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s18 disregolazione dell’umore in età evolutiva: tra disturbo bipolare e disturbo della condotta

coordinatori

A. zuddas (Cagliari), G. masi (Pisa) Scale; Gratz & Roemer, 2004) e di impulsività (Barratt Impul-

siveness Scale-11-Adolescence; Fossati, Barratt, Acquarini, & Di Ceglie, 2002) predicono in maniera additiva i punteggi di- mensionali di una scala (Personality Diagnostic Questionnaire 4+; Hyler, 1994) per la valutazione del disturbo borderline di personalità (BPD) in due campioni indipendenti di adolescenti Italiani non clinici. Il Campione 1 è risultato composto da 501 studenti delle scuole medie superiori (50.9% ragazze; età me- dia = 17,22 ± 0,88 anni). Il Campione 2 è risultato composto da 1,463 studenti delle scuole medie superiori (62,5% ragazze; età media = 16,67 ± 1,58 anni). Le analisi di regressione gerar- chica hanno mostrato che tre dimensioni della disregolazione

emotiva (difficoltà nel controllare i comportamenti impulsivi in condizioni di pressione, accesso limitato a strategie efficaci di regolazione emotiva e mancanza di chiarezza emotiva) sono risultate significativamente associate alle caratteristiche BPD in entrabi i campioni. Inoltre, i punteggi dell’impulsività hanno spiegato una quota rilevante di varianza delle caratteristiche BPD in aggiunta a quella spiegata dalla disregolazione emotiva. Nel loro insieme, disregolazione emotiva ed impulsività hanno spiegato circa il 33% e il 37% della varianza delle caratteristi- che del BPD nel Campione 1 e nel Campione 2, rispettivamen- te; questo risultato è apparso in linea col modello di sviluppo del BPD di Crowell, Beauchaine e Linehan (2009).

Mood irritability during development: phenomenology and implications for nosology and treatment

B. Vitiello

NIMH, Bethesda, MD, USA

Irritability is a diagnostic factor for both unipolar depression and bipolar disorder, and can be found also in the context of other developmental conditions, such as oppositional defiant disor- der, or be a reaction to environmental stressors. Thus, although a possible manifestation of an early bipolar disorder, irritability is neither necessary nor specific. A key factor to consider for a diagnosis of bipolar disorder is the presence of cycles of several days or weeks of irritable mood, which represent a distinctive change from inter-cycle euthymia. There is much debate as to whether severe chronic, non-cyclical irritability, accompanied by recurrent outbursts of anger, may be an early manifestation of bipolar disorder. However, prospective studies of cohorts of children with developmentally abnormal irritability do not sup- port the continuity between temper dysregulation and bipolar disorder. A proposed new category for DSm-5 is that of temper dysregulation disorder with dysphoria, whose diagnostic crite- ria would consist of a) severe recurrent outbursts in response to normal stressors, in at least 2 settings’ b) an average at least 3 episodes per week; c) presence of irritable, angry or sad mood between outbursts; d) age of at least 6 yrs, with onset before 10 yrs; and e) absence of other, more specific disorder that can ac- count for it. Pharmacological interventions for severe irritabil- ity have only a partial overlap with those for bipolar disorder. While lithium and anticonvulsants, such as valproic acid, are used in an attempt to control recurrent outburst of anger in chil- dren and adolescents, the evidence for their efficacy is incon- sistent. Better documented is the acute efficacy of some second generation antipsychotics, such as risperidone and aripiprazole,

zionali hanno un esordio più precoce del disturbo della condot- ta, maggiore compromissione clinica e più grave aggressività. Infine i soggetti con più elevato tratto calloso-anemozionale sono maggiormente resistenti al trattamento.

Conclusioni: elevate caratteristiche di psicopatia (in particolare calloso-anemozionale) identificano uno specifico sottotipo di disturbo della condotta, più precoce, più grave e maggiormente resistente al trattamento.

disturbo bipolare in età evolutiva: presentazioni cliniche e fattori predittivi di decorso due anni dopo l’ospedalizzazione

S. Carucci1, P. Atzori1, C. Balia1, G. melis1, F. Danjou2,

A. zuddas1

1 Sezione di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di

Neuroscienze; 2 Dipartimento di Scienze Biomediche e

Biotecnologie, Università di Cagliari

introduzione: il disturbo bipolare (DB) ad esordio in età evolu- tiva ha ricevuto, negli ultimi anni, sempre maggiore attenzione e riconoscimento [1]. In età pre-puberale, il DB raramente ri- sponde ai criteri del DSm-IV e l’inquadramento dell’irritabilità non episodica come disturbo bipolare non altrimenti specifica- to (BD-NAS) o severa disregolazione del tono dell’umore (SmD) continua ad essere argomento di un acceso dibattito [2]. Diver- se ricerche sono in corso al fine di definire se la comorbidità con i disturbi esternalizzanti quali l’ADHD, la storia familiare o il decorso longitudinale del disturbo possano essere elementi appropriati per l’identificazione specifici fenotipi. Una migliore comprensione della presentazione clinica e del decorso del di- sturbo bipolare pediatrico appare essenziale al fine di migliora- re le procedure di diagnosi precoce e promuovere appropriate strategie di trattamento.

obiettivi: scopo di questo lavoro è stato analizzare, tramite uno studio naturalistico retrospettivo, le caratteristiche demografi- che, cliniche e di decorso di pazienti in età evolutiva che ri- spondono ai criteri diagnostici del DSm-IV per disturbo bipolare I, II e NAS. È stata inoltre esplorata la possibile influenza della comorbidità con ADHD sulla risposta ai farmaci e decorso clini- co dopo 24 mesi dal ricovero iniziale nei tre diversi gruppi. Metodi: sono state valutate retrospettivamente le cartelle cliniche di 71 pazienti ricoverati, di età compresa tra 6 e 18 anni, rispon- denti ai criteri diagnostici del DSm-IV per DB-I (n = 45), DB-II (n = 10) e DB-NAS (n = 16). Durante il ricovero sono stati raccolti dati riguardanti presentazione clinica, comorbidità e familiarità per patologie psichiatriche. Le diagnosi sono state formulate in base alla valutazione clinica di un neuropsichiatra infantile e confermate sulla base dell’intervista semi-strutturata K-SADS-PL. I pazienti sono stati monitorati per 24 mesi e il decorso longitu- dinale del disturbo è stato valutato all’esordio e dopo 6, 12 e 24 mesi attraverso la Children Global Assessment Scale (C-GAS). analisi dei dati: i dati categoriali sono stati analizzati mediante tavole di contingenza o test del Chi quadro. Le variabili continue sono state analizzate attraverso test univariati standard parame- trici e non parametrici a seconda delle caratteristiche di distribu- zione. Le differenze nel funzionamento globale dei tre gruppi ai diversi tempi (all’esordio, a 6, 12 e 24 mesi di follow up) sono state valutate tramite l’analisi della varianza “ANOVA ad una via”. Il test “ANOVA a una via per misure ripetute”, è stato infine

utilizzato per elaborare i modelli predittivi. Èè stato assunto come livello di significatività il valore minimo di p < 0,05.

risultati: i soggetti affetti da disturbo Bipolare NAS presen- tavano un’età media d’esordio del primo episodio affettivo significativamente più bassa (11,2 ± 3,3) rispetto ai bipolari I (15,2 ± 2; p = 0,000), e più alti tassi di comorbidità con ADHD e con il disturbo oppositivo provocatorio (p = 0,001 e p = 0,03 rispettivamente). Il gruppo NAS ha inoltre presentato una minore severità dei sintomi all’esordio rispetto agli altri due gruppi (i DB-I sintomi maniacali e psicotici più severi, p < 0,005; i DB-II sintomi depressivi più gravi, p < 0,05). Non sono state riscontrate differenze significative in relazione al QI, storia familiare e polarità del primo episodio affettivo (pre- valenti gli episodi misti in tutti i gruppi). La maggior parte dei DB-II e dei DB-NAS ha ricevuto una monoterapia con stabiliz- zanti dell’umore, mentre oltre il 50% dei DB-I ha ricevuto una terapia combinata con stabilizzanti e antipsicotici (p = 0,04). Il decorso, valutato tramite C-GAS, è risultato peggiore per i DB-NAS dopo 24 mesi (p = 0,010). I modelli predittivi hanno evidenziato un basso QI (p = 0,006) e il genere femminile (p = 0,026) quali fattori predittivi di peggior outcome. Inoltre la comorbidità con ADHD è risultata predittiva di una peggio- re evoluzione del disturbo all’interno dei pazienti con norma- le livello cognitivo (p = 0,003).

Conclusioni: i risultati del presente studio mostrano come an- che in età evolutiva sia possibile formulare con accuratezza la diagnosi di disturbo bipolare e suggeriscono l’urgente necessità di effettuare una più accurata tipizzazione dei sottogruppi an- cora poco studiati (DB-II e DB-NAS) e definire delle sottopopo- lazioni più omogenee, al fine di individuare efficaci strategie te- rapeutiche mirate, indispensabili per prevenire e ridurre la seria morbidità psicosociale che caratterizza questa malattia. Bibliografia

1 Leibenluft E, Rich BA. Pediatric Bipolar Disorder. Annu Rev Clin Psy-

chol 2008;4:163-87.

2 Stringaris A, Santosh P, Leibenluft E, et al. Youth meeting symptom

and impairment criteria for mania-like episodes lasting less than four days: an epidemiological enquiry. J Child Psychol Psychiatry

2010;51:31-8.

disturbo bipolare non altrimenti specificato e disturbo di condotta: comorbidità o sottotipo

G. masi, A. milone, A. manfredi, C. Pari, A. Paziente, S. millepiedi

IRCCS Stella Maris per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Calambrone (Pisa)

La associazione tra disturbo della condotta e disturbo bipola- re è stata frequentemente riportata in popolazioni cliniche di bambini ed adolescenti. Tale associazione appare individuare un sottotipo clinico particolarmente grave in termini di presen- tazione clinica, di evoluzione (rischio di uso di sostanze) e di risposta ai trattamenti. È ampiamente discusso le tali forme bi- polari rientrino a pieno titolo nello spettro bipolare classico, o se siano riferibili ad un’area specifica, che le attuali riflessioni sul DSm V stanno cercando di caratterizzare (es. Severe mo- od Dysregulation). Scopo di questa presentazione è quello di esplorare le implicazioni cliniche di tale associazione, attraver-

eventi traumatici come fattori rischio

per la psicopatologia: i risultati del World Mental Health

Survey Initiative

G. de Girolamo

IRCCS Fatebenefratelli, Brescia

obiettivi: presentare i risultati ottenuti nell’ambito dello studio ‘World Mental Health Survey Initiative’ circa la prevalenza de- gli eventi traumatici ed il loro ruolo nella genesi dei disturbi mentali.

Metodologia: il ‘WMH Survey Initiative’ è un grande progetto di ricerca internazionale, iniziato nel 2000 e promosso dall’OmS in collaborazione con la Harvard University; è diretto dal Prof. Ronald C. Kessler, della Harvard medical School. L’obiettivo del progetto ‘WMH Survey Initiative’ era di raccogliere detta- gliate informazioni cross-nazionali sulla prevalenza dei disturbi mentali e da abuso di sostanze, e sui fattori di rischio e quelli protettivi rispetto all’insorgenza di questi disturbi; tra le aree studiate vi sono anche l’uso dei servizi ed il tipo di trattamenti ricevuti.

Collaboratori e campione in studio: il consorzio che ha reso possibile il ‘WMH Survey Initiative’ comprende ben 29 pae- si, in tutte le regioni del mondo; complessivamente sono state intervistate oltre 200.000 persone. Tra i 29 paesi partecipanti vi sono i seguenti paesi europei, oltre l’Italia: Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Irlanda del Nord, Olanda, Portogallo, Spa- gna e Romania.

Metodi di indagine

Campionamento: tutte le indagini nazionali sono state condotte a partire da un campione rappresentativo della popolazione na- zionale. Èè stata utilizzata un’intervista diagnostica pienamente strutturata, chiamata WMH-CIDI, che permette di valutare di- gioVedì 17 feBBraio 2011 – ore 11,40-13,40

Sala Perugino

s19. fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo post-traumatico

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