LE CONOSCENZE TRADIZIONAL
5.4. Tema ambientale
5.5.3. L'organizzazione sociale
La produzione agricola è organizzata su base famigliare, in quanto la famiglia costituisce la struttura di base dell'economica .
Per Golte (1980) le società andine hanno stabilito una logica economica nel loro habitat che è congruente allo sviluppo materiale e ai mezzi di produzione, ciò viene espresso nell'elevato livello della produttività sociale raggiunto in un ambiente geografico difficile, caratterizzato dall'abbondanza di terreno irregolare, suoli poveri e facilmente erosi, clima rigido e piovosità irregolare. Tali svantaggi sono stati superati e sconfitti dal modello di organizzazione sociale ed economica. Dato il quadro geografico la cui originalità risiede nell'esistenza di una pluralità di nicchie ecologiche in uno spazio ristretto, le formazioni sociali andine hanno risposto nel corso dell'evoluzione con una forma particolare di controllo territoriale, espresso nello sfruttamento simultaneo di più risorse offerte dalle diverse zone ecologiche.
Ciascuna famiglia possiede diversi appezzamenti di terra collocati nelle diverse zone della valle, alcuni su terrazze, altri sui versanti più alti, altri ancora in aree collinari (se sono presenti), così da poter garantire la produzione di svariati prodotti adatti a terreni e ad altitudini differenti. Questa scala è rilevante per lo studio dell'agroecosistema in quanto il funzionamento e l'organizzazione delle famiglie non è autonoma ma si trova inserita in un contesto più ampio di relazioni di reciprocità applicate a livello comunitario.
I cicli delle colture nei vari livelli di altitudine non necessariamente coincidono con le esigenze della manodopera: presentandosi diversi cicli di produzione agricola, si impiega la forza lavoro il massimo di giorni nell'anno agricolo. Questo uso multi ciclico costituisce la base dell'organizzazione economica ed è la conditio sine qua non del suo alto livello di produzione. Se si fosse diffusa la monocoltura agricola nelle valli e negli
altopiani andini, data la debole produttività dei loro terreni, la produzione non sarebbe bastata per il sostentamento delle persone nell'arco dell'anno. Inoltre, attraverso altri meccanismi come l'allevamento di bestiame e pollame, i contadini integrano le attività agricole e apportano modifiche sostanziali nell'uso della manodopera nelle diverse stagioni; i contadini sono impegnati tutto l'anno sia in attività agricole che in quelle extra-agricole.
Nel ciclo produttivo ci sono momenti in cui si richiede poca manodopera, in altri invece, quando le esigenze di lavoro superano ampiamente il gruppo familiare, la cooperazione di un gran numero di parenti o altre persone è indispensabili. Tali esigenze di cooperazione sono maggiori per i lavori di pulizia dei canali di irrigazione, di costruzione e di manutenzione delle strade, di costruzione di un serbatoio, di innalzamento di recinzioni etc. Il volume della cooperazione e il numero di persone necessarie varia a seconda delle specifiche esigenze del compito. Alberti e Mayer (1974) hanno riscontrato tra la popolazione contadina andina la presenza di istituzioni che regolano e facilitano la formazione di gruppi cooperativi e di regole che governano il comportamento tra i suoi membri, gli obblighi che ognuno ha con gli altri e la loro divisione dei compiti.
Per far rispettare le regole la comunità di Pomacocha ha recuperato molte delle autorità tradizionali per esercitare la giustizia, il controllo, l'amministrazione: vi è ad esempio il Santo Alcalde, colui che bada al recinto del pollame, alle strade, ai laymes, alle sorgenti, agli animali etc. La comunità ha anche recuperato la figura del Camayoc129 che ha le
funzioni di un governatore e malgrado l'insistenza e le pressione da parte dello Stato per ripristinare le autorità istituzionali, la comunità ha optato per sottostare alle proprie autorità. Il loro mandato ha la durata di un anno.
Nelle comunità del Parco della Patata vi è la figura del Varayoc130 sindaco o governatore
che svolge funzioni di capo villaggio. L'Arariwa è presente anche nelle comunità del Parco della Patata, che nelle cronache appare come il custode delle sementi e il protettore dei raccolti; le sue funzioni di autorità oggi sono legate alla produzione, all'uso razionale e alla distribuzione alimentare. É un supervisore della buona conservazione dei raccolti, delle prestazioni e dell’esecuzione dei lavori, nonché di vigilanza sui rischi naturali e atmosferici. Si può dire che là dove sussistono queste figure ci siano meno disastri perché si riesce a evitare i rischi. Vi sono anche donne che compiono questo ruolo e sono tra le più capaci perché in grado di scegliere i luoghi più adatti per la semina e sanno cosa è meglio e buono da mangiare, per curare le malattie, per utilizzare i semi etc.
L'organizzazione socio-politica nelle comunità funziona in base a meccanismi “democratici” che permettono la partecipazione di tutti membri in assemblea comunitaria, che è la massima autorità nel prendere decisioni, nella scelta delle cariche
129 Il Camayoc in tempi preispanici era a capo di un numero determinato di famiglie.
130 Il Varayoc è la massima autorità della comunità e ha le funzioni di un attuale sindaco, sono gli anziani i leader tradizionali a scegliere questa figura che per la loro di esperienza di vita sono designati dalla comunità alla guida del villaggio. La figura del Varayoc è stato oggetto di polemica a causa della sua eredità coloniale e il suo ruolo di intermediario tra datori di lavoro e forza lavoro indigena durante il periodo repubblicano, tuttavia, questo non accade dappertutto e il suo ruolo principale come autorità è limitato al livello rituale, nelle feste dell'acqua e di altre cerimonie tradizionali come mediatori tra le persone e il mondo spirituale. Il Varayoc riceve il massimo rispetto e indossa l'abbigliamento d'ufficio completo: capo, poncho, chullu, sandali, pantaloni, un fischietto e soprattutto un'asta (vara) ornata con l'argento, infatti il Varayoc è colui che possiede la vara.
tradizionali e nell'organizzazione del lavoro agricolo.
Tutto il processo di organizzazione e di cooperazione chiama in causa la reciprocità, che è uno dei principi fondamentali nell'organizzazione economica e sociale della società andina e della loro visione del mondo. Malgrado le modifiche apportate dalla presenza delle società occidentali a partire dal XVI secolo, diversi meccanismi persistono e si presentano come adattamento razionale o come una difesa alla penetrazione che le società moderne tentano di disegnare; i meccanismi di scambio non sono semplici eventi isolati e hanno ripercussioni in molti aspetti della vita e cultura dell'uomo andino131.
La reciprocità nelle Ande ha una dimensione economica che permette di regolare il flusso della manodopera di servizio e di beni di produzione, distribuzione e consumo tra istituzioni e persone.
Il contenuto e la forma dei flussi dei beni vengono determinati dai membri della comunità, essi definiscono la forma e il tempo di restituzione. L'Ayni è il meccanismo con cui il principio di reciprocità trova la sua espressione e può essere applicato sia alle persone sia agli elementi della natura, lo scambio e la distribuzione del lavoro agricolo si dà tra le comunità.
Gli agricoltori delle comunità oggetto di studio praticano l'ayni verso la comunità al momento della semina, del raccolto e delle pratiche colturali, nonché nella costruzione di case e nei lavori di grandi dimensioni come la pulizia dei canali d'irrigazione; questi lavori vengono chiamati faenas, espressione repubblicana della minka132, di carattere
obbligatorio perché la partecipazione è a beneficio dell'intera comunità, chi non partecipa è soggetto ad una multa. A Laraos, per esempio, tutti devono partecipare alla faena, soprattutto nelle zone del maizal nella parte bassa della valle, quando le persone non sono più in grado di lavorare devono inviare un bracciante. È grazie ai lavori di manutenzione dei canali che si possono irrigare i campi terrazzati ed è possibile coltivarli, “questo lavoro è ciò che gli permette di mangiare”, afferma un agricoltore. Perciò la reciprocità non solo aiuta a portare a termine alcuni compiti agricoli ma rappresenta, allo stesso tempo, la redistribuzione del surplus economico accumulato. Il mancato rispetto di questi modelli culturali potrebbe mettere a rischio la perdita di accesso al mondo del lavoro e alla produzione, di cruciale importanza in una società la cui economia è fondamentalmente di autosufficienza.
Nelle comunità dell'altopiano la faena è una giornata di lavoro dove ogni membro partecipa con il proprio compito, gli uomini con il lavoro più pesante, le donne e gli anziani portando il cibo. Con questa rete di relazioni si ha accesso a diverse risorse umane per aiutare tutti a dotarsi di mezzi per vivere.
Questi gruppi dipendono dalla necessità di cooperazione nella produzione, che è la base per la consolidamento del gruppo che coopera; i gruppi sono formati secondo la logica del lavoro per uno scopo specifico e così perpetuare gli ideali astratti di fratellanza e di uguaglianza. La loro organizzazione interna può essere gerarchica, il risultato del lavoro collettivo può favorire alcuni più di altri, ma ci sono numerose possibilità per unire la forza-lavoro in un unico momento in cui il ciclo produttivo lo richiede.
In queste forme di lavoro le famiglie, attraverso la pratica dei rituali, arricchiscono i
131 I concetti di organizzazione sociale nel periodo preispanico sono stati sviluppati in maggiore dettaglio nel Capitolo IV.
vincoli di tipo parentale e spirituale che giocano un ruolo importante nella stabilità sociale e nel grado di integrazione della comunità. L'esistenza di riti permette la creazione di nuovi legami e riafferma la conoscenza reciproca, l'avvicinamento e l'aiuto esteso oltre la famiglia biologica. I rituali e le festività sono dei “ponti” che dimostrano la continuità dei principi andini che malgrado i cambiamenti culturali introdotti, persistono nel tempo e garantiscono meccanismi di partecipazione, solidarietà e reciprocità.
I momenti di festa introducono nelle famiglie la condivisione del lavoro con i parenti ma anche con le montagne, i fiumi, le lagune, gli animali, le piante etc., che formano un tutt’uno organico nella comunità. Le attività sono coordinate dall'autorità tradizionale, la cui funzione più importante è la cura delle chacras e del paesaggio. Ogni attività agricola si realizza in un contesto di festa dove si invocano le divinità tutelari della comunità e della regione: la Pachamama o Madre Terra e gli Apus.