LE CONOSCENZE TRADIZIONAL
6.4. La definizione del sistema di camellones
Denevan e Turner (1974 in Erickson, 1996), definirono i camellones come: Il sistema di campi agricoli sopraelevati che include la preparazione del terreno con trasferimento di materiale terroso per sollevare il livello del terreno al di sopra della superficie
dell'ambiente circostante (ondulazioni, piattaforme e tumuli) al fine di migliorare le condizioni di coltura, in particolare in terreni scarsamente drenati.
La costruzione di camellones poggia su due procedimenti complementari: lo scavo di canali per il drenaggio in zone paludose e l'innalzamento del terreno contiguo, creando una sorta di piattaforme di coltivazione equamente irrigate. I camellones sono adatti su terreni poco assorbenti poiché agiscono da contenimento contro l'erosione del suolo per filtrazione. Pur migliorando lo scolo idrico, i camellones sopportano per buona parte dell'anno l'eccesso di acqua che impedisce la normale decomposizione dei residui biologici; la carenza di ossigeno disciolto che ne consegue, evita i processi di ossidoriduzione per la formazione dei suoli.
produzione superiore a quella domestica, oltre ad abilitare grandi estensioni per l'agricoltura e ad impedire la stagnazione nella stagione piovosa.
L’intervento manuale ebbe così a riscattare le terre acquitrinose o sommerse, controllando ingegnosamente il corso ostile delle acque, le inondazioni meteoriche e di tracimazione del lago, convertendo in risorsa i flussi idrici per tutto il ciclo agricolo. I casi più emblematici di costruzione dei camellones si osservano nell'altopiano peruviano e boliviano. L'unico caso di terrapieni in terre alte si trova nella regione del Lago Tititaca tra i 3.800 e i 4.000 metri di altitudine, sono campi rialzati in un pianoro di sedimenti lacustri e alluvionali, paludoso e soggetto ad inondazioni cicliche. Con la cultura Aymara si costruirono estesi sistemi di terrazze e canali per il controllo e l'ampliamento del territorio in termini sostenibili. Ciò consentì una permanente sicurezza alimentare per le popolazioni autoctone e le eccedenze erano oggetto attivo di commercio per le comunità dei diversi piani ecologici.
Lo sterramento per la costruzione dei camellones migliora le condizioni agronomiche originali, consente di seminare e ottenere due-tre raccolti annuali, da cui si deduce che la finalità consisteva nell'incrementare la produzione agricola e stabilizzare le economie fragili. La complessa situazione e distribuzione dei camellones suggerisce una
Un elemento che accomuna le diverse aree di camellones nelle Americhe, è quello di porre in risalto il binomio suolo-acqua, strutturato in canali e terrapieni, orientati in differenti direzioni, forme e alture.
6.4.1. La classificazione dei camellones
I camellones del Titicaca variano in grandezza e morfologia (Smith et al. 1968; Kolata, 1986; Erickson, 1996); in genere sono disposti in file parallele, ma la forma e la disposizione possono variare su base funzionale. Smith et al. (1968) propongono una classificazione in sei modelli principali:
Modello a damero aperto
Modello irregolare arginato
Modello lineare
Modello a scala
Modello a pettine
Il Programma PIWA (Proyecto Interinstitucional de los Waru Waru) classifica i camellones secondo la fonte di alimentazione dell'acqua (Cari e Camacho, 1992; Ordoñez, 2006) in: Fluviali Pluviali Lacuali Freatici Misti
6.4.2. Le funzione dei camellones
La progettazione dei camellones in pianure stagionalmente alluvionate non lascia dubbi sulla funzione essenziale di modellamento del terreno. Innalzare i campi sopra il livello dell'acqua consente la pratica agricola, soprattutto la coltivazione dei tuberi (patata, olluco, oca, mashwa, etc.) molto sensibili all'eccesso di umidità.
Ma se la funzione principale consisteva nel sottrarre terreni fertili all'azione dell'acqua per utilizzarli a proprio vantaggio, altri benefici si potevano ricavare dalla loro costruzione: il drenaggio, la canalizzazione e la diminuzione delle temperature invernali.
Drenaggio
È opinione diffusa di molti studiosi che la costruzione dei terrapieni si sia resa necessaria per bonificare le terre paludose; i camellones, dotati di solchi di scolo, assolvevano al drenaggio di vaste zone di pianura alluvionale (Denevan et al, 1987; Delgado Espinoza, 2011, e proteggevano dall'esondazione di alvei o bacini lacustri (Smith et al. 1968, Denevan et al. 1987).
Si è soliti pensare che l'approccio classico occidentale consideri il drenaggio di zone basse come una condizione per coltivare con tecniche moderne ma, a riguardo, vi sono state diverse discussioni tra studiosi, (Denevan et al. 1987; Denevan e Turner (1974 in Erickson, 1996), invece le comunità preispaniche utilizzarono questo sistema nelle aree paludose e umide.
Erickson (1988) sostiene un punto di vista alternativo, ovvero che i camellones dell'altopiano furono utilizzati per impedire il prosciugamento, ne sarebbero testimonianze un complesso di canali ciechi, piccole dighe e sfioratori per il controllo dei livelli d'acqua durante le inondazioni. Gli agricoltori della pampa di Huata elaborarono un ecosistema di terreni umidi permanenti, atti allo sfruttamento agricolo anche nei periodi di siccità.
In uno studio sulle risorse regionali del Lago Titicaca, la ONERN-CORPUNO (Programa de Inventario y Evaluación de los Recursos Naturales del Departamento de Puno) nel 1965 realizza una classificazione delle terre inondabili: quelle a margine del lago (categoria VII) hanno severe limitazioni per la coltivazione intensiva poiché presentano problemi di drenaggio e prolungate inondazioni (categoria VIII) e sono inadatte alla coltivazione per le condizioni climatiche estreme e consigliabili soltanto per la riproduzione ittica e
della fauna selvatica. Nella pampa soggetta a gelate, i terreni (classe V) sono caratterizzati da strati sottili e scevri di materiale organico: azoto, boro, fosforo, presentando un'alta umidità del suolo per il relativo drenaggio. Diversamente da quanto afferma l'ONERN-CORPUNO, le terre classificate come marginali furono un tempo altamente produttive proprio per la trasformazione in camellones.
Le diverse tipologie e localizzazioni erano finalizzate al migliore rendimento in relazione alla natura del terreno: quelli a pettine, lineari e fluviali avrebbero permesso il drenaggio e il deflusso dell'acqua, mentre quelli a damero, a scala e arginati trattenevano le acque in modo controllato, regolando l'accumulo dei depositi salini a causa delle inondazioni (ONERN-CORPUNO 1965, 1986). Regolare la disponibilità idrica sarebbe stato l'obiettivo principale degli agricoltori preispanici, tale da distribuire secondo necessità le risorse d'acqua nei periodi secchi e utilizzare i canali con l'effetto di regolatore microclimatico durante le rigidità invernali.
Attenuazione delle gelate
È noto che il calore specifico dell'acqua è superiore a quello della terra per cui le grandi masse di acqua superficiali agiscono come una riserva termica, riducono le escursioni termiche giornaliere e stagionali, svolgendo un'azione mitigatrice sul clima delle località marine e lacustri. Premesso ciò, si può affermare che esistono precisi rapporti su come la forma ondulata dei camellones e dei canali possa contribuire a prevenire le gelate rallentando la perdita di calore durante la notte. Le particolari geometrie dei canali alternati alle piattaforme, consentono l'assorbimento delle radiazioni diurne infrarosse e lo sprigionarsi di calore latente notturno con relativa condensazione acquea nell'area circostante (Erickson, 1996; Lhomme e Vacher, 2003; Kolata e Ortloff, 1989).
Il fenomeno di convezione termica è il principale responsabile della riduzione delle gelate; secondario, ma non meno significativo, è lo scambio termico tra i diversi livelli del terrapieno e dei canali (Cari e Camacho,1992) dove si creano flussi d'aria più freddi sulla superficie dei canali grazie alla maggiore densità e peso, che scorrono dalla piattaforma verso il canali, inoltre l'orientamento nord- sud o est-ovest ottimizza la fruizione di energia solare.
Alcune sperimentazioni micrometeorologiche a Kallutaca, a 40 km da La Paz nell'altopiano boliviano (3850 m), sono state realizzate da Sánchez de Lozada et al. (1998)138 tra il 1994-1995, essi hanno dimostrato che le convezioni termiche si verificano tra i canali e l'aria e che la ventilazione è un fattore positivo di regolazione climatica poiché favorisce aumenti di temperatura anche di 2°C dal canale alle colture.
Gli effetti dell’azione termoregolatrice dell'acqua sulle colture si diversificano ovviamente in rapporto alle specie coltivate; la patata amara, ad esempio, coltivata nella zona del Titicaca si è rivelata molto resistente alle basse temperature dell'altopiano. Sebbene le gelate siano frequenti, le colture risultano danneggiate in bassa percentuale, per cui le strategie adottate dagli agricoltori ne contemplano la dispersione in terreni diversificati (in pianura, sui versanti montuosi, su qochas, etc.), con possibilità di gelate anche in terreni aridi o
soggetti ad eventi naturali estremi e imprevedibili, consentendo di ottenere comunque raccolti a fronte di perdite di alcune coltivazioni.
Da questo assunto si può desumere che l'obiettivo principale non era tanto la mitigazione delle gelate bensì il controllo dell’umidità, il rischio di gelate probabilmente è stato circoscritto quale strategia universale in diversi ambienti di montagna e pianura.
Circolazione, ritenzione e canalizzazione dell'acqua
Così come erano costruiti i camellones abilitavano grandi estensioni di terreno all'agricoltura. La diversa simmetria del sistema suggerisce che la canalizzazione e ritenzione dell'acqua fosse una delle principali chiavi della struttura. Le precipitazioni sono strettamente collegate al ciclo stagionale della produzione e nell'altopiano sono molto irregolari. La siccità è uno dei maggiori rischi per l'agricoltura e dunque la ritenzione idrica nei canali permette un flusso costante d'acqua e soprattutto l'imbibizione del terreno anche al cessare delle precipitazioni.
La maggior parte di modelli e disposizioni di camellones fanno pensare alla limitazione del drenaggio (Smith et al, 1968; Erickson, 1996) mentre altri tipi lo ostacolano, allora la conservazione dell'acqua nei canali permette, quando le precipitazioni sono copiose e si verificano inondazioni del lago, la circolazione dell'acqua dalle zone rivierasche verso l'interno, si ritiene inoltre, servisse per adeguare la coltivazione di specie a crescita e maturazione più lenta.
Ciò non esclude che il sistema avesse la sua ripercussione nel preservare il territorio dagli effetti violenti delle precipitazioni. Smith et al. (1968) sostengono che il modello di canalizzazione irregolare non può essere interpretato come un mezzo per conservare l'acqua, potrebbe piuttosto essere una testimonianza degli sforzi di agricoltori per preservare gli effetti dell'innalzamento dell'acqua.
Miglioramento della fertilità del suolo
L'arricchimento del suolo è elemento funzionale del sistema agricolo per un terreno fertile. I terreni inondabili per diversi mesi si arricchiscono di nutrienti ma non si prestano ad essere coltivabili, tuttavia con la sopraelevazione di appezzamenti per la costruzione di camellones le condizioni agronomiche migliorano notevolmente.
Il deposito alluvionale permette il recupero della fertilità del terreno anche in virtù della grande quantità di alghe verde azzurro del genere Anabaena sphaerica, che instaurano rapporti simbiotici con alcune piante fissando l'azoto inorganico quale essenziale fertilizzante naturale, ciò si riscontra soprattutto nei camellones a damero dove il lento defluire dell'acqua nei corti canali favorisce la sedimentazione. Uno degli ingegnosi sistemi di arricchimento è dato anche dall'apporto di limo proveniente dalla pulizia dei canali, sistema singolare tanto quanto la difesa dalle gelate (Erickson,1986; Garaycochea 1986).
Alcuni studiosi (Erickson, 1986; Erickson e Candler 1989; Garaycochea 1987), a partire dalle esperienze di recupero dei camellones nella comunità di Huata e di altre località, hanno evidenziato come l'arricchimento del suolo sui canali e sul terrapieno sia di grande utilità all'equilibrio del sistema agricolo, riciclando il materiale di organico sui canali.
Altre funzioni
Mantenendo i delicati equilibri dell'ecosistema acquatico si è in grado di utilizzare tutto ciò che nel ciclo biodinamico si produce, dal fertilizzante verde (totora, totorilla, llachu, alghe) come fonte di foraggio, alla pesca, alla caccia di selvaggina, alla raccolta di verdure, come già affermano le cronache del XVI secolo (Caillavet 1983).
I camellones quindi sono un ambiente preferenziale per la fauna silvestre, per macrofiti, alghe, anfibi, anatre, roditori, rettili, come ebbe modo di verificare Erickson (1996) a Huata: la struttura canalicolare permette la cattura di pesci carachi, una varietà abbondante nel lago che attraverso le deiezioni incrementa ulteriormente la fertilità del terreno.
Per tutte le ragioni espresse il sistema dei camellones consente di recuperare terreni inondabili prima improduttivi; inoltre predispone le condizioni per garantire la coltivazione e incrementare le rese malgrado le restrizioni climatiche dell'altopiano.