IL PROCESSO PRODUTTIVO STORICO
4.3. L'agricoltura dal periodo repubblicano
4.3.3. Il ritardo agrario nella fase repubblicana
La struttura sociale del Perù nel periodo successivo all'indipendenza riflette la segmentazione dell'economia peruviana. Più che parlare di una società nazionale sarebbe più corretto parlare di società regionali articolate intorno ad una grande hacienda, ma con limitata capacità di sostegno alla popolazione. Politicamente, l'hacendado, direttamente o in collaborazione con un caudillo locale, esercitava un indiscusso potere politico e sviluppava una serie di legami clientelari a garanzia della lealtà dei subordinati. La rinnovata politica agraria toglie ogni protezione vigente nella legislazione coloniale ignorando le comunità e gli indigeni nonché la feudalità economica persistente (Basadre, 1978).
Fino al 1840 l'agricoltura della costa fu caratterizzata dalla stagnazione e involuzione per motivare la preferenza verso il mercato interno. Successivamente, fino alla guerra col Cile nel 1879, l'economia e la politica statale attese, in un modo o nell'altro, allo sfruttamento del guano86. Le cronache di José de Acosta, Pedro Cieza de León e Agustín
de Zárate riferiscono già l'uso del guano nell'agricoltura prima della conquista e, anche se in minor grado, nel periodo coloniale per migliorare la concimazione ad uso locale sulla costa. Sempre a partire dal 1840, lungo la costa si percepirono i primi sintomi del ripristino produttivo, dovuto soprattutto all'espansione del mercato. Lima in quel
84 Le due regioni alludono alla Confederazione Peruaviano-Boliviana istituita il 20 ottobre 1836, fu creata con l'obiettivo di formare uno stato unico alla ricerca del recupero dei legami commerciali che legavano le due regione fin dai tempi preispanici. Il potenziale potere di questa nazione risvegliò l’opposizione dell'Argentina e soprattutto del Cile, non solo a causa dell'espansione territoriale della confederazione, ma anche per la pericolosa minaccia che uno stato così ricco avrebbe potuto significare in quell'area. Va ricordato che la rotta commerciale tra il Perù meridionale e la Bolivia era stato sciolto con l'annessione dell'Alto Perù al Vicereame del Rio de la Plata (1776-1814) e poi con la creazione della Repubblica di Bolivia nel 1825.
85 Leader politico-militare e ideologico a capo di un regime autoritario. Fu un fenomeno sociale emerso nel XIX secolo in America Latina che aveva come obiettivo la conquista del potere politico con l'uso della forza e degli interessi personali, i caudillos prendevano il potere popolo con l'inganno. Nel 1823 si forma il primo congresso costituente in Perù, le guerre di indipendenza avevano creato le condizioni perché i militari (di alto rango) prendessero il potere con la forza.
86 Guano è una parola quechua che indica lo sterco di un uccello del Pacifico sud, il guanay o guanay
periodo sperimentava una notevole crescita demografica con un significativo incremento del consumo di beni agricoli; d'altra parte gli effetti della rivoluzione industriale restituirono all'Atlantico il ruolo fondamentale per l'esportazione, dando nuovo impulso all'economia.
Fu a partire dagli anni 1860 che iniziò la vertiginosa espansione della produzione di zucchero e di cotone per l'estero87. L'esportazione della fibra tessile, per esempio, era passata da 291 tonnellate nel 1860 a 3.609 nel 1879 (Bonilla, 1991) e nello stesso periodo le esportazioni di zucchero erano aumentate da 610 tonnellate a 83.497 (Bonilla, 1984, 1991). Ciò si rese possibile con i benefici diretti o indiretti derivanti dallo sfruttamento del guano.
L'abolizione della schiavitù aveva creato le condizioni per la circolazione del capitale umano (compensazione). Il problema della scarsità di forza lavoro fu risolto con l'importazione massiccia di coolies cinesi; nelle cospicue immigrazioni del 1849-1857 e nel 1861-1874 (Lausent-Herrera, 1992, Cosamalòn, 2011) sbarcarono in centomila, la maggior parte destinati alle piantagioni della costa, altri impiegati nella posa di binari ferroviari e nell'estrazione di concime naturale dalle isole.
Tuttavia, lo sviluppo delle esportazioni agricole era particolarmente precario non solo a causa della dipendenza dalle fluttuazioni della domanda internazionale, ma anche per la loro subordinazione al capitale finanziario.
L'agricoltura nella sierra, di converso, non fu influenzata in alcun modo dagli effetti del commercio del guano, anche se l'afflusso di prodotti alimentari alla capitale e alle zone minerarie aveva contribuito in qualche modo ad incrementare l'allevamento negli altopiani. In questa parte del territorio lavoravano i pochi schiavi che i grandi proprietari terrieri erano riusciti a trattenere (dopo l'abolizione della schiavitù), i manovali per debito impiegati stagionalmente nelle piantagioni di zucchero, gli yanaconas nelle haciendas e negli allevamenti.
L'impatto della Guerra del Pacifico (1879-1883) sul settore agrario fu devastante per il riordinamento agrario. Una riforma aprì il processo di privatizzazione terriera contribuendo alla grande concentrazione delle proprietà; le haciendas di minori dimensioni furono incorporate nelle emergenti piantagioni agro-industriali provocando la destrutturazione di molte haciendas di canna da zucchero, di cotone e di vite sulla costa, e di quelle zootecniche e alimentari nella sierra.
Cessata la guerra, i successivi governi si sforzarono di ricostruire il paese: vennero risolte le problematiche fiscali più acute con la firma del Contratto Grace (1889) per liquidare il debito estero e consolidare il debito interno e l'economia si orientò verso le esportazioni di materie prime, come veicolo di sviluppo nazionale. Non mancarono gli scontenti, le ribellioni e i movimenti sociali che dimostrarono come quella società rurale fosse oggetto di una forte pressione da parte della hacienda, evidenziando il consolidamento del latifondo e del gamonalismo88 sulle regioni della sierra.
La situazione venutasi a creare, intrinseca all'ordine oligarchico, includeva quasi tutto il
87 L'espansione del cotone è stato associato alla crisi del cotone americano, in questo caso la produzione fu concentrata in poche regioni: Piura, Lima, Pisco e Ica.
88 Il gamonalismo è una forma di potere politico locale, risultante dall’effetto di una struttura stratificata o di caste. I loro sostentamento sono le società rurali in cui predomina la subordinazione contadina per l’egemonia dei sistemi agrari e dove prevale la grande proprietà. Tuttavia, vi è un’altra variante di
gamonalismo che è collegata al capitale commerciale e ai meccanismi dispotici e coercitive nelle relazioni di
sistema sociale rurale. Senza tentare una definizione esaustiva, il gamonalismo esercitava il potere locale sulla base della grande struttura pre-capitalista, concretizzato da mezzi informali piuttosto che istituzionali. Il gamonalismo, come fenomeno specifico dell'area andina, è parte integrante dell'organizzazione statale, frutto dell'alleanza con i poteri locali nelle regioni meno sviluppate per il controllo dell'apparato governativo. Il suo funzionamento coinvolgeva anche una serie di intermediari (amministratori, maggiordomi, preti, maestri etc.) che garantivano l'efficacia del controllo.
Il loro potere, che si estendeva sulle risorse economiche, politiche, giudiziarie e sulle forze dell'ordine, si esercitava col dominio culturale, imponendo l'uso dello spagnolo come lingua d'istruzione. Gamonalismo ed emarginazione socio-culturale rappresentano le due facce della stessa moneta. Perciò Mariategui (1928), analizzando la questione indigena, affermava l'impossibilità di risolverla senza prima sradicarla.
“Il gamonalismo invalida inevitabilmente qualsiasi legge o regolamento per la protezione indigena. La legge proibisce il lavoro gratuito ma esso e persino il lavoro forzato sopravvivono nel latifondo, poiché la legge non può prevalere contro i gamonales. Il funzionario che si ostinasse a imporla verrebbe abbandonato e sacrificato dal potere centrale, presso il quale l'onnipotente influenza del gamonalismo agisce direttamente o per via parlamentare sempre con la stessa efficacia. Il fenomeno, comprende inoltre un'ampia gerarchia di funzionari, intermediari, agenti, parassiti, etc., in cui l'indigena che sa scrivere si trasforma in uno sfruttatore della propria razza perché si mette al servizio del gamonalismo”. pp.69-70.
L'aspetto centrale del fenomeno è l'egemonia della grande proprietà semifeudale sui poteri istituzionali e sulla politica in genere. José Encinas (in Mariategui, 1928) scrive a riguardo:
“Sostenere la condizione dell'indio è il miglior modo di elevarne la condizione sociale. La sua forza economica risiede nella terra; la terra rappresenta tutta la sua attività. Allontanarlo significa mutare profondamente e pericolosamente tendenze ancestrali della razza. Non c’è niente come il lavoro nei campi per migliorare le sue condizioni economiche. In nessun'altra parte e in nessun altro modo può trovare maggior fonte di ricchezza che nella terra […] l'illimitato diritto di proprietà ha creato il latifondo a scapito della proprietà indigena. La proprietà delle terre improduttive ha generato l'infeudamento e la miseria della razza […]”. pp. 71.
Il gamonal non fu un “proprietario assenteista”, conosceva molto bene i suoi contadini con i quali poteva comunicare in quechua ma, con la stessa frequenza, usava la frusta e il ceppo. Il personaggio era un miscuglio di razzismo e paternalismo (Flores Galindo, 1986). Dalle parole di Flores Galindo emergono molti aspetti interessanti, innanzitutto si restaurò la frammentazione, aspetto chiave per la comprensione storica, questa volta riferita all'universo politico più che a quello economico. In effetti, l'avvento della Repubblica peruviana portò alla riesumazione delle precedenti strutture di potere: curacas e corregidores.
regime politico oligarchico che negò il diritto di voto agli indigeni, svolta politica che fu accompagnata da un contesto di prosperità economica grazie all'espansione agro- esportatrice e ad una certa stabilità politica.