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La Crisi agraria negli anni che precedettero la Riforma Agraria

IL PROCESSO PRODUTTIVO STORICO

4.4. L'agricoltura nel XX secolo

4.4.3. La Crisi agraria negli anni che precedettero la Riforma Agraria

Con il consolidarsi della “Repubblica oligarchica”, in auge dalla fine della guerra con il Cile fino alla crisi del 1929, e a partire da allora con la crescita del paese, le migrazioni, la comparsa di nuove classi sociali (middle class), l'industrializzazione, la penetrazione di idee rivoluzionarie e la comparsa di nuovi partiti politici, sempre più si faceva evidente la necessità di nuove riforme per rispondere alla nuova e complessa realtà. Già a partire da gli anni '60 del Novecento fu creata una commissione per la riforma agraria, che tuttavia non ebbe conseguenze di rilievo.

Le linee d'indirizzo generale erano quelle di proteggere e mettere in salvo le haciendas “moderne” e di alta tecnologia e promuovere la colonizzazione della foresta amazzonica, ma in realtà si trattava di ridurre la migrazione di contadini verso Lima e indirizzarli nella foresta, evitando così la rivendicazione delle terre e che scaturissero conflitti con le haciendas della sierra. Tuttavia, l'enfasi posta nella difesa dei latifondi di zucchero della costa e le moderne haciendas d'allevamento della sierra in mano alla Cerro de Pasco Cooper Co., significava che il regime oligarchico cominciava a ignorare il latifondismo della sierra e accettava pure il suo declino pur di evitare una riforma agraria più radicale per via della rivolta contadina che avrebbe scosso la storia repubblicana. Questa situazione si verificò a partire da gli anni '50 quando i latifondisti della sierra persero influenza negli alti livelli della politica ufficiale, per essere rimpiazzati dai produttori di farina di pesce o dai proprietari delle nuove industrie manifatturiere.

Dal punto di vista storico, la tradizionale struttura agraria affrontava una grave crisi dalla fine degli anni '50, e per tutti gli anni '60. In termini economici, le cause vanno ricercate nel sistema rurale incompatibile con le tendenze di sviluppo dell'economia nazionale, che reclamavano la loro modernizzazione.

rurale che domandava un adeguamento nel sistema di potere. Nessun passo avrebbero fatto i settori dominanti, precipitando il paese in un periodo critico che avrebbe portato alla fine della loro egemonia e alla trasformazione della struttura agraria che serviva loro di sostentamento. Il punto di partenza della crisi nel settore agricolo fu una relativa immutabilità dei modelli tradizionali di proprietà fondiaria e di proprietà della terra, nessun cambiamento fu adottato, e tutto ciò determinò successive trasformazioni sociali. Durante il XIX secolo, ai tempi dei decreti di San Martin e Bolivar, che lasciarono indifese le haciendas contro l'esproprio, la Costituzione di 1920 riconobbe per la prima volta il diritto alla proprietà della terra per le comunità contadine, da allora cominciò la loro lotta per il recupero delle terre usurpate dalle haciendas, avvalendosi dai vecchi titoli coloniali. La pressione sui latifondi e sul potere centrale spaziò dalla denuncia legale, lunga e pietosamente inoltrata nella complessa burocrazia giuridica e politica, fino alle massicce manifestazioni contadine che si avviarono al recupero delle terre, rivolte sanguinose ma represse e punite. Il clima peggiorò negli anni 1962-1963, quando centinai di comunità invasero le terre delle haciendas in tutte le regioni della sierra: questa grande mobilitazione si rivelò come il precedente più importante della riforma agraria del 1969.

Le premesse per questa mobilitazione vanno cercate agli inizi del XX secolo, quando si formarono i sindacati dei lavoratori agricoli soprattutto negli zuccherifici della costa nelle regioni di Lambayeque e La Libertad e nella provincia di La Convención a Cusco, ma a differenza dei sindacati della costa che lottarono quasi esclusivamente per il diritto all'organizzazione sindacale per migliori salari, condizioni lavorative e stabilità negli appezzamenti; nel caso dei yanaconas di Cusco i sindacati di La Convención e di Lares si impossessarono delle antiche haciendas della valle, stabilirono piccoli governi locali, formarono milizie, amministrarono giustizia e organizzarono la produzione per un breve periodo di tempo, al che seguì una dura repressione nel 1963-1964, eventi questi che segnarono una prima prova per una riforma agraria.

La forma organizzativa che i contadini si diedero fu quella dei sindacati. Questi, però, differentemente da quelli creati sulla costa, tenevano insieme le diverse categorie di lavoratori rurali: coloni, affittuari, braccianti, mezzadri, tutti erano accomunati dall'instabilità delle forme di possesso della terra e dall'esclusione dal mondo economico, sociale e politico nazionale, furono perciò sindacati di hacienda o di comunità, capaci di raggruppare un intero corpo sociale, almeno a livello locale. La CCP (Confederación Campesina Peruana) fu il massimo esempio del successo di questo nuovo tipo di organizzazione sindacale. “Lo scopo di questi sindacati è ottenere la terra” scriveva Neira (2008).

Cambiare il sistema di proprietà era quindi la priorità del movimento contadino95. Lo strumento mediante il quale realizzare l'obiettivo era una riforma agraria, e in molti casi furono gli stessi contadini ad iniziare l'occupazione delle terre dei grandi proprietari. Il conflitto nella zona di La Convención e di Lares per esempio, si presentava sostanzialmente come la lotta dei comuneros per recuperare le terre loro sottratte in tempi relativamente recenti e come la lotta dei lavoratori delle haciendas per la riduzione degli obblighi cui erano sottoposti in cambio della possibilità di coltivare i

95 Per un maggiore approfondimento sulle lotte contadine negli anni '60 si veda Blanco, 1972; Neira, 1964 (2008); inoltre la letteratura peruviana ha dato luogo a una saga rurale nei romanzi di Ciro Alegria in El mundo es ancho y ajeno, e soprattutto i cinque romanzi di Manuel Scorza sulle vicende degli scontri dei contadini contro la Cerro de Pasco Co., che ha messo l'accento sulla dicotomia hacienda-comunità dovuta

loro appezzamenti di terra; in qualche caso a questi motivi se ne univa un altro, vale a dire la difesa del diritto a rimanere su quei terreni, dal momento che il progresso dello sviluppo capitalistico spingeva i proprietari terrieri ad espellere forza lavoro (Blanco, 1978). Tale movimento contadino fu condotto da Hugo Blanco, leader dell'organizzazione dei sindacati nella regione di Cusco.