IL PROCESSO PRODUTTIVO STORICO
4.2. L'agricoltura in epoca coloniale
4.2.5. Le composiciones e la nascita della proprietà privata della terra
Per tutto l'arco di tempo dal 1530 al 1591, allorquando si avviarono le composiciones, queste pratiche portarono alla formazione delle haciendas. Con il Regio Decreto del 1591, il Viceré del Perù García Hurtado de Mendoza, iniziò il periodo delle composiciones: la Corona spagnola decise di vendere il diritto sulla terra agli usuari per finanziare le spese di guerra con l'Inghilterra. Nel 1593 il Regio Decreto acquistava
70 Grande proprietà agricola a carattere latifondista.
71 Il Regio Decreto del 1° novembre 1591, indirizzato al Viceré del Perù Filippo II, riconosce che la proprietà agraria nel vicereame si era sviluppato al margine della legge. Le rettifiche che pretendeva di introdurre dovevano favorire, in prima istanza alla Corona con il recupero delle terre reali illegalmente occupate, in secondo luogo, che alle popolazioni di spagnoli e indigeni del vicereame venisse assegnato le terre necessarie per lo sviluppo. Un secondo decreto limitava in un certo modo le disposizioni fatte, offrendo la possibilità di una composiciòn, ovvero la legalizzazione delle proprietà attraverso il pagamento di denaro alle casse reali, sempre più vuote (Konetzke, 1979 in Borchart de Moreno, 1998), si veda anche Lopez
vigore non solo esecutivo ma dottrinale: il Re era proprietario di tutte le terre e l'intero peso della conquista gravava sulle vite e sugli interessi dei gruppi indigeni. Oltre all'ideologia repressiva la commissione decretava l'ulteriore aumento annuale di un quinto sui tributi già definiti. Anche se la composición creava una sicura opportunità di gestione agraria e garantiva agli indigeni il necessario per sopravvivere, nulla di ciò si realizzò, si trattò soltanto di un'apertura allo spoglio dei più deboli, la Hacienda Real avrebbe avuto nuove opportunità per esaurire le risorse disponibili72.
Lo sviluppo dei mercati agricoli nel XVI secolo crebbe con l'espansione del capitale minerario e il declino della produzione dell'economia contadina, esausta per la perdita di gente e di risorse. La rendita dell'encomienda si monetizzò con la coercizione del contadino che divenne salariato. Le città, soprattutto quelle minerarie73, si svilupparono in estensione e crebbe la domanda di mezzi di produzione e di sussistenza, carico di cui dovevano occuparsi gli spagnoli. Ciò cozzava contro la scarsità della produzione contadina così che la terra cominciò ad acquisire un carattere di merce per la relativa facilità di acquisizione.
Sono due le tappe del percorso di formazione della proprietà terriera: la prima, il disordinato insieme di modi legali o illegali per entrarne in possesso, unendo diversi “pezzi” per estendere la superficie preferibilmente pianeggiante e irrigata, la seconda con l'accaparramento irrefrenabile della Corona e dei proprietari interessati durante il periodo delle composiciones.
Lo spoglio della proprietà indigena, la conversione delle terre comunitarie in proprietà privata e del lavoro collettivo in prestazioni servili, porta alla constatazione di un cambio radicale retto dalla dominazione e dal consolidamento di un nuovo sistema di rapporti economici che condusse all'istituzione dell'hacienda. Il risultato di tale mutamento storico va ricercato nella trasformazione economica, nel mutamento delle strutture sociali, del mercato, dello Stato e del loro rapporto con le autorità locali. Glave (2009) accorda lo stato di fatto sulla base di tre istituzioni fondamentali della vita economica degli indigeni:
La reducción o pueblo di indios, ovvero la trasformazione sociale interna: da una realtà etnica uniforme si passa ad una contadina differenziata, con una diversa distribuzione sociale che avrebbe ricompattato sulle Ande la formazione di comunità indigene.
L'imposta: la mit'a e i repartos furono gli oneri che la Corona spagnola esigeva dagli indigeni.
Il mercato: il mercato coloniale fu un sistema compulsivo, soggiogato, dominato da potentati vincoli personali di dipendenza e di persistenza parallela dai rapporti di reciprocità tra i componenti della Repubblica di indios. Si passò da un sistema di beni generati, prodotti e distribuiti per alimentare mercati al di fuori della società contadina indigena ad uno in cui le imprese coloniali producevano e vendevano ai contadini stessi. La più importante transizione coloniale ebbe come effetto il cambiamento economico e sociale emerso nel XVII secolo e agli inizi del XVIII con un nuovo sistema di mercato, nuovi tipi di integrazione mercantile, cambiamenti nelle forme sociali, fino alla comparsa
72 Per ulteriori approfondimenti su casi di composiciones, si veda Glave, 2009
73 Potosi, è l’esempio più calzante in quanto città cresciuta grazie allo sviluppo dell’attività mineraria, circa 100,000 persone abitavano in uno degli ambiente più inospitali, a più di 4,000 m.
della comunità contadina. Per quanto riguarda il mercato interno, questa transizione creò due forme di mercato e di controllo delle risorse: una fu istituita a partire dall'avvento dell'economia mineraria che, nel momento di massima dinamicità, segnò il ritmo del flusso mercantile nel sud andino; l'altra fu determinata dalla conversione degli indigeni in consumatori forzati, ovvero indirizzando gli indigeni al consumo di prodotti risarciti con il proprio lavoro sui campi dei nuovi proprietari.
Le haciendas coloniali si organizzarono in monocolture per il mercato necessitando dunque di ampliamenti su aree pianeggianti e irrigate. Gli spagnoli portarono le loro tecniche nei “domini” delle haciendas e incorporarono anche le tecniche indigene, concentrarono la manodopera nella tenuta, pianificarono il lavoro e imposero un modello di semplice cooperazione che in seguito denominarono faenas, denaturalizzando il vecchio sistema comunitario. Nella sierra l'area di produzione si trovava nelle valli, circondate da piccoli affluenti per l'irrigazione e da gole che impedivano l'espansione delle haciendas nelle diverse aree ecologiche.