coordinatori S. Vender (Pavia)
Metodi: il progetto PICOS (Psychosis Incident Cohort Outco- me Study), uno studio naturalistico multicentrico sull’esito dei nuovi casi di psicosi giunti all’attenzione dei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Veneto nel triennio 2005-2008, ha l’obiettivo di valutare l’esito clinico e sociale dei pazienti all’esordio psicotico e di indagare il ruolo relativo dei fattori clinici, sociali, genetici e morfo-funzionali cerebrali nel predire l’esito delle psicosi.
I pazienti sono stati valutati al baseline e ai follow-up con una serie di strumenti standardizzati e sono state raccolte informa- zioni circa gli eventi stressanti, le complicanze ostetriche e l’utilizzo di cannabis. Inoltre, sui pazienti reclutati sono state effettuate indagini di natura genetica sul DNA.
risultati: nel corso del simposio verranno presentati i dati ine- renti il Progetto PICOS. In particolare verranno, all’interno della cornice più ampia degli studi presenti in letteratura, presentati i dati circa l’interazione di tipo epistatico tra i geni nel determi- nare la presentazione clinica d’esordio e circa i fattori di rischio ambientale. Inoltre, i risultati sembrano supportare l’esistenza di un’associazione tra varianti genetiche e, rispettivamente, sin- tomi psicopatologici e fattori ambientali, così come un possibi- le ruolo attivo dell’esposizione a sostanze illecite nell’eziopato- genesi del disturbo psicotico.
Conclusioni: la difficoltà nell’ottenere un quadro chiaro della genetica delle psicosi rispecchia una marcata eterogeneità di tipo clinico e neurobiologico del disturbo. Un approccio mul- tidisciplinare che prenda attentamente in considerazione fat- tori di rischio di natura sia genetica che ambientale potrebbe rappresentare l’approccio futuro più produttivo e fruttuoso nel comprendere la complessità eziopatogenetica sottesa ai distur- bi psichiatrici.
declinazioni della vulnerabilità: dai sintomi di base alla salienza
A. Ballerini
Clinica Psichiatrica, Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi Firenze
I sintomi base individuati e studiati dalla scuola di Bonn (Huber) come vissuti prepsicotici aspecifici, sono stati inseriti da Joachim Klosterkötter come criteri centrali nell’individuazione dei prodro- mi delle psicosi e quindi come strumenti psicopatologici in pro- getti di prevenzione e trattamento precoce delle psicosi. L’alterazione della Salienza è stata studiata ed individuata (Ber- rindger et al.) come elemento centrale per comprendere i feno- meni di “Addiction”.
L’alterazione della Salienza è stata messa in relazione da studi di neuroimaging funzionale con una alterazione del funziona- mento del sistema dopaminergico, particolarmente a livello del nucleo striato.
L’alterazione del sistema dopaminergico, in particolare del nucleo dello striato, viene considerata la “via finale comu- ne” per quanto riguarda la possibilità di manifestare sintomi psicotici.
Dalla convergenza di questi studi, che partono anche da “terri- tori” molto lontani, sembra che il concetto di “alterazione della salienza” stia diventando la misura più attendibile della vulne- rabilità, in quanto si trova vicina sia ai fenomeni psicopatologi- ci sia a fenomeni neurobiologici costituendosi come ponte che unisce le due aree di ricerca.
Bibliografia
Bechdolf et al. Br J Psychiatry 2005;48(Suppl):s45-8. Kapur S. Am J Psychiatry 2003.
Robinson TE, Berridge KC. Phil Trans R Soc B 2008;363:3137-46.
Capacità e difficoltà del paziente nell’attenzione clinica del terapeuta
S. Vender
Università dell’Insubria, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Medicina Clinica-Psichiatria
Lo psichiatra nella valutazione del paziente psicotico è atten- to ai sintomi, ai segni obiettivi somatici, ai comportamenti, a quanto riferito dai familiari, al fine di giungere ad un possibile inquadramento diagnostico. Nella sua formazione e pratica cli- nica è portato a considerare meno le capacità del paziente e le sue difficoltà, collegate ai modi utilizzati per superare i sintomi o la crisi psicotica.
Pare opportuno allora pensare la malattia come il risultato di una complessa dinamica in cui hanno parte importante le risposte individuali, le risorse del soggetto, le caratteristiche della persona: gli studi sui meccanismi di coping di Lazarus e Folkman, le risorse individuali definite “natural, spontaneous coping skills” (Falloon IHR; Tarrier N; Carr V), che rientrano nel modello di Neuchterleine Dawson conosciuto come “vul- nerability-stress model” per la schizofrenia, sono di aiuto nel ricercare con il paziente, nel trattamento, le vie migliori per lui. molteplici sono le strategie di coping descritte secondo due diversi approcci (Perona Garcelàn S e Galàn Rodriguez A), uno strutturale ed uno funzionale, distinto quest’ultimo in coping “problem-focused” e “emotion-focused” definiti da Brenner HD et al., come “conscious autoprotective efforts di- rectly oriented to confronting the source of disorder” e come “conscious efforts to deny, isolate oneself from the emotional consequences of the disorder”.
Lo psichiatra è coinvolto ormai nella vita quotidiana dei pa- zienti, nei loro modi di affrontare le vicende esistenziale, per cui talora inconsapevolmente considera poco i fattori che con- dizionano la “personal resilience” (Tait L), intesa come quella elasticità, che consente al paziente di utilizzare al meglio le proprie risorse. Il “sealing over” oppure l’insight paiono condi- zionare la resilienza (Vender S. et al.), tuttavia tale osservazione non è costante, perché è nella relazione terapeutica biperso- nale (Ferro A e Vender S.) che queste modalità trovano il loro significato diverso da paziente a paziente.
Bibliografia
1 Brenner HD, Boker W, Muller J, et al. On autoprotective efforts of
schizophrenic, neurotics and controls. Acta Psychiatr Scand 1987;75:
405-14.
2 Carr V. Patient’s techniques for coping with schizophrenia: an ex-
ploratory study. Br J Med Psychol 1988;61:339-52.
3 Fallon IHR, Talbot RE. Persistent auditory hallucinations: coping
mechanism and application for management. Psychological mede-
cine 1981;11:329-39.
4 Ferro A, Vender S. La terra di nessuno fra psichiatria e psicoterapia.
Terapia bipersonale nella pratica psichiatrica. Torino: Bollati Boring-
gioVedì 17 feBBraio 2011 – ore 16,00-18,00 Sala Perugino