria. Questa divisione sociale crea due grandi gruppi: i grandi e i medi proprietari terrieri e i proprietari salariati e i semi-salariati.
79 Il caso studiato da Burga sulla valle del Jequetepeque, delucida ampiamente questa situazione.
80 La parola coolie, che si riferisce alla manodopera a basso costo non qualificata proveniente dall’Asia, si crede abbia origine Indiana, turca o africana. il termine è stato ampiamente adottato per descrivere i cinesi che si sono trasferiti in America Latina come lavoratori a contratto temporaneo a partire dal 1840 al 1880. Il commercio coolie cinese è stato innescato da due eventi che si è verificato nello stesso periodo: la guerra dell'oppio, che ha costretto la Cina ad aprire vari porti marittimi verso l'Occidente, e l'abolizione della tratta atlantica degli schiavi, che spinse molti paesi occidentali a cercare fonti alternative di lavoro. Nel Perù sostituirono la manodopera schiava nera e furono inseriti nelle piantagioni di canna da zucchero, nelle miniere e nelle isole per l'estrazione del guano de isla (escrementi di volatili utilizzati come fertilizzante). Oltre ai cinesi arrivarono anche vietnamiti, coreani, indiani, etc.
81 Oppure lavoratore, non propriamente un vero proletario, la maggior parte erano contadini della sierra che